Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Fireflie    13/10/2007    2 recensioni
Rimane lì per quella che sembra un’infinità di tempo, in piedi dietro la finestra, a scrutare gli invitati, e si chiede se qualcuno dei presenti abbia mai provato lo stesso sentimento che lui ha per Fleur e se come lui abbiano optato anche loro per non chiamarlo Amore, perché Amore è riduttivo, perchè Amore significa libertà e felicità per la persona amata, e non è l’egoistico desiderio di averla solo per sé, chiusa dentro la gabbia di carne e sangue che è il suo cuore, che sono le sue braccia.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley | Coppie: Bill/Fleur
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimers: I personaggi appartengono a J.K. Rowling, e a coloro che ne hanno acquistato i diritti.
Note: - Scritta per Fanfic100_ita. Qui potete trovare la mia tabella.
- Chiaramente non c’era un prompt più adatto del #49 "Fiori" tra i cento della tabella, e la scelta è caduta con sicurezza.
- Mi sono sbloccata. Non ci credo nemmeno io, per cui non vedo il motivo per cui dobbiate farlo voi.
- Le prima riga di questa fic – tutto quello che avevo salvato in un documento Word col nome “Lanterne” - era destinata a ben altro, ad altri personaggi, ad un'altra coppia, ad altre dinamiche; ma quando l’ho presa in mano, per la pena che quell’unica riga abbandonata a sé stessa mi faceva, è evoluta in questa sua assai inaspettata forma.
- Mi rifiuto di mettere addosso ai personaggi maschi “una veste”. JKR può dire quanto le pare che i maghi portano la sottana, io non lo crederò mai. Ahimè, la disgrazia dei vestiti Babbani è estesa anche ai Purosangue.
- Ringrazio tanto tanto la mia Socia per avermi betato la fic e per avermi aiutato a sbrogliare quel problemino coi metalli preziosi. Lei sa di cosa parlo. xD



Perdersi Tra I Fiori


Bill sta aspettando in casa.
Ha i capelli raccolti e il viso teso, le mani sudate. E’ agitato all’idea di convolare a nozze, ma lo vuole solo per sé quel fiore luminoso e chiaro come l’alba.
Il desiderio di possesso nei confronti di Fleur, la prima volta che gli si era mostrato nella sua interezza, l’aveva spaventato: non si era riconosciuto in quella persona, per un attimo gli era sembrato di aver perso sé stesso.
Gli ci era voluto un po’ per riordinare quei pensieri e riguadagnare il controllo sulla sua mente, sulle sue sensazioni, gli ci era voluto del tempo per scuotere via quella paura che lo aveva preso alla bocca dello stomaco ma, alla fine, si era giustificato, si era perdonato per quella bramosia nei confronti di Fleur, si era perdonato come non aveva mai fatto con nulla prima di allora; e l’aveva mantenuta segreta quella brama, aveva schiacciato tutto sotto la marea di problemi che erano arrivati con la guerra e che rischiavano di affogare tutti loro.
Aveva anche provato a non pensarci più, ma quel pensiero ritornava ricorrente, certo quanto la risacca dopo un’onda, ora che era stato identificato, ragionato, e con sé riportava la paura per qualcosa di indefinibile, simile all’angoscia per una malattia incurabile.

Affonda le mani nelle tasche e rivolge lo sguardo fuori dalla finestra per osservare gli invitati; si piega un po’ in avanti, il naso quasi a contatto col vetro, per avere una visuale migliore. Per qualche istante sofferma lo sguardo su sua prozia Muriel, rosea nel suo vestito albicocca e il calice di champagne in mano; poi lo sposta sul resto dei parenti: un’orda di persone dai capelli rossi che hanno letteralmente invaso il giardino tanto sono numerosi, alcuni dei quali gli sono familiari quanto i parenti e gli amici di Fleur che ha conosciuto appena pochi giorni prima. Tra la folla scorge anche Charlie, goffo e impacciato nel completo da cerimonia, mentre discorre con Hagrid e altri due maghi poco più vecchi di lui.
Bill è quasi rasserenato dal fatto che nessuno sembri fare caso a lui che pure è lì, in condizione di osservare senza essere notato, dietro il vetro che lo separa da tutti pur lasciandolo completamente scoperto nella consistenza trasparente del materiale. Rimane lì per quella che sembra un’infinità di tempo, in piedi dietro la finestra, a scrutare gli invitati, e si chiede se qualcuno dei presenti abbia mai provato lo stesso sentimento che lui ha per Fleur e se come lui abbiano optato anche loro per non chiamarlo Amore, perché Amore è riduttivo, perchè Amore significa libertà e felicità per la persona amata, e non è l’egoistico desiderio di averla solo per sé, chiusa dentro la gabbia di carne e sangue che è il suo cuore, che sono le sue braccia.
Il flusso dei suoi pensieri viene interrotto dal rumore di passi sulle scale, veloci, inaspettati. Bill si scosta dalla finestra e si dirige verso la scala, piantandosi proprio ai suoi piedi, alla base del primo scalino. Osserva sua madre, piccola e tonda nel suo morbido vestito blu chiaro, mentre ne scende di corsa l’ultima rampa. Ha il viso arrossato e nota Bill solo quando di rende conto che gli ostacola il passaggio, lo guarda quasi senza vederlo per poi aggirarlo senza dire una parola.

«Mamma, è tutto a posto?» chiede lui, iniziando a preoccuparsi.
«Sì, caro. Non ti preoccupare. Si è solo impigliato il diadema nei capelli di Fleur. Tra poco sarà pronta» risponde lei trafelata, recuperando la bacchetta posata vicino ai fornelli. Dopo di che corre di nuovo su per le scale, sparendo dalla sua vista.

Venire a conoscenza del fatto che tra appena pochi minuti quel fiore profumato sarà solo suo amplifica la sua agitazione.
Con poche e ampie falcate attraversa tutto il salotto, movimenti automatici che lo portano direttamente davanti al piccolo specchio - un sole intagliato e dipinto a mano appeso a fianco della libreria - per sistemarsi il nodo della cravatta; e d’un tratto si rende conto che fa caldo, troppo caldo per un vestito da cerimonia, e che forse avrebbero davvero dovuto aspettare, posticipare la data del matrimonio, spostarla in autunno, ma la sola idea di rimandarlo gli era sembrata insopportabile quando sua madre aveva proposto quella soluzione. Il fastidio del caldo gli era sembrato nulla al confronto di avere Fleur per sempre legata a sé.
Muove lo sguardo dalla cravatta e lo posa sulla cicatrice, sui segni profondi e scuri che gli dividono a metà il viso, il rosa scuro delle ferite rimarginate contro l’incarnato pallido e lentigginoso. Un viso rovinato. Si chiede come faccia Fleur ad amarlo, a volerlo anche così, in un mondo che valuta solo l’aspetto esteriore. Lei che è bella come la Luna e buona e desiderata come l’acqua nel deserto.

E poi, all’improvviso, gli arriva nitida e squillante la voce di sua madre dalla cima delle scale.

«Bill? Fleur è pronta. Recupera Charlie e preparatevi.»
«Mamma-» inizia lui, ma sua madre lo blocca.
«No, non vedrai il vestito prima di essere all’altare. Muoviti che è già tardi» risponde lei. La voce che come al solito non ammette repliche.

Bill si guarda un’ultima volta allo specchio ed esce in giardino, con una leggera corsa inizia a dirigersi verso Charlie, supera le sedie di legno bianco allineate davanti all’altare e taglia in due la folla di invitati che si voltano a guardarlo mentre cerca di raggiungere suo fratello nell’angolo in cui si è rifugiato per parlare con tranquillità di chissà cosa con Hagrid e gli altri due maghi. Sta ancora parlando con loro quando lo nota correre verso di lui, gli sorride, si congeda da Hagrid e dagli altri e gli va incontro.

«È ora?» chiede, sempre col sorriso sul volto, gli occhi nocciola pieni di affetto.
«Già» risponde Bill, e non riesce a dire altro, le parole si bloccano in gola, raschiano contro la carne, ma non escono. Charlie capisce lo stesso però, e gli dà un colpetto sulla schiena in segno di incoraggiamento. E in quel gesto c’è tutta la felicità e l’amore che ha per il fratello, il suo preferito, il compagno di giochi e di vita.

Insieme si dirigono verso l’altare: lo sposo e il suo testimone. Il tragitto sembra durare un attimo, scorre via con la stessa velocità di una palla che rimbalza a terra. Bill nota distrattamente Charlie tirare fuori le fedi nuziali – oro giallo, semplici come quelle dei suoi genitori, lisce al tatto come la consistenza del fiore che sta per sposare - mentre la musica inizia e si spande nell’aria.
Le damigelle, vestite di morbidi tessuti dorati che le fanno somigliare a piccole stelle, percorrono la navata spargendo petali di rose bianche sul tappeto, e prendono posto nella prima fila, a fianco dei fratelli e dei genitori.
Fleur arriva subito dopo, si porta davanti al lungo tappeto e inizia a percorrerlo lentamente, un passo dopo l’altro a tempo con la musica.
Il bouquet di orchidee dall’intenso color porpora e l’unica nota di contrasto col vestito bianco che indossa, col suo pallore, coi suoi capelli d’oro.
Quando arriva al suo fianco rimane per pochi secondi ad osservarla, fa scivolare lo sguardo sul suo viso di seta, sul profilo perfetto, e poi si volta verso l’altare, lo sguardo dritto davanti a sé, oltre il prete che inizia a celebrare il matrimonio, oltre il frutteto, verso il campo al di là dei confini della Tana, dove amava giocare con i suoi fratelli quando erano bambini, verso il campo dove sono sempre cresciuti piccoli fiori bianchi.
Bill guarda verso quei fiori, verso il suo futuro.


Fine
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Fireflie