Vorrei
dedicare questa funfiction a Giulia (Tigre94), che oltre ad essere
una scrittrice spettacolare è anche un amica fantastica.
Anche
quella sera Harry era andato
nel parco di Hogwarts.
Erano
passati solo tre giorni
dalla morte di Albus Silente, ma il ragazzo non ce la faceva
già più.
Aveva
nella testa l’ immagine
di quell’ uomo abbassarsi a supplicare.
I
singhiozzi erano talmente
forti che da tre notti le creature della foresta non osavano
avvicinarsi ai
margini e i marini rimanevano sotto il pelo dell’ acqua.
Quella
di Harry Potter che
piangeva sulla tomba di Albus Silente era una di quelle
verità che non hanno
bisogno di verifiche; infatti nessuno a Hogwarts si era ancora
affacciato alla
finestra per vederlo.
Harry
sbatté un pugno sulla
bara di marmo, continuando a piangere.
“Silente…
perché…”
Voleva
cancellare dalla sua
testa l’ immagine del suo mentore che chiedeva
pietà a l’ uomo che lo aveva
tradito.
L’
uomo che Harry odiava
quanto Voldemort stesso.
Come
ogni sera Harry sentì un
tocco sulla spalla.
Un
tocco chiaro e fresco,
[un
fantasma]
Un
tocco dolce e allo stesso
tempo duro.
Non
voleva girarsi.
Non
poteva.
Sapeva
chi c’ era dietro di
lui, ma sapeva anche che, se si fosse girato, non lo avrebbe visto mai
più.
Facendosi
coraggio si alzò
lentamente in piedi e poi, di scatto, si girò.
Silente
era decisamente degno
del nome che portava. Bianco, etereo, e sollevato a circa cinque
centimetri da
terra. Era trasparente, ma si poteva vedere una macchia rossa che
pulsava nella
sinistra del suo petto. Aveva lo sguardo fiero da grifondoro e dolce
come un
nonno che rivedeva il suo nipotino. In mano aveva la spada di Godric
Grifondoro
e nell’ altra una meringa dolce.
“ciao Harry”
Poi
svanì.
Harry
comprese il messaggio.
Era
quello il Silente che doveva ricordare
Ok,
so che può sembrarvi un po’ strana, ma la
destinataria della
storia capirebbe. Non è stata pensata per un pubblico,
però qualche recensione
sarebbe gradita lo stesso.