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Autore: YouLiveInMe_Hp    26/03/2013    1 recensioni
Hermione cambia. Un "uragano di emozioni" riesce a scombussolare il suo stomaco, il suo cuore. I suoi errori verranno perdonati? Ron la perdonerà? E i suoi figli?
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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1 capitolo: The indelible mistake.
 
Era una calda serata d’estate. Le tre teste rosse di casa Weasley erano riuniti in un allegro gioco da tavola. Il vento soffiava forte, rabbrividiva un Hermione pensierosa, preoccupata. Erano giorni che tutto le andava male: il lavoro, la relazione con Ron… qualcosa subentrò in lei come un uragano senza fine. Lei, Hermione Granger, stressata per qualcosa che non fosse lo studio? Beh, sì, la cosa era seria…
Ron guardava ammirato il perfetto viso della Granger, che tra un turno e l’altro del gioco, fissava pensierosa il tetto rosso e accogliente di casa Weasley.
«Mamma, per favore, vuoi concentrarti?!» disse Rose spazientita.
Rose è una ribelle, una di quelle che nasconde tutto dentro. E’ sempre stata spontanea con i genitori che, giocosamente, sorridevano alle sue ribellioni.
«Sì, beh… ho bisogno di riposare. Vado in camera.» rispose Hermione.
Rose la guardò accigliata, distogliendo lo sguardo sdegnata. Ron si rattristì. Non passava mai del tempo con Hermione, e una volta che ne aveva la possibilità, tutto si ruppe come una vetrata calpestata da un elefante.
«Mamma, questo è un gioco per quattro persone! Certo che per essere del Ministero, i conti ti sfuggono, eh…»
Hermione le fulminò un’occhiata che Ron riconobbe subito. Era quella splendida occhiataccia di nervosismo che Ron adorava.
«Non ti permetto di rivolgerti con me in questo modo.» rispose Hermione intollerante.
«Pff, ti serve una lunga dormita…»
Hermione girò i tacchi, ormai fuori di se. Camminò impassibile verso la camera da letto che condivideva dolcemente con il marito.
«Colloportus» sussurrò, agitando dolcemente la bacchetta davanti la serratura della porta, che subito si chiuse.
La Granger si mise rannicchiata sotto le coperte, a pensare… un semplice bacio non l’avrebbe scombussolata così. È stato un insignificante, minuscolo bacio. E se ascoltasse, come al solito, la sua mente anziché il suo cuore? Se si stesse tradendo da sola? Se quel bacio con Draco fosse significato di più? Le lacrime sgorgarono dai suoi bei occhi, ormai opachi. Stava tradendo se stessa, Draco, la sua famiglia, la famiglia di Draco… commise un errore, ma ripararlo era ormai impossibile. Desiderava poter usare un ‘Oblivion’ per cancellare ciò che ha fatto.
Una settimana prima
Hermione spruzzò l’ultima goccia di profumo sul collo, poi uscì velocemente dal bagno, prese la valigetta da lavoro e varcò l’uscio di casa. Camminava a passo veloce, senza pensare alla smaterializzazione. I tacchi le stavano frantumando ogni singolo osso del piede, piccolo o grande che sia. Una mano teneva alcuni documenti che gli occhi rileggevano frettolosamente e l’altra mano aggiustava il delizioso chignon tipico dell’Hermione ordinata di sempre. La valigetta le fluttuava accanto. Poi, però, cadde. I documenti furono affidati al vento. Una figura molto elegante, dalla chioma bionda e dal viso pallido aiutò gentilmente Hermione, che, accorgendosi dell’uomo che gentilmente le sistemava ogni cosa, rimase pietrificata.
«M-malfoy?» disse stordita.
Questo le sorrise, poi con una mano afferrò il suo fianco, con l’altra la sua guancia. L’avvicinò a se e la baciò. Hermione ricambiò senza nemmeno accorgersene, cingendogli il collo. Draco Malfoy si smaterializzò, lasciando Hermione in posizione di bacio. La ragazza si toccò nervosamente le labbra. Poi si smaterializzò, con le lacrime agli occhi, al Ministero della Magia.
-
I brividi l’assalirono come fosse un’anguilla piena di elettricità. Non poteva dirlo a Ron. Malfoy fu il suo ‘nemico’ per troppo, troppo tempo. Avrebbe rovinato tutto, la sua famiglia, le sue amicizie… Rose non le avrebbe rivolto la parola. Ma stava male tenendosi tutto dentro. Decise di andare da Harry, l’unico che le avrebbe consigliato cosa fare senza indugio. Si materializzò furtiva in casa Potter.
Harry e Ginny si sbaciucchiavano no stop sul divano. Hermione, senza pensare al disturbo che avrebbe provocato, si precipitò su un divano, nascondendo il volto tra le mani, piangendo e singhiozzando senza fermarsi un istante. Harry e Ginny, pensando fosse uno dei loro figli, si staccarono velocemente. Quando notarono i gonfi capelli ricci di Hermione, si catapultarono su di lei, ancora in preda ad un attacco d’ansia.
«Ho commesso un errore… come faccio a dimenticare?!» disse tra un singhiozzo e l’altro.
Harry non vedeva l’amica così disperata dai tempi di Hogwarts. L’abbracciò senza pensarci due volte. Ginny sorrise. Poi ritornò seria.
«Tesoro, cosa è successo? Hai litigato con Ron?» disse rivolta a Hermione.
«Ho… ho commesso un errore» rispose Hermione gridando.
«Racconta, non ti giudicheremo!» disse Harry.
«Ho incontrato Draco l’altro giorno…» e qui Harry si rizzò a sedere. «Mi ha aiutato a raccogliere le cose che mi erano cadute, e, e… e lui mi ha baciata. Ed io ho ricambiato, e mi sento di schifo! » disse Hermione, le lacrime agli occhi.
Ginny chinò il capo, Harry carezzò Hermione.
«Beh, dai, dopotutto, ognuno commette errori, no?» disse a Hermione, sorridendole.
  Hermione rimase comunque impassibile, calmandosi e asciugandosi le lacrime. Sorrise forzata, per far felice Harry. La bacchetta di Harry prese a squillare. Lui l’afferrò.
«È Ron. »
Il cuore di Hermione uscì dal petto. Ron avrebbe urlato contro Harry, chiedendogli disperatamente dove fosse Hermione.
Alla bacchetta:
-Ron?
-Harry, sai dov’è Herm? Prima era qui, ora non c’è più…
-Ehm… io… no, non so dove sia.
-Sicuro?
-Sì.
-Okay, allora grazie, ciao.
 
Harry adagiò la bacchetta sul tavolo. Rispose a Ron guardando i gesti di Hermione che non voleva tornare a casa.
«Hermione, vuoi dormire qui oggi? » chiese Ginny.
«Oh no, grazie… non vorrei recarvi disturbo. »
«Ma no, anzi, ci aiuteresti con quelle tre pesti…» rispose Harry ridendo.
Hermione sorrise, questa volta spontaneamente. Corse su per le scale. Bussò alla porta della stanza dei tre bambini di Ginny ed Harry.
Hermione spalancò le braccia, ospitando i suoi bei nipotini.
«Zia, ci sei mancata! Non immagini quanto ti voglia bene. » disse felicemente Lily Luna.
Una lacrima dall’occhio sinistro di Hermione cadde: era felice.
 
  
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