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Autore: She_Paperwork    27/03/2013    2 recensioni
Lei era quella che si nascondeva, quella che non attirava l'attenzione, quella che in segreto catturava nella sua memoria tutti i frammenti di bellezza, rubandoli a chi li viveva, per collezionarli.
Ma era una ladra. E come tale fu giudicata.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono una ladra di bellezza. Studio le emozioni, spio i sentimenti, rubo ciò che è luce. Sono una macchia, uno sgorbio, un errore fatto da qualche essere distratto che ha perso la gomma. Troppo sbagliata per valere qualcosa, gli eventi hanno deciso di lasciarmi in vita e così non sono stata spazzata via dalle tormente e dai cicloni che mi hanno colpita. Non è stato per le mie forze residue, né questo è per me motivo di vanto.
Per la maggior parte del tempo mi improvviso attrice, dicono mi riesca bene. Non ho preso lezioni, ho dovuto imparare da sola: la necessità rende migliori di quanto faccia l’applicazione.
Ho invocato il nome di mia madre, di mio Padre, di un mito, di un idolo, di un sogno. Ho urlato i loro nomi su un foglio di carta, ho chiesto loro aiuto, ma nessuno mai crede che sia un urlo, il silenzio; nessuno mai crede possa essere un dialogo, quello tra se e la penna; nessuno mai crede che un sorriso sia una richiesta d’aiuto. Nessuno mai crede che una ladra possa essere stata derubata. Derubata di tutto: di un’anima affine, di un sorriso sul volto, di una morte salvifica, di una via di fuga.
Prima rubavo il dolore per alleviare macabramente la mia solitudine. Poi si sono infittite per me le tenebre e non sono riuscita ad adempiere al mio compito di infermiera, trovandomi affetta da quel male così soffocante e distruttivo, e seppure avessi tanto curato, non riuscivo a salvare me stessa. Finché la luce non mi è venuta a cercare ed io l’ho rincorsa strenuamente, stancamente, continuamente.
Rubo la luce, rubo la bellezza, rubo la felicità perché non ne possiedo, per non venire assalita dalle tenebre, dalla bruttura, dal dolore.
Sono una ladra pronta ad essere condannata per i crimini commessi –che non nego di aver compiuto-, una volta che tutti si sono dimenticati prima di quelli da me subiti, poi dal bene fatto per creare una gioia che in me non c’era e che ho dovuto rubare per non sentirmi schiacciata dalla sua assenza. Sono confessioni di una vittima, di un’infermiera, di una ladra, di un errore, di un’attrice, di un anima sola, condannata per i propri desideri implacati ed implacabili. Giustiziata in pubblica piazza, è una ghigliottina a troncare i miei respiri, i miei pensieri, i miei sogni. Una ghigliottina che condanna la mia testa in una cesta, la mia anima sottoterra e il mio cuore ad essere immolato all’altisonante e lontana luce dell’essenza, troppo eterea e così non concessa ad uno sgorbio, una macchia, una nefasta casualità. Ma il mio cuore è sempre rimasto puro, non contaminato dagli eventi come invece lo è stata l’anima. Così il cuore si eleva, mentre l’anima cade. E, per uno scherzo del destino, allegorica testimone della mia disfatta è la mia morte: la testa che cade giù e rotola via dal mio corpo giovane ed al contempo stanco, ha ancora gli occhi fissati nell’immenso azzurro, il lontano e desiderato cielo.
Gli occhi riescono a raggiungerlo e lo sfiorano, lo accarezzano, si permeano di lui; ma la testa rimane schiacciata, derisa, staccata, senza più vita, privata persino del proprio senso di esistere.
E così muoio di una morte violenta che mi porta alla pace che in vita non ho mai raggiunto davvero. Infondo avevo già pagato per quella che avrebbe potuto essere una dannazione eterna, anche se lunga solo una vita, ed avevo commesso troppi errori per un’altrettanto lunga beatitudine. Sdoppiata, come in vita, raggiungo le stelle e il luogo laddove non ne arriva neppure il ricordo.  



*Angolo Autrice* 
Ho scritto questo qualcosa un annetto fa, e così provo a pubblicarlo. Mi farebbe molto piacere ricevere qualche opinione. C: 
Buona giornata a tutti :D 

 

  
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