Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Ailis_    27/03/2013    1 recensioni
Julya Peskov non era certo prevista nella vita di Stefan.
Eppure quando lei ritorna, la sua presenza è come un uragano nella vita di Stefan.
Julya nasconde un segreto, qualcosa che ha dominato la sua vita per secoli e che ora è talmente vicino da non poterselo lasciare sfuggire.
Il rapporto con Stefan si è incrinato tanto tempo prima, ma lei ha bisogno di lui per la sua ricerca. E quando lui deciderà di aiutarla, Julya scoprirà di provare qualcosa di più della semplice amicizia.
Ma è davvero così? Riuscirà Julya ha trovare ciò che ha cercato per tutta la vita? E perché ne ha così bisogno?
Quando pensano di avercela fatta, ogni certezza crolla e il suo mondo verrà sconvolto. All'orizzonte, comparirà una vecchia conoscenza, qualcuno in grado di riportare a galla qualcosa che Julya pensava di aver dimenticato, un amore che ha segnato la sua vita e il suo cuore, indimenticabile ed eterno. Cosa succederà? Saprà dare retta al proprio cuore ed essere felice?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kol Mikaelson, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Andai a cercare l'amore e mi persi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ekleipsis 7

Buondì!
Eccomi tornata da voi!
Ho deciso che gli aggiornamenti regolari non mi piacciono proprio per niente, che avere una data fissata rovina ogni sorpresa e io adoro le soprese – non è vero, le odio, ma una scusa dovevo pur trovarla, vi pare?
Comunque, ecco il nuovo aggiornamento.
La frase che fa da titolo non è tratta da una canzone -come al solito- ma è del buon vecchio Goethe.
Buon'anima.
Ultima cosa: l'immagine è stata eseguita da Graphic Emotions, una pagina su FB che crea timeline e annessi e connessi meravigliosi, come potete vedere.
Bo', vi lascio alla storia.
Buona lettura ^^


Image and video hosting by TinyPic

Le difficoltà aumentano più ci si avvicina alla meta


La nostra meta non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose.
Henry MillerBig Sur e le arance di Hyeronymus Bosch




Era davvero indispensabile svegliarsi così presto? E dove stiamo andando?”
Julya alzò gli occhi al cielo e lo fulminò con l'ennesima occhiataccia. Erano svegli da nemmeno un'ora e quella non era certo la prima con cui lo aveva raggelato, ma Stefan sembrava non aver ancora recepito il messaggio.

Stiamo andando in biblioteca”
A fare cosa?”
Te lo dirò quando arriveremo”
Scese gli ultimi gradini con un salto e si ritrovarono davanti a una piazza e un grande edificio bianco. Era chiaramente una costruzione antica che sembrava tutto meno che una biblioteca.

Non sembra una biblioteca” confessò Stefan mentre lo conduceva dentro “Era una chiesa, per caso?”
In realtà sì”
Lo condusse tra gli scaffali, in fondo alla costruzione dove faceva bella mostra di sé un enorme vetrata colorata, prima di continuare a parlare.

Poggia su un suolo sacro. Molte delle colonne e dei tesori che un tempo erano contenuti in questa chiesa sono stati portati dall'Oriente, dopo la prima crociata. Trofei di guerra” aggiunse con un sorriso che Stefan non riuscì a decifrare.
Conoscendola, poteva immaginare che più che per la guerra in sé, le dispiacesse immaginare quanti tesori inestimabili e chiese e templi e meravigliosi edifici fossero stati abbattuti nel corso dei secoli.
A volte lo stupiva la capacità di Julya si essere così indifferente alla vita umana ed essere allo stesso tempo così umana.

E noi cosa stiamo cercando?” le domandò mentre si sedevano a un tavolo in disparte, dove nessuno poteva sentirli parlare e avrebbero avuto la loro privacy.
Ieri sono andata da un amico che mi ha dato questo quadernino. Dentro c'era un foglio con dei numeri romani e voglio capire cosa significhino”
E come pensi di fare? Nel corso della storia i numeri hanno avuto migliaia di significati diversi. Pensa ai pitagorici, ai riti esoterici, alla sequenza di Fibonacci...”
Grazie per la lezione di numerologia, Stefan. E' per questo che siamo in biblioteca”
Aspetta, aspetta: tu vuoi che io e te, due vampiri, due!, ci mettiamo a spulciare ogni libro contenuto qui che riguardi questo argomento”
Non ogni libro” si imbronciò lei “solo quelli che parlano della numerologia all'epoca dei crociati”
Stefan aprì la bocca per dire qualcosa e farle notare che questo non cambiava niente, ma quando vide il sorriso di Julya e la sua espressione caparbia capì che non sarebbe cambiato niente perciò si rassegnò a una lunga giornata di letture.



Otto ore, una ventina di libri e chissà quante pagine dopo, Stefan e Julya non avevano ancora trovato niente.
Be'” tentò la vampira abbandonandosi contro lo schienale della poltroncina “il tre è facile. Potrebbe rappresenta la Trinità, la perfezione divina. Il sette... be', è il numero dei cicli lunari, connesso con l'idea di equilibrio e il dieci... il dieci...” tentennò un po' e Stefan la guardò inarcando le sopracciglia, seriamente affascinato da come Julya stesse cercando di dare una dignità a quella teoria campata per aria.
Alla fine, anche lei si arrese “Va bene, non so neanche io cosa sto dicendo”

Dovremo continuare ancora per molto?” domandò allora Stefan appoggiando le braccia sul tavolo e il mento su di esse nella perfetta imitazione di uno sguardo da cucciolo che fece sussultare il cuore -metaforicamente, si intende- di Julya.
Fino a quando non troveremo qualcosa. E non provare a fare quella faccia, non mi impietosisco. Occhi fissi sul premio, Salvatore” lo richiamò, ma la verità era che stava incoraggiando se stessa.
L'idea di fallire ora che era così vicina la annichiliva più di qualunque altra cosa.

Stanno per chiudere. Sistemiamo i libri e nascondiamoci da qualche parte. Ci troviamo quando sarà tutto chiuso proprio qui”
Raccolsero i volumi e li infilarono di nuovo nei loro scaffali, poi si dileguarono e rimasero nascosti fino a quando il ragazzo del bancone non ebbe spento ogni luce ed ebbe serrato la porta.
Anche allora rimase per un veloce inventario e a Julya non restò che sistemarsi meglio sulla trave su cui si era appollaiata e attendere con pazienza.
In realtà fu grata all'uomo per quella pausa. Al buio, nel silenzio della biblioteca scandito solo dalle pagine sfogliate, ebbe modo di riorganizzare i propri pensieri e di controllare di nuovo il libretto.
Con la coda dell'occhio, notò che la luce era impercettibilmente mutata e pensò che fuori dovesse essere sorta la luna perché la vetrata, con i suoi colori e il disegno, era più luminosa.
Solo allora la osservò con più attenzione, mettendo da parte l'occhio dell'esteta per lasciare spazio a quello dell'archeologa.
Le ricordava qualcosa che aveva già visto da qualche parte, ma non in un'altra chiesa o in un posto che avesse visitato.
Era qualcosa di più recente e meno vivido, come se in realtà lo avesse scorto appena mentre scartabellava alcune pagine.
La comprensione la colse proprio quando il bibliotecario spense tutte le luci e la vetrata fu l'unico strumento di illuminazione.
Non aveva potuto vederli dal tavolo dove erano seduti perché erano esattamente sotto la finestra, ma da quella posizione non ebbe problemi a scorgere tre numeri romani, uno per ognuna delle tra parti in cui era scandita la vetrata: un tre a sinistra, un sette al centro e un dieci a destra.
Troppo eccitata per rimanere ferma, abbassò lo sguardo alla ricerca di Stefan, ma di lui neanche l'ombra.
Come aveva fatto a non pensarci? Quei numeri erano coordinate, niente di più semplice. Nessun significato allegorico, nessuna simbologia: a volte la soluzione più scontata era anche quella vera.
Scrutò nell'ombra alla ricerca di Stefan, ma il suo sguardo si posò solo sul pavimento, una distesa di marmo bianco, verde e rosso posto in modo da formare un quadrato con un'enorme X nel mezzo.
E allora si chiese come diavolo avesse fatto a non accorgersene perché la tomba era lì, esattamente sotto i suoi piedi e lo era sempre stata.
Così vicina che davvero le sarebbe bastato allungare una mano per toccarla.
Scese con un balzò e Stefan le fu accanto in un battito di ciglia. Lo guardò con gli occhi brillanti di emozione e la voce tremante, quasi stesse per scoppiare a piangere.

E' qui. La tomba è sempre stata qui e questa X non è che un dieci... il dieci che cercavano, Stefan!”
Lui ci mise un attimo a capire, ma Julya era già piegata sul pavimento e lo toccava con la devozione di un fedele, quasi gli stesse chiedendo scusa per quello che stava per fare.
Con uno scatto e un rumore assordante, tirò su una lastra e la posò di lato con tutta la delicatezza che riuscì a mettere insieme.

Come hai fatto?”
Ho guardato le cose da un'altra prospettiva, letteralmente. Dai, aiutami a scendere”
Stefan afferrò le mani che lei gli porse e la fece scivolare giù. La sua vista da vampiro ci mise un secondo ad abituarsi al buio, il tempo che Stefan impiegò a lasciarsi scivolare accanto a lei.
Stefan si guardò intorno dubbioso, ma il volto di Julya era radioso e gli diede la forza di fidarsi di lei e di fare ciò che diceva.
Dopotutto, aveva cercato il Graal per duecento anni, studiato e fatto ricerche: se c'era qualcuno che sapeva cosa stava facendo, quella era lei.
Julya trafficò nelle tasche e ne estrasse un accendino. Ne portava sempre uno con sé, per ogni evenienza e anche se non aveva bisogno di luce per illuminare i luoghi più bui grazie alla sua super vista.
Si avviò con una mano posata sul muro, guardando i pittogrammi dipinti sulla nuda pietra e sfiorando le incisioni.
Julya sapeva che quello era solo un passo avanti e che per trovare il Graal ne avrebbe dovuti fare ancora molti altri, ma non riuscì a impedirsi di sospirare e non poté impedire al proprio cuore di gonfiarsi di commozione e orgoglio.
Non era solo una scoperta. Aveva combattuto, faticato, sacrificato un discreto numero di cose per quella ricerca e ora si stava avvicinando sempre di più.
Spazzò la polvere con la mano libera e comparve un'altra X.

A quanto pare” mormorò con la voce rotta dall'emozione “la X indica proprio il punto dove scavare”
Spostati, la butto giù”
Julya annuì e lasciò che Stefan si facesse largo tra le pietre e i detriti prima di seguirlo. Non le servì annusare l'aria per accorgersi che era petrolio quello in cui avevano immerso i piedi. I cadaveri erano ammucchiati in nicchie lungo le pareti e di loro non restavano che ossa e qualche brandello di vestito lambito dal combustibile.
Afferrò malamente un perone – o una tibia, non era sicura di che parte della gamba fosse- e lo avvolse con un pezzo di stoffa prima di dargli fuoco con l'accendino.
Stefan la guardò con un'espressione a metà tra il sorpreso e il divertito alla quale lei rispose solo facendosi largo tra i resti dei cadaveri con un'alzata di spalle.
Attraversò il lungo corridoio incurante dell'acqua che si alzava sempre di più e lentamente le lambiva i polpacci, sempre più in alto.
Non si sarebbe fermata e sentiva che Stefan era dietro di lei, silenzioso e pronto a scattare in caso di pericolo.
Si bloccò con un gemito di sorpresa solo quando il corridoio svoltò in una specie di anticamera in cui montagne di topi squittivano impauriti, consci della presenza di due predatori come Julya e Stefan.

Disgustosi” sibilò.
Eppure non sarebbero certo bastati due topini di troppo a fermarla. Lei era nata in una casupola nella campagna intorno a San Pietroburgo e i topi erano all'ordine del giorno nelle case piene di spifferi e malandate.
Se forse stata umana avrebbe tentennato, ma era un vampiro – la razza di predatori per eccellenza- e sapeva che i topi sarebbero scappati lontano non appena avessero sentito la sua presenza incombere.
E così fu: la strada si liberava man mano che lei procedeva.

Ma come” le domandò Stefan con l'espressione scontenta di un bambino a cui è stato negato un pezzo di dolce “niente grida stridule o convulsi tentativi di saltarmi in braccio?”
Julya ridacchiò e gli dedicò un mezzo sorriso senza smettere di camminare e guardare avanti.
Occhi fissi sul premio.
Camminarono per qualche metro fino a quando non si aprì di fronte a loro una specie di stanza dove era custodita una tomba.
Era impossibile sbagliarsi: era l'unica che avessero incontrato nel loro viaggio e non poteva che essere lei, la tomba del cavaliere.
Con poche falcate, la vampira attraversò lo spazio che la divideva dal sepolcro e lo carezzò con dita esitanti, come se fosse stato il volto di un amante disperso e finalmente ritrovato.
Poi gettò di lato il coperchio e rivelò le ossa, ancora perfettamente composte nella posa in cui erano state sistemate alla sepoltura, del cavaliere che stringeva tra le mani una spada e lo scudo.
Con un gemito di sorpresa, Stefan riconobbe in quello scudo lo stesso simbolo che aveva visto nelle foto che Julya gli aveva mostrato.

Ce l'abbiamo fatta” sospirò, ma Julya non lo ascoltava più: aveva già tirato fuori il proprio cellulare e scattato le foto che le servivano.
Quando rimise in tasca il cellulare, si prese un minuto per contemplare lo scudo. Anche nell'oscurità, Stefan si accorse che aveva gli occhi lucidi di orgoglio e commozione nel leggere le parole incise nel metallo.
Dal canto suo, Julya sentiva di avere gli occhi gonfi di lacrime e il cuore pieno di gioia. Era lì, scritto sullo scudo: il nome della città da cui partire.
Alessandretta.
Alla fine, ce l'aveva fatta. E sì, non aveva ancora il Graal tra le mani, ma adesso era davvero a un passo da lui, così vicino che quasi poteva stringerlo tra le dita.
Stefan la sentì singhiozzare, ma sul suo viso non c'erano lacrime. La passò un braccio intorno alle spalle e la strinse a sé.

Dovremmo andare” le sussurrò all'orecchio, ma Julya si ricompose e scosse il capo.
Ancora un momento. Ho atteso così tanto di sapere dove fosse il Graal... lasciami assaporare l'attimo, prima che se ne vada”
Stefan annuì, ma non la lasciò andare come se temesse che se l'avesse fatto sarebbe andata in frantumi.

Per secoli ho cercato questo nome... e ora ce l'ho fatta” sussurrò alzando lo sguardo su di lui e fissandolo con gli occhi lucidi.
Le sue parole scemarono e all'improvviso tutto si fece silenzio. Non ci fu più rumore che riuscisse a penetrare la bolla che si erano creati intorno.
Le iridi scure di Julya si spostarono dagli occhi di Stefan alle sue labbra, come attratte da una calamita, incapace di pensare ad altro che non fosse la loro consistenza e la loro bellezza.
Avrebbe voluto poterla assaggiare in quel momento, dimenticando il posto e la situazione non esattamente adatti. Era certa che un bacio di Stefan potesse cancellare ogni sensazioni e trasportarla in un'altra realtà.
E lei lo desiderava così tanto!
Si alzò in punta di piedi e si avvicinò alle sue labbra, ma il ragazzo voltò appena la testa e si trovò a sfiorare la guancia.

Mi dispiace Julya, non posso”
Non puoi o non vuoi?” gli domandò con una punta di amarezza nella voce.
Entrambe, credo. Amo Elena, la amo davvero, ma non voglio negare di sentire qualcosa per te che va oltre all'amicizia. Nonostante questo” si affrettò ad aggiungere quando la vide pronta a ribattere “voglio Elena perché la amo come non ho mai amato nessun altro. E per te farei di tutto, ma...”
Tentennò prima di concludere la frase perché sapeva cosa si provava a essere allontanati per qualcun altro.
Per lei era più semplice, si disse: l'altra non era sua sorella né un'amica. Eppure, nei suoi occhi c'era la stessa sofferenza che aveva visto sul proprio viso quando aveva capito che Elena provava qualcosa anche per Damon.
Fu Julya a completare la frase “Ma questo sentimento non è altrettanto intenso”
Stefan fece per parlare, ma Julya alzò una mano per zittirlo “Fa come se niente di tutto questo fosse mai accaduto, ok? Restiamo amici”
Gli rivolse un sorriso radioso e Stefan avrebbe quasi creduto che andasse davvero tutto bene se non fosse stato per ciò che vedeva nei suoi occhi.

Julya...”
Si fermò quando sentì un rumore e anche Julya si voltò in quella direzione scrutando nell'ombra con gli occhi socchiusi.
Quando capirono che c'era davvero qualcuno, era troppo tardi per nascondersi e li trovarono lì, in piedi di fronte alla tomba scoperchiata, tesi come corde di violino e pronti ad attaccare.
La velocità con cui si mossero per accerchiarli fece subito capire che non erano umani, non tutti almeno.
Su sei persone, tre erano vampiri, ma guardandoli Julya non avrebbe saputo dire se fossero o meno più forti di loro.

Uhm, qualcosa mi dice che non siete qui per una visita di piacere” scherzò Julya mentre cercava di capire come cavarsi d'impiccio.
Infatti. Il mio nome è Werner e vorrei ringraziarvi per averci condotto fino a qui. Probabilmente non ce l'avremmo fatta se voi non aveste trovato l'ingresso”
Il vampiro che aveva parlato aveva un forte accento tedesco e sull'avambraccio, dove la camicia era stata arrotolata, faceva bella mostra di sé una svastica.
Julya alzò gli occhi al cielo “Perfetto. Ci mancava proprio il vampiro filonazista con la mania per i tatuaggi da Mangiamorte”
Stefan la guardò come se fosse impazzita e lei spalancò la bocca in un'espressione di sentita sorpresa.

Ti sembra il momento?”
Be', potrebbe non esserci un dopo perciò perché tenersi le cose per sé?”
Certo, meglio fare dell'ironia piuttosto che cercare una via di fuga” la prese in giro, ma cogliendo le occhiate di Julya che gli faceva cenno indicando il varco nella parete alle loro spalle.
Dovevano solo trovare il momento per saltarvi dentro: a quel punto, avrebbero corso fin in superficie e si sarebbero nascosti fino all'arrivo del sole.
A quel punto, i vampiri avrebbero dovuto nascondersi e loro avrebbero avuto tutto il tempo di fuggire via.

La ragazza è saggia” si intromise il tedesco apparentemente divertito “tra poco sarete morti perciò dite pure ciò che volete”
Uhm, un veloce chiarimento. E' il classico piano da cattivo per la dominazione del mondo?”
Già. I classici funzionano sempre”
Julya gli restituì il sorriso e ringraziò il cielo del sangue freddo che erano riusciti a mantenere. Andare nel panico avrebbe segnato la loro fine.
Ma per fuggire dovevano prima assicurarsi un minimo vantaggio perciò Julya si preparò a buttarsi alle spalle tutto l'istinto di autoconservazione e ad avvicinarsi al tedesco.
Ad ogni passo in avanti sentiva tutto il suo corpo cercare di ritrarsi e urlarle di scappare; fu uno strazio dover sopprimere ogni ragionevole voce che le dicesse di tenersi alla larga, una delle quali aveva anche la voce di Stefan.

Sono d'accordo” confermò oramai a pochi passi “ma mi chiedevo: voi avete la certezza che non tenteremo la fuga? Insomma, guardiamo le statistiche: abbiamo discrete possibilità di mettervi al tappeto e quell'apertura nel muro sembra fare proprio al caso nostro”
Indicò con l'indice lo squarcio che poco prima lei e Stefan avevano osservato con attenzione. Quasi riusciva a immaginare la faccia stupita di Stefan e, se faceva un po' di attenzione, quasi riusciva a sentire il suo cervello lavorare a pieno regime per capire che cosa diavolo stesse progettando di fare.
Ma stavolta avrebbe potuto solo affidarsi a lei e all'innato senso senso di Julya che le diceva che non era la direzione giusta, che se volevano salvarsi dovevano gettarsi in acqua.
Come previsto, il resto del gruppo fece fronte comune di fronte all'apertura e lasciò scoperto tutto il resto della cripta.
Continuò a camminare e guardò Stefan, sperando che capisse cosa doveva fare. Per fortuna, sembrava che la loro antica empatia non fosse scomparsa, anche a dispetto degli anni e di tutte le vicissitudini che avevano affrontato.

Bene, direi che è meglio muoversi prima che sorga il sole. Qualche ultima parola?”
Julya ammiccò e si aprì in un sorriso luminoso, poi sussurrò a pochi passi da lui in russo “Do svidaniya”
Con uno scatto, tentò di colpire il vampiro, ma lui la bloccò. Doveva essere più giovane di lei perché la sua forza era notevolmente minore, ma non era importante.
Con la stessa velocità, Stefan gli afferrò il collo di sorpresa e glielo ruppe con un suono secco che fece venire i brividi a Julya. Poi, mentre gli altri due vampiri scattavano per fermare la loro fuga, Julya si tuffò e Stefan la seguì.



Quando finalmente poterono uscire dal loro nascondiglio erano le nove di mattina e il sole era pallido in cielo, ma almeno c'era.
Dobbiamo fare i bagagli e andarcene il più in fretta possibile”
Julya anuì. La fortuna di essere un vampiro si vedeva proprio in momenti come quelli, quando si trovava ad aspettare al freddo e al buio, completamente fradicia.

Andiamo in albergo. Intanto io prenoto l'aereo”
Dove stiamo andando?”
Alessandretta corrisponde all'attuale Iskenderun, in Turchia. Se pensò che due settimane fa ero a un passo dal Graal e non lo sapevo...”
Stefan non fece domande, troppo spossato -nonostante la sua natura di vampiro- per chiedere spiegazioni.
Julya se ne accorse e il suo sguardo si addolcì “Poco più avanti c'è una banca del sangue. Va a nutrirti, Stefan, ne hai bisogno”

E tu no?”
Julya fece spallucce. Lei era abituata a stare senza nutrimento per periodi di tempo più lunghi e non aveva alle spalle i rapporti burrascosi con il sangue di Stefan perciò poteva resistere ancora un po', il tempo di arrivare a Iskenderun.
Inoltre, aveva imparato da umana a sopportare la fame, quando i lunghi e rigidi inverni russi rendevano difficile la vita di chi si sostentava solo con il lavoro delle proprie braccia.
C'erano volte in cui non mangiavano per giorni, quando suo padre non riusciva a trovare cibo nei campi o un lavoro per guadagnare abbastanza da permettersi una pagnotta di pane.

Dobbiamo muoverci”
Stefan mugugnò qualcosa poi la bloccò. La gente li guardava, ma Julya non se ne curò. Nel momento in cui gli occhi di Stefan cercarono i suoi perse la cognizione dello spazio e ci furono solo più loro due.
Ma doveva ricordare che lui l'aveva rifiutata, che aveva scelto Elena -e il suo orgoglio ferito e il suo cuore spezzato questo non l'avrebbero scordato tanto in fretta- e che sarebbero sempre stati solo amici.

Sicura che tra noi vada tutto bene?”
“Certo, certo. E poi non abbiamo tempo di preoccuparci di questo. Non so quanto vantaggio abbiamo e se sono tornati indietro sapranno anche loro dove andare, perciò dobbiamo sbrigarci”

Ehi, se tu puoi fare battute su Harry Potter in procinto di morte, io potrò...” si fermò quando notò l'occhiataccia che Julya gli lanciò da dietro una ciocca di capelli.
No, eh?”
No”
Va bene, va bene. Muoviamoci e via dalle scatole questa Venezia”



Continua


**

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Ailis_