Mi ricordo che quando ero piccola lessi una frase, per l'esatezza un aforisma, di Pino Caruso. Mi colpì molto tanto che è ancora impressa nella mia mente,

nonostante tutto quello che è successo. Questa frase recitava: L'unica libertà possibile, a questo mondo, è la libertà di scegliersi la propria prigione.

All'inizio non capivo; Anzi mi sembrava eresia. La mia vita ,fino a quel momento, non mi sembrava per niente una prigione o , se lo era, aveva degli scarsi sistemi

di sicurezza. Mi era permesso tutto e esaudivano qualunque mio desiderio e io ,approfittatrice, che vestivo i panni della povera orfanella, non mi facevo scrupoli e

recitavo la mia parte eccelsamente. Non che fossi una ragazza troppo viziata ma era il mio modo di sfogare il mio dolore. Mi sembrava l'unica cosa che potesse

soffocare le immagini dell'omicidio dei miei genitori che ,senza scrupoli, gli assasini mi costrinsero ad assistere.

Avevo solo sette anni , ma ricordo tutto come se fosse ieri. Mi basta chiudere gli occhi e vedere i miei genitori contorcersi improvvisamente dal dolore, cinque

uomini incappuciati e un bambino ridere in modo crudele, sadico.

Mi ricordo che dopo ore estenuanti i miei genitori erano ricoperti di sangue. Mi ricordo lui, quel bambino dal volto così angelico, che si avvicinò a me e mi puntò

contro qualcosa di cui ,nemmeno negli anni a seguire, riuscì a capire l'identità. Ricordo un dolore lancinante al polso poi una frase al vento.

- Se sopravviverai al fuoco, io ti verrò a prendere, un giorno..... tu mi appartieni.

Poi vidi solo nero e odore di bruciato.

Mi svegliai in ospedale dove mia nonna stava piangendo disperata. Quando cercarono di dirmi che mamma e papà erano morti non mi scese nemmeno una

lacrima. Ero vuota. Avevo esaurito tutte le mie lacrime durante la loro tortura.

Nonostante la mia età sapevo che nessuno mi avrebbe creduto. Stetti in silenzio, senza dire come loro fossero morti e senza descrivere i loro assasini.

Non so ancora se fu per la consapevolezza che mi avrebbero dato della pazza o perchè avevo molta paura di quei uomini ,o meglio di lui....

Volevo dimenticarlo ma allo stesso tempo ricordarmelo per poi vendicarmi per quello che aveva fatto alla mia famiglia.

Però avevo paura. Molta paura. 

quelle due lettere, E.R. , ancora impresse nel mio polso ,me lo ricordavano ogni giorno, ogni ora, ogni secondo della mia dolorosa esistenza. Non potevo fare

nulla: nè parlare, nè piangere, nè raccontare l'origine di quel misterioso marchio. L'unica cosa che mi restava da fare era odiare, buttare la legna per alimentare

sempre di più quel fuoco pericoloso, sprofondandoci dentro.

***

  spazio autrice: Salve a todos! innanziatutto grazie per aver letto questa ehm... "cosa" frutto del delirio di una febbre alta. Diciamo che questo è l'inizio , molto breve (una delle molte cose che mi fa arrabbiare in questo momento), e da cui , ne sono cosciente, non capirete come si avolverà in futuro questa storia.
Mi ci è voluto molto tempo per deciderla di pubblicarla e ancor più tempo per capire come impostare più personaggi al momento di compilare il modulo per pubblicarla. Prima di annoiarvi con inutili chiacchere vi do spiegazione per l'informazione "coppie: draco Malfoy/Theodore Nott". Teoricamete avrei voluto non impostare coppie e farvi una bella sorpresa ma non capivo , e non capisco tuttora, come non impostarle e se era possibile (so perfettamente che state ridendo ma portate pazienza, prima o poi capirò meglio come pubblicare storie...spero). Non sapendo come fare ho inserito quella coppia poichè erano due dei personaggi più presenti all'interno di questa ff che, ovviamente , toglierò non appena avrò trovato e cercato una soluzione adeguata.
Concludo col dirvi che aspetto dei commenti e sono apperta a critiche, correzzioni e consigli costruttivi così da poter migliorare. Ok, ora la smetto! vi ho rubato anche fin troppo tempo.