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Autore: stellysisley    14/10/2007    4 recensioni
Una ragazza che tradisce la fiducia della propria migliore amica e poi si ripresenta nell'ultimo posto pensabile. Tutto che ritorna alla mente, la paura di fidarsi di nuovo che frena ogni approccio. Ma è davvero tutto finito?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata ad Alessia.



TORNARE AMICHE



Morena sbatté violentemente la porta d'ingresso, tanto che sua madre, seduta sul divano a leggere, sobbalzò: “Morena, tesoro, che c'è?” “Nulla mamma...magari ne parliamo dopo, ok?” rispose la ragazza, dirigendosi verso la sua camera. Chiuse la porta con più delicatezza e vi si appoggiò per qualche minuto con la schiena, lasciando che la sua borsa da pallavolo scivolasse a terra accanto a lei. Poi corse a buttarsi sul letto, la testa sui cuscini che teneva sempre appoggiati alla testiera.

Prese in mano il suo peluche preferito, una piccola mucca di peluche che aveva sin dai tempi dell'asilo e alla quale confidava tutto, come se fosse stata il suo diario, muta ascoltatrice delle esperienze della sua giovane padrona.

Se la poggiò sulla pancia, in modo da poterla guardare nei piccoli occhi di vetro: “Non è possibile, Mukki. Con tutte le squadre di pallavolo che ci sono, Veronica doveva iscriversi proprio nella mia? D'accordo che aveva detto di voler cambiare squadra. D'accordo che conosce tutte le mie compagne. D'accordo che la mia squadra le è sempre piaciuta. Ma dopo quello che è successo tra noi quest'estate pensavo che avesse cambiato mire. E adesso, doverci giocare insieme. Ciliegina sulla torta: io schiacciatrice, lei alzatrice. Vincolate. Due con questi ruoli dovrebbero fidarsi l'una dell'altra. Ma o come faccio a fidarmi ancora di lei?


******


Veronica rientrò a casa a testa bassa e raggiunse la madre in cucina.

Si lasciò cadere su una sedia: “Ciao mamma”.

Ciao tesoro. Com'è andata?” chiese la donna voltandosi.

La ragazza non rispose.

Hai visto Morena?” tentò di nuovo sua madre.

Certo che l'ho vista! E' la sua squadra!”

E' anche la tua, adesso.”

Sì, lo so. L'ho scelta per riallacciare i rapporti con lei, ma temo che non sarà per niente facile!”

Sua madre sospirò e le si sedette di fronte: “Tesoro, devi darle tempo! Il torto che le hai fatto è grande, lo sai. Cerca di parlarle, ma dalle tempo. Tempo per capire che il tuo pentimento è sincero. E lo capirà, vedrai. Morena non è una stupida, tiene a te e alla vostra amicizia. Ma devi dimostrarle la stessa cosa, e vedrai che poi potrete ricominciare. Ok?”

La ragazza annuì.

Ecco, brava. Dài, adesso vai a lavarti le mani che c'è pronto”.

Veronica si alzò e andò in bagno. Aprì l'acqua e lasciò che il getto freddo le investisse le mani. “Darle tempo” pensò. “Certo”.

Sospirò e chiuse l'acqua.

Non sarei in questo casino se non fossi stata così stupida” disse al suo riflesso nello specchio.


******


Tutto era cominciato quando Morena e Veronica erano partite per una vacanza studio in Inghilterra.

Amiche da sempre, stessa età con solo qualche giorno di differenza, stesse grandi passioni: la pallavolo, seppur giocata in due squadre diverse, e le lingue straniere, specie l'inglese.

Avevano sognato da tempo quella vacanza: finalmente avrebbero potuto passare due settimane insieme in un paese che le aveva sempre affascinate e conoscere gente nuova.

All'inizio era andato tutto bene: il loro gruppo era fantastico, si erano divertite sia alle lezioni che nelle gite, senza dimenticare le serate con gli altri membri del gruppo.

Poi Veronica aveva conosciuto Daniele.

E da lì erano cominciati i guai.

Perché Veronica ormai passava tutto il tempo con lui o a parlare di lui.

Per un po' Morena era stata zitta, non aveva detto nulla, aveva cercato di capire le ragioni dell'amica. Ma quando questa aveva cominciato a darle buca o a darle appuntamento per una certa ora per poi comparire tranquillissima due ore dopo, lei non aveva retto più.

Aveva provato a parlarle civilmente e si era sentita rispondere che adesso l'amore era più importante.

Amore?” aveva ribattuto Morena. “Che amore è quello che nega ogni altro buon sentimento?”.

Parole al vento, Veronica non l'ascoltava già più.

A peggiorare il tutto c'era stato l'episodio di Massimo, un ragazzo del loro gruppo che Morena aveva notato dal primo giorno... e Veronica lo sapeva benissimo. Senonché qualche giorno dopo la loro discussione Morena aveva visto quella che ormai non aveva più il coraggio di chiamare sua amica provarci pesantemente con lui.

Alla faccia dell'amore!” si era detta Morena.

La giovane schiacciatrice non amava i litigi, ma ancor meno amava chi si prendeva gioco di lei.

Era tornata da Veronica, l'aveva affrontata dicendole tutto quello che pensava del suo comportamento e della sua persona.

Ancora una volta, si era trovata davanti qualcuno che aveva lo stesso aspetto della sua ex-amica, la stessa voce... ma che non era lei.

Perché Veronica, quella vera, non le avrebbe mai risposto che era solo una sfigatella e che non era certo colpa sua se i ragazzi andavano dietro a lei.

Morena aveva capito che provare a ragionare con una persona così era perfettamente inutile e aveva cercato di godersi gli ultimi giorni di vacanza insieme agli altri del gruppo.

Con Veronica, non aveva più parlato.


******


Il suono del cellulare riportò bruscamente Morena alla realtà.

Si era addormentata? Forse.

Fatto sta che tutto ciò che era successo quell'estate le era tornato alla mente. Tutto ciò che aveva cercato di dimenticare, che credeva di essere riuscita a cacciare fuori dai suoi ricordi, ma che in realtà era rimasto solo celato in fondo al suo cuore, aspettando il momento per esplodere di nuovo, per tornare a ferire.

A distanza di due mesi, i litigi con Veronica facevano ancora male.

Perché Morena teneva ancora a quella che era stata la sua migliore amica e non riusciva a capacitarsi di come sedici anni di amicizia potessero venire annullati in due settimane.

Cacciando indietro le lacrime, prese il cellulare dalla tasca dei jeans per vedere perché avesse suonato.

Un messaggio.

Lo aprì: era di Sabrina, il libero della squadra e la sua “sorella maggiore” Conosceva Veronica, e sapeva tutto quello che era successo in Inghilterra.

Ciao Mory! Come stai? Avevi una faccia dopo l'allenamento...e hai ragione, sai? Comunque non ti preoccupare per l'arrivo di Veronica, magari vuole chiarire con te: Se è così ascoltala...non ti dico di perdonarla subito, ma almeno ascoltala. Comunque per qualsiasi cosa io ci sono, e anche le altre, ok? Non tenerti tutto dentro! Bacio, Sabry”

Ascoltarla?” pensò Morena. “Sicuro, se mai vorrà parlare. Ma quanto a perdonarla, il cielo sa quanto vorrei riuscirci così, senza problemi.”


******


Passarono i mesi, mesi di allenamenti e partite per la squadra dove giocavano Morena e Veronica.

Le due ragazze si parlavano solo lo stretto indispensabile e in campo andava tutto bene per il semplice fatto che entrambe amavano troppo la pallavolo e la squadra per permettere che i loro rancori interferissero.

Ma fuori dal campo, niente era cambiato. Veronica aveva paura di parlare a Morena e Morena certo non intendeva fare il primo passo, anche perché non toccava a lei farlo. Oltretutto, l'atteggiamento di Veronica non l'aiutava: erano ormai tre mesi che stavano in squadra insieme e lei non le aveva ancora parlato.

Un giorno, dopo l'allenamento, l'allenatrice riunì tutta la squadra e disse: “A gennaio una società di pallavolo della zona organizza un volley-camp di una settimana, a cui parteciperanno anche altre squadre. Se avrà successo, l'iniziativa sarà ripetuta anche quest'estate. Se vi interessa potremmo iscriverci anche noi. Qui ci sono i moduli per l'adesione, dovete confermarmi la vostra partecipazione il prima possibile”.

La proposta dell'allenatrice raccolse immediato successo tra quelle ragazze appassionate di pallavolo e qualche settimana dopo ogni componente della squadra scendeva dal pullman che le aveva portate al luogo del camp.

Morena era felice. Una settimana con le sue compagne, a contatto ogni giorno con la sua più grande passione. Niente avrebbe potuto intaccare il suo buonumore, niente.

Ma ben presto dovette ricredersi... perché si ritrovò in camera con Veronica.

Entrambe erano troppo orgogliose e mature per dire di voler cambiare stanza, così accettarono in silenzio.

E quella sera, dopo sei mesi, si ritrovarono da sole.



******


Nella stanza regnava il silenzio più assoluto.

Se una formica avesse camminato sul pavimento, con ogni probabilità si sarebbe sentito.

Veronica... dannazione parlami! Lo farei io se solo avessi qualcosa di cui scusarmi. Ma sei tu che hai sbagliato, non io. Parlami, dimmi qualcosa... o davvero non sono più niente per te?” pensò Morena.

Veronica non aveva mai creduto nel destino, ma quella volta pensò davvero che quella strana entità ci avesse messo lo zampino. Doveva approfittare di quel momento per parlare con Morena, per dirle quanto ancora tenesse a lei e alla sua amicizia.

Mory... devo dirti una cosa” cominciò titubante.

La ragazza, seduta sul letto, alzò di scatto la testa dalla borsa in cui stava rovistando: “Che c'è?”.

Devo chiederti scusa”.

Morena mise la borsa per terra e fece segno a Veronica di sedersi con lei.

Scusa per tutto quello che ti ho fatto. Scusa per tutto quello che ti ho detto quest'estate... e per quello che non ti ho detto in questi mesi. Avrei dovuto farti questo discorso molto prima. E' per questo che a settembre sono venuta nella tua squadra. Perché dopo l'idiozia che ho fatto quest'estate volevo provare a rimediare, ma avevo paura, paura della tua reazione. In Inghilterra ti ho fatto una vigliaccata, e temevo che parlandoti tu poi mi avresti mandata al diavolo... e avresti avuto ragione.

Ma adesso sono qui. Se puoi, perdonami.”.

Morena non disse niente.

Abbracciò di slancio l'amica, mentre dolci lacrime di gioia le scendevano dagli occhi e un ampio sorriso le illuminava il volto.

Aveva ritrovato la sua migliore amica.


   
 
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