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Autore: _itsnickymine    27/03/2013    7 recensioni
“sua figlia?” chiese curioso Nicholas, non capendo a cosa l’uomo si stesse riferendo.
Cosa c’entrava la figlia del presidente? ma soprattutto, il presidente aveva una figlia?
“sì. Si trova in India in questo momento, sta frequentando un prestigioso collegio lì, ma ormai non può più starci quindi bisogna riportarla qui, in America” spiegò attentamente l’uomo guardando Nicholas un po’ spaesato.
“e serve il mio aiuto per portarla qui? Non hanno trenta jet privati?” chiese curioso il riccio sarcastico.
“serve il tuo aiuto per essere la sua nuova guardia del corpo” disse John sorridendo al riccio.
Nicholas rimase a bocca aperta.
Era uno scherzo? Il presidente non poteva chiamarlo solo perché aveva bisogno di qualcuno che gli tenesse d’occhio la figlia.
No, non poteva farlo. Nicholas era uno dei più bravi e giovani agenti segreti.
Ancora pochi anni di servizio e sarebbe diventato amministratore della sua compagnia.
Ancora pochi anni e sarebbe diventato vice-capo, e poi ancora capo.
No, stava scherzando, non poteva essere possibile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Saaaalve bellissime<3 sorprese di vedermi aggiornare, vero? HAHAHAHAHAHAH ne avete tutto il diritto u.u 

Coooomunque riguardo lo spoiler dello scorso capitolo, molte di voi hanno 'intuito' che il ragazzo che parlava fosse Nicholas AHAHAHA ma in realtà non è lui ahaha va be scoprirete tutto in questo capitolo u.u E poiii vorrei dirvi di lasciarmi tante belle recensioni perchè non vedo l'ora di postare il prossimo capitolo che ho già scritto e che adoro asdfghjhgfds quindi vi prego di lasciarmi tante recensioni prima possibile così posto subito, please u.u

Vi lascio al capitolo, buona lettura.

Vi amo tutte<3





                                                                                                   Capitolo 11.

 

 

 


“buongiorno miss isabelle” la governante entrò in camera di isabelle con il carrello in cui c’era la sua colazione.

Isabelle si sedette meglio sul letto, per poi stropicciarsi gli occhi e passarsi una mano fra i capelli.

“buongiorno” sussurrò isabelle

“dormito bene?” chiese la donna aprendo le tende della sua stanza in modo che il flebile sole di fine Gennaio illuminasse la stanza.

Erano passate più di tre settimane da quando Isabelle aveva conosciuto quelle ragazze e poteva benissimamente dire che la sua vita era leggermente migliorata.

Invece di vomitare quattordici volte a settimana, lo facevamo solamente due o tre volte proprio quando non ne poteva più e quando Nicholas non era nei paraggi.

Si chiudeva a chiave nella sua stanza e cercando di non fare alcun minimo rumore, cercava di sfogare la sua rabbia.

Se così poteva definirsi.

Mancavano tre mesi al suo compleanno di diciotto anni ed era davvero in ansia. Non sapeva nemmeno il motivo, in fondo non cambiava molto dai 17 anni ai 18, ma era in ansia lo stesso soprattutto per la festa che il padre voleva organizzarle.

Non era una tipa che adorava le feste e l’idea di una sua festa non le piaceva per niente, anche perché tra tutta la gente che il padre avrebbe invitato ne conosceva solamente una decina.

Fece velocemente colazione per poi lavarsi e vestirsi velocemente.

Era davvero stanca e stufa di rimanere sempre a casa, il padre le aveva anche fatto prendere lezioni private pur di non mandarla a scuola ed era una cosa davvero scocciante per la povera Isabelle.

“c’è Nicholas fuori?” chiese isabelle alla donna che stava sistemando la camera.

“no, ha preso un giorno libero”

“cosa? Davvero?” chiese Isabelle incredula, era davvero raro che Nicholas prendesse un giorno libero dal lavoro.

La donna annuì sorridendole.

“come mai?” chiese isabelle

“non lo so..lui non parla mai delle sue cose” commentò la donna.

Ed isabelle cominciò a riflettere su quelle parole. Era vero, Nicholas non parlava mai di lui, della sua vita, di cosa amasse fare. Non parlava mai di qualcosa che riguardasse lui. L’unica cosa che sapeva era che i suoi genitori erano morti in un attentato dieci anni prima e non sapeva nient’altro. Non sapeva se avesse un fratello, una sorella, non sapeva davvero nulla e si sentì, per la prima volta nella sua vita, egoista. Aveva passato tutto quel tempo a pensare a se stessa e ai suoi stupidi problemi e non aveva chiesto nulla a Nicholas.

Il suo cellulare squillò e isabelle notò che era Jack, così sbuffò sonoramente.

Era da quando lei e Nicholas si erano baciati che cercava in tutti i modi di evitarlo, si vedevano pochissimo e parlavano molto poco. Le poche volte che riuscivano ad incontrarsi isabelle cercava di distrarlo in modo tale da non baciarlo o non stargli troppo vicina. Tutto questo perché non riusciva a prendere una decisione.

Non si sentiva più bene con lui come prima, ma aveva paura a lasciarlo andare.

Rispose velocemente.

“hey” disse la bionda.

“ciao, possiamo vederci?” chiese Jack velocemente.

Isabelle cercò di inventarsi una prima scusa possibile da poter dire al ragazzo

“eh..beh..in-”

Jack non la lasciò finire.

“devo parlarti, è importante” continuò il ragazzo.

“oh..d’accordo, facciamo al parco tra un’ora?” chiese la bionda

“okay, a dopo” disse Jack per poi terminare velocemente la chiamata.

Isabelle rimase un po’ pensierosa, di cosa le voleva parlare?

Passò una buona mezz’ora seduta sul letto a pensare e ripensare cosa il ragazzo volesse dirgli poi si preparò per uscire.

Entrò in macchina e si fece accompagnare al parco.

Non sapeva perché ma la mancanza di Nicholas si sentiva tanto.

Non c’era lui a chiederle dove stesse andando, perché, per fare cosa e con chi.

Non c’erano le sue battutine sarcastiche ed il suo sorriso.

Si poteva sentire la mancanza di una persona, solo dopo non averla vista per meno di sei o sette ore?

Non lo vedeva dalla sera precedente, in cui si erano salutati con un semplice ‘buonanotte’.

Arrivò al parco e scese dall’auto per poi dirigersi alla panchina dove di solito si sedevano lei e Jack, seguita dai due bodyguard e soprattutto senza Nicholas.

Non sapeva perché ma senza lui, senza la sua protezione, senza la sua risatina, senza il suo sguardo su di lei si sentiva insicura, indifesa e sola.

 Trovò Jack già lì, seduto con le mani in tasca a guardare la gente che passava.

“ciao” disse isabelle avvicinandosi e sedendosi accanto a lui.

Jack si voltò a guardarla.

“ciao..stai bene?” chiese il ragazzo

Isabelle annuì sorridendogli.

“di cosa devi parlarmi?” chiese isabelle subito senza evitare giri di parole.

“ecco…non..non è semplice da dire, anche perché fa male e sono sicurò che farà male anche dopo..ma io non ne posso più”disse il ragazzo passandosi una mano fra i capelli nervoso.

“cosa fa male?” chiese isabelle stranita non sapendo a cosa si stesse riferendo.

“isabelle, non ne posso più di questa situazione, come siamo arrivati a questo?” chiese il ragazzo passandosi una mano fra i capelli

“a questo cosa?” chiese isabelle

“non fare la stupida, per favore. Ti sei allontanata da me, ci vediamo si e no una volta a settimana, sei continuamente fredda, ogni volta che ci sentiamo e parliamo è come se mi parlassi per farmi un favore. Non ne posso più, isa.” Si sfogò.

Colpita e affondata. E Jack aveva dannatamente ragione.

“io non-” cominciò la bionda guardandosi le scarpe, pur di non guardare lui ma venne interrotta.

“non dire che non è così perché quello che ti ho detto è la verità. Non mi guardi nemmeno più negli occhi, cosa ti ho fatto isabelle? Cos’è successo tra noi? Perché ti sei allontanata?” chiese il ragazzo stizzito

“io…non..non volevo…sai quanto..tengo a te” provò a giustificarsi Isabelle

“no, non lo so. Non lo so da più di un mese, non ne posso più, isabelle. Io non..so che fare, come comportarmi o cosa dirti.. Ti amo, ma credo che dovremmo lasciarci. Io non reggo più questa situazione, rivoglio la mia isabelle, quella che se non mi sentiva per un giorno si innervosiva e cominciava a litigare con tutti, rivoglio la mia isabelle quella che passava intere giornate con me.” Disse Jack

“è che…io..non sono più la stessa, però..possiamo riprovarci… sono cambiata.. ma..n..non lasciamoci, per favore” pregò isabelle

“no, isa…io non ci riesco. Non è questa la isabelle di cui mi sono innamorato e..non..ce la faccio a continuare” disse il ragazzo

“mi stai lasciando?” chiese la bionda mordendosi un labbro.

“si, mi sembra l’unica soluzione giusta” si giustificò il ragazzo

Isabelle cercò di non piangere. Come avrebbe fatto senza di lui? Si morse un labbro asciugandosi una lacrime che era appena scesa dall’occhio sinistro.

“okay…ciao..puoi andare via” disse la ragazza

“però non vo-” provò a dire il ragazzo ma isabelle lo bloccò.

“vai via, non ..non voglio parlarti” continuò isabelle

Jack sospirò, per poi alzarsi e avvicinarsi di più alla ragazza accarezzandole una guancia ma isabelle si scostò bruscamente e così jack andò via, lasciando isabelle sola seduta su quella panchina.

Okay, jack era la sua ancora.

L’aveva lasciata ed aveva maledettamente ragione, aveva ragione, aveva fatto bene.

Isabelle se l’era fatto scappare, lo aveva lasciato andare e avrebbe voluto urlare o picchiare qualcuno.

Aveva sbagliato, aveva sbagliato, aveva sbagliato.

Non doveva allontanarsi da lui, anche se lo stargli vicino la infastidiva no doveva ,asciarlo andare così facilmente.

Jack era stato da sempre le sua ancora, chi lo sarebbe stato adesso?

“hey”

La voce di Nicholas la scostò dai suoi pensieri ed isabelle si voltò a guardarlo asciugandosi le lacrime, Nicholas notò subito che c’era qualcosa che non andava così si sedette accanto a lei.

“hey, cos’è successo?” continuò poi

Isabelle si guardò le scarpe indecisa se rispondere o meno.

“nulla” disse con la voce roca, avrebbe voluto piangere, ma non poteva farlo davanti a Nicholas.

Nicholas sospirò.

“hai litigato con il tuo ragazzo? Gli altri mi hanno detto che eri con lui qui, fino a pochi minuti fa” disse Nicholas

Isabelle annuì mordendosi un labbro.

“beh..sono sicuro che chiarirete, tu lo ami e lui ti ama, no?” chiese il riccio

Isabelle scosse la testa.

“mi ha lasciato” disse isabelle freddamente

“cosa? Perché?” chiese il riccio

“perché sono una stupida e non merito una persona come jack” disse isabelle

“cosa vuoi dire? E poi non è assolutamente vero.. tu non sei una stupida e anzi..meriti il meglio” ammise il riccio

“mi sono allontanata da lui… e mi ha lasciato ed ha ragione, ha fatto bene a lasciarmi...io sono una stupida per essermi fatta lasciare uno come jack” disse la bionda

“troverai di meglio” disse il riccio

“non credo..lui…era la mia ancora” ammise la ragazza mordendosi un labbro

“sai che non bisogna mai appoggiarsi a nessuno? Perché se si sposta, tu cadi” disse Nicholas

“jack non si sarebbe mai spostato” ammise la bionda

“eppure l’ha fatto” disse Nicholas

“l’ha fatto perché è stata colpa mia, l’ho allontanato da più di un mese…e lui..ha maledettamente ragione, solo..che..i..non so..non sono più come prima” disse isabelle

“che vuoi dire?” chiese Nicholas

“mi sento..cambiata, come se qualcosa dentro di me… fosse cambiato, come se…i miei sentimenti per lui.. fossero all’improvviso… scomparsi..e non sarebbe dovuto accadere” si giustificò la bionda guardandosi le scarpe

“perché?” chiese Nicholas guardandola

“perché lui..è..jack..” disse isabelle

“e allora? Perché ti senti così legata a lui?” chiese curioso il riccio

“perché da quando sono venuta qui..lui mi è stato sempre vicino, è stato l’unico sincero nei miei confronti…e..non..sarebbe lo stesso senza di lui” disse isabelle

“secondo me sei solamente ossessionata da lui” cominciò il riccio “nel senso che credi che senza di lui la tua vita sarebbe una merda e cose del genere, ma credo che ti sbagli, sai? Ho notato che ultimamente vi vedete pochissimo e anzi..sei sempre soprattutto tu che non vuoi mai parlare o stare con lui…quindi non credo che ti potrebbe mancare così tanto da stare male.. si, è stato il tuo ragazzo per molto tempo ma..credo che..tu sia andata avanti ed anche lui” disse Nicholas guardandola dolcemente

“in teoria vi siete lasciati da poco più di qualche minuto..in pratica vi siete lasciati da molto più tempo… Io non..non so nulla sull’amore, non sono stato cresciuto basandomi su questo e non ho nemmeno partecipato a lezioni sull’amore..posso solo dirti..che..la vita va avanti..e non..non bisogna mai rimanere attaccati al passato” finì poi il riccio per poi sorriderle.

“non sapevo che fossi un poeta, agente Jonas” disse la ragazza “e poi..volevo dirti una cosa, per sapere qualcosa sull’amore non c’è bisogno di partecipare a delle lezioni, l’amore non si insegna a scuola, lo si trova nella vita di tutto i giorni…credo” continuò.

“io..non ci credo molto a queste cose” disse il riccio

“non credi nell’amore?” chiese curiosa la bionda

“no..io non credo che un uomo possa dipendere dall’amore per una donna, non credo che un uomo passerebbe intere giornate stra-romantiche assieme alla sua ragazza.. Forse perché non sono stato addestrato per ..provare sentimenti” ammise Nicholas

Isabelle lo guardò stranito.

“tutti abbiamo dei sentimenti, non siamo robot” commentò la bionda

“da dove vengo io, si.. lo siamo” disse Nicholas

“da dove vieni?” chiese curiosa isabelle

“da..un posto..molto freddo..” commentò il ragazzo

“quando i tuoi genitori sono morti..tu eri molto piccolo, no? Con chi sei cresciuto?” chiese isabelle

Nicholas rimase alquanto sorpreso dalla domanda della ragazza.

“ avevo dieci anni, e quando sono morti i servizi sociali mi hanno mandato in un orfanatrofio” rispose Nicholas

“eri figlio unico?” chiese isabelle

Nicholas annuì.

“n..non hai nessuno..della tua famiglia?” chiese la bionda

“si, ho tre cugini.. di cui due fanno il mio stesso lavoro” ammise il riccio

“sono anche loro agenti segreti?” chiese curiosa

“si” disse Nicholas

“dove sei andato stamattina?” chiese isabelle

“perché  ti interessa?” chiese Nicholas

“perché mi sono accorta che non so nulla di te” ammise la ragazza

“non deve interessarti..” disse il riccio

“perché?” chiese curiosa isabelle

“perché sono solo la tua guardia del corpo..nulla di più” ammise il riccio guardando le persone che camminavano nel parco.

Isabelle stava per dire qualcosa, voleva dire qualcosa..ma non sapeva cosa.

Nicholas aveva ragione, lui era solamente la sua guardia del corpo.

Ma perché si sentiva ferita alle parole del ragazzo?

Anche lei per lui era semplicemente la ragazza per cui lavorava?

“p..per quanto tempo sarai ancora il mio bodyguard?” chiese isabelle

“perché? Non mi vuoi più come bodyguard?”chiese il riccio

“è..che..so..che a te piacciono missioni più interessanti” disse isabelle balbettando

“tu sei interessante, isabelle”

Isabelle sorrise.

“vo..vorrei andare a casa” disse la ragazza

Nicholas annuì alzandosi dalla panchina su cui era seduto e dirigendosi verso la macchina assieme ad isabelle.

Perché era tutto così complicato?

 E perché lei era così stupida e superficiale?

 Invece di pensare a Jack, che l’aveva lasciata pensava a Nicholas, al suo sorriso, alla sua bocca, ai suoi occhi, alle sue mani, pensava a lui e pensava al fatto che quando sarebbe andato via lei sarebbe stata male.

 

 

 

 


 

SPOILER.

“se serve a farti sorridere, lo farò più spesso allora” ammise il ragazzo con uno splendido sorriso stampato sul viso.

“perché?” chiese curiosa Isabelle guardandolo mentre guidava.

“perché mi piace quando lo fai”

Isabelle si sentì venir meno alle parole del ragazzo e arrossì leggermente, mordendosi un labbro.

  
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