Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Never Let Me Go    27/03/2013    0 recensioni
Elena é una ragazza molto instabile ed impaurita: non riesce ad ammettere i propri sentimenti per il vampiro dagli occhi di ghiaccio, o almeno... non subito.
La mia prima FF Delena.
Lo fissai dritto negli occhi: faceva male, il suo sguardo dolce mi trafiggeva l’animo, perché l’unica cosa che volevo era essere stretta dal suo abbraccio e invece lottavo contro me stessa, un nemico indistruttibile, affinché non cedessi. E tutto il nervosismo, tutta la tensione e la paura si manifestarono quando scoppiai a piangere, e vinsi la mia lotta interiore, perché le sue braccia mia avvolsero delicatamente. Non ci fu bisogno di nessuna spiegazione, lui capì che avevo bisogno della sua presenza e rimase li per me.
Spero vi piaccia e che recensirete, un commento sulla propria storia fa sempre sentire bene un'autrice!
Enjoy it!
Valentina :)
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti quanti, è passato un mese orripilante e pieno di interrogazioni ma finalmente ce l'ho fatta a postare :)
Ho deciso di essere più costante, magari postando dei capitolo un po' più corti ma più spesso...
Spero che vi piaccia, io scappo cuoricini!
Ringrazio chiunque legga e recensisca..e per chi non lo fa, mi piacerebbe tanto conoscere la vostra opinione! :D
Un bacione e buona lettura :D
Valentina










Entrai lentamente nella doccia, liberandomi di quei vestiti che ormai apparivano troppo pesanti al mio tatto.
Non riuscivo a pensare perché nella mia testa si era generato un totale caos che mandava in tilt il mio cervello. Non riuscivo a pensare, forse perché non avrei dovuto farlo.
Ero in transizione e pian piano quei ricordi iniziarono a riaffiorare senza alcuna pietà.
Non riuscivo a realizzare quale fosse il vero motivo per il quale Katherine mi fece una cosa simile. Non avrei mai voluto essere un vampiro e fu proprio per quello che nella mia mente, solo per un secondo, balenò l’idea che forse sarebbe stato meglio morire che diventare un demone.
Il mio incubo più nascosto era diventare uguale a Katherine: era inutile negare di possedere quella paura, perché c’era e diventava sempre più grande.
La mia testa girava e con lei tutta la stanza; mi sentivo male e decisi di girare la manovella dell’acqua, sperando di trovare sollievo in una doccia bollente.
L’acqua scorreva su tutto il mio corpo, così come i miei pensieri: non facevano altro, mi tormentavano.
Uscii dalla doccia e avvolsi il mio corpo in un telo bianco, realizzato in seta.
Guardai la ragazza riflessa allo specchio, vedendo un’Elena diversa dal solito.
Non riuscivo a capire cosa mi avesse cambiata, eppure riuscivo a scorgere nel mio sguardo che quella trasformazione non sarebbe stata solo fisica, ma anche psicologica. E forse, era già avvenuta.
Mi infilai un pantalone di una tuta acquistata qualche giorno prima e una canottiera lilla, con dei particolari in pizzo sullo scollo che vi era all’altezza del seno.
Uscii dalla porta del mio bagno, avviandomi verso la mia stanza e vidi Damon, seduto vicino alla finestra ed intento a fissare qualcosa davanti a lui.
Guardai la sua figura, immobile, in maniera molto confusa in quanto sentivo la sua voce provenire dalla cucina, in un’animata discussione con Caroline.
“Oh, fantastico. Ci mancano solo le allucinazioni e poi sono davvero al completo” Pensai.
- Bel pigiamino. – Disse, scatenando ancora di più la mia confusione.
Fui sul punto di parlare, quando sentii la mia voce rispondere al vampiro dagli occhi di ghiaccio, dall’altro lato della stanza.
- Sono stanca, Damon. –
Guardai la mia immagine, che sembrava come un riflesso di uno specchio o forse soltanto il frutto dell’immaginazione di una persona ubriaca, forse anche troppo.
- Ti ho portato questa. – Disse Damon, mettendo in bella mostra la mia collana, quella che mi regalò Stefan molto tempo prima.
- Pensavo fosse andata perduta. Grazie. – Disse la mia figura, con uno sguardo completamente perso e timido.
Ricordai come mi sentivo in quel periodo. In colpa.
Mi sentivo una persona orribile perché a volte pensavo a Damon come qualcosa di più di un semplice amico o di un fratello maggiore; a volte riuscivo persino ad immaginare come sarebbe stato baciare le sue labbra e mi sentivo terribilmente in colpa nei confronti di Stefan.
E così, l’unica cosa da fare che credevo fosse giusta era quella di cercare di reprimere i miei sentimenti.
Ed era così difficile tenermi lontana dalle sue braccia.
Osservavo ancora quella scena, continuando ad essere disorientata, mentre la mia figura stese la mano per recuperare la collana e Damon non glielo permise.
Perché lo stava facendo?
Per un attimo, quella scena scomparve innanzi a me, lasciando spazio alla luce che filtrava dalla finestra della mia stanza e che illuminava l’abitazione vuota.
Poi, i ricordi tornarono.
- Devo solo dirti una cosa. –
- Perché devi dirla con la mia collana? –
Sembravo spaventata, forse lo ero davvero.
Non da lui ma da cosa sarebbe potuto accadere da un momento all’altro.
- Perché quello che sto per dirti è probabilmente la cosa più egoista che io abbia mai detto in vita mia. -
Lo avevo già capito, era palese ed evidente ciò che il vampiro avrebbe desiderato sussurrarmi dolcemente, come solo lui sapeva fare.
Ed io non volevo concederglielo, semplicemente perché avevo troppa paura di sentirglielo dire.
Lo ricordavo, quel momento. Adesso lo ricordavo.
Tenevo a lui ma l’unica cosa che riuscivo a fare era respingerlo.
- Damon non farlo. –
- No, devo dirla solo una volta. Tu devi solo ascoltarmi. – Si avvicinò alla mia figura, con un atteggiamento così dolce che mi fece venire le lacrime agli occhi.
Non era poi così difficile immaginare cosa avrei fatto di lì a poco.
Avrei voluto tirarmi un pugno in faccia.
Damon mi fissava intensamente e riconobbi nel mio sguardo quella sensazione che provavo ogni volta che lui mi guardava.
- Ti amo, Elena. -
Le gambe mi tremavano.
Tremavano anche a quell’Elena insicura, davanti a me.
- Ed è proprio perché ti amo che non posso essere egoista con te. –
Nel suo sguardo era possibile leggere il dolore; trapelava da tutti i pori.
Scoppiai a piangere, non riuscendo più a trattenere le mie emozioni, mentre ancora fissavo l’uomo che amavo in quello che era un ricordo rimosso e offuscato dentro di me.
- Ed è il motivo per cui non puoi saperlo. Non ti merito.. ma mio fratello sì. –
Si avvicinò dolcemente al mio volto, depositando un delicato bacio sulla mia fronte; forse uno dei gesti più dolci al mondo.
- Dio, come vorrei che non dovessi dimenticare tutto questo. –
Mi disse, con lo sguardo trafitto dal dolore, mentre mi accarezzava la guancia lentamente  e mi fissava.
Quegli occhi di ghiaccio erano colmi di amore.
- Ma devi. – Mi soggiogò e una lacrima rigò il suo volto.
Dopo, tutto sparì.
Ero sola, nel bel mezzo della mia stanza. Il silenzio era rotto solo dai miei singhiozzi, interminabili.
Come avevo potuto provocargli così tanto dolore?
Sentii dei passi che mi fecero girare, impaurita.
- Elena, perché piangi? Cos’è successo? –
La figura di Damon avanzò nella stanza e aprì le braccia per stringermi in un confortante abbraccio caldo.
Stretta nelle sue braccia, abbandonai il capo contro il suo petto.
Sembrava che fossimo stati creati appositamente l’uno per l’altro, come le due metà di una mela che sono complete solo quando finalmente riescono a ricongiungersi; come quei concetti sulle anime che affermò Platone.
Accarezzò dolcemente il mio capo, stringendomi ancora più forte quando i miei singhiozzi aumentarono di intensità.
- Shhh… ci sono io qui, non piangere più. –
Mi allontanai lentamente dal suo corpo, guardandolo dritto negli occhi e ripensando a quella scena, costantemente.
Mi asciugò le lacrime con le dita e carezzò le mie gote, come se ne andasse della sua vita e come se fosse la cosa più importante da dover fare.
Il suo amore, così illimitato, poteva essere notato anche in dei piccoli gesti come quelli.
Mi sentivo la donna più fortunata della terra, forse lo ero davvero.
Forse lo sarei stata solo se, una volta finito tutto quel casino, lui avesse scelto di amarmi, senza alcun timore o senso di colpa.
- Damon io… ricordo tutto. – Dissi, ancora scossa dal pianto.
- Lo so, Elena. Hai raccontato tutto poco fa. –
- No – Lo interruppi improvvisamente, alzando un po’ il tono di voce. – Ricordo me e te, qui, in questa stanza. La sera in cui mi avete salvata da Rose, da Elijah. Ricordo ogni cosa che mi hai detto. –
Di colpo il suo sguardo diventò cupo.
- Perdonami, Damon. Perdonami. – Un’altra lacrima solcò il mio volto. – Perdonami per tutto il dolore che ti ho inflitto, per tutte le volte in cui ti sei sentito morire e per tutte le volte in cui non sono stata abbastanza.. –
Non mi fece nemmeno finire la frase; le sue labbra si poggiarono dolcemente sulle mie.
Fu un bacio dolce, che mi evocò il dolce ricordo di quel bacio sul portico, un po’ di tempo prima.
Un bacio che trapelava amore, desiderio, affetto, tenerezza e comprensione.
Un bacio che sapeva di noi due e di nient’altro.
- Non devi preoccuparti di nulla. Adesso tu sei qui con me e non c’è niente che mi renda più felice. –
Finalmente, smisi di piangere e riuscii a rivolgergli un timido sorriso, sperando di esser capace di dimostrargli il mio amore per lui.
- Anzi, una cosa ci sarebbe… - Disse, porgendomi una sacca di sangue.
Improvvisamente, provai una sensazione del tutto nuova.
Il mio corpo bramava quel liquido scarlatto più di ogni altra cosa.
Ogni cellula del mio corpo ne sentiva il bisogno, come se fosse il polo opposto al mio e fossi dannatamente attratta da quella maledetta sacca di plastica.
Il mio sguardo si fece tormentato e persino Damon se ne accorse, accarezzandomi il braccio.
- So cosa provi in questo istante Elena, ci sono già passato quando Stefan morse quella ragazza, mostrandomi il suo collo. Quel sangue era la cosa che più bramavo, ne avevo bisogno e non riuscivo a pensare ad altro. Lasciati andare, Elena. Non aver paura. –
Decisi di ascoltare le sue parole.
Afferrai quella sacca e vi affondai i denti, bevendo avidamente.
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Never Let Me Go