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Autore: PrimPrime    27/03/2013    1 recensioni
“non ci riesci, vero?” mi chiese Lucas
“e certo che non ci riesco, vorrei vedere te!” gli dissi, quasi urlando.
Lui mi prese il cellulare dalle mani e cercò il numero di Andy nella rubrica.
“no! Che fai!” non volevo assolutamente che fosse lui a dirglielo, ma non riuscii a fermarlo che lo stava già chiamando. Subito Andy rispose. “ehi Andy, ho una cosa importante da dirti.. Mia al momento non può parlare, e ha chiesto a me di chiamarti”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È passato un giorno da quando ho visto esibirsi i ragazzi in quel locale. Per fortuna Lucas non ha raccontato nulla ai nostri genitori dell’accaduto: quando nostro padre gli ha chiesto dove siamo stati e come è stata la serata, lui si è limitato a dire di essere troppo stanco per raccontare, e non ha voluto aggiungere altro.
Ora sono le sette di sera, oggi pomeriggio non sono uscita di casa: mia madre mi ha comunicato di avermi iscritto ad una scuola, a cui devo andare già domani.. quando l’ho saputo ho sentito su di me una grande stanchezza e pigrizia che mi hanno portato a restare chiusa in casa, depressa, tutto il giorno..
Scuola.. fantastico.. e lo vengo a sapere solo il giorno prima di andarci.. ma che bello..
Mangio, e dopo cena vado subito a dormire, immagino che domani farò una gran fatica ad alzarmi.

Suona la sveglia, sono le sei e mezza. Mi alzo, mi preparo, faccio colazione ed esco. Mi dirigo alla fermata del pullman, lo prendo e arrivo a scuola. All’esterno si presenta come un edificio grigio che trasmette subito una gran tristezza, all’interno i muri sono verdi, bianchi e arancioni, e i corridoi ricordano molto quelli di un ospedale. Arrivo davanti a quella che sarà la mia classe e prima di entrare ho un attimo di esitazione.. un forte desiderio di fuggire mi invade, ma ormai sono qui e non me ne posso andare.
Busso e apro la porta. Appena entro noto che la classe è abbastanza grande, gli studenti saranno si e no 30, alla mia destra si trova la cattedra e una professoressa bassa con i capelli raccolti in uno chignon sta scrivendo alla lavagna. Mi ritrovo subito gli occhi di tutti puntati addosso.
“Lei deve essere la nuova studentessa, Mia Stark, giusto?” mi domanda la professoressa avvicinandosi e invitandomi ad entrare. “..si” le rispondo con un po’ di esitazione.
“bene, presentati ai compagni”
Mi giro verso i miei nuovi compagni e li guardo: c’è chi scrive messaggi con il cellulare, chi ascolta musica, chi dorme con la testa appoggiata sul banco,..
“Salve.. mi chiamo Mia, vengo da Seattle..” poi sto zitta non sapendo cos altro aggiungere, e la professoressa mi indica un banco vuoto in terza fila: “siediti pure lì”. Io obbedisco.
Pochi minuti dopo capisco che la professoressa insegna storia e che le sue lezioni sono noiosissime, infatti desidero con tutta me stessa di scappare per tornare a dormire nel mio letto caldo.
Le prime tre ore sembrano interminabili, ma finalmente suona la campana dell’intervallo. Esco dalla classe e mi appoggio al muro, in un angolo. Per i miei compagni è come se io non esistessi, nessuno mi rivolge la parola e se qualcuno ogni tanto mi fissa, non lo fa certo in modo amichevole.
L’ora successiva un professore mi comunica che il giorno dopo ci sarà un test di matematica, e io dovrò farlo così come tutti gli altri.. ok, sono fregata.. non ci capisco niente di matematica.

Finalmente si esce da scuola, e mentre torno a casa non faccio atro che pensare alla verifica di domani, che andrà sicuramente malissimo. Di solito non mi interessa molto delle verifiche, ma ci tenevo a fare un minimo di buona impressione ai professori, almeno questa volta.
“chi si rivede” esclama qualcuno alle mie spalle
Mi giro, è Andy! “ehi” lo saluto.
“ci incontriamo sempre così, senza preavviso” mi dice
“già” rispondo
“ti va di venire a fare un giro con me?” il mio cuore si riempie di felicità, ma dopo pochi secondi mi ritorna in mente la verifica, e penso che sarebbe meglio passare la giornata sui libri..
“a dire il vero non posso.. domani ho una verifica di matematica e non ci capisco niente.. quindi pensavo di passare il pomeriggio a studiare..” sospiro
“capisco.. se vuoi ti posso aiutare”
Non immaginavo che avrebbe mai  potuto dirmi una cosa simile e non ora non so cosa rispondere.
“ehm.. va bene” gli rispondo, e lui mi sorride
“sei bravo in matematica?” gli chiedo
“no, ma forse in due ci capiamo qualcosa”. Questa sua risposta mi fa venir da ridere, ma cerco di trattenermi. Ci rechiamo insieme a casa mia, e una volta arrivati spero che nessuno si accorga che sono entrata, così che io non debba presentare Andy alla mia famiglia.
Stiamo entrando nella mia stanza quando Lucas ci vede e ci saluta.
“ehi, ciao! Che fate qui tutti e due?”
“Andy mi aiuta a studiare matematica” rispondo, cercando di fargli capire che è meglio se se ne va e ci lascia stare.
“adesso ti interessa studiare? Stai diventando strana, sorellina!”. Dopo questa risposta ho la prova certa che quella sorta di capacità di comunicare con il pensiero che ci univa è totalmente sparita.
Dato che non so più cosa dire, me ne sto in silenzio e lo fisso, ma lui sta lì fermo aspettando una risposta.
“bè, credo che ora sia meglio che iniziamo a studiare..” cerco di chiudere il discorso. Lucas finalmente capisce e va in camera sua, lasciandoci soli.
Entriamo nella mia stanza, ci sediamo e io inizio a tirare fuori i libri dalla cartella, prendo quello di matematica e lo appoggio sulla scrivania. Andy lo afferra e inizia a sfogliarlo: “cosa dobbiamo studiare?”
“i radicali” gli rispondo. Trovata la pagina, riappoggia il libro sulla scrivania in modo che entrambi potessimo vedere.
“Mia!” una voce mi chiama da fuori dalla porta. Essa si apre e dall’altra parte c’è mia madre, che stranamente non è al telefono. “Non si saluta?” esclama “ah.. sei in compagnia, non mi presenti il tuo amico?” .
Lui si alza e va a stringerle la mano “salve signora, mi chiamo Andy e sono qui per aiutare Mia a studiare”
“oh, bene. Vi lascio allo studio allora.” Dice, mentre porta il telefono all’orecchio ed esce dalla stanza.
Andy mi guarda in silenzio. “ehm.. ecco.. lei è mia madre.. è sempre al telefono, non farci caso..”
“oh.. va bene” mi risponde, e iniziamo a studiare.
   
 
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