Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: ladyvampiretta    27/03/2013    4 recensioni
- Stanchi del solito "...e il fidanzatino/la fidanzatina?" dei parenti e genitori a tutte le feste comandate? Stanchi degli amici che vi organizzano appuntamenti al buoi deprecabili? Allora S.O.S Amore è quello che fa per voi!! Abbiamo centinaia di ragazzi e ragazze che per una modica cifra si fingeranno il vostro lui/la vostra lei. Sono attori professionisti, che aspettate? Date un'occhiata!-
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quel sabato mattina, alle 8.00 ero già sul treno che mi avrebbe portata a Parco Leonardo per una giornata di "shopping-sfrenato".

Dopotutto erano mesi che mettevo soldi da parte in attesa dei saldi. Ero intenzionata a togliermi qualche sfizio represso per troppo tempo.

Eppure ero stipata in un vagone con così tanta gente, che i passeggeri preferivano lanciarsi sulla folla che aspettare il treno successivo. Sembrava un viaggio della speranza.

"Pendolari maledetti" pensai tra me e me, mentre lanciavo occhiate di fuoco a chiunque mi schiacciava, urtava o toccava.

Quando la mia pazienza raggiunse il limite, le porte si aprirono e potei respirare con sollievo. Ero arrivata.

Non mi sembrava vero. Per poco non mi buttavo in terra per baciare il pavimento.

"Trenitalia è sempre un'incognita... ringrazia che arrivi!"

Mi avviai con tranquillità fuori dalla stazione e subito notai Alessia e Giacomo che si sbracciavano per salutarmi.

<< Ciao Ali! >> dissero in coro sorridenti, abbracciandomi.

<< Ciao ragazzi >> risposi con un sorriso.

Giacomo era un ragazzo alto, corporatura asciutta, capelli corti ma folti e occhi azzurri come il mare. Alessia, invece, era piccola di statura, con occhi e capelli scuri.

Loro erano i miei due migliori amici ed erano una coppia che invidiavo moltissimo: stavano insieme da ormai 3 anni ed erano sempre innamorati l'uno dell'altra.

Io, invece, non ero riuscita a mantenere una relazione per più di un anno...

<< Pronta per lo shopping? >> disse Alessia distogliendomi dai miei pensieri.

Annuì energicamente e ci incamminammo verso il centro commerciale.

<< Ma come mai così tanta fretta? >> mormorai, cercando di tenere il passo della mia amica che si stava affrettando verso l'entrata << abbiamo tutto il giorno! >>. Stava praticamente correndo... e indossava i tacchi! (cosa che io non sono mai riuscita a fare... a malapena corro con le scarpe da ginnastica! )

Giacomo, trascinato dalla ragazza, si voltò per guardarmi in modo compassionevole.

<< Oh no... >> conoscevo fin troppo bene quello sguardo.

<< Ale... ti prego, dimmi che non è l'ennesimo appuntamento al buio! >> la supplicai quasi, correndole dietro.

<< Questo sono sicura che ti piacerà! >> mi rispose con un sorriso a trentadue denti. Si voltò per guardarmi, entusiasta, rallentando il passo.

<< Sì, com'eri sicura per gli altri tre... >> mormorai, anche se ero quasi certa che non mi avesse sentito.

Distolse lo sguardo da me e cercò qualcuno nella folla di gente davanti all'entrata.

Evidentemente lo trovò, perché cominciò a sbracciarsi come una forsennata.

Non fraintendetemi, l'idea che la mia amica mi organizzasse degli appuntamenti non era male... l'unico problema erano le sue scelte.

Fino ad ora mi aveva presentato: un derpesso cronico, un maniaco compulsivo e un "Casanova".

Il primo, Marco, all'appuntamento al buio, mi disse che aveva tentato il suicidio un paio di volte, ma che poi non se l'era sentito (dire che questo ragazzo mi aveva sconvolto è dire poco).

Il secondo, Diego, si rifiutava di toccare qualsiasi cosa che non fosse appositamente sigillata. Mi fece una scenata solo perché lo avevo urtato "accidentalmente" facendogli toccare una maglietta che volevo provarmi. Quando intervenne una commessa, Diego cominciò ad urlare anche con lei delle condizioni "poco igeniche" ( a suo dire, ovvio) del negozio. Risultato? Venimmo allontanati tutti e quattro.

Non ne sono sicura, ma penso che ci abbiamo fatto delle foto segnaletiche a tradimento, nel caso provassimo a rientrare in quel negozio...

Ultimo, ma non da meno, nella cerchia dei disadattati, c'era anche Filippo.

Rispetto agli altri due, aveva l'aspetto di un adone, un dio greco: fisico da urlo, occhi verdi smeraldo e un sorriso che ti rendeva sua schiava per sempre. Era bello e lo sapeva, ecco qual'era il suo difetto.

Ovviamente, Alessia lo aveva informato che sarebbe stato un appuntamento a 4 e lui aveva accettato. L'unica pecca era che... ci provava con tutte. Lanciava occhiate fiammanti a tutte le esponenti del sesso femminile, facendo complimenti a tutte quelle che indossavano una minigonna, un jeans attillato e un paio di leggins. Vista la moda di quel periodo, la maggior parte delle ragazze indossava uno di quei capi... uscire con lui fu un inferno. Ad ogni occhiata, la mia autostima cadeva a picco, mi sentivo indesiderata e indesiderabile. Con un pizzico di ironia, glielo feci notare. Sapete quale fu la sua risposta? << Io sono un uomo e l'uomo è cacciatore... facci l'abitudine, tesoro". >>

No, non sei un "cacciatore", sei solo un fottutissimo stronzo!

<< Dai Ali, Christian ti piacerà, ne sono sicura >> mi sussurrò vedendo un ragazzo venire verso di noi.

<< Ehilà! >>. Un ragazzo alto, palestrato, con capelli corti scuri e degli occhi azzurri ci si avvicinò. Indossava un paio di jeans scuri e una canotta bianca attillata che metteva in risalto i suoi muscoli. A vederlo, sembrava un modello Abercrombie.

Salutò Alessia e Giacomo e poi si rivolse verso di me.

Mi lanciò un'occhiata maliziosa.

Gli porsi la mano per presentarmi, ma lui mi afferrò il braccio e mi tirò a sé, stampandomi due baci sulla guancia dicendo << Sono Christian, ma tu puoi chiamarmi Chris >>.

Le facoltà mentali mi abbandonarono per qualche istante.

In preda agli ormoni, mi ritrovai a balbettare un << A... Alice... >>

Al sentire la mia stessa voce, mi ridestai. Avvampai immediatamente dall'imbarazzo.

<< Alice >> mormorai risoluta, una volta riacquisito il dono della parola.

<< E' un bellissimo nome >> sussurrò.

Inutile dirvi che il mio cuore cominciò a battere all'impazzata.

"Ok, Chris, se vuoi farmi prendere un infarto, ci stai riuscendo".

Alessia, nel vedere le mie espressioni facciali, sembrò esplodere di felicità.

<< Andiamo? >> domandò, ma non attese la risposta. Cominciò a trascinarsi dietro il povero Giacomo.

Io e Christian camminammo in giro per negozi, fermandoci di tanto in tanto per provare qualcosa.

Risultato? Io avevo preso tre magliette e due jeans, lui un maglione e un pantalone.

Scoprii che non aveva nessuna nevrosi o stranezza, o se l'aveva, non la manifestava.

Non aveva problemi di interazioni sociali e non si girava ad ogni ragazza che passava.

Forse per la prima volta, Alessia mi aveva presentato un ragazzo decente... o almeno così credevo.

<< Ti va se ci prendiamo qualcosa al bar? >> mi disse ad un tratto Christian, con un dolce sorriso.

<< Va bene, non c'è problema >> sorrisi di rimando.

Era qualcosa di indescrivibile quel ragazzo, dolce, carino, premuroso... non sembrava neanche vero.

<< Ragazzi, noi andiamo al bar >> disse Christian a Giacomo ed Alessia, poco distanti da noi.

<< Ok, vi raggiungiamo dopo >> rispose la ragazza, rivolgendomi un sorriso incoraggiante.

Mi sedetti al tavolino del primo bar che incontrammo, mentre lui andò ad ordinare.

<< Cosa prendi? >>

<< Un cappuccino >> e feci per dargli i soldi, ma lui mi bloccò subito.

<< Non ci pensare proprio! Offro io >> e, dopo avermi lancianto l'ennesimo sorriso-da-svenimento, si recò al bancone.

Tornò subito dopo con il mio cappuccino e... la sua birra.

<< Ma non è un po' presto per l'alcool? >> domandai confusa. In fondo erano solo le 10 del mattino.

<< No, per niente, ne vuoi un sorso? >> disse con nochalance. Rifiutai e cominciai a sorseggiare il mio cappuccino.

A mano a mano che il liquido ambrato diminuiva, così diminuiva anche il suo autocontrollo.

Christian si rivelò tutt'altro che "normale". Ai primi sorsi, cominciò ad autoammirarsi per il suo lavoro ben stipendiato, per la sua vita da favola, per la sua "night life".

Si dimostrò logorroico.

Più buttava giù la birra, però, più la depressione si faceva strada in lui.

Ma quando ormai ne rimaneva giusto un sorso, cambiò radicalmente.

Mi confessò che i suoi genitori erano separati, che la ragazza lo aveva scaricato da poco e che non era sicuro che gli avrebbero rinnovato il contratto di lavoro.

E infine, ciliegina sulla torta, scoppiò in lacrime.

Ero quasi certa di aver sentito qualcosa infrangersi, come il rumore di un piatto che cade per terra. In quel momento mi accorsi che il suo charme aveva smesso di ammaliarmi.

Una signora ci passò vicino e mi guardò malissimo.

"Vuoi vedere che pensano che la causa del suo pianto sia io?!" pensai stizzita.

Presi il cellulare e, senza farmi vedere, mandai un discreto messaggio minatorio ad Alessia per informarla del "tipo giusto" che mi aveva propinato.

<< Dai, vedrai che le cose andranno meglio >> provai ad incoraggiarlo una volta inviato il messaggio.

Christian riemerse dalle lacrime e abbozzò un mezzo sorriso.

<< Già, magari ho solo bisogno di voltare pagina >> disse e io mi rilassai per un momento.

Sospirai, grata del fatto che avesse ripreso un po' di contegno.

<< Visto? Basta poco >> e sorrisi di rimando.

I suoi occhi si illuminarono << Magari potrei ricominciare con te... >> buttò lì a bruciapelo.

La saliva mi andò di traverso.

Senza notare la mia reazione, continuò << Si, tu sei così dolce, simpatica e bella... sei la persona giusta >> mormorò con devozione.

Ok, mi stavo sentendo male per davvero.

Per fortuna, dietro la spalla di Chris, notai Alessia e Giacomo in lontananza.

<< Guarda, non sono proprio così come mi descrivi >> provai a dire. Dovevo dissuaderlo in qualche modo << Ehi! Eccoli lì >> continuai facendo un cenno con la mano ai miei due salvatori.

O aguzzini, dipende dai punti di vista...

Alessia fu la prima a raggiungerci. Notando gli occhi umidi di Christian mi guardò malissimo.

<< Ohi Chris, che succede? >> domandò più a me che a lui.

Mi limitai a lanciarle uno sguardo inceneritore.

<< Ale, ti dispiace se parliamo un attimo? >> chiesi quasi sarcastica.

Fece un debole cenno di assenzo e lasciò Giacomo con Chris.

<< Avanti, dimmi che problema ha questo >> mormorò con disappunto, una volta allontanateci.

Con la coda dell'occhio, vidi il ragazzo ricominciare il discorso con l'amico, solo la parte depressa però (visto che era nuovamente sull'orlo di scoppiare a piangere).

<< Il problema è che è un alcolizzato depresso! >> risposi a tono.

<< Certo che quando veniva distribuito il dono della crocerossina, eri assente ingiustificata... >> mormorò come per non farsi sentire.

Feci una smorfia.

<< Senti, se questo dopo una sola birra sta così... no, Ale, questo non fa per me... >> sospirai. Non volevo prendermela con lei.

<< Uffa... >> sbuffò.

Presi in bel respiro per calmarmi.

<< Questo come l'hai conosciuto? >> chiesi.

Lei ci pensò un attimo << E' il fratello della ragazza che fa la baby-sitter a mia sorella >>. Lessi la delusione nei suoi occhi.

Ok, era giunto il momento del "discorsetto".

<< Senti Ale, ti voglio bene, ma... sinceramente, basta con questi appuntamenti al buio >> suonò come una supplica.

Alessia sembrò ravvivarsi.

<< Ma io lo faccio per te! >> e mi guardò con determinazione.

<< Si, lo so e te ne sono grata, ma... >>. Non mi lasciò finire il discorso.

<< Ma niente! Tu forse non ti ricordi com'eri un paio di mesi fa, quando è finita la tua storia con Andrea! >> sbraitò.

Come potevo non ricordarlo? Andrea era una ferita ancora non rimarginata del tutto...

Eravamo insieme da quasi un anno, ormai, ma Andrea era sempre più distante. Un giorno gli feci una sorpresa e lo andai a trovare a casa.

Quando arrivai davanti alla sua porta, la trovai stranamente aperta.

Pensando che fosse entrato un ladro, entrai a vedere cosa era successo, aspettandomi la casa sottosopra. Invece era tutto perfettamente in ordine.

Sentii dei rumori strani venire dalla sua camera da letto.

Non mi passò nemmeno per l'anticamera del cervello pensare che mi stesse tradendo... ma fu così. Lo trovai nel letto con la sua ex ragazza, Ludovica.

I due, evidentemente, presi da una foga improvvisa, si erano dimenticati di chiudere la porta.

<< Sei andata avanti per settimane solo ad alcool e nicotina! >> continuò la mia amica.

Era vero. Il tradimento di Andrea mi aveva sconvolto a tal punto che mi ero rifugiata nel bere (che mi annebbiava i ricordi) e nel fumo (che rendeva il peso sul cuore sopportabile). Quando poi, un giorno, mi guardai allo specchio, non mi riconobbi più. Ero visibilmente dimagrita e distrutta.

Fu in quel momento che Alessia tentò di ritirarmi su con qualche appuntamento al buio.

<< Si, ok, e per questo te ne sono grata, ma adesso basta... >> dissi con il tono più dolce che mi uscì << ... quando sarà il momento giusto, mi rimetterò in ballo da sola, con il tipo giusto... >>. Incoraggiante, dovevo sembrare incoraggiante.

Mi lanciò un occhiata veloce, poi abbassò lo sguardo e annuì. Pregai di non averla ferita.

Sentendo dei sonori singhiozzi, ci voltammo entrambe al tavolo dei ragazzi.

Christian aveva ricominciato a piangere.

<< Forse è il caso di salvare Giacomo... >>

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti ragazzi, sono tornata con una nuova storia romantica che spero possa piacervi e strapparvi qualche sorriso :) Dato che non ho scritto ancora molti capitoli, ci vorrà un po' e li pubblicherò non appena saranno pronti, intanto mi lasciate qualche commentino? A presto!!

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ladyvampiretta