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Autore: _Kiiko Kyah    27/03/2013    6 recensioni
[Atsuya/Yuuka]
Sommate un ribelle con una ragazza adorabile.
Moltiplicate per una canzone stupenda.
Sottraete un po' di malinconia.
"This could be the one last chance
to make you understand...
I'd do anything,
just to hold you in my arms"
♥♥
Amo. Questa. Coppia. Caso. Chiuso.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Axel/Shuuya, Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Shuu, Yuuka Gouenji/Julia Blaze
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'OTP— the phantom and the cutie.'
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I'd do anything

 
Another day is going by
I’m thinking about you all the time
But you’re out there,
and I’m here waiting... 
 
Le palpebre degli occhi del giovane sbatterono con stanchezza. I suoi pensieri vagano liberi, in cerca di qualcosa da fare, su cui riflettere, con la quale distrarsi dal chiodo fisso che stava attanagliando la sua povera testa. Eppure, l’unico risultato era essere condotto di nuovo all’immagine di quel viso che non aveva la minima intenzione di lasciarlo, e tutto si concludeva con uno sbuffo. Eh sì che era stanco di rimanere lì, sdraiato sul letto, ad aspettare. Aspettare cosa, poi? Una voce che probabilmente non sarebbe mai arrivata. 
Si alzò in piedi e si disse che era il momento di agire, non pensare. 
 
 
This could be the one last chance
to make you understand...
 
Il verso di disapprovazione della ragazza riempì l’aria che li circondava. 
– Fubuki! Sparisci! – sussurrò con sguardo di rimprovero. 
– Mhh, perché mi tratti così male? – replicò quello, avvicinandosi ancora al viso della minore per stampargli un altro bacio sulle labbra rosate. 
– Perché, primo, ti ho già detto che non voglio avere niente a che fare con te. Secondo, mio fratello sarà qui a minuti, e se ti scopre qua sono cavoli amari! – sbottò lei, sempre a bassa voce – Ti prego, Fubuki, va’ via!
Lui decise di non ascoltarla. Non l’avrebbe fatto. L’aveva fatto una volta e ci aveva sofferto per un mese e passa. Fare il bis non era nelle sue intenzioni. Sollevò gli occhi grigiazzurri in quelli della minore, e posò delicatamente le dita sulle dita sulla sua guancia nivea. 
– Tu non lo capisci proprio, vero? – mormorò amaramente. 
– Cosa, non capisco? – domandò allora, innervosita dall’insistenza del maggiore.
– Non posso concederti di starmi lontana. – esalò appoggiando la propria fronte su quella della sedicenne. 
Era così piccola e innocente, in confronto a lui... aveva anche quella stessa espressione di una bambina confusa, in quel momento. Una bambina a cui era stato negato qualcosa di “prezioso”. 
– Perché no? – sembrava veramente interdetta. 
Ma a lui non importava, perché doveva fargli capire quello che provava. Mandando al diavolo tutto il suo orgoglio, doveva farlo. Altrimenti non sarebbe mai uscito da quella situazione, mai più. 
Era la sua unica e ultima chance. 
 
I’d do anything
just to hold you in my arms,
to try to make you laugh,
‘cause somehow I can’t put you in the past.
I’d do anything
just to fall asleep with you.
Will you remember me?
‘Cause I know, 
I won’t forget you...
 
– Perché non posso, Yuuka. – la scrutò attentamente negli occhi neri, nel tentativo di cogliere qualcosa di cui neanche lui conosceva l’aspetto. Ma non lo trovò. – Non posso perderti, non sarei mai in grado di renderti parte del mio passato. 
– Hai avuto un sacco di ragazze come me. Con loro ce l’hai fatta, potresti riuscirci anche con me. – rifletté lei, cinica e piccata come non lo era mai stata. 
Perché? Perché era così? Forse lei non lo sapeva, eppure con quelle parole ferì molto il cuore così abituato a non soffrire mai del maggiore. 
– Non è così. – abbassò lo sguardo, appoggiandosi con il viso sulla clavicola della ragazza, continuando ad accarezzare debolmente il suo viso chiaro. 
– Va’ via, Fubuki. Sparisci dalla mia camera. – borbogliò la mora, pur senza allontanare il ventiquattrenne. 
Non l’avrebbe fatto. Perché stava “riflettendo”. 
– Farei di tutto, Yuuka. 
– Eh? 
Fubuki alzò il viso per guardarla di nuovo negli occhi. L’eco della sua affermazione risuonava come un ritornello impossibile da cancellare nella mente della ragazza, così come nella propria. Di tutto. Lui avrebbe fatto... di tutto?
– Farei di tutto, per farti capire che stringerti fra le mie braccia è tutto ciò che voglio. – continuò a spiegare, imperterrito, ignorando completamente lo sguardo confuso e le gote purpuree della sua interlocutrice – Farti ridere, e ridere con te. Non posso, per qualche ragione che io stesso non capisco... recluderti nel mio passato, Yuuka. Tu per me sei il mio futuro. Vedo solo te, e so che non riuscirò mai a dimenticarti, scricciolo. – la baciò un’altra volta. 
Un delicato bacio a fior di labbra. Lei si irrigidì, palesemente tentata ad allontanarsi, ciò nonostante rimase ferma, attendendo con pazienza che il suo, ormai, ex-ragazzo si staccasse. 
– Forse tu potresti dimenticarti di me. Ma io no, mai. Lo so, che non lo farò. 
 
 
Together we broke all the rules, 
dreaming of dropping out of school,
and leave this place, 
and never come back...
 
Yuuka esitava, non proferiva parola. Il maggiore si perdeva nella profondità di quelle pozze di petrolio che la ragazza che amava portava al posto degli occhi. Si ricordava, lui, di quante volte l’aveva indotta a trasgredire le regole imposte dal mondo, dalla scuola, da Shuuya. 
A volte l’aveva persino rapita dalla scuola. Presa e portata via, nel bel mezzo dell’intervallo, l’aveva portata via, e si ricordava ancora l’espressione preoccupata che assumeva sempre, per poi sciogliersi in una cristallina risata divertita, gridando qualche “Sei uno scemo!” quando lui per farle fare silenzio se la caricava di peso. E così facendo fantasticava, faceva grandi discorsi, e lei ascoltava, ascoltava annuendo, sorridendo e prendendolo in giro. 
Parlava di andarsene, di non tornare mai più. Scappare da Inazuma-cho, dal controllo dei rispettivi fratelli, di stare insieme per sempre. Per sempre... 
Yuuka mise un punto fermo ai suoi pensieri distogliendo lo sguardo, e scansando malamente la mano del ventiquattrenne dal proprio volto. 
– Vattene, Atsuya. Vattene, per favore. 
 
 
This could be the one last chance 
to make you understand,
and I just can’t let you leave me once again...
 
– Yuuka, io...
– Ti ho lasciato, e anche se dovessi accettare di riprovarci finirei con il lasciarti di nuovo. – lo interruppe sul nascere la sedicenne, stringendo gli occhi. E forse aveva ragione, certo. 
Era stata colpa di Atsuya se lei aveva deciso di lasciarlo, però... ci si accorge di tenere a qualcosa solo quando la si perde. E lui non aveva alcuna intenzione di perderla, non poteva permetterlo. 
C’erano tante cose che doveva capire, e soprattutto farle capire. E quella era la sua ultima possibilità. Se non vi fosse riuscito prima del ritorno di Gouenji, sarebbe stato davvero impossibile permettere alla castana di capire cosa albergava nel cuore del minore dei gemelli Fubuki. 
Non poteva permettere che Yuuka si allontanasse da lui. 
 
 
I close my eyes
and all I see is you,
I close my eyes
I try to sleep, 
I can’t forget you…
Nanana, nanana ~
And I’d do anything for you!
Nanana, nanana ~
 
– Non posso. – insistette, spingendola contro il muro per appoggiarsi nuovamente alla sua fronte. 
– Se non te ne vai urlo. – minacciò allora lei, ma il tono incrinato fece intendere che non l’avrebbe fatto. 
Lo sguardo del rosa la stava pregando di ascoltarlo, il respiro tremante non era da meno. Yuuka in quel momento lo stava forse odiando per la sua insistenza, forse non l’aveva mai odiato così tanto. Eppure quel piccolo scricciolo dall’innocenza infinita e il cuore tenero l’avrebbe ascoltato.  
Per il momento, almeno. 
– Come posso fare, se ogni volta che chiudo gli occhi vedo te? – mormorò mestamente – Come faccio, se non riesco a dormire perché penso a te? 
– Io non... – provò a ribattere, sbattendo le palpebre e inumidendo gli occhi – non lo so... non penso che...
– Qualsiasi cosa, Yuuka. Io per te farei qualsiasi cosa. – ripeté, baciandola di nuovo. – So che non mi credi, ma per questo te lo sto dicendo. E’ così. – rimase appoggiato alle soffici labbra rosate della sedicenne per un tempo che parve interminabile, forse ad entrambi, all’uomo sicuramente. 
 
 
I’d do anything
just to hold you in my arms,
to try to make you laugh,
‘cause somehow I can’t put you in the past.
I’d do anything
just to fall asleep with you.
Will you remember me?
‘Cause I know, 
I won’t forget you...
 
– Perché? – fu la domanda che aleggiò. La voce della ragazza, incrinata, anzi rotta. Stava quasi per piangere. 
Era troppo delicata, quella ragazza. Eppure, era anche per questo che Atsuya sentiva di volerla, per sempre. 
– Perché voglio stringerti forte a me, voglio provare in tutti i modi a farti ridere. Perché tu fai parte di me, fai parte del mio futuro, quello che provo per te non sarà mai parte del passato. 
La bocca semi dischiusa della castana erano tremendamente vicine. Fino a quel momento, qualche bacio a fior di labbra era bastato, però Atsuya non poteva reggere oltre. 
– Perché ti amo, Gouenji Yuuka. – sussurrò infine, sentendo come il modo ricolorarsi d’improvviso, un peso mastodontico scomparire dal petto. Le iridi della sedicenne sgranarono, strabuzzarono di sorpresa, e un accenno di lacrime parve apparire agli angoli dei suoi occhi. 
– A... tsuya... tu... – fu lo scricciolo a posare, questa volta, la mano sulla guancia di lui, di otto anni più di lei, il quale non mancò di poggiare a sua volta le proprie dita su quella manina candida, addolcendo il suo sguardo, sorridendo flebilmente. 
Aveva ragione, Yuuka, ad essere così sorpresa. 
Fubuki Atsuya non diceva “ti amo”. Non l’aveva mai detto a nessuno nei suoi ventiquattro anni di vita. Lei più volte aveva confessato di amarlo, e lui non era mai stato in grado di capire che era necessario fare lo stesso, per farle capire. 
– Farei di tutto, qualsiasi cosa, per addormentarmi con te ogni sera. Per il resto della mia vita. – aggiunse imperterrito. 
– Non sai quello che dici. – mormorò l’altra, sorridendo, piangendo e asciugandosi le lacrime con la mano. – Non hai idea di quello che stai dicendo. – ripeté, sull’orlo di una risata felice. Felice. 
–  Ho ventiquattro anni, scricciolo. Sono un adulto. So quello che dico. E lo penso. – la rassicurò, tirandola a sé in un caldo abbraccio. La strinse forte, mentre lei faceva lo stesso; le sue affusolate dita che si chiudevano intorno alla stoffa della maglietta erano qualcosa di impagabile. 
– Io ne ho sedici, Atsuya. Sono ancora una minorenne, una bambina. Non puoi pensare queste cose di una bambina, non puoi. – scosse la testa, sebbene fosse chiaro che stesse cercando di convincere più sé stessa che l’uomo. 
Poiché era impossibile, convincere l’uomo a tornare sui suoi passi. Lui la amava, dannazione. La amava. 
– L’età è solo un numero. – affermò con sicurezza, bisbigliando all’orecchio della sua amata – E sono disposto ad aspettare, aspettare fin quando non sarai più una bambina, e nessuno, nemmeno tuo fratello, potrà impedirmi di amarti, e farti mia per sempre. 
– Atsuya...
– Farò qualunque cosa. E ci riuscirò, te lo prometto. 
 
Il suono della porta della stanza che si apriva risuonò nelle orecchie dei due, troppo repentino per potersi staccare prima dell’inevitabile. 
– Ehi, Yuu—
La voce di Shuuya si smorzò, l’espressione si immobilizzò, e anche se stava sorridendo, gli occhi erano spalancati, le iridi sgranate al limite del possibile, la presa intorno alla maniglia si irrigidì talmente che l’ottone sembrò quasi creparsi. Nel viso del fratello maggiore di Yuuka fece trasalire Atsuya che, oltre a non averlo mai veramente sopportato, lo temeva come un topo poteva temere un gatto. 
Uno Shuuya arrabbiato equivaleva ad un funerale anticipato. 
I due si staccarono, colti alla sprovvista, mentre il biondo non accennava a voler eliminare quell’espressione da pazzo furioso, schizofrenico omicida, furibondo come non mai. 
– Ehm, ciao fratellone! – azzardò la piccola, senza ottenere alcun risultato. 
– Fubuki... – fu infatti il sinistro e quasi musicalmente lamentoso nome che aleggiò nel tono di chi sta per esplodere. 
– E-Ehilà, porcospino... – rispose quello, indietreggiando verso la finestra dalla quale era venuto. Meglio buttarsi di sotto che finire fra le mani di un fratello geloso! 
– Fubuki, esigo una spiegazione! – gridò d’un tratto questi, assumendo quella manifestazione di rabbia che metteva talmente in soggezione da far venire la pelle d’oca a chiunque. 
– E-Ecco... – tentò cautamente quello, ciò nondimeno il ringhio che provenne da Shuuya lo fece desistere. 
– Sparisci immediatamente! – intimò, terrificante, il ventiquattrenne ostacolo fra il rosa e la mora, frapponendosi inoltre davanti alla sorellina, la quale prese una smorfia mesta e preoccupata. 
– Atsuya, meglio se corri. – sussurrò lieve, quasi con timore. 
L’interpellato annuì, però esitò un attimo, per poi sorridere dolcemente, ignorando totalmente la paura che stava provando nei confronti del coetaneo. 
– Piccolo scricciolo, te l’ho già detto... per te farei qualsiasi cosa, anche rischiare di essere ucciso da tuo fratello! 
 
 
 
Shirou fasciava con un sospiro la ferita che il fratello si era procurato alla testa. 
– Fratellino, sei un vero irresponsabile! – mugugnò quando il rosa emise un gemito di dolore. 
– Uh. 
– Sai che non dovresti provocare Gouenji su argomenti troppo delicati per lui! – continuò con severità nella voce. 
– Lo so, lo so... – convenne allora quell’altro – Ma ti assicuro, – si lasciò sfuggire – Che ne è valsa assolutamente la pena. 
 
 
 
 
Angolino della Kya_
Shuuya è un violento, proprio. 
Allora... AtsuYuuka time♥. Magari pretendo troppo, ma spero che questa coppia prenda vita, sul fandom. 
Perché è carina, dai!
Sbuff.
Comunque, questa song-fic è ispirata alla canzone di Simple Plan, “I’d do anything”. 
E’ anche una canzone abbastanza vecchiotta, o sbaglio?
Boh. 
So solo che è stupenda, io la amo♥ e che sono secoli che ci volevo scrivere qualcosa. 
L’ultimo pezzo non c’entra niente, ma non sapevo come finire :’3 
Spero abbiate apprezzato lo sforzo, perché so che fa schifo. 
Sto scrivendo il prossimo capitolo di “Guardarti e sorridere”, e sto cercando di far comunicare Bianca e il padre di Shuuya (spoiler ^3^)... che faticaccia!! Il padre di Shuuya e Yuuka è terribilmente difficile da fare IC!! 
Morirò prima di finire. 
Poi sto facendo mente locale per continuare la fic ad OC. 
E frattanto la mia ispirazione mi sta facendo mettere un’altra fic in cantiere...
Quindi auguratemi buona fortuna, proprio. 
Però, positivo è che... EASTER HOLYDAYS♥♥♥♥
Sfrutterò la Pasqua per andare avanti e fare del mio meglio. Lo farò. Ci riuscirò. 
A dirla tutta, entro... mercoledì, spero di pubblicare DUE (wtf!♥) capitolo di “Guardarti e sorridere”. 
Due in sei giorni. Sarebbe un record. Ce la farò? Proprio no, vero?
Almeno ci provo. 
Beh, ora scusatemi ma devo fuggire. 
Quindi...
AtsuYuuka ForevaH♥
And love Gouenji Shuuya, don’t you dare to not love him guys. 
See ya someday of these♥
  
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