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Autore: ivi87    27/03/2013    9 recensioni
Potete considerarla una specie di prequel di "Respirazione Addominale" oppure potete leggerla tranquillamente senza nessun tipo di collegamento... è uguale.
Rick e Kate sono pronti per la convivenza.. o quasi :-)
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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SHINE BRIGHT LIKE A DRAWER

 

 

Kate conclude la telefonata con il proprietario del suo appartamento.

Entra nel palazzo che da qualche giorno le fa da nuova casa e saluta il portiere.

Mentre aspetta l’ascensore ripensa alla conversazione telefonica appena intercorsa.

Non ci voleva quel ritardo.

Dopo un anno e mezzo di relazione finalmente si sentiva pronta a fare il passo successivo.

La parola convivenza la spaventava un po’, ma meno della parola matrimonio e per adesso andava bene così.

Le serate e i weekend passati assieme nel loft dello scrittore aumentavano di mese in mese tanto che a volte le sembrava già di vivere lì.

Non c’era da stupirsi quindi se ogni tanto ne avevano parlato, fantasticando sul vivere insieme e prendendosi in giro a vicenda sulle loro piccole abitudini quotidiane.

Perciò quando una settimana fa lo scrittore glielo aveva proposto ufficialmente, Kate era già pronta ad accettare.

La loro storia stava diventando sempre più seria, giorno dopo giorno, e rimandare l’inevitabile non aveva alcun senso.

Non per il tipo di persona che si era impegnata a diventare.

Quando l’ascensore la porta all’attico, sorride al pensiero di essere a casa.

Stringe le chiavi e le guarda come se fossero ricoperte d’oro.

Agli occhi di chiunque altro sarebbe potuta sembrare una cosa stupida, ma da quando le aveva, si fermava qualche secondo ad assaporare il momento, prima di usarle.

Una volta pronta, le infila nella serratura ed entra in casa sua.

Dear, eccoti finalmente, assaggia qui e dimmi che te ne pare” Martha la rapisce subito, porgendole un piccolo mestolo di legno con la punta sporca di rosso.

Kate appoggia le labbra “Niente male Martha” ammette, levandosi il cappotto.

I ricettari di Johanna Beckett stanno cominciando a dare i loro frutti, cosa di cui Castle non le sarà mai abbastanza grato.

Martha è al settimo cielo “Oh, davvero? Sono così contenta che ti piaccia, non avrei mai pensato che seguire una ricetta fosse così semplice!”.

“Dov’è Castle?” domanda Kate cercandolo con gli occhi.

La donna agita una mano “Sta facendo altro spazio in camera”.

Kate annuisce “Ho solo un altro paio di scatoloni da sistemare, il resto faceva parte del mobilio originale dell’appartamento...a proposito...”.

“C’è qualche problema?” le domanda Martha, vedendola un po’ pensierosa.

“Si... c’è un piccolo ritardo nell’annullamento del mio contratto d’affitto...”.

Martha smette di mescolare “Un ritardo?”.

“Il proprietario dice che non rescinderà il contratto finché non lascerò tutto com’era prima del mio arrivo...” la detective sbuffa sonoramente “...non capisco, sono sicura di avere preso solo le mie cose e di avere lasciato tutto nell’esatto punto in cui l’ho travato. Ho a malapena appeso un quadro in questi anni...”.

“Ehm...Si riferiva a qualcosa in particolare?” domanda Martha, cominciando a guardare con preoccupazione verso la stanza del figlio.

“Non lo so... parlava del cassettone nella camera da letto ma non mi ha spiegato bene. Vuole incontrarmi domani”.

“Hum” mugugna Martha evitando il suo sguardo, tornando a mescolare.

Kate nota che l’attrice è stranamente impacciata.

“Martha?”.

L’irruenza con cui quel povero sugo viene dimenato, ora è sospetta.

“Martha?!” ripete Kate, scattando in piedi.

“Mi dispiace sweetheart, non ho capito cosa stesse succedendo finchè non ne hai parlato adesso...” mormora Martha scusandosi ma Kate è già diretta a passo di carica verso la camera.

Apre la porta come una furia e si ritrova davanti lo scrittore, inginocchiato a terra con un metro a scatto tra le mani.

“Ma... che diamine stai...” Kate non riesce nemmeno a terminare la frase.

Tutti i cassetti dei mobili sono posati a terra, ancora pieni di vestiti o oggetti e pare che Castle li stia meticolosamente misurando tutti.

“Ehi Kate! Hai finito di compilare le scartoffie?” domanda lui, felice di vederla.

Le vene sulla fronte di Beckett cominciano a pulsare “Cosa stai combinando, Castle?” domanda imponendosi di restare calma.

Castle si guarda attorno “Lo so che può sembrare disordine, ma non è così! Ho lasciato tutto al loro posto nei cassetti. Li ho solamente estratti dai mobili” si affretta a spiegare prima di essere sgridato.

Kate si siede pesantemente sul materasso “E di grazia, perché?”.

Richard gattona verso il lato opposto del letto “Per lui” solleva un cassetto di diverso colore, e tipo di legno, degli altri.

La donna lo riconosce immediatamente.

Era il suo cassetto.

Tecnicamente, ora era di Castle, visto che lei gliel’aveva regalato per il loro primo San Valentino insieme, ma restava pure sempre il cassetto del suo ex mobile del suo quasi ex appartamento.

“No! Castle, devo lasciare l’appartamento nelle stesse condizioni in cui l’ho affittato per poter disdire il contratto!” sbotta sconvolta.

“Ma è mio!!”.

“No, è del proprietario dello stabile!” ribatte Kate irritata “Il mio era un gesto simbolico, Rick” esclama poi, con più dolcezza.

“Lo so. E io simbolicamente me lo tengo!” afferma con un’alzata di spalle, abbarbicandosi al pezzo di legno come se fosse un cuscino.

Beckett scuote violentemente la testa “Ti supplico, non fissarti con quel cassetto. Se vuoi che viva qui lo devi rimettere al suo posto”.

“Il suo posto...” Castle appoggia il metro per tutta la lunghezza del comodino del suo lato del letto “...credo sia questo...o quasi, forse traballerà un po’...” esclama, scrivendo delle cifre su un pezzo di carta, già pieno di scarabocchi e numeri depennati.

“Castle...” sospira e poi tenta con un’altra strategia “E se non ci sta? Se non entra in nessuno dei tuoi mobili?” Kate spera così di scoraggiarlo.

“Mmm, comprerò un piedistallo... e una teca, per conservarlo!”.

Così era persino peggio.

“S-stai scherzando vero?” Kate lo guarda come se avesse appena confessato di essere un alieno mutaforma mangia insetti.

Castle la ignora e alza il cassetto, come se fosse la coppa Uefa.

Quasi a volerlo guardare in contro luce.

“Guardalo lui... com’è scintillante! Non trovi che brilli? È felice di restare con noi!”.

“Castle...” mormora Beckett con gli occhi spalancati, seriamente preoccupata.

“Kate, non sono impazzito!” la rassicura lui.

“Non ne sono più molto sicura” risponde con una smorfia.

Lo scrittore lascia il cassetto e, ai piedi del letto, le prende le mani “Ascolta, capisco che sembro fuori di testa ma tu non hai idea di quello che significhi quel pezzo di legno per me”.

Kate lo ascolta con attenzione.

“Ho passato quattro anni a prendere a testate il tuo muro, a spingere... a farmi largo tra le tue paure... e poi tu, sorprendentemente, mi lasci entrare. Non ti avrei mai forzata... non ti avrei mai chiesto un cassetto, o una mensola del bagno. Magari avresti acconsentito comunque, ma non l’avresti deciso tu di tua spontanea volontà. Quel cassetto è il più bel regalo che tu potessi farmi. Mi hai aperto la porta e mi hai lasciato entrare. Mi hai steso il red carpet... capisci cosa intendo?” le domanda, sorridendo.

La donna annuisce, commossa.

“Non posso lasciarlo al prossimo inquilino. Non posso lasciarlo a qualcuno che lo vede solo come un contenitore di oggetti”.

“Non ce la fai proprio a smetterla di sorprendermi, vero?” domanda, retorica, con un dolcissimo sorriso.

Castle si avvicina per baciarla, poi sbatte le ciglia e arriccia le labbra “Possiamo tenere Cassy?”.

Kate si trattiene dal ridere “Solo se non gli dai un nome”.

“Andata!” le stampa un altro bacio arrampicandosi sul letto e stendendosi sopra di lei.

“Aspetta, vacci piano Gringo, prima sistema tutto” Kate sguscia via lasciandolo steso a pancia in giù sul letto.

Castle si rialza con disapprovazione e comincia a rimettere i vari cassetti al proprio posto.

Quando resta fuori solo il cassetto del comodino, prova ad inserirci Cassy.

“Guarda! Quasi perfetto, è solo qualche millimetro più piccolo del mobiletto!” esclama soddisfatto e comincia a riempirlo con il contenuto del vecchio cassetto che ormai non userà più.

“E non ti importa che il mio cassetto sia scuro mentre il legno del tuo comodino è chiaro?” domanda Kate, porgendogli il proprio cellulare.

“Ying&Yang, bianco e nero... sono come noi...” Castle ammira il suo operato e poi si volta verso Kate “...sono perfetti insieme!” risponde mentre afferra il cellulare che lei gli sta offrendo “Perché mi dai il tuo telefono?”.

“Perché glielo spieghi tu al proprietario del mio appartamento che ti sei fregato un suo cassetto!”.

“Che problema c’è, glielo pago! Cento dollari basteranno?” le chiede, grattandosi una tempia con un angolo del cellulare.

Kate lo ignora, lasciandolo in camera per tornare in salotto.

“Trecento dollari?” ritenta Castle, senza ricevere risposta.

Martha si alza dal divano, quando la vede apparire “Tutto bene? Non gli hai sparato vero?”.

“No, tranquilla, per questa volta è salvo” Kate sorride “È troppo dolce e matto per poter fare a meno di lui” risponde con gli occhi felici.

Dalla camera arriva un altro urlo “Cinquecento?”.

 

 

FINE

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Angolo dell’autrice:

Cantiamo tutte assieme “Shine bright like a drawer!!!” ^____^

E... questa volta non solo è colpa degli sms di KatiePeanut88 ma pure di quelli di _LibertyFe!!! Ahahahaahhahahah ragazze... siete la mia rovinaaaaaa xD

Vi lovvoooooooo :-*****

 

Tutte su Twitter a seguire Cassy mi raccomando!! È simpaticissimo!!! *-**-*-*

 

Aspetto ancora il numero di un buon psicoanalista!! Scrivetemelo per favore, ne ho bisogno xD

 

Baci baci

 

Ivi87 :-p 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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