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Autore: Alyx    27/03/2013    4 recensioni
Isabelle, è davvero forte come sembra? È davvero sempre la ragazza che dice di essere? Quella senza cuore e sentimenti?
Oppure si nasconde qualcosa di più complesso sotto tutta quella perfezione?
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La sua voce, il suo disperato grido d'aiuto, soffocati da tutto quel nero, da tutto quel buio, mentre solo il silenzio le graffiava violento le orecchie.
La ragazza affondò le mani nei capelli, lanciando la testa all'indietro. La bocca rossa e sbavata, leggermente schiusa mentre respirava affannosamente. Una lacrima le cadde dall'angolo dell'occhio sinistro, bagnandole la tempia.
Sussultò, trattenendo un singhiozzo.
Aiuto. Boccheggiò senza voce, sillabando le lettere nel silenzio, in silenzio, mentre la cute le prudeva di dolore sotto le dita.
Aiuto.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izzy Lightwood
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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  Skyscraper 




Skies are crying, I am watching
Catching teardrops in my hands
Only silence, as it's ending, like we never had a chance.




Era facile per tutti definirla una ragazza forte. 
Ma loro non sapevano cosa si nascondeva sotto la sua divisa da perfetta guerriera. Da perfetta shadowhunter
Una ragazza cresciuta troppo in fretta, in un mondo fatto di ombre, di demoni e male. 
Una ragazza che semplicemente si era adattata. Si era adattata a una società senza scrupoli. A un realtà che andava troppo in fretta. 
Isabelle se ne stava rannicchiata su sé stessa, la curva della schiena appoggiata scomodamente al muro freddo e duro della sua camera dell'Istituto. 
I capelli le scendevano ai lati de viso, nascondendo le sue lacrime nere. 
Nere del suo stesso trucco, perché la maschera della ragazza facile e perfetta era caduta. Si era frantumata ai suoi piedi con un rumore sordo. 
Quasi poteva vederla, lì, sul pavimento perfettamente pulito, come sempre.
Gli occhi aperti, perfettamente truccati, la bocca piegata leggermente all'insù con malizia studiata, la piega dei capelli d'ebano che scendeva a sfiorarle le guance leggermente -non troppo- arrossate. 
Strinse le unghie lunghe nei palmi, tanto forte da tagliarsi la pelle, mentre cercava di reprimere i singhiozzi. 
Perché doveva essere tutto così difficile? 
Perché doveva essere sempre lei a essere forte? 
Perché non poteva avere anche lei delle braccia pronte ad accoglierla, a stringerla, a baciarla e consolarla? 
Perché doveva essere tutto così maledettamente difficile? 
Perché tutto doveva andare per il verso sbagliato? 
Perché toccava sempre a lei la parte della ragazza insensibile e col cuore di pietra? 
Ed eccola lì, le spalle magre scosse da singhiozzi violenti mentre si sbriciolava, lì da sola. Terribilmente sola
Isabelle chiuse con violenza gli occhi. Aveva le dita nere, il viso rigato di scuro, i capelli d'ebano spettinati. 
Tutto si stava sciogliendo, tutto stava cadendo, precipitando. 
Il suo cuore era stretto in una morsa di dolore e pura disperazione mentre cadeva, cadeva inesorabilmente nelle tenebre, mentre cercava di aggrapparsi a qualcuno, a qualcosa. Ma stava scivolando su una parete troppo liscia, nessuna rientranza, nessun aggrappo, niente di niente
La sua voce, il suo disperato grido d'aiuto, soffocati da tutto quel nero, da tutto quel buio, mentre solo il silenzio le graffiava violento le orecchie. 
La ragazza affondò le mani nei capelli, lanciando la testa all'indietro. La bocca rossa e sbavata, leggermente schiusa mentre respirava affannosamente. Una lacrima le cadde dall'angolo dell'occhio sinistro, bagnandole la tempia. 
Sussultò, trattenendo un singhiozzo. 
Aiuto. Boccheggiò senza voce, sillabando le lettere nel silenzio, in silenzio, mentre la cute le prudeva di dolore sotto le dita. 
Aiuto



All my windows, still are broken, but I'm standing on my feet.




Improvvisamente gli occhi grandi e scuri, arrossati e lucidi, di Isabelle saettarono verso lo specchio. 
I singhiozzi si interruppero violentemente mentre la ragazza si fissava. 
Fissava il suo riflesso sconvolto, piangente e disperato. Lo fissava insistentemente. 
Fissava le mani tremanti di quella ragazza. 
Fissava il trucco sciolto sul suo viso. 
Fissava le sue spalle incurvate e strette, che le nascondevano il petto. 
Fissava i capelli che scendevano dalla sua testa come se fossero state proiezioni di uomini che fuggono dal diavolo..
Il fiato pesante e corto le scuoteva il corpo, facendola sembrare una piccola bambina spaventata. 
Ma lei non era così. La vera Isabelle. Non avrebbe mai fatto così. 
La ragazza poggiò la mani a terra, i palmi pulsanti di dolore per le ferite delle sue stesse unghie. Inciampò prima di alzarsi, con una goffaggine che non era proprio da lei. Oscillò sui tacchi degli stivali, prima di osservare il suo riflesso da sotto in su. 
Con rabbia, si asciugò le guance, espandendo ancora di più la macchia nera di trucco. Violentemente si strofinò le gote cercando di pulirsi. Ma più ci provava peggio era. 
Presa dallo sconforto, non riuscì a impedirsi di piangere ancora. Indietreggiò instabile fino a trovarsi con la schiena ancora contro il muro. Colpì forte la parete con la mano destra, facendo tintinnare -quasi spaventati- i numerosi braccialetti sul polso. 
Era stufa
Stufa di sentirsi così inutile, depressa. 
Stufa di passare per quella debole, per quella mentalmente confusa.
Dove era finita la Isabelle che non aveva bisogno di nessuno? 
La cercò dentro di sé, ma non la trovò. 
Trovo solo una grande confusione, tanti minuscoli pezzetti della sua autostima ridotta a brandelli. 
Pensò che le sarebbe piaciuto andare da Max, per farsi consolare. 
Ma Max non c'era più. 
Pensò che le sarebbe piaciuto a dare da suo padre, per farsi riprendere e sgridare, per farsi dire di riprendersi. 
Ma suo padre non c'era. 
Pensò che le sarebbe piaciuto andare da Jace, per farsi ridere in faccia, qualsiasi cosa pur di cambiare umore. 
Ma nemmeno Jace c'era. E non sapeva nemmeno se fosse tornato. Addirittura, se fosse ancora vivo. 
Pensò che avrebbe voluto Simon al suo fianco, per farla ridere e distrarre. 
Ma lui era troppo occupato con Clary. 
Pensò anche ad Alec, suo fratello, che l'avrebbe capita. 
Ma Alec era da Magnus, non aveva tempo per lei. 
E quindi Isabela era sola. Tremendamente sola. Lo era sempre stata. 




Go on and try to tear me down
I will be rising from the ground
Like a skyscraper, like a skyscraper.




Alzò lo sguardo allo specchio. 
Lo era sempre stata. Cosa c'era di diverso in quel momento? Perché si sentiva così debole? Così instabile? Così bisognosa d'effetto? 
Scosse la testa, imponendosi di calmarsi. 
Lei era Isabelle Lightwood. 
Lei ce l'avrebbe fatta. Da sola. 
Esattamente come sempre. Sarebbe stata lei stessa a raccogliere i frammenti della sua anima, a leccarsi come un gatto le ferite, a darsi la forza di andare avanti. 
Come sempre. Come sempre. Sempre sola. 
Perché lei era Isabelle Lightwood. 
Lei era forte. Era potente. Era superiore. Era un grattacielo. 
Lei spiccava su tutto, su tutti, per andare a toccare l'infinito, l'irraggiungibile, senza mostrare agli altri nessuna debolezza. 
Come un grattacielo
Eppure, mentre Isabelle fissava il suo patetico riflesso nella superficie lucida dello specchio, mentre si guardava afferrare i trucchi per rimettersi la maschera, mentre vedeva le sue spalle smettere di tremare e le lacrime smettere di scendere permettendo alle guance di asciugarsi, mentre ricostruiva la sua facciata da grattacielo, mentre tutto tornava come sempre, Isabelle pensò che non avrebbe voluto essere lei quella forte. 

Che da quella volta, fare il grattacielo, non sarebbe stato più così facile. 




Like a skyscaper. Like a skyscraper.














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Angolo dell'Autrice:
Sono tornata! Allegra come semore!

No okay, la smetto di scherzare. 
È la prima volta che scrivo qualcosa di Shadowhunters. 
E ovviamente non potevo farlo su Jace o Clary. O su Will e Tessa o che ne so io. 
Perché per chi non lo sapesse io odio Jace e Will. Perché sono stupidi e irritanti. 

Mentre adoro alla follia altri personaggi secondari, come Isabelle, Camille, Simon e Jem (Jem in assoluto, uto, uto. ❤).

Comunque, mentre mi stavo sorbendo ben 13 ore di autobus da Toulouse a Firenze, leggendo accanitamente - e finalmente- Città delle Anime Perdute con ovviamente la musica nelle orecchie -perché i miei compagni sono così chiassosi!- accidentalmente era in riproduzione Skyscraper di Demi Lovato proprio mentre leggevo la parte della sbronza di Isabelle. 
Tutti quei discorsi con Jordan -per inciso, quel figo di Jordan- mi hanno fatta pensare un casino su Isabelle. 
E quindi sono partita in quarta i miei viaggioni mentali che puntualmente diventano fanfiction. 

È ambientata più o meno durante la settimana in cui Clary è interrogata dal Conclave per la sparizione di Jace, quindi Isabelle non sa dove sia finito suo fratello

Mi sentivo davvero ispirata, quindi ecco qua. 
Non è niente di che, sinceramente però è stato il destino a istigarmi, e io non vado contro il destino. 
Ahahah

Okay, vi metterei davvero il link del video della canzone (ripeto: Skyscaper di Demi Lovato), ma siccome sono dall'Ipad e il server fa sempre quel cazzo che gli pare, risparmiatemi questa agonia, vi prego.
Sono fiduciosa che o l'abbiate già ascoltata, o che il tasto di You Tube non vi faccia così schifo da rischiare di inserire Sky- e vi viene già tutta la canzone, oppure se siete così pigri, fate pure senza. 

Basta me ne vado che sto parlando troppo come al solito. 
Che poi non so nemmeno io con chi esattamente sto parlando. 

Spero in una vostra recensione, 
Perché ci terrei davvero a sapere cosa ne pensare. Orsù gente, che sono iniziate anche le vacanze e non avete scuse di tempo. :) 

Ciao ciao a tutti. 
A presto (spero)
Alice 


   
 
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