Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: CrHacker98    27/03/2013    1 recensioni
Se state cercando una Fanfiction Yaoi, sbagliate a scegliere questo racconto. Se cercate stessi personaggi, ma in un ambiente diverso, sbagliate ancora.
Questa storia parla del nostro mondo. Quello reale dove Death Note è solo un anime ed un manga. Ma, con nostra grande fortuna...o sfortuna a seconda dei casi, i personaggi della tanto famosa serie, per qualche misterioso motivo ( Errore di un qualche Shinigami? ) si ritrovano nella nostra epoca a combattere gli uni contro gli altri...nell'ombra.
Il più grande scontro di tutti i tempi sta per iniziare.
Ma la domanda che accompagna tutti è: chi vincerà?
Genere: Azione, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ATTENTION:
Contenuti ( non a parer mio però ) piuttosto forti e tracce di contenuti sessuali.
Declino qualsiasi responsabilità.
In poche parole, so' cazzi vostri * ride sadica *


Adesso vi domanderete “ Ma come diavolo ci è finito Alfa alla Fogna delle anime?”
Beh, per saperlo facciamo un passo indietro, così vi faccio capire...
Alfa aveva cominciato a girare per la città da quella mattina. Si sentiva inquieto, non poteva restare fermo un solo istante.
Il ragazzo riusciva a pensare lucidamente solo quando camminava, correva o dormiva. Erano i momenti in cui si staccava completamente dalla realtà e si concentrava sul piano o sui problemi.
In quel momento aveva un problema in particolare.
Riuscire ad uccidere la ragazza di B senza che questi sapesse che fosse stato lui.
Non gli veniva nessun piano in mente.
Certo, poteva non ammazzare la ragazza, ma non riusciva a trattenersi. La caccia ad L stava diventando un po’ monotona e noiosa.
Quel tizio era troppo protetto, non usciva mai di casa e dentro all’appartamento non rimaneva mai solo. Aveva piazzato alcune telecamere per vedere quando avrebbe messo il naso fuori di casa oppure quando sarebbe rimasto da solo nelle stanze. La prima regola del perfetto assassino è non avere testimoni, non lasciare tracce e scomparire subito dalla scena del delitto.
Partiva già male dal primo punto.
Era un tipo estremamente impulsivo, ma c’era sempre una nota di cautela in quello che faceva. Non utilizzava mai le proprie mani senza dei guanti che cancellassero le sue impronte o non attaccava ma in un luogo affollato o comunque dove c’erano le telecamere.
Comunque, per Alfa la caccia ad L era solo un gioco con la preda, nel quale doveva solamente restare buono e tranquillo fino a quando il detective non avesse fatto qualche passo falso.
Quando sarebbe arrivato il momento propizio avrebbe attaccato.
Non un secondo prima. Non un secondo dopo.
Per ingannare l’attesa si era prefisso quello scopo: uccidere la donna di B.
Non che avesse nulla contro di lui, semplicemente aveva voglia di farlo, e poi era certo che l’amico non se la sarebbe presa tanto male: era solo una ragazza in fin dei conti.
Alfa invece aveva una voglia matta di sentirsi il sangue scorrere sulle mani copioso, di udire le urla in agonia e quelle patetiche frasi come “per favore, non farmi del male”, soprattutto erano quelle ad eccitarlo, a farlo sentire potente. Le redini del gioco erano in mano sua, era un dio e poteva fare ciò che più gli piaceva con la vittima, nessuno l’avrebbe negato.
Era proprio un bambino cattivo.
Ridacchiò a quella considerazione, ripercorrendo i propri passi ed arrivando proprio sotto casa della ragazza. Stava per tirare dritto un’ennesima volta, quando scorse una testa nera spettinata uscire a gran fretta dall’edificio, diretto chissà dove.
<< E la ragazza? E’ anche lei uscita o forse è rimasta dentro? Vale la pena controllare...>> si disse dando uno sguardo in alto verso la finestra. Con velocità si infilò nel corridoio della palazzina, sentendo chiudersi dietro di sé la porta. Come la volta precedente aspettò di sentire il tonfo della porta che si chiude, per poi cominciare a salire le scale a gattoni.
Il coltello affilato che aveva nascosto nei jeans premeva contro la pelle scoperta della schiena, dandogli continuamente una scossa di impazienza e di soddisfazione.
- Ancora tu, ragazzaccio!- non fece in tempo a girarsi che sentì il pesante bastone di un ombrello piovergli sulla testa. Soppresse un lamento di dolore ed alzò lo sguardo. La vecchietta che aveva già incontrato l’altra volta lo stava squadrando dall’alto al basso, con un’espressione altezzosa e disgustata in faccia.
- Certi giovincelli come te dovrebbero andarsene a lavorare per i campi, e non insozzare le strade di questa città!- esclamò con una nota furente nella voce tremula, tipica della vecchiaia. Le labbra serrate, gli occhi pieni di rughe socchiusi appena e quell’irritante nasino all’insù.
Sbaglio o aveva dato del “volgare contadino” ad Alfa?
Lui, lui che era tra le persone più geniali di questo pianeta, messo allo stesso piano di un “zappa-terra”?
Il rosso si alzò lentamente in piedi, esprimendo con un enorme sorriso la voglia omicida che quella donna aveva acuito in lui.
- Mi scusi davvero signora, stavo verificando una mia ipotesi sulle scale. Non si arrabbi, la prego, posso venire con lei nel suo appartamento per esporle la mia idea, così che non mi bastoni più?- chiese con voce gentile, accompagnando le parole con una spintarella sulla schiena della vecchietta.
La vecchia  grugnò come un cane :- E sia, così ti farò anche un bel discorsetto sulle buone maniere, discolaccio...- rispose l’anziana signora estraendo dalla borsetta le chiavi e girandole nella toppa del portone.
La mano destra avvolta intorno al manico del coltello, pronta a colpire.
Fu un attimo. Appena la porta si chiuse dietro di loro, Alfa prese con uno scatto la lama e la conficcò nella nuca della vecchia, uccidendola sul colpo ed impedendole perfino di emettere anche un solo gemito.
Il cadavere cadde a terra con un tonfo, mentre il sangue rossiccio cominciava a spargersi sul tappeto sul pavimento.
Alfa prese per le gambe la morta e la portò nel bagno, buttandola senza ritegno nella vasca e riempiendo d’acqua quest’ultima fino a metà, in modo che la puzza del cadavere non si sentisse nel soggiorno.
- Beh, adesso ho un nuovo appartamento, che dire...è pefetto...- riflettè ad alta voce il giovane, andando poi in cucina.
Lavò la lama sporca del coltello e se lo rimise nel dietro dei jeans.
La caccia non era ancora finita.
 
Stacey era furiosa.
Quell’idiota, no, anzi, quel cretino di Beyond si era dimenticato di seppellire il corpo della terza vittima nel posto giusto.
Nel suo piano anche il più piccolo errore avrebbe falsato tutta la trama del puzzle, deviando L da una possibile e giusta soluzione. Era fondamentale che gli indizi si susseguissero nel modo giusto, era importantissimo.
Sbuffò ancora una volta immergendo un cucchiaio nel miele e portandoselo alla bocca. Le bende intorno alle dita erano già sporche del liquido viscoso, ed il brutto era che non se le poteva neanche leccare.
Un inferno soprattutto quando mangiava i Fonzies.
“ se non ti lecchi le dita godi solo a metà”
Che stronzata.
Adesso quel geniaccio di B l’aveva lasciata da sola ad annoiarsi. Almeno, finchè c’era lui poteva divertirsi a prenderlo in giro.
L’unico passatempo rimasto in quel momento era guardare pigramente la Tv e svuotare pian piano i barattoli di miele. Stava guardando un telefilm poliziesco con il solito assassino, la vittima con la gola squarciata, il detective geniale che risolve sempre tutto. Un bel paio di palle, almeno nella realtà c’è qualcosa di originale: definire L o Beyond “detective” era un po’ esagerato, anche se la loro intelligenza ed astuzia era a dir poco impressionante.
Fece spallucce e immerse nuovamente il cucchiaio nel barattolo per poi portarselo alla bocca.
Una ciocca rosso fuoco si era sporcata del liquido, rendendola appiccicosa e fastidiosa.
Stacey imprecò e cercò con le dita di togliersi il miele dai capelli quando improvvisamente qualcosa la prese per il collo togliendole il respiro e facendole perdere l’equilibrio. Cadde come un sacco di patate per terra, sentendo il barattolo in vetro infrangersi contro il suolo e frantumarsi in tanti pezzi. Il cucchiaio cadde abbandonato sul tappeto: una scena vagamente familiare, come era successo ad L.
Quando aprì gli occhi vide sopra di sé un uomo, molto giovane, con i capelli rossi e gli occhi iniettati di sangue. In mano reggeva un coltello sporco con la lama affilata, lontano solo pochi centimetri dalla fronte della ragazza. Le mise una mano sopra alla bocca così che non potesse parlare o chiamare aiuto: gente ficcanaso era proprio l’ultima cosa che desiderava.
La prima reazione di Stacey fu gemere dallo spavento e dalla sorpresa, ma non era poi il tipo da farsi impaurire da un tizio assetato di sangue con un coltello da macellaio.
Insomma, il suo coinquilino non era poi così diverso dal maniaco che aveva addosso.
Si dimenò con forza ed appena riuscì a liberare un braccio prese per i capelli l’altro e lo tirò di lato. Questi però non si fece sbilanciare ed emise semplicemente un verso di dolore, per poi con il coltello trapassare il braccio della rossa e fissarlo a terra.
Stacey gridò dal dolore mentre il sangue cominciava ad uscire a fiotti dalla ferita appena inferta. L’arto pulsava dolorosamente e nonostante la ragazza cercasse di fare qualsiasi cosa per liberarsi dalla lama, ogni piccolo movimento era una nuova fitta.
- Dai, prova a muoverti...- la provocò il giovane sorridendo maligno. A Stacey non piaceva quello sguardo e nemmeno quel ghigno, le mettevano davvero paura.
- Mi chiamo Alfa, piacere di conoscerti. A quanto pare sei un’amica di B, eh? Vecchio volpone quello, un tizio in gamba davvero...- disse l’uomo ridacchiando. La rossa lo fissò cercando di apparire forte e coraggiosa, anche se in cuor suo non era per niente vero: tremava come una foglia.
Alfa avvicinò il proprio viso a quello della rossa, leccandole poi una guancia. Dall’angolo della bocca fino alla tempia, lasciando una scia umida e calda sulla pelle. Annusò il profumo dei capelli, simile vagamente a quello della vaniglia, per poi strofinarcisi contro. Con la mano libera percorse la spalla per arrivare al fianco che strinse possessivo.
Stava giocando con lei: l’avrebbe uccisa, ma solo dopo aver soddisfatto i propri desideri. In una situazione del genere, Stacey, bloccata com’era, non poteva fare proprio nulla. La sua aria da dura se ne era decisamente andata, non tanto per la codardia, quanto per l’aspetto a dir poco terrificante dell’uomo che aveva sopra di sé. Neanche Beyond era così spaventoso, anzi, al suo confronto sembrava una persona normale.
Alfa continuò a toccare e tastare il suo corpo come se sotto di sé avesse una bambola. A quanto pareva gli piacevano particolarmente i suoi capelli, rossi come quelli del ragazzo. Quest’ultimo si avvicinò al braccio ferito che spillava ancora sangue, leccandone via alcune gocce e succhiando avidamente le dita della mano, come se fossero canditi. Non si soffermò troppo su di quelle ma passò immediatamente al collo, poggiando la bocca sulla giugulare. Poteva sentire contro le proprie labbra il battito accelerato ed il sangue pulsare nelle vene. Se fosse stato abbastanza forte, avrebbe potuto mordere e squarciarle la gola, ma non era certo un animale. Si limitò a mordicchiare la pelle ed a lasciare alcuni segni rossi  molto profondi che le sarebbero rimasti per alcuni giorni.
Se fosse durata ancora qualche giorno.
- Sei proprio un bel bocconcino, sai? – le sussurrò all’orecchio con fare malizioso, toccandole il fondoschiena con la mano e premendo sulla spina dorsale con le dita. Il gesto le fece inarcare la schiena dal dolore, ed era proprio quello che il ragazzo voleva. Fece aderire i loro bacini e Stacey sussultò da quel contatto. Arrossì violentemente, tingendosi la faccia di un colore rosso che si intonava parecchio con i suoi capelli.
- Credo che così basti...- disse infine Alfa. Con un movimento veloce estrasse dal braccio il coltello, puntandolo alla gola della ragazza.
- Creo sia arrivato per te il momento di morire...- ghignò sfiorando la pelle delicata del collo con la lama affilata della mannaia. Stacey urlò disperata, cercando inutilmente di farsi sentire.
Il coltello si abbassò veloce su di lei.
Vide solo un fiotto di liquido vermiglio volare in aria.
Udì solo un grido dolorante e pieno di rabbia.
Sentì del sangue sulla faccia.
Mio dio, era morta.

Commento autrice
Come sapete durante il periodo scolastico io non posso scrivere (non avendone il tempo, tra inglese, italiano, matematica, fisica, ecc...)
Ma dato che ho vinto le "olimpiadi di italiano" della mia scuola e che la rappresenterò alle provinciali, ho deciso di dedicarvi questo capitolo per festeggiare.
Appena ne avrò il tempo aggiornerò, non volendovi lasciare proprio così col fiato sospeso...
Enjoy it...
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: CrHacker98