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Autore: JemellineJoker    27/03/2013    3 recensioni
Io non sono una VIP, ma la mia migliore amica lo e`.... Un giorno per strada incontro un certo Drago Asiatico... Cosa succedera`?
Storia scritta a quattro mani da Sixx e Dragon altrimenti note come le Jemelline Joker xD
Speriamo che vi possa piacere...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, G-Dragon
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Cap. 9

 

[Amina POV]

 

Alzai la gamba rotta da terra e saltellai fino a lei. Ero felicissima, e nemmeno uno stupidissimo gesso avrebbe potuto tenermi lontana dalla mia Jemellina ancora per molto. Vedendomi alquanto lenta ad avanzare, anche lei mi corse incontro e, dopo esserci guardate per almeno quindici buoni secondi, ci stringemmo in un abbraccio caloroso. Siccome abbiamo un buon 20 centimetri di differenza d'altezza, mi dovetti abbassare un poco per stringerla a me, e notai che lei si era leggermente alzata in punta di piedi. Ci guardammo sorridenti e, dopo almeno cinque minuti di imbarazzo da parte di entrambe, riuscimmo a dire, in contemporanea.

«Oh Dei come sono felice di vederti! Finalmente!»

Ridemmo e ci avviammo a GD, che se ne stava in piedi li, fermo e imbambolato a guardarci. Quando la mia migliore amica spostò lo sguardo su di lui, la vidi sorridergli e andargli incontro.

«Ciao Axel!» gli disse amichevolmente in italiano. Vidi GD inarcare un sopracciglio e prepararsi per rispondere, ma non gli diedi modo di farlo. Mi sbracciai, facendogli segno di tacere, e chiamai la mia migliore amica.

Siccome era un personaggio famoso, poco prima di scendere dall'aereo, si era imbacuccato da cima a fondo, per non farsi riconoscere. All'inizio avevo temuto che sarebbe morto di caldo, dentro tutti quegli strati di stoffa ma, appena eravamo atterrati a Londra, ci avevo ripensato subito, siccome dal finestrino avevo potuto vedere il clima freddo e rigido di quella città in inverno. In questo momento indossava un cappotto nero lungo fino alle ginocchia, un cappello che gli copriva completamente il capo, lasciando spazio solo al viso, ma anch'esso coperto dallo sciarpone e da un paio di enormi occhiali a specchio.

«Lui non è Axel! È solo il mio... ehm... “assistente”. Diciamo che non si fidavano a mandarmi qui da sola in queste condizioni, così mi hanno dato un aiutante» mentii.

Mi strinsi nelle spalle e guardai altrove, cercando di evitare il suo sguardo indagatore.

Jenny inarcò un sopracciglio e mi guardò da cima a fondo, annuendo appena.

«Okaaay... ma chi aveva paura a mandarti qui?»

«Un po' tutta la mia famiglia»

«Ah, ok» e mi sorrise, per poi aggiungere «Oh! Dormirai... dormirete a casa mia. Sono riuscita a far partire la mia famiglia per tutte le vacanze in Italia, perciò abbiamo la casa a disposizione. Ora devo solo vedere dove posso far dormire il tuo aiutante» e spostò lo sguardo verso il leader, che chinò appena il capo, come segno per farle capire che aveva capito, anche se in realtà non aveva capito nulla!

Spostai lo sguardo sulle valigie e sbuffai appena, scuotendo il capo. Dissi a Jenny di aspettare e mi trascinai nuovamente verso GD, che non aveva mai smesso di distogliere gli occhi di dosso dalla mia migliore amica. Gli diedi una leggera gomitata e gli sussurrai «Lo so che non sei abituato a portare le borse, ma oggi devi essere una persona normale, perciò mi aiuteresti, per favore?»

Lui annuì e intravidi un sorriso da dietro la sciarpa. Sorrisi a mia volta e, dopo aver preso le stampelle, mi misi il borsone tracolla e andai verso Jenny.

«Allora, taxi o a piedi?» chiesi.

Per tutta risposta lei scoppiò a ridere e mi mostrò le chiavi dell'auto, facendomele tintinnare davanti agli occhi. La guardai sorpresa e presi le chiavi, guardandole con stupore.

«Non pensavo che avessi la patente per guidare... a specchio» e risi. Con piacere sentii le sue risate accompagnare le mie.

Uscimmo dall'aeroporto, diretti verso i parcheggi. Jenny e io in testa e il povero GD dietro di noi, a farmi da facchino. Mi dispiaceva emarginarlo, ma se volevo che la sorpresa avesse un effetto shock (ma positivo) sulla mia Jemellina, dovevo far andare avanti questa recita ancora per un po'. Arrivammo d'avanti all'auto e, dopo aver caricato le valige in auto, salimmo a bordo. Se Jenny non mi avesse fermata, bloccandomi, mi sarei messa al posto del conducente.

Risi e andai a sedermi al posto del passeggero, scusandomi. Ma per me salire a sinistra era più che normale. Abitudine.

JiYong rise appena e si sedette sui sedili posteriori. Ora che ci pensavo, per tutto il tempo io e Jenny avevamo parlato italiano e il povero leader non ci aveva capito un accidente!

Mi morsi il labbro inferiore e mi rivolsi alla conducente.

«Il mio aiutante parla core... correttamente solo l'inglese, perciò se vuoi parlare con lui dovrai farlo parlando in inglese» le dissi, quasi facendoci scoprire.

«Okay, no problem» sorrise lei.

Durante tutto il viaggio non parlammo molto, per lo più lei mi faceva mille domande, ma io ero talmente presa dalla città e immersa nei pensieri che quasi non la sentivo. Solo quando mi toccò dentro il fianco, facendomi letteralmente balzare sul posto, che riuscì a catturare la mia attenzione.

«Che ti passa per la testa?» mi chiese preoccupata. Scossi il capo e le rivolsi un sorriso rassicurante «Nulla, ero persa nella fantastica Londra» dissi imitando un falso tono sognante. Scoppiammo entrambe a ridere e dopo una decina di minuti, circa, finalmente arrivammo davanti a casa sua.

Scaricammo l'auto ed entrammo nella piccola e accogliente dimora. Aveva un'aria vecchia, vissuta, ma mi piaceva. Lasciammo le valige sul divanetto, per poi andare verso le sedie del tavolo da pranzo. GD e lei si sedettero su di esse, mentre io mi sedetti per terra.

«Le mie sedie non ti garbano?» rise lei.

Risi e scossi il capo «Anche a casa mi siedo sempre per terra, lo sai»

Annuì e sorrise, sussurrando un “vero, vero”. D'un tratto mi venne in mente il suo regalo e, dopo aver tirato fuori dalla borsa un foglietto piegato, glielo passai.

«Che cos'è?» mi chiese lei.

«Un regalo»

Inarcò un sopracciglio e lo aprì lentamente, quasi diffidente. Appena vide l'autografo di GD, lanciò un urlo e fece un sorriso a trentadue denti, per poi abbassarsi e stringermi forte. Sorrisi della sua felicità e la strinsi a mia volta, per poi tirarla per una manica e farla sedere accanto a me. Presi il mio cappellino di Batman e glielo calcai bene in testa, in modo che la parte con la doppia stoffa le coprisse gli occhi. All'inizio si ribellò, ma poi si arrese e rimase tranquilla seduta, dando la schiena al leader.

Io, con qualche problema, mi alzai e andai vicino a GD, per poi aiutarlo a togliersi tutte le cose che aveva addosso. Le lanciai sul divano e, dopo averlo fatto alzare, lo misi d'avanti alla mia migliore amica, che nel frattempo aveva cominciato a cercare un modo per vedere ciò che stava accadendo attraverso il cappello. La feci alzare e la girai, per poi spostarla di fronte a GD.Le tolsi il cappello e mi sedetti nuovamente per terra, pregustandomi la reazione della mia Jemellina. Ma chi mi sorprese davvero fu GD. Aveva lo sguardo fisso su di lei e la guardava con occhi... illuminati da un qualcosa che non riuscivo assolutamente a capire. Sembrava che ormai ogni cosa di Jenny l'avesse rapito, e non volesse più lasciarlo andare. Era perso in lei.

 

[GD POV]

 

La ragazza l'avevo già vista all'aeroporto, era vero. Ma adesso riuscivo a vederla davvero! Senza gli occhiali, senza la sciarpa o il cappello che bloccavano i movimenti e la visuale. Ora la vedevo per la fantastica persona che era.

Non alta più di un metro e sessanta, era vero, ma bella. Aveva una bellezza particolare che poche ragazze nel mondo possedevano. Aveva due fantastici occhi color cioccolato circondati da uno spesso strato di matita nera. I capelli erano castani e tutti pettinati da una parte, e metteva in mostra la rasata. Indossava una lunga felpa con il logo di Batman stampato sul davanti e la giacca dei BigBang... aspetta... wow! Una VIP 100% oserei dire! Invece sotto portava dei comunissimi jeans neri e larghi. Aveva uno sguardo stupito e sorpreso. Era completamente sotto shock!

Le sorrisi, dicendole un veloce «Ciao»

Non capivo perché, ma avevo il cuore che pompava all'impazza, la testa che girava e lo stomaco che... non ne parliamo. Quella ragazza mi aveva completamente preso ma... come potevo abbandonare Amina in quel modo? Non sarebbe stato di certo bello e gentile da parte mia lasciarla in quel modo, ma in fondo lei già lo sapeva. Me lo aveva detto, me lo aveva anticipato ogni volta che diceva “Tu sei di Jenny”.

Mi lasciai andare sconsolato sulla sedia e guardai Amina dritto negli occhi. Ero in una situazione dal quale non sapevo come uscire. Ero ancora pazzo di Amina, certo. Era pur sempre la particolarissima ragazza che avevo aiutato, ma Jenny... Jenny aveva qualcosa in più, come una luce negli occhi che in Amina non splendeva. Passione? Non credo che l'avrei mai saputo.

Jenny era ancora li a fissarmi allibita, così la sua migliore amica le tirò un leggero pugno sullo stinco, cercando di farla riprendere.

«Oh, ti ho portato qui JiYong non per fare scena muta e poi svenirgli fra le braccia!» scherzò lei, e finalmente la ragazza si decise a spostare lo sguardo e parlare. Da come si muoveva sembrava un automa. Faceva movimenti corti e meccanici.

«Svenire? SVENIRE?! Hai portato il mio bias, in casa mia, nascondendomelo per tutto il viaggio, e ora me lo trovo davanti, dopo... non so quanti sogni su di lui! E io non dovrei svenire?! Ovvio... muoio!» disse lei. Aveva cominciato a parlare inglese, perciò la capii anch'io.

Amina rise e scosse il capo, per poi spingerla verso di me.

«Wow, ti faccio davvero questo effetto?» chiesi ridendo. Lei annuì e guardò nuovamente Amina. Entrambi ora avevamo lo sguardo rivolto verso la giovane seduta sul pavimento, entrambi non sapevamo come uscire da quella situazione imbarazzante. Evidentemente a disagio, Amina si alzò e, dopo aver preso l'iPod, ci fece un segno di buona fortuna con la mano e uscì dalla porta.

Mentalmente la maledissi per avermi lasciato da solo in quella situazione. Non sembra ma io sono una persona alquanto timida. Proprio quanto Jenny aveva deciso di sbloccarsi e cominciare a parlarmi, il mio telefono vibrò nella tasca dei jeans. Guardai lo schermo, per poi spostare lo sguardo sulla ragazza.

«Io... ehm... devo rispondere. Parliamo dopo, ok?» la vidi annuire e spostare lo sguardo verso la porta, delusa. Mi avviai verso l'uscita e, quando le passai accanto, le misi una mano sulla spalla, sorridendole.

Appena uscii, trovai Amina seduta sul gradino davanti alla porta d'entrata, che fumava tranquillamente una sigaretta e muoveva la testa a ritmo di una qualche canzone. Presi fuori il telefono e risposi ma, sebbene io avessi detto “Pronto?”, dall'altro capo non ricevetti alcuna risposta, solo qualche rumore di sottofondo. Sbuffai e appesi la chiamata, per poi guardare Amina. Le toccai il braccio, per richiamare la sua attenzione ma, evidentemente, era troppo presa dalla sua musica per degnarmi di un po' d'attenzione. Mi chinai a raccogliere un po' di neve e, dopo aver fatto una bella palla, gliela lanciai contro. Lei si tolse di scatto le cuffie e mi fulminò con lo sguardo, mentre ridevo a crepapelle. Fece anche lei una palla di neve e, dopo avermi mirato il capo, me la lanciò dritta vicino all'orecchio. E fu così che cominciò una vera e propria battaglia! Il problema era che lei non si poteva nascondere, perciò, a differenza di me, era un bersaglio piuttosto facile.

Esaurita tutta la neve a sua disposizione, Amina decise di alzarsi e prendermi per la maglia, per poi tirarmi a se e guardarmi dritto negli occhi. Inevitabilmente mi sporsi verso di lei e la baciai. Non ne potevo fare a meno. Se Jenny era bella in tutto e per tutto, e mi attirava in ogni cosa, Amina aveva ancora quel potere magnetico che mi faticava ad allontanarla.

Intensificai il bacio, facendole schiudere appena le labbra e intrecciando le nostre lingue. Il bacio era appassionato ed aveva qualcosa in più di quelli precedenti. Forse era perché era un bacio... proibito? Nascosto? Non lo so, fatto sta che era veramente speciale.

Di malavoglia, Amina si allontanò e poggiò la fronte contro la mia, sospirando. La strinsi a me e la coccolai, accarezzandole la schiena. Sapevo perfettamente cosa le passava per la mente, e non potevo fare altro che cercare di consolarla. Quella storia non piaceva nemmeno a me e, in più, ero io a trovarmi in mezzo. Due persone che mi amavano... certo, ero pieno di VIPs che stravedevano per me, ma loro erano le uniche due che avevo avuto modo di conoscere. Mi correggo, una VIP e una ragazza normalissima che aveva deciso di pedinarmi.

Ci sciogliemmo dall'abbraccio e ci sedemmo sull'uscio. La vidi tirare fuori cartine, filtri e tabacco, pronta per farsi una sigaretta. Mi schiarii la voce e la guardai, per poi chiederle «Posso, ehm, rubartene una?»

Lei annuì e cominciò a farne su una. Osservai i suoi movimenti esperti e precisi mentre rollava il tabacco, per poi prendere il filtro e metterlo alla fine della cartina. Lo chiuse e me lo passò, pronta per prepararsene un'altra.

Mentre rollava il tabacco, mi chiese «Da quanto fumi, scusa?»

Risi e le presi l'accendino dalla tasca, accendendo la sigaretta con un lungo tiro.

«Tanto, troppo tempo. Wow! Questo tabacco è forte!» esclamai.

Lei annuì e, dopo aver chiuso anche la sua, mi prese l'accendino dalle mani se la accese.

«Sì, le prime volte è sempre così, poi però ci fai l'abitudine» rispose semplicemente lei. Feci un altro lungo tiro, guardando un punto imprecisato davanti a me.

«Mi togli una curiosità?» le chiesi.

«Dimmi tutto Drago» scherzò lei. Sorrisi e mi passai una mano fra i capelli, per poi spostare lo sguardo su di lei.

«Chi è Axel?»

Sospirò e si portò la sigaretta alla bocca, guardando altrove.

«Il mio migliore amico... o forse di più. Non so nemmeno io come definirlo, in realtà»

Inarcai un sopracciglio e le misi un braccio attorno alle spalle, stringendola appena.

«Hai una sua foto?» domandai.

Lei annuì e tirò fuori l'iPod touch, per poi sbloccarlo e andare a cercare le immagini. Aprì la cartella con il nome di “Axel Picio Bao” e mi passò il lettore multimediale.

Tolsi il braccio dalle sue spalle e cominciai a guardare le foto. Il ragazzo sullo schermo era particolare, un genere di persona che non si vede tutti i giorni.

Aveva i capelli lunghi che gli ricadevano sulle spalle, gli occhi blu circondati da un leggero strato di matita e al labbro inferiore portava un piercing laterale. Una volta osservato per bene nell'insieme, dissi «Emo?»

Lei rise e annuì, riprendendosi l'iPod.

«Sì, anche se non lo vuole ammettere, quell'idiota»

«Da quanto lo conosci?»

Lei storse la bocca in una smorfia e si mise una mano sul mento, guardando il cielo.

«Uhm, fammi pensare... tredici anni, circa»

Sgranai gli occhi, annuendo appena, e seguii il suo sguardo.

«Beh, sono parecchi, oserei dire»

«Già» bofonchiò. Sembrava un argomento delicato, così decisi che era meglio chiudere in quel modo il discorso. Finimmo di fumarci la sigaretta ed entrammo, pronti per disfare i bagagli.

   





Okay, sono seriamente stufa di dover fare io la parte della cattiva (anche se troppa gente mi dice che lo sono).
   Allora cari lettori, ho notato che siete aumentati di numero, e che sicuramente qualcuno la segue perciò, siccome Dragon non è capace a far capire agli altri che vuole fare sul serio, tocca a me intervenire... Io seriamente non pubblico ne scrivo più nulla se qualcuno non mi dice che diavolo pensa di questa dannata FF! Se non recensite non c'è assolutamente più alcun motivo per cui io debba andare avanti perciò ve lo chiedo nuovamente... Recensite questa fottuta FF oppure devo andare avanti a minacce?! 

Sixx
   
 
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