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Autore: LittleBloodyGirl    28/03/2013    8 recensioni
In un giorno di sole, Katy, una bambina di nove anni, si perde nei boschi dove vive una creatura inquietante: lo Slender Man.
Il suo nome finisce tra quelli di tutti i bambini che sono scomparsi in quei giorni.
Ma Katy non è morta, non è perduta.
E' solo venuta a conoscenza... della vera, triste storia dello Slender Man.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buonanotte
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Il rumore della porta che si apriva distrasse James Roosvelt dal suo lavoro. La moglie, una donna giovane e dagli occhi vivaci, posò sulla scrivania un vassoio pieno di biscotti e una tazza di caffè. L'uomo la ringraziò con un sorriso e ne bevve un sorso, ma quando si accorse che la moglie stava guardando il computer, si affrettò a ridurre a icona la pagina internet.
 
<< Cosa stai facendo? >>
<< Ricerche. Un'altra bambina è sparita e sua nonna mi ha raccontato una leggenda inquietante, secondo lei è la risposta a queste sparizioni. >>
<< Una leggenda? Intendi quello strano uomo che ho visto nelle foto prima che tu chiudessi la pagina? >>
<< Eh, si. Lo chiamano Slender Man, pare che sia ossessionato dai bambini. Non so se crederci o no. >>
<< Bè, mio caro, vedi di non rimanerne troppo invischiato, o rischi che Slender Man venga a prendere anche te. Ho sentito dire che non se la prende solo con i bambini. >>

Detto questo, la donna baciò il marito e uscì dalla stanza. James restò per qualche minuto a chiedersi cosa volesse dire, poi alzò le spalle e riprese a lavorare. Era incredibile quante notizie riguardo a quella leggenda girassero nel web. C'era praticamente di tutto: storie, immagini, perfino giochi.
La maggior parte erano racconti dell'orrore spacciati per esperienze realmente accadute, lo stesso valeva per molte fotografie che egli stesso aveva sottoposto ad un'attenta analisi, per poi scoprire che erano state modificate con qualche programma.
Insomma, tutto falso.
Era tentato di spegnere il computer e andare a letto, quando si ricordò di controllare la posta elettronica, lì gli arrivavano gli ultimi aggiornamenti sui casi.
Nulla di nuovo se non cose che già sapeva. Tra questi anche qualche annuncio pubblicitario. Sbuffò e si affrettò ad eliminare gli spam quando qualcosa attirò la sua attenzione.
Uno dei messaggi riguardava proprio il caso dei bambini scomparsi. Lo aprì. C'erano interviste alle mamme e alla polizia e alcune foto dei bambini scattate prima che scomparissero.

<< ?! >>

Quelle foto erano le stesse che gli erano state fornite per le indagini, ma non aveva mai notato una cosa... C'era una strana figura tra gli alberi...
All'apparenza sembrava un uomo in giacca e cravatta, ma il suo volto era molto sfocato e non era possibile capire chi fosse.
La cosa strana era che anche nelle altre foto era presente questa... persona, se così si poteva definire. E anche nelle altre foto era perfettamente mimetizzata tra gli alberi e il suo volto era sfocato.
Non poteva essere una coincidenza. Prese il telefono e digitò un numero.



Katy camminava da sola nel bosco, volgendo a volte lo sguardo agli alberi che si slanciavano verso il cielo, creando con i loro rami un intricato labirinto immaginario. Non aveva ancora preso in considerazione l'idea di scappare e tornare a casa. Certo Slender Man l'aveva risparmiata, ma ciò non voleva necessariamente dire che Katy potesse totalmente fidarsi di lui. Magari aspettava proprio un suo passo falso, una sua fuga precipitosa e si sarebbe spazientito al punto che avrebbe potuto ucciderla senza scrupoli.
Quindi era meglio aspettare. Si fermò e tornò a guardare tra gli alberi, in cerca di qualcosa che le facesse capire che Slender Man era lì.
Nulla. Sospirò.
Chissà dov'era?
Taciturno, enigmatico, solitario... Katy aveva la sensazione che fosse terribilmente solo, ma lui stesso non faceva niente per tentare di stringere un qualche tipo di legame con lei. Era così strano. Era quasi sempre assente e quando appariva all'improvviso Katy non poteva evitare di spaventarsi. Aveva davvero una brutta abitudine!
Persa in questi pensieri, non si accorse di una radice troppo sporgente e inciampò. Ma il tonfo non arrivò mai. Katy si ritrovò sollevata da una pallida mano scheletrica, che con un tocco gentile l'aveva rimessa in piedi ed evitato di cadere. Alzò lo sguardo per incontrare il viso vuoto di Slender Man, le piccole mani posate istintivamente sulla sua. L'uomo smilzo inclinò la testa di lato. Difficile sapere cosa stesse pensando.

<< Grazie... >>

Senza dire una parola, come al solito, Slender Man lasciò lentamente la presa e sparì di nuovo tra gli alberi. La bambina sospirò. Probabilmente tutte le domande che si faceva non avrebbero mai trovato una risposta. Si diresse verso il posto che qualche giorno prima Slender Man le aveva mostrato e si sedette sull'erba, immergendo una mano nell'acqua. Era fredda. La tirò via con un gesto repentino e la portò vicino alla bocca, alitando per riscaldare le dita, che avevano quasi perso sensibiltà. Due mani bianche e grandi apparvero improvvisamente da dietro la bambina e avvolsero quelle piccole di Katy, per riscaldarle. Katy si voltò a guardarlo. Questa volta, nella sua insepressività, le parve di cogliere uno sguardo di affetto, forse solo un'impressione data da quel gesto. Slender Man era chino dietro di lei e dopo un po' si sedette vicino.

<< Non mi ero accorta che facesse così freddo. >>

L'uomo smilzo la fissava, senza dire nulla. La bambina non smetteva di chiedersi perchè non le parlasse. Era imbarazzata, cercava di trovare qualcosa di cui parlare, ma non c'era davvero molto su cui discutere. Guardò il cielo, bianco, non si capiva se stesse per venire a piovere o meno. Per la prima volta, in quel silenzio, pensò alla sua famiglia, ai suoi genitori, alla nonna... Era strano, ma... Non le mancavano più di tanto. Credeva che avrebbe pianto ogni giorno, chiamato i loro nomi in eterno, credeva che sarebbe impazzita, o peggio, morta. Ma non era successo nulla di tutto questo. Forse perchè la sua mamma e il suo papà non erano mai a casa, sempre impegnati a lavorare. Forse perchè, anche quando erano presenti, loro stessi non sapevano come comportarsi e, per non mostrare il loro imbarazzo, la mandavano a giocare con l'altalena.

<< Sai, a volte mi chiedo se mamma e papà sentano la mia mancanza. >>

Slender Man, che nel frattempo stava osservando il paesaggio, tornò a fissarla e notò di nuovo quello sguardo triste sul suo volto. Katy pensò che forse era poco saggio parlare di una cosa del genere con il suo... " rapitore ", ma aveva preso a parlare quasi involontariamente. Forse Slender Man avrebbe potuto comprenderla, forse quello poteva essere un modo per diventare... amici.

<< Loro non ci sono mai, sono sempre a lavoro. So che mi vogliono bene, ma... A volte penso che la solitudine in cui sono costretta a vivere non faccia parte di me, ma qualcosa che mi sia stata imposta... Proprio da loro. Una volta ho sentito la mamma e la nonna che litigavano e dicevano cose del genere. Certi giorni ho la sensazione che... C'è di meglio... Da qualche parte, c'è qualcuno che mi ama e che mi sta aspettando... >>

Slender Man ascoltava con attenzione le sue parole. Quella bambina era sola, proprio come lui. Ma non poteva fare a meno di guardarla e vedere la persona che aveva più a cuore...
Papà...
Era così vago il significato di quella parola, eppure lo sentiva così vicino. C'erano ricordi legati a quella parola, ricordi gioiosi. E dolorosi.

<< Ehi? >>

La voce timida e dolce di quella bambina lo riportò alla realtà. Katy lo guardava senza paura, il suo sguardo rendeva il suo volto da bambina ancora più tenero. Era la prima volta, dopo tutti quegli anni, che un bambino lo guardava senza avere terrore nei suoi occhi.

<< Stai bene? >>

Cosa voleva dire? Non provava sensazioni da quando era diventato ciò per cui era conosciuto. Non era visto come nient'altro che un mostro. Come faceva quella bambina a capire come si sentisse? E poi... Quegli occhi... Gli erano così familiari...

<< Posso farti una domanda un po'... strana? >>

Chiese poi la piccola all'improvviso. Slender Man la guardò per qualche istante prima di fare un impercettibile cenno affermativo con il capo.

<< Tu sei sempre stato così... o avevi una vita diversa...? >>

Strana domanda, degna di lei. Era davvero così curiosa, o era solo... incredibilmente matura? Sembrava affascinata dalla sua natura mostruosa, a differenza degli altri bambini. Interessante. Peccato che una domanda del genere gli riportasse alla mente ricordi troppo forti. Aveva avuto una vita, finchè non era accaduta una catastrofe... Ciò che lo aveva condannato ad assumere quelle sembianze. Gli faceva male ricordare...

<< Sei vestito in modo abbastanza... normale, per essere un mostro... A pensarci bene, non so neanche se sei davvero un mostro... >>

Slender Man rimase abbastanza stupito da quell'affermazione. Si alzò da terra e prese per mano la bambina, portandola nel profondo del bosco. Katy lo osservava senza capire, e quando furono completamente circondati dagli alberi secchi, l'uomo smilzo fece una cosa che Katy mai si sarebbe aspettata.
La prese in braccio e, mimetizzandosi tra gli alberi, cominciò ad allungarsi, arrivando ad un'altezza ancora più grande di quella che aveva. La vista che le si presentò davanti era incredibile!
Si vedeva la città da lontano, una piccola distesa di marmo bianco, allontanata da loro da un'immenso oceano nero caratterizzato dagli alberi che, in quel momento, erano il loro rifugio. Il vento sfiorava il volto di Katy, scostandole i capelli e illuminando i suoi occhi di lacrime.
Quel paesaggio era strano, davvero insolito, ma era qualcosa che faceva parte di lui. Una vista incredibile, bellissima, ma malinconica... Slender Man le stava rispondendo in quel modo, facendole capire che le sue memorie erano così profonde e tristi che si erano invaghite di lui, rendendolo ciò che era. Una malattia terribile, dalla quale nemmeno lui poteva liberarsi.
Il suo passato era bruciato via, e con esso la sua anima... E chissà, forse anche il suo volto...
Katy lo guardò e passò una piccola mano sul suo volto pallido e inesistente, e si chiese come sarebbero stati i suoi occhi se li avesse mai avuti.

<< Hai sofferto tanto... e hai paura che ciò che hai passato possa ritornare a tormentarti... E' per questo che stai qui da solo? >>

Sapeva che avrebbe capito. Quella piccola creatura innocente riusciva a capire più di quegli stupidi adulti che raccontavano leggende e storie su di lui, facendolo passare per un assassino assetato del sangue dei bambini. Si abbandonò al tocco gentile di Katy prima di tornare alla sua statura, poggiò la bambina per terra e si mimetizzò di nuovo tra gli alberi, facendole perdere le tracce.
Katy rimase ancora una volta da sola. Non provò a seguirlo, nè a chiamarlo. Semplicemente lo lasciò andare, così come lui aveva lasciato andare lei quando avrebbe potuto ucciderla senza pietà.


Ancora molte cose erano all'oscuro, e Katy sapeva che erano tutte da scoprire. Dopo aver giocato nel bosco, osservato gli strani movimenti degli insetti e degli animali, la notte era calata sull'ambiente, insieme alle nuvole minacciose che illuminavano il cielo nero con i loro fulmini. Katy era tornata all'edificio abbandonato e osservò la pioggia cadere ferocemente. Quel temporale era scoppiato all'improvviso, soffiando anche vento freddo. Si coprì con la copertina e cercò di addormentarsi, peccato che il rumore feroce dei fulmini la facesse sobbalzare terribilmente, e da sola aveva paura in quel luogo.
I tuoni rombavano furenti, e Katy pensò che sarebbe stato difficile addormentarsi, almeno fin quando non alzò lo sguardo, trovando davanti a lei Slender Man che la osservava nel buio. Le vennero i brividi, quella visione faceva paura...
Ma ormai sapeva che l'uomo smilzo non aveva cattive intenzioni. Si avvicinò lentamente a lei e la mise sdraiata a terra, sistemandole meglio la coperta. Quando fece per scomparire di nuovo, Katy lo richiamò.

<< Slender Man... >>

Si girò.

<< Potresti... Potresti restare qui a farmi compagnia, stanotte? Ho paura dei tuoni... >>

Per qualche secondo rimasero entrambi a guardarsi in silenzio. Dopo tre giorni, Katy si era abituata a questa cosa, e cercava di capire cosa volesse fare. L'ennesimo fulmine squarciò la notte e non riuscì a reprimere un grido di paura, nascose il volto nella coperta e cominciò a piangere. Aveva il terrore dei fulmini, non sapeva perchè, ma li detestava!
E di certo Slender Man non sarebbe voluto rimanere lì con lei a tenerle compagnia tutta la notte...
Invece, l'uomo smilzo scoprì il suo volto con delicatezza e si sedette accanto a lei, accarezzandole i capelli. Katy lo guardò stupita, prima di sorridere debolmente. Si concesse di poggiare la testa per terra e chiudere gli occhi.

<< Buonanotte. >>
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Non capisco come da un giorno all'altro questa storia è diventata una delle più apprezzate ._. Come avete fatto?!
Certo, non posso negare di essere strafelice, ma... Wow! Una storia come questa!! O.o
Bè... allora permettetemi di ringraziare: The Jack93, ShinigamiGirl, Em the Ripper, Amy Fallen, Tsuki no Sasuke, ghiaccioomega, Shir, Gisborne, Kira4evr, erika982911
Grazie mille!! Anche a tutti quelli che stanno semplicemente leggendo la fanfiction! :)


 

 
  
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