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Autore: betti_tost    28/03/2013    1 recensioni
Harry è un giovane ragazzo che viene mandato sul fronte alpino,in guerra. Qui,in uno dei suoi giorni di riposo,si ritrova a narrare la sua storia ad una prostituta.
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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"Una bomba cadde proprio vicino all'accampamento di me e Liam" cominciai a raccontare alla ragazza mezza nuda che avevo davanti. Era doloroso dover rivivere quei ricirdi recenti anche nei pochi giorni che avevo di pausa. L'indomani,infatti, sarei dovuto rientrare nella trincea,in quei mille pianti soffocati dei soldati e avrei dovuto rivivere ogni giorno con la paura che fosse l'ultimo.
"Fermò!" disse la ragazza "parti dal principio". Mentri si rivestiva ripresi a raccontare. 
"In una notte di settembre,mentre io e il mio amico Liam dormivamo,alcuni ufficiali dell'esercito piombarono violentemente in casa mia. Ci svegliarono con prepotenza e ci domandarono età e nome. 'mi chiamo Harry Edward Styles e lui è Liam James Payne e abbiamo entrambi 19 anni,ma lui ne farà 20 ad agosto'. I tre ufficiali ci presero per un braccio e ci trascinarono via. Mia madre piangeva,mio padre era impotente e se ne restava immobile sulla soglia di casa a guarda re mentre ci trascinavano via". Feci una pausa per smaltire il dolore di quel primo ricordo.
"Oh,vai avanti,ti prego!"
Mi pregò la ragazza.
"Sai è buffo disolito le prostitute non sono curiose". Ridacchiai prendendo tempo.
"Già,ma io sono una donna sposata...non dovrei essere qui...mi hanno costretta". Intravidi la sofferenza farsi spazio sul suo viso.
"I primi giorni fù molto duro. Le bombe cadevano come goccie di pioggia. I proiettili volavano. Non ci avevano neppure addestrati. Io,Liam e gli altri ragazzi della mia città eravamo come mucche mandate a pascolare in un campo minato. Col tempo imparai a muovermi per la trincea. Strisciavamo io e Payn nel fango come lombrichi. Il freddo dell'inverno si faceva sentire e ormai avevamo perso il conto dei giorni."
La prostituta mi guardò incalazante. Forse avrebbe raccontato la storia del giovane soldato riccio di nome Harry Styles ai suoi figli,quella sera. E forse gli avrebbe detto che non succedeva per davvero perchè le storie devono essere finte. 
"Beh..."sussurrai "io e il mio migliore amico avevamo pensato che presto ci avrebbero mandato a casa,ma rimanemmo delusi. Un giorno ci spedirono nella galleria rosso. Ci restammo,credo,per una settimana. Fù orribile. La montagna tremava e le urla dei generali rombombavano cattive e minacciose. Nessuno aveva mai il coraggio di dire niente,nessuno più si guardava in faccia. Come bestie eseguivamo gli ordini di chi ci portava al pascolo. In un giorno freddo di neve due soldati si misero a litigare per il rancio. Si spingevano e urlavano. Ad un certo punto uno cadde giù,dove la montagna finiva. Il vuoto catturò le sue urla stridule. Arrivò una pioggia di proiettili dalle trincee nemiche. I pochi soldati che si erano accampati dove la roccia non protegge vennero percossi da quell'ondata forgorante che strappa l'anima e la vita.Quell'onda che non perdona e che se non ti uccide subito porta mille infezioni che ti ammazzano al posto suo..." la mia voce suonò pesante e le mie parole provocarono le lacrime della mia ascoltatrice.
"Ricorda Ginevra: i proiettili austriaci non perdonano e l'inverno lo fa ancor dimeno" la ragazza mi guardava implorante. Non sapevache dire o che fare. La guardai e cercai di sorriderle,ma poi tornai serio.
"non volevo farti piangere" le confessai avvicinandomi. Le accarezai la guancia e le sussurrai "e tuo marito? Tuo marito è contenta che tu..." 
Si allnontanò brusca. 
"non volevo che tu riagissi così..." dissi abbassando lo sguardo. Ginevra non si mosse e dopo molto tempo aprì la bocca,ma poi si fermò,ci riprovò,ma ancora niente da fare.
"Mio marito è...è morto" disse quasi ridendo. La sofferenza era tanta nella sua voce. 
"odio quelle montagne quanto te. Sò cosa fa il freddo,sò che la montagna non perdona...". Non piangeva. Era ferma,con lo sguardo basso e le mani sulle cosce. "Forse è per questo che ti chiedo la tua storia,quando tu parli sento come se mio marito Erik fosse ancora qui". Non seppi che dire. Le sue ultime parole mi lasciarono privo di mestesso. Mi sentii male per tutto ciò che le avevo detto. Avrei dovuto usare modi più dolci,forse.
"Ti prego vai avanti" mi incalzzò con lo sguardo. Presi due secondi e ricominciai a raccontare
"L'avventura della galleria rosso mi turbò. Io e Liam non parlavamo più e ogniuno era preda di sestesso,delle proprie paure e della montagna. Una notte,mentre scendavamo la montagna per tornare alle trincee 'all'aperto',qualcuno mi chiamò. Non so se fù un sogno o un allucinazione,ma sentii la voce di mi padre mi chiamava disperato e a quel richiamo si aggiunse la voce di mio fratello e poi quella di mia madre. Guardai il cielo e le stelle,guardai i miei compagni,guardai la montagna e scoppiai in lacrime. Nei giorni seguenti vidi i miei compagni cadere un ad uno davanti a me. Mi sono chiesto più volte perchè non io,perchè proprio loro morivano e io invece ero vivo e 'vegeto'."
Guardai la ragazza bionda davanti a me. Vidi il suo sguardo triste posarsi sui miei occhi. Pensai che la vita era buffa a volta: prima ti rubava tutto e poi ,con un semplice sguardo,te lo ridava. Le sorrisi mostrandole le fossette. Lei mi guardò con dolcezza. Non ricevevo sguardi del genere da una vita. Mi ero scordato quanto poteva essere bello essere ascoltati,mi ero dimenticato il suono della mia voce. La notte scess in fretta ricoprendo i paesaggi alpini con la sua uscurità. All'alba dell'indomani ripartì per la trincea,il freddo e la sofferenza. 
 
 
Ginevra non rivide più il ragazzo riccio con le fossette. Chiedeva ogni giorno di lui senza mai avere risposte concrete dai soldati che la usavano come bambola. Harry,infatti,morì poco tempo dopo per salvare la vita del suo migliore amico:Liam. Liam raccontò per anni a figli e nipoti la storia del coraggioso soldato che aveva dato la vita per lui.
  
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