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Autore: ChiiCat92    28/03/2013    2 recensioni
Ecco l'atteso (spero) ritorno di "Deep Sea", che qualcuno ha amato e qualcun altro ha solo letto.
Ritroviamo i nostri novelli amanti alle prese con la dura realtà giornaliera; riuscirà Maryll ad accettare di avere due gambe? Tom combatterà l'istinto di a pensare a lei come creatura non Umana? I loro sacrifici e le loro sofferenze che valore hanno?
Bhè, leggete e scoprirete!
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Epilogo -

 

Quando riaprì gli occhi, respirò così a fondo che i polmoni gli fecero male.

Gli occhi impiegarono un lungo istante prima di mettere a fuoco il mondo intorno a lui.

Era sdraiato a terra, sul pavimento della cucina. Vedeva le gambe del tavolo, le sedie...e Bill steso privo di sensi accanto a lui.

Nell'aria ondeggiava profumo di caffè.

Tom si portò una mano alla testa per reprimere il dolore che gliela faceva pulsare.

Si alzò lentamente, e si avvicinò a Bill, scuotendolo.

Lui mugugnò e si agitò, per poi spalancare di colpo gli occhi.

- Che cosa è successo?! -

Sbraitò, e provò ad alzarsi, per poi ricadere supino.

- Non lo so. - rispose Tom, ancora confuso - Devo andare da Maryll. -

Non diede il tempo a Bill di formulare qualcosa in risposta.

Traballante, corse alla porta, afferrò le chiavi della macchina e si gettò fuori.

La giornata era bella, serena e fredda come la ricordava.

La ricordava veramente? Aveva la mente confusa, come avvolta da una nebbia densa che non gli lasciava spazio ai pensieri.

Ricordava solo il litigio con Maryll, lo scontro con Aaron, e l'annegamento. Annegamento? Non poteva essere, forse era solo parte di un sogno che tornava ora a galla.

Incespicò nel vialetto e quasi cadde a terra. Riuscì a riprendersi e si lanciò verso la macchina.

Con mano tremanti aprì la portiera e mise subito in moto, senza lasciare che il motore si riscaldasse.

Fece una frettolosa retromarcia, che dovette costargli il faretto posteriore destro, perché sentì rumore di vetri che toccavano terra.

Imboccò la strada e pigiò sull'acceleratore più forte che poté, facendo lo slalom nel traffico e rischiando di investire un paio di pedoni.

Aveva in mente solo un pensiero: Maryll.

 

*

 

Maryll sentì in lontananza il suono dell'Oceano, e un freddo gelido che le dava i brividi.

Si strinse in se stessa, cercando una briciola di calore, senza però trovarla.

Il vento le soffiò in faccia della sabbia, che le arrivò tra le labbra leggermente schiuse.

Aprì piano gli occhi.

Un gabbiano la guardò con curiosità. Era appollaiato di fronte a lei, con la testolina leggermente piegata in un lato, come se stesse aspettando che si svegliasse.

Sotto di lui, come se fosse un uovo preziosissimo, si intravedeva lo scintillio di uno zaffiro. Doveva essere Sàgara, e il gabbiano faceva la guardia.

Maryll si tirò su. Aveva i capelli tutti impiastricciati di sabbia, la pelle ricoperta di granelli, e gli occhi che le prudevano.

C'era vento, qualche amatore faceva windsurf sulla onde alte, le loro grida si perdevano nel rimbombo delle onde.

Il gabbiano gracchiò, per attirare la sua attenzione.

Si alzò, e lasciò scoperta la Pietra.

Maryll l'afferrò, la guardò scintillare tra le sue mani.

Poi cominciò a scavare nella sabbia, con foga sempre crescente. Si spezzò un'unghia, s'imbrattò i vestiti di fanghiglia sabbiosa. Finché non ebbe scavato una buca abbastanza profonda da entrarci lei stessa, non si fermò.

L'acqua, sul fondo, cominciava a filtrare.

Maryll lanciò la Pietra nella buca, e la ricoprì completamente, finché non rimase solo sabbia bagnata, livellata con cura.

Il gabbiano era rimasto per tutto il tempo a guardarla. I suoi occhietti intelligenti la scrutavano.

Maryll avrebbe giurato di aver visto un bagliore azzurro nel loro fondo scuro.

Il gabbiano saltellò, apparentemente felice, nel punto il cui lei aveva finito di richiudere la buca.

Dall'alto, in grandi cerchi, planò un secondo gabbiano, più piccolo.

Si accucciò accanto al primo e gli strofinò la testina contro il petto.

I due uccelli la guardarono, colmi di gratitudine.

Poi si alzarono insieme in volo.

Maryll li guardò, finché non divennero che due puntini nel cielo azzurro.

Rimase seduta ancora un po', con il freddo che le entrava nell'anima.

Un'ombra dietro di lei nascose per un attimo il sole.

Una giacca calda le cadde sulle spalle.

- Mi sembra di non fare altro che venirti a prendere sulla spiaggia. Potrei comprare un appartamento qui vicino, se ti va. -

Maryll riconobbe istantaneamente quella voce.

Si alzò su, come in un sogno, e abbracciò Tom, alto dietro di lei.

Non riuscì a trattenere più le lacrime. Scoppiò in un pianto disperato e sconnesso, in cui si mischiavano frasi smozzicate e incomprensibili.

Tom la strinse a sé, come se non l'avesse fatto per molto, troppo tempo.

La piccola creatura tra le sue braccia tremava come un pulcino bagnato.

Le alzò il mento con una mano e la baciò.

Come per magia, i suoi tremori cessarono, le lacrime si fermarono.

Gli occhi di Maryll si fissarono nei suoi, catturati per sempre.

- Sembra che tu abbia combinato un bel casino. -

Le disse lui, con un mezzo sorriso.

Maryll rischiò di scoppiare a piangere ancora, ma lui fermò la sua disperazione con un altro bacio.

- Come sapevi che ero qui? -

Chiese lei, con la voce che sapeva di lacrime, tremante come la luce di una candela smossa dal vento.

- Io so sempre dove sei. - le diede un altro bacio - Il che, è un po' inquietante. Ma ti ho persa così tante volte, che ora so sempre dove trovarti. E sai una cosa? - abbassò il tono della voce, come a voler dire che quello era un segreto che doveva imprimersi bene in mente - Non voglio perderti mai più. -

- Perdonami, sono una stupida. Ho dato tutto per scontato. Ti amo, ti amo, ti amo! -

Maryll si sciolse in lacrime, e stavolta non ci furono baci che poterono fermare il suo pianto.

 

*

 

Maryll non si chiese mai cos'era successo quando aveva lasciato Tom sugli scogli e si era rigettata in mare. Non se lo voleva chiedere, perché temeva con tutte le sue forze ogni ricordo che aveva a che fare con quel mondo.

Sapeva solo che ad un certo punto, l'Oceano l'aveva rifiutata, spingendola avanti e indietro con onde e correnti.

Si era sentita risucchiare sul fondo, e aveva perso i sensi.

Quando si era risvegliata, si era ritrovata sulla spiaggia, quella dove Coraline le aveva offerto l'aiuto di Sàgara per risolvere i suoi problemi.

Ma adesso, aveva imparato che non aveva bisogno di nessun aiuto per farlo, aveva bisogno soltanto dell'amore di Tom.

Soffriva ancora la mancanza dell'Oceano, ma soffriva ancor di più pensando di dover perdere lui; per cui era arrivata a raggiungere un fragile equilibrio che la teneva in piedi.

Bill sembrava ricordare tutto quello che era successo, e il loro rapporto non poteva essere più complice e più rilassato.

Lui era l'amico di cui aveva bisogno, la compagnia con cui sfogarsi quando si ritrovava sola.

Maryll non avrebbe potuto fare pronostico migliore: in quel mondo, erano davvero felici.

Tom aveva imparato ad allentare la presa, e a non trattare più Maryll come una bambina incapace. Gli costò ogni più piccolo sforzo del suo essere, ma ci riuscì.

Le presentò qualche amica, qualche collaboratrice, e lei riuscì a sentirsi più padrona della sua vita, allontanando il pensiero di essere un essere indesiderato.

Di contro, Maryll aveva finalmente imparato a nuotare. Grazie ad un'istruttrice molto carina che aveva preso il posto di Aaron.

Non erano state state giustificazioni per la sua assenza, nessuno sembrava sapere chi fosse quando i due cercavano sue notizie.

Maryll e Tom erano tornati all'Acquario per vedere i delfini, e lei era riuscita a nuotare con loro.

Neanche lì, c'era traccia di Aaron, o di Coraline.

Sembrava che la loro esistenza fosse stata spazzata via.

A volte, Maryll si riscopriva a guardare il cielo, e intravedeva le sagome di due gabbiani che volavano liberi, lontani da ogni legame, finalmente insieme.

Le piaceva pensare che fossero loro, Aaron e Coraline.

Le piaceva pensare che il cerchio si fosse spezzato, e che fossero liberi di vivere come volevano, sulle ali del vento, lontani da ogni mondo, terreno e sottomarino.

Maryll abbracciò Tom da dietro, ancora umida per la doccia appena fatta.

- Ti amo. -

Lui non si stupì, ma fece un mezzo sorriso.

- Ti amo anch'io. -

Si scambiarono un intenso bacio, carico di significati.

Erano insieme. Non c'era mondo più felice di quello.

 

The End


The Corner

Ciao a tutti e ben trovati!
questa è l'ultima pubblicazione di Marzo!
come vola il tempo, eh?

è volato anche per "Deep Sea 2", che è giunto alla sua conclusione...siete soddisfatti?
Bhè...il regalo del mese è il nuovo capitolo della nuova storia:
diamo il benvenuto a "Tierfreunde"!
vi aspetto numerosi come sempre!
al prossimo giovedì,
buona Pasqua a tutti :3

Chii

 

   
 
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