Capitolo
48 – Margherita
Mi
stropicciai gli occhi, sbadigliando, e alzando la
testa dal petto di Bill. Ci eravamo addormentati sul divano, come due
bambini,
davanti alla televisione accesa. Dopotutto, non era molto interessante
quel
film sui pirati.
Tentai
di alzarmi ma il mio pancione enorme non me
lo concesse, facendomi ricadere seduta sul posto. Sbuffai, soffiandomi
via una
ciocca di capelli chiari dal viso. Odiavo essere così goffa.
“Uhmpf.”
Bill aprì piano gli occhi, sbattendo le
palpebre, per poi girarsi e guardarmi con un sorriso addormentato.
“Buongiorno.” Sospirò.
“Billie..
sono le cinque e mezzo del pomeriggio.”
Ridacchiai, notando la sua espressione confusa e stupita. Forse davvero
pensava
fosse mattina. “Il tuo stupido film era talmente noioso che
ci siamo
addormentati.” Gli spiegai, facendogli una carezza sulla
guancia.
Era
passato un anno dal giorno in cui anche Bill e
Tom si erano finalmente ritrovati. Io e il mio ragazzo avevamo passato
un
periodo difficile, oltre al dolore per il bambino che avevamo perso, si
era
aggiunto il fatto che io non riuscivo a rimanere incinta.
Era
molto frustrante per entrambi, desideravamo un
figlio più di ogni altra cosa al mondo, ma il ginecologo ci
aveva detto che
questa difficoltà poteva dipendere dal fatto che non ero
riuscita a portare a
termine la prima gravidanza. Nessuno dei due aveva problemi, comunque,
bisognava solo aspettare ed essere pazienti.
Dopo
tre mesi, infatti, il dottore ad una visita di
routine ci aveva informati che entro nove mesi saremmo diventati
genitori. La
gioia quel giorno toccava le stelle.
Quasi
tre anni insieme, ma lo amavo come il primo
giorno e, se possibile, ancora di più.
Eravamo
agli sgoccioli, ormai, e il bambino (o la
bambina) era sano e forte, non dovevamo temere niente. Quella volta
nulla
sarebbe andato storto.
“Ahi!”
Strillai, portandomi una mano al ventre.
“Piccola peste.” Sussurrai.
“Calcio?”
Ridacchiò Bill, accarezzandomi la pancia
con un sorriso amorevole.
“Calcio.”
Annuii con la testa, mettendo una mia mano
sopra quella di lui. Era così bello sentire il modo in cui
mi sfiorava.. così
delicato e attento.
“Ti
amo.” Disse poi, ad un soffio dal mio viso.
“Lo
so.” Sfiatai, allungandomi appena per appoggiare
le mie labbra sulle sue. “Ti amo anche io.” Sorrisi
sulla sua bocca, baciandolo
ancora.
“Ciao
mondo.” Tom fece il suo ingrasso in salotto,
muovendo una mano a mezz’aria in nostra direzione.
“Come state?” Ci chiese,
sedendosi sulla poltrona di fianco a noi.
“Se
ti ho dato le chiavi non è perché tu entrassi in
casa quando ne hai voglia.” Sbuffò Bill, togliendo
le mani da sotto la mia
maglietta e girandosi verso il fratello.
“Tanto
non potete fare sesso, non la vedi? E’
enorme!” Ridacchiò, indicandomi.
“Ehi!”
Mi abbracciai, nascondendo il mio pancione
gigante, facendogli una linguaccia. “Non si dice mai ad una
signora che è
grassa.”
“Ad
ogni modo, se sono qui è per una cosa seria.”
Divenne serio di botto, grattandosi un orecchio nel suo tipo fare da
nervoso.
“Seria.” Annuì col capo, mordendosi il
labbro inferiore.
“Sentiamo,
su.” Bill si appoggio allo schienale, con
un braccio dietro alla testa e l’altro intorno alla mia vita.
“Beh,
è complicato.. si tratta di Ary.”
“Ary?”
Inarcai un sopracciglio.
“Beh
sì, insomma.. Sono due anni e mezzo che stiamo
insieme ormai. E’ tanto, no?” Ridacchiò
stridulo, allargandosi il collo della
maglietta con una mano.
“E’
incinta, per caso?” Chiese Bill, guardandolo di
sbieco.
“No,
no, no! Niente bambini per adesso! Ci
mancherebbe..” Sbottò, passandosi una mano sulla
fronte.
“E
quindi?”
“Bill!
Ci sto arrivando, ma così non mi aiuti!”
“Fai
un respiro profondo, da bravo.” Lo incoraggiai,
prendendogli le mani nelle mie e stringendole.
“Voglio
chiederle di sposarmi.” Soffiò, con un filo
di voce.
…
…
“Cosa?”
Biascicò Bill, sgranando gli occhi. “Tu vuoi
chiederle.. cosa?”
“E’
così incredibile?”
“Beh,
sì.” Farfugliai, sotto shock. “Ma sei
sicuro?”
Sapevo bene mia sorella cosa pensava dei matrimoni. E se non avesse
accettato?
“Mai
stato più sicuro di così.”
Annuì da solo,
abbozzando un sorriso che doveva essere rassicurante.
***
Sogghignai
mentre mi dirigevo al bagno. Tom stava
per chiederglielo! Stava per chiederle di sposarlo! Lei ovviamente era
terrorizzata, ma lo immaginavo già questo.. Sperai vivamente
che non facesse
cavolate, quando era nervosa era capace di tutto.
In
fondo al cuore ero certa che non avrebbe mai
avuto il coraggio di dire di no a Tom. La conoscevo meglio di chiunque
altro,
lei era innamorata, innamorata all’ennesima potenza e nel suo
piccolo ci
sperava in un matrimonio con il suo fidanzato.
Mi
appoggiai con il palmi sul lavandino, guardando
il mio riflesso nello specchio. Ero più pallida del solito,
ma gli occhi erano
sempre vivaci e i capelli più chiari. Avevo fatto qualche
colpo di sole un po’
di mesi prima, volevo cambiamenti.
Quella
gravidanza era difficile da portare avanti,
ero sempre piena di voglie e Bill le doveva assecondare, o avrebbe
rischiato la
morte visto che ero più nervosa e intransigente del normale.
Le mie emozioni
erano amplificate il doppio e scattavo per qualsiasi cosa.
Fortunatamente avevo
un fidanzato meraviglioso, paziente e dolcissimo.
Non
avevamo voluto sapere il sesso del bambino,
volevamo che fosse una sorpresa. Lui avrebbe preferito una femmina, io
un
maschio.. Ma non ci importava poi molto, eravamo talmente euforici che
poteva
essere anche un alieno!
Mi
tirai indietro i capelli, sorridendo tra me e me,
per poi sentire un colpo fortissimo all’addome.
“Cazzo.”
Mormorai, stringendo gli occhi e piegandomi
su me stessa. “Che dolore.”
Cercai
di ritornare dritta con la schiena ma un
altro colpo me lo impedì, facendomi finire seduta per terra
con la schiena
incollata al muro.
“Piccolo,
così mi fai male” Sfiatai, accarezzandomi
il ventre.
Lanciai
un grido soffocato quando mi arrivò un altro
colpo, più violento degli altri due. Cominciai a respirare
affannosamente,
sentendo la fronte imperlarsi di sudore.
Abbassai
lo sguardo e per poco non mi sentii
soffocare: mi si erano appena rotte le acque.
“AIUTO!!”
Gridai più forte che potevo, in preda al
panico.
***
Tom
si sbatté la porta alle spalle, sbuffando e
dirigendosi verso il bagno. Che cavolo, perché doveva
comportarsi così proprio
in un momento così delicato? Di cosa aveva paura?
Sospirò
e tirò un debole calcio per terra. Ary
solitamente non sbagliava mai, quando avvertiva che la sorella non si
sentiva
bene, o che comunque era successo qualcosa. Ma quella volta gli
sembrava più
che altro una scusa, così si era alzato e ora stava andando
a controllare solo
per farla contenta e per schiarirsi un po’ le idee. Non
voleva prepararsi un
discorso mentale, tanto sapeva che non ci sarebbe mai riuscito a
impararlo a
memoria. Meglio buttarsi e sperare che andasse tutto bene.
Il
bagno era molto lontano rispetto alla stanza
mixer, doveva attraversare tutto lo studio e percorrere poi un lungo
corridoio.
Ora che ci pensava, però, Ale era in bagno da un bel
po’.
Mentre
camminava lentamente, e con la sua andatura
goffa e ondeggiante sentì un grido strozzato. Quella, ed era
sicuro di non
sbagliarsi, era la voce di Ale!
Si
fermò interdetto in mezzo al corridoio in cui era
appena arrivato, tirò un orecchio e subito si senti un altro
urlo: “AIUTO!”
“Oh
cazzo!” Sibilò, cominciando a correre, tirandosi
su i pantaloni con le mani per essere più facilitato.
Perché urlava? Cos’era
successo? Lei e il bambino stavano bene?
Arrivò
davanti alla porta del bagno e la spalancò,
trovando Ale seduta per terra, le mani strette sulla pancia, e il volto
pallido
e sudato.
***
Stavo
per gridare un'altra volta, quando la porta
davanti a me si aprì di botto, rivelando un Tom preoccupato
e con il fiatone.
“Tom!”
Strepitai non appena lo vidi, una gocciolina
di sudore che mi colò lungo la tempia, non ce la facevo
più.
“Piccola!”
Mi venne incontro, prendendomi le braccia
e tirandomi su. Mi appoggiai a lui con tutte le forze, non riuscivo
nemmeno a
stare in piedi. “Non vorrai mica partorire qui.”
Sorrise di sbieco, mettendomi
una mano intorno alla vita e trascinandomi fuori di lì.
“Aiuto,
aiuto. Mi si sono rotte le acque Tom!”
Piagnucolai, camminando a fatica.
“Ora
chiamo l’autista!”
In
poco tempo riuscimmo a ritornare dagli altri, che
stavano ridendo e scherzando nella sala insonorizzata. Ehi! Qui sta per
nascere
un bambino!
“Che
hai!?” Bill mi venne incontro non appena mi
vide sbucare fuori dal corridoio insieme a Tom. Probabilmente dovevo
avere la
faccia come quella di un cadavere.
“Portatemi
in ospedale, SUBITO!” Abbaiai, nervosa e
in una piena crisi di panico.
“Perché?
Amore, stai male?!” Oddio, sono circondata
da incapaci.
“Sta
per nascere tuo figlio, cretino!” Ridacchiò
Tom, sparendo nella stanza mixer, probabilmente a recuperare mia
sorella, che
doveva essere rimasta li nel frattempo.
“Muoviamoci,
non c’è tempo da perdere!”
Esclamò
Bill, facendomi appoggiare a lui e conducendomi fuori, dove
c’era la loro auto
personale ad aspettarci.
***
“Cazzo,
cazzo, cazzo.” Farfugliò Bill, in camice
verde in piedi vicino al lettino su cui ero sdraiata. “Mi
fanno impressione
tutti quei cosi!” Pigolò, indicando gli strumenti
che il dottore stava
preparando su di un tavolino. Sfortunatamente avrei dovuto fare il
cesareo,
c’erano dei problemi con la posizione del bambino dentro alla
mia pancia.
“Bill..
stai.. calmo..” Sussurrai, intenta a
respirare come mi aveva insegnato il mio ginecologo.
“Signorina,
se lei è pronta noi potremmo procedere
con l’anestesia.” Mi informò sorridente
il medico, già pronto con un siringone
in mano.
“Prontissima.”
Strinsi convulsamente la mano a Bill.
“Stai con me, vero?” Gli mormorai poi, prima che il
dottore mi venisse vicino.
“Non
me ne vado” Annuì, accarezzandomi una guancia
arrossata.
“La
avviso, l’operazione è particolarmente
truculenta.” Sorrise bonaria l’ostetrica.
“Se è facilmente impressionabile le
consiglio di dare le spalle al campo operatorio e di guardare la sua
compagna
in faccia, sedendosi su una sedia.” Indicò una
seggiola di fianco al mio
lettino e lui la prese subito, posizionandola davanti a me e
sedendocisi sopra.
“Bene,
possiamo iniziare” Annuì il medico,
avvicinandosi ancora di più e infilandomi l’ago
nel braccio. Bastarono pochi
secondi perché i rumori a me diventassero confusi e la vista
mi si offuscasse.
Crollai addormentata dopo forse un minuto, senza nemmeno accorgermene.
L’ultima
cosa che vidi, prima di cadere tra le
braccia di Morfeo, fu il viso di Bill guardarmi sorridente.. e la sua
voce
sussurrarmi di stare tranquilla, che sarebbe andato tutto bene e che al
mio
risveglio lui sarebbe stato accanto a me.
***
“E’
nata! Nata!” Rise il dottore, sollevando un
frugoletto ancora sporco di placenta, che urlava piangendo e si muoveva
piano
tra le mani dell’uomo.
“Nata?”
Sfiatò Bill, guardando per un istante Ale,
ancora addormentata, per poi girarsi verso l’ostetrica e il
ginecologo.
“Signor
Kaulitz? Lei è appena diventato papà di una
bellissima e sanissima bambina.” Sorrise
l’infermiera, prendendo la bimba tra
le braccia e avvolgendola in un asciugamano rosa.
Una
lacrima colò lungo la guancia di Bill, che preso
dall’emozione non capiva più niente,
riuscì solo a fare quattro passi e
affiancare la donna, che stava pulendo sua figlia e la asciugava.
“Ha
i capelli biondi” Sorrise, girandosi verso di
lui. “La sua fidanzata ha i capelli biondi al
naturale?”
“Non
lo so.. non lo so..” Scosse la testa, in preda
alla confusione più totale, riuscendo solo a capire che
quella che l’ostetrica
gli stava infilando tra le braccia era la sua bambina, la sua
principessa..
La
sua, Margherita..
***
Aprii
piano gli occhi, infastidita dalla luce del
sole che filtrava dalla finestra semiaperta. Ero nella mia stanza
d’ospedale,
questo lo avevo intuito.
“Ben
tornata tra noi, mamma” Mi girai di scatto.
Bill era seduto di fianco al mio letto e tra le braccia..
c’era il nostro
bambino. Il nostro bambino!
“Oh
mio dio..” Bisbigliai, sentendo le lacrime
accalcarsi dietro ai miei occhi. “E’.. è
una femmina, vero?” Mormorai
strozzata, notando che la copertina che la avvolgeva era rosa chiaro.
“Ce
l’ho fatta ad avere la mia principessa.”
Sorrise, allungandosi verso di me e appoggiandola al mio fianco.
Per
poco non svenni, era così piccola, così bella..
il cotone della coperta le copriva il viso, con una mano lo abbassai e
rimasi
incantata nel vedere i suoi occhietti vispi guardarmi.
Allungò le manine verso
di me, facendo un verso strano con la bocca.
“Margherita..”
Sussurrai, guardando Bill. Avevo
voglia di piangere, ne avevo davvero tantissima.
“Sei
felice?”
“Sono
in paradiso.” Mormorai commossa. “Ti amo
Billie.”
“Ti
amo anche io amore” Si avvicinò, prendendomi
delicatamente la testa e sfiorandomi le labbra in un bacio delicato.
“Per
sempre.”
“Si
può?” Alzai lo sguardo verso la porta e li vidi
venirmi incontro: Tom, Georg, Gustav e mia sorella.
“Ale!”
Grido Ary, facendo una corsetta verso di me.
“Si
certo, lei è appena stata operata e tu le gridi
nelle orecchie.” Ridacchiò Tom, sbuffando
divertito, facendomi sorridere
felice.
“Oddio
ma è bellissima!” Ary si portò le mani
davanti alla bocca, guardando la sua piccola nipotina.
“E’ meravigliosa Ale!”
Si chinò, baciandomi su una guancia, mi fece una carezza
sullo zigomo. “Ti
voglio bene.”
“Fatemi
vedere mia nipote.” Tom si fece largo da
solo, affiancando il fratello e guardando Margherita adorante.
“Ehi, sono lo
zio Tom. Ciao!” Sorrise avvicinandole un dito, che lei
prontamente afferrò e
strinse con la sua manina così piccola e bianca.
“Come
stai?” Sorrise Georg.
“Molto
bene, ho solo sonno.”
“Ed
è comprensibile, dopo l’anestesia è
sempre così”
Annuì Gustav, accarezzandomi un ginocchio. “Vuoi
riposare un po’?”
“Magari..
però non portatela troppo lontano.”
Miagolai, guardando apprensiva la mia bambina passare dalle mie braccia
a
quelle di Bill.
“Alla
faccia, hai dormito altre tre ore.” Ridacchiò
qualcuno, non appena aprii gli occhi. Tom, come immaginavo.
“Ciao
cognato.” Sorrisi, sbadigliando e
stiracchiandomi, pentendo all’istante di averlo fatto,
sentendo i punti sulla
mia pancia tirare e farmi un male cane.
“Non
ancora.” Sbuffò, guardando fuori dalla
finestra. “A proposito come mai la tua dolce sorellina si sta
comportando in
questo modo assai sgradevole?” Mi guardò con occhi
angelici, sbattendo
velocemente le ciglia. “Io ci provo a parlarle, ma lei mi
evita e svia
l’argomento!” Si lamentò.
“A
parte che non sono nelle condizioni per fare la
consigliera.” Ridacchiai. “Ti posso solo dire che
ti ama, con tutto il cuore.
La sua è solamente paura. Insensata, sì, ma pur
sempre paura.”
“Quindi..
io come glielo devo dire?”
“Le
parole ti usciranno al momento giusto, questo è
l’ultimo problema che ti devi fare Tomi.” Sorrise.
“E ora abbracciami
cognatino!” Allungai le braccia e lo strinsi forte a me,
sentendo le sue mani
dietro alla schiena che mi sfioravano appena, aveva paura di farmi male
forse.
“Ti
voglio bene, sai?” Sussurrò al mio orecchio.
“Certo,
anche io te ne voglio tanto.” Annuii,
baciandogli una guancia a schiocco. “Gli altri dove sono? E
Margherita?”
“Allora,
tua sorella è schizzata un attimo a casa
per farsi una doccia, Gustav e Georg in studio da David, Margherita
l’hanno
portata via per darle da mangiare mentre tu dormivi, ma Bill
è andato a
riprenderla, adesso dovrebbero tornare.”
“La
mia bambina la allatto solo io.” Mi imbronciai,
incrociando le braccia al petto e sbuffando. “E’
bella, non è vero?” Chiesi
poi, sciogliendomi in un sorriso al pensiero di quel musetto roseo e
magro.
Ancora non ci potevo credere.
“E’
splendida.” Annuì, prendendomi una mano.
“Ti
somiglia, sai?” Ridacchiò a bassa voce.
Dopo
tutto il dolore che avevo sofferto l’anno
passato ero riuscita a rimettere in piedi quello che si era distrutto,
ero
riuscita ad avere un figlio con Bill.. ad avere una famiglia con lui e
non
avrei mai amato niente più di loro, di mia sorella, di Tom,
di Georg e di
Gustav.
***
Vive!
Siamo vive! E come al solito, indovinate la
colpa di chi è? ._. Mi immolo, perdonatemi.. ma ho una vita
troppo incasinata!
Università, esami, fidanzato superstronzissimomaledetto.. un
sacco di problemi
da risolvere.. pff. Eccoci qui comunque, con il terzultimo capitolo! J
Fiocco rosa in casa Kaulitz, chebbellezza **
La situazione tra Ary e Tom non è ancora chiara.. lui,
impacciato, ci prova..
lei glissa. Come finirà? U.u Lo saprete nel prossimo
capitolo che, visto che
sarà il turno di Ary a postare, arriverà in tempi
brevi ahahah :D
Un bacione a tutte donzelle che ci seguono e un ringraziamento speciale
a Alice_Schafer che ha commentato
il
precedente capitolo!
Vi
adoriamo,
Ale&Ary
ENJOY!!