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Autore: LaMusaIspiratrice162    28/03/2013    1 recensioni
"Qui nulla è quello che sembra!"
"Ma il mio amore per te, quello non cambierà mai"
"In realtà questa sarà la prima cosa a mutare."pensai angosciato.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tastavo ogni centimetro del muro della mia camera alla ricerca di qualcosa che non sapevo nemmeno io. Dopo aver ripensato per un ora a quello che avevo ricordato, mi era sorta una domanda a cui avevo voluto subito trovare una risposta:

Se Cinnamon era stata portata al Palazzo degli Orchi perché non l’avevo mai vista?  Doveva essere stata imprigionata da qualche parte, in un luogo che si poteva raggiungere solo attraverso un passaggio segreto. Era una teoria assurda, ma in quel momento non la pensai così. E dopo aver picchiettato a lungo il muro e cominciato a sentirmi un vero idiota, mi arresi e mi sdraiai sul letto senza speranze. Preso da una terribile frustrazione lanciai una scarpa contro la libreria ed un libro cadde a terra. Improvvisamente, come in un film fantascientifico, la libreria si spostò lasciando intravedere un lugubre corridoio. Scattai in piedi e lo attraversai : dovetti scendere molte rampe di scale prima di trovarmi in un luogo che non avevo mai visto. Era un lurido agglomerato di celle per lo più vuote, che erano state occupate negli anni passati dai rivoluzionari più agguerriti e valorosi.

 L’ultima cella, tra l’altro l’unica ad essere chiusa da una pesante porta blindata, attirò la mia attenzione. Allora presi le chiavi appese accanto e le usai per aprirla. Al suo interno vidi una donna che nonostante fosse segnata dalla vecchiaia e dalla lunga prigionia, aveva mantenuto una certa dignità ed eleganza. Era passato tanto tempo, ma riuscii a riconoscerla: era Cinnamon!

Quando mi ritrovai davanti a lei, mi resi conto di quanto fosse stata stupida la mia ricerca dato che non avevo nulla da chiederle né da dirle.

-Chi sei tu?-mi chiese lei.

-Sono il principe degli Orchi.-

-Non ti aspetterai che mi inchini,vero?-

-Certo che no, Signora.-dissi trattenendo una risata.

-E cosa vuoi?-

-Non lo so-risposi.

Lei si voltò e mi guardò meglio incuriosita. Dopo avermi osservato per qualche secondo si coprì le labbra con le mani e sussurrò: -Oh no…sei tu!-

Annuii tristemente.

-E come mai sei diventato ugualmente il Principe? Sylvette ha violato il patto?-

-No le cose sono andate in modo diverso…è una lunga storia.-commentai.

-Raccontamela- mi disse con uno sguardo pieno di comprensione e compassione, invitandomi a sedermi accanto a lei sul suo lurido letto.

-Allora…-iniziai- dopo quel giorno la mia vita divenne impossibile, proprio come aveva predetto Sylvette. Non potei più uscire di casa e trascorsi tutte le mie giornate a guardare il mondo fuori dalla finestra rimpiangendo il passato. La cosa peggiore fu che le cose si complicarono anche per i miei genitori! Mio padre, che era un soldato della Corona, non potè più andare a lavorare senza che tutti lo guardassero e lo allontanassero. Poi un giorno accadde qualcosa di davvero terribile. Mio padre fu convocato dal capo delle Guardie che desiderava fargli un importante proposta.

Giunto lì, l’uomo gli intimò che se non si fosse sbarazzato di me non avrebbe più continuato a lavorare per lui.

“Come può chiedermelo? E’ mio figlio!” rispose.

Tuttavia il senso del dovere e la paura di perdere il suo caro lavoro riuscirono ad avere la meglio sull’affetto paterno. E con tono arrendevole chiese disposizioni. Con me e mia madre si giustificò così: “Non abbiamo altra scelta. Tenendolo qui rischiamo la nostra e la sua vita!”. Mia madre si disperò e lo supplicò : niente riuscì a dissuaderlo dal suo diabolico intento.

Quando venne a prendermi per portarmi via da lui, aveva piovuto. Mentre stavo osservando le gocce di pioggia appoggiate al vetro, lui mi ordinò di preparare la valigia. Inizialmente pensai che volesse portarmi al sicuro,ma il pianto di mia madre mi fece capire che mi sbagliavo.

Mentre la salutavo per l’ultima volta mi disse: “Non odiarlo…infondo ti vuole bene!”

Ma io non le credetti!-

-Mi dispiace…-commentò triste.

-Storia vecchia. E quale legame la congiunge a Sylvette?-

-Lunga storia-disse.

-Me la racconti allora.-

E ridemmo insieme, prima di immergerci nei ricordi.

  
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