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Autore: ScratchThePage    28/03/2013    0 recensioni
Cosa accadrebbe se una ragazza che vive perennemente in discoteca e in compagnia delle sue amiche e il fratello ormai abbonato ai videogiochi raccontassero delle fiabe alla sorellina più piccola, sotto l'occhio vigile del nonno, vecchio tradizionalista? Ovviamente il risultato è tutto da sperimentare.
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rosaspina
 
‹‹ Allora, con quale fiaba vuoi iniziare? ›› chiese Lucia, buttandosi sul divano vicino a sua sorella.
‹‹ Devo scegliere io? ›› rispose Francesca, un po’ stupita.
‹‹ Certo, sei il nostro giudice, tocca a te. ››
Lei ci pensò un po’: voleva ascoltare una fiaba abbastanza nota, in modo da notare da sola le stravaganze dei fratelli. Il problema era che ce n’erano parecchie alquanto conosciute e la scelta poteva risultare ardua.
Scartò subito Biancaneve, troppo vista e rivista. Cenerentola non le stava particolarmente simpatica, mentre la Bella e la Bestia le faceva una certa impressione. Cappuccetto Rosso, poi, era stufa di ascoltarla: tra l’asilo e la scuola elementare, sembrava quasi che le maestre fossero prive di fantasia se, ogni volta che volevano fare dei lavori di gruppo, utilizzavano sempre  quella fiaba.
‹‹ La Bella Addormentata nel Bosco! ›› decise alla fine.
‹‹ Allora sia Rosaspina. ›› disse Michele, rivolgendo un sorriso malizioso a suo nonno.
 
Il re stava sprofondando nella sua poltrona di pelle rossa. Fissava un punto indistinto sul soffitto, molto probabilmente la sua strana decorazione: un cielo azzurrissimo pieno di angioletti svolazzanti. Era incredibilmente kitsch, sia per i colori troppo accesi e sia per la plasticità delle figure. Avrebbe dovuto ridipingerlo anzi, l’avrebbe fatto; magari con qualche scena di caccia o un trionfo divino che alludeva alla sua gloria.
‹‹ Mi stai ascoltando? ›› esclamò, alquanto irritata, sua moglie.
Lui abbassò la testa e incrociò lo sguardo inferocito della donna.
‹‹ Prego? ›› domandò, consapevole di essersi distratto.
Era da un buon quarto d’ora che stava girando in circolo per la stanza, blaterando frasi senza senso, e lui si era un po’ scocciato di ascoltarla.
‹‹ Stavi guardando di nuovo il soffitto… ››
‹‹ E’ terribile, non posso farci niente. ›› rispose lui, noncurante.
‹‹ E tu ritieni più importante un soffitto mal dipinto dei miei problemi! ››
Aveva iniziato a strillare emettendo i suoi tremendi squittii, e questo era anche peggio degli angioletti kitsch.
‹‹ Non poso farci niente se non ti decidi a provare quel test di gravidanza. ››
La donna rimase in silenzio per un po’ per poi dire, quasi stizzita: ‹‹ Be’, certo… sarebbe una soluzione…››
‹‹ E allora? ››
‹‹ E’ che ho paura che finisca male come tutte le altre volte. ››
Sbuffò, alzandosi dallo schienale della poltrona. Certo, era vero che stavano cercando di avere un figlio da parecchi anni, ma non capiva perché ogni volta sua moglie si agitasse tanto: al massimo, se fosse andata male ancora per altre volte, ne avrebbero adottato uno. Magari alto , snello, furbo, di bell’aspetto e anche intelligente, in modo che arrecasse onore al suo casato.
‹‹ Ascolta, non devi preoccuparti: sono sicuro che questa volta ti andrà bene. ››
‹‹ Ma l’hai detto anche tutte le altre volte! ››
Grugnò e si infilò la testa tra le mani, disperato.
‹‹ Vuoi che ti tiri su di morale o che ti dica che sei sterile come un mattone? ›› mugugnò.
‹‹ Direi la prima…›› rispose la donna, alzando un dito.
‹‹ Allora va là dentro, prova quel benedetto test e vedrai che andrà tutto bene. ›› disse, indicando una porta rosa, ornata con bordure dorate e con delle piccole piastrelle di marmo che componevano la scritta “Toilette”.
Sua moglie annuì, più o meno convinta, e si avviò all’interno della stanza.
Il re sprofondò nuovamente nella sua poltrona di pelle rossa: tra la vista dell’uscio del bagno e del soffitto, preferiva questa. Primo, perché quell’ennesima attesa gli metteva fin troppo ansia; secondo perché questo era meno kitsch di quella terribile porta. Chissà, forse avrebbe dovuto ristrutturare quel castello da cima a fondo. Si vede fin troppo bene che apparteneva a mia suocera. Pensò.
Improvvisamente sentì un grido provenire dalla toilette. Scattò immediatamente in piedi: non era un urlo di paura o di spavento. Era uno di gioia e questo significava solo una cosa: questa volta ce l’avevano fatta, sarebbero diventati genitori. Quasi quasi era commosso.
Corse incontro a sua moglie, appena uscita dal bagno, abbastanza euforico. Fu felice di abbracciarla, anche se un po’ meno di sentire gran parte del fondotinta della donna finire sulla sua faccia.
‹‹ Oh caro, sono così felice! ›› esclamò quella tra le lacrime.
‹‹ Il test di gravidanza è risultato positivo? ››
‹‹ No, non l’ho nemmeno fatto. ››
Il re sciolse l’abbraccio, le pose le mani sulle spalle e la fissò negli occhi.
‹‹ Non l’hai fatto?! ›› domandò perplesso.
‹‹ No… ma una rana mi ha detto che entro un anno avrò una figlia! ››
Quell’affermazione lo fece rimanere di stucco: sua moglie si stava fidando della parola… di un animale apparso dal nulla?
‹‹ Una rana?››
‹‹ Sì! Caro non sei felice?›› esclamò riabbracciandolo di nuovo.
‹‹ Una rana?! ›› ripeté lui, pensando che forse esisteva qualcosa di peggio del castello kitsch di sua suocera.
  
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