Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: cljffvord    28/03/2013    5 recensioni
«Sono Justin…Ma non sono una persona normale, anche se sei nuova mi dovresti conoscere, tutti mi conoscono anche se non mi hanno mai trovato e mai lo faranno.»
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Pattie Malette, Ryan Butler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
 
Debby’s Point Of View
 
Non aprii bocca per tutto il viaggio. Avevo sbagliato. Lo avevo fatto arrabbiare. E anche tanto. Guidava lungo un sentiero stretto, in mezzo al bosco. Era tutto buio. “È arrivata la mia fine.” pensai. Si fermò al lato della strada sterrata. Mi irrigidì non appena vidi Justin che aprì la mia portiera. Mi prese il mento tra il pollice e l’indice e mi costrinse a guardarlo in faccia.
 
«Adesso tu vieni con me, voglio presentarti due miei amici molto simpatici.»
Mi slacciò la cintura e mi trascinò fuori dalla macchina. Chiuse la mia portiera e cominciò ad entrare in quel bosco. Si voltò verso di me con aria stanca.
 
 «Allora? Che fai? Vuoi rimanere qui?» Allargò le braccia indicando il buio e il nulla che ci circondava.
 
«Io, là dentro non ci vado.» rimasi lì ferma incrociando le braccia al mio petto «Tanto meno con te!» lo indicai. Sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
 
«Cazzo Debby, non ho tempo da perdere!» disse indicando la strada buia.
 
«Bene, allora io me ne vado così non perderai altro tempo!» alzai le braccia e mi voltai per ritornare alla macchina. Sentii dei passi dietro di me fino a quando qualcosa strinse il mio polso. Sussultai per lo spavento.
 
«Te lo dico per l’ultima volta, vieni con me.» disse con tono freddo. Scossi la testa. Justin strinse le labbra in una linea retta e ritrasse la mascella.
 
«Va bene, ma sappi che quello che stai facendo è il modo più semplice per farsi uccidere.» si voltò con le mani in alto come a dire ‘ti ho avvisato’. Deglutii rumorosamente. Cosa voleva dire?
 
«Cosa vuoi dire con questo?» dissi con voce tremolante. Mi torturai le mani dalla paura.
 
«Cosa vuoi che succeda a una ragazza, il sabato sera, in un bosco?» aggrottò le sopracciglia. Acuta osservazione. Sbuffai e mi incamminai verso di lui.
 
«Alleluja, ti sei convinta.» alzò gli occhi al cielo.
 
Perché avevo deciso di andare a quella stupida festa? Alice poteva anche essere lì ma non mi aveva dato importanza dato che si è accorta di me quando, ormai, la festa era quasi finita. Bella amica. Voglio vedere cosa mi dirà non appena questo pazzoide mi lascerà libera. Se mi lascerà viva.
 
«Stai bene?» abbassò lo sguardo verso di me. Alzai lo sguardo e lo guardai male. Sbuffò e si voltò di nuovo verso quel sentiero che sembrava infinito.
 
Arrivammo vicino ad un albero spezzato in due dove vicino c’erano due ragazzi che stavano fumando. Oh no. I due si voltarono verso di noi e sorrisero a Justin. Si avvicinarono e porsero una sigaretta a Justin che la accettò senza esitazioni. I due ragazzi posarono lo sguardo su di me.
 
«Hei Bieber, non ci dici niente del tuo nuovo giocattolino?» si avvicinò a me e mi tirò su il mento con il pollice e l’indice «Hei bellezza…» mi buttò il fumo in faccia. Tossii.
 
«Non ti eccitare, Chaz…» alzò lo sguardo verso quello che si chiamava Chaz e lo spinse vi con la mano «Voglio mostrare a Debby cosa succederà se andrà dalla polizia.»
Mi guardò con aria di sfida, mentre lo implorai con lo sguardo di lasciarmi andare.
 
«Ottimo…» disse uno biondo buttando a terra la sigaretta ormai finita «Abbiamo un conto in sospeso con Hill, dovremmo farlo ragionare e farci dare i soldi.» sorrise a Justin. Deglutii rumorosamente.
 
«Lo faremo ragionare…» Justin continuò a fissarmi con la stessa aria di sfida di prima «Ma a modo nostro.» fece un risolino. Rabbrividii.
 
Si voltò verso i due ragazzi «Incontriamoci a Kennedy Street e portate tutto il necessario.» disse con voce roca Justin. I due ragazzi sorrisero per poi voltarsi e scomparire nel buio della notte. Rimasi paralizzata. Kennedy Street?!? Io abito lì. Sono fregata. Vidi Justin allontanarsi da me.
 
«Debby?» lo sentii urlare alle mie spalle «Muoviti, non ho tempo da perdere.» disse con tono seccato. Rimasi immobile di spalle con il viso abbassato.
 
«Debby?» sentii ancora Justin chiamarmi. Non mi muovevo. Avrei voluto scappare, ma se fossi andata dritto avrei incontrato di nuovo i due amici di Justin; se avessi ascoltato Justin, probabilmente, mi avrebbe portato a casa sua e non tornerei mai più a casa mia. Cosa potevo fare?
 
Sobbalzi quando sentii due mani sui miei fianchi. Sentii un risolino da parte di Justin che si trovava attaccato a me.
 
«Debby?» chiese avvicinandosi al mio orecchio. Mi voltai verso di lui con occhi tristi.
 
«Portami a casa, ti prego…» dissi sul punto di piangere. Fece un sorriso accarezzandomi i fianchi.
 
«Ti lascerò andare se tu ora vieni con me, non ti accadrà nulla.» abbassai lo sguardo con gli occhi pieni di lacrime. Justin prese il mio mento tra il suo pollice e l’indice guardandomi negli occhi «Devo risolvere una questione con quel bastardo e non posso rimandarla.»
 
«Justin… Io non voglio assistere a un omicidio… Non posso, davvero… So cosa mi succederà se andrò a dire tutto alla polizia… Per favore lasciami andare…» la mia voce era smorzata dal pianto.
 
Sospirò «Tu vieni lo stesso con me.» disse con tono freddo, quasi seccato. Bene, la serata non poteva andare meglio di così. Lo avevo supplicato di lasciarmi andare, ma lui non vuole. Perché? Gli ho pure detto che non dirò nulla a nessuno di quello che lui mi ha detto. Evidentemente gode nel vedermi star male.
 
Mi prese la mano e cercò di trascinarmi via con lui, ma cercai di resistere puntando i piedi a terra aiutandomi con i tacchi che indossavo. Si voltò e mi guardò con la mascella contratta.
 
 «L’hai voluto tu.» alzò le spalle e buttò la sigaretta a terra calpestandola con le scarpe. Si avvicinò a me, mi prese per i fianchi e mi sollevò di peso per poi buttarmi sulla sua spalla sinistra come se fossi un sacco di patate.
 
«Justin, mettimi giù!» cominciai a tirare dei pugni sulla sua schiena implorandolo di mettermi giù. Niente. Non mi lasciava.
 
Si avviò verso la macchina e una volta che ci arrivò mi buttò letteralmente sul posto del passeggero. Lo guardai con rabbia mentre lui sorrideva divertito. Fece tutto il giro della macchina per poi andare al posto del guidatore.
 
«Non dirmi che non ti è piaciuto.» disse voltandosi verso di me.
 
«Il fatto che mi tenevi sulla tua spalla come un sacco di patate, no, non mi è piaciuto per niente.» dissi con tono freddo e incrociando le mie braccia al petto.
 
«Però sento il tuo corpo irrigidirsi quando ti tocco…» sorrise maliziosamente.
 
«Fottiti…» mormorai.
 
«Cosa hai detto?» chiese guardandomi con occhi pieni di rabbia.
 
L’avevo fatto di nuovo e questa volta, Justin, oltre ad uccidere quel Hill avrebbe ucciso anche me. Tutta colpa della mia testardaggine.
  
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