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Autore: GFPentium    15/10/2007    1 recensioni
E se bastasse poco per essere felici?... E se cambiare certe volte vuol dire migliorare?... E se il vero progetto per il perfezionamento dell'uomo fosse la famiglia?... E se la differenza tra uomo e donna è così sottile da non poterla vedere?... E se dal nucleo dello 01 invece di Shinji fosse fuoriuscit... Indovinato è una What if?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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NewGirlEntry058 Capitolo 58

Come entrò in casa, la First trovò i genitori sul divano e come vide la figlia, Ritsuko gli disse con tono grave:

“Rei, Yui è in camera tua, vacci a parlare, è completamente distrutta dal dolore.”

“Lo sospettavo, sentire Shinji felice stasera per lei è stato solo motivo di rammarico.”

La ragazza eseguì quell’ordine, come varcò la soglia della sua stanza, trovò la dottoressa Ikari rannicchiata sul letto mentre strizzava Cocco tra copiose lacrime, qui la First gli si accoccolò accanto e prendendole il braccio destro se lo posizionò sopra le spalle, come per volere essere abbracciata, appoggiò la testolina alla spalla della donna e si pronunciò:

“Yui, lo so che è dura.”

Con la voce interrotta dai singhiozzi la dottoressa rispose:

“Rei… Non voglio lasciarli… ma è tutto difficile…. Non c’è neanche Gendo ad aiutarmi…. Questa è la mia pena perché ho osato prendere il posto di Dio.”

“Yui, calmati non preoccuparti Misato li saprà crescere.”

“Si… ma quello dovrebbe essere compito mio.”

“Si lo so questo, però tu hai deciso di salvare tutti e non potevi occuparti anche di loro… Yui se non facevi ciò adesso i tuoi figli non avrebbero un mondo dove stare, non avrebbero niente di niente ed ora non starebbero tra persone che gli vogliono bene.”

“Rei….”

Qui la donna iniziò a singhiozzare ed ansimare ad alta voce, mentre la First con delle carezze cercava di tranquillizzarla, passarono cinque minuti di pura angoscia per Yui, i suoi sensi di colpa la stavano letteralmente divorando dal di dentro, Rei questo lo sapeva, sapeva anche che allo stesso tempo non poteva far sì che la sua genitrice si facesse del male da sola, allora la prese energicamente per le spalle e guardandola decisamente negli occhi gli disse:

“YUI! Lo hai fatto per tutti e soprattutto per loro, perché non lo capisci… Se hai deciso di portarti Nadia con te all’interno dell’Eva è anche perché sapevi che la tua gravidanza non ti avrebbe permesso di portare a termine il tuo piano per fermare la Seele, inoltre sapevi che non c’era nessuno che potesse badare di tua figlia una volta venuta al mondo.”

Ancora tra i singhiozzi la dottoressa rispose intimorita da quella presa di posizione:

“Si…. Hai ragione tu… l’ho fatto per loro…”

“Adesso aspetta un attimo.”

La First socchiuse gli occhi e dopo qualche secondo ordinò:

“Yui, andiamo ora stanno dormendo, devi vederli.”

“No, Rei, no!”

La first con tono autoritario rispose

“INVECE SI!”

Yui si calmò di colpo nel sentire quelle parole decise e senza fiatare si fece accompagnare da Rei nella casa accanto mano nella mano, come furono di fronte alla porta a vetro la First bussò un paio di volte e subito Misato, che se ne stava in salotto, venne ad aprirgli, una volta aperta la porta il maggiore guardò le due con aria interrogativa e la Children le parlò:

“Misato, stanno dormendo vero?”

La donna dai capelli di porpora annuì e la First continuò:

“Deve assolutamente vederli.”

Yui si girò indietro ed incamminandosi sussurrò:

“No, Rei li disturbiamo e basta.”

La Ragazza diede uno strattone alla mano della donna facendola arretrare bruscamente dicendogli nuovamente:

“Yui, o ora o mai più. Non costringermi a portarti da loro con la forza.”

Misato guardava le due e dopo un attimo e con una voce molto dolce disse alla donna:

“Yui, conosci bene Rei, sai che sarebbe capace di farlo, comunque vai, anche per me è giusto che tu li veda.”

La donna prese coraggio ed insieme alle altre due si avviò verso le scale, come salirono e furono di fronte alla porta della Sisth, Yui rimase immobile a leggere la targhetta a forma di stella con il nome della ragazzina appesa sulla porta, fino a quando il maggiore aprì quest’ultima e la dottoressa poté vederne l’interno, compreso il letto nel quale Bechy stava dormendo. La Ikari girò lo sguardo verso Misato e la quale annuendo la spronò:

“Vai pure.”

La dottoressa a piccoli passi entrò nella stanza dirigendosi verso il giaciglio della Children, come le fu abbastanza vicina iniziò a guardare quel dolce dormire con gli occhi lucidi, dopo qualche attimo anche Misato le si affiancò mettendogli una mano sulla spalla e dicendole:

“La prima volta che l’ho vista era così, addormentata, piccola ed indifesa.”

Molto titubante Yui domandò:

“P…Posso accarezzarla?”

“Certo.”

Con la stessa titubanza le donna portò la sua mano sulla testolina della ragazzina e lì iniziò lisciare quei lunghi capelli castani pensando alle sue scelte:

>Nadia, perdonami se non posso farti io da madre, ma le mie opportunità le ho sprecate, sia con te, sia con tuo fratello. Anche se ora potessi vivere a lungo non mi darei mai pace per aver scelto lo 01 a voi due, una madre non deve mai abbandonare i propri figli. Per questo vi lascio a Misato, nonostante tutto lei vi farà crescere come non ho potuto fare io.<

La dottoressa Yui rimase circa dieci minuti ad accarezzare la Sisth, poi alzandosi mormorò a Misato:

“Ora vorrei vedere Shinji.”

Il maggiore annuì e portò la donna anche dal ragazzo, il quale se ne stava nella cameretta a dormire in posizione fetale nel futon sul pavimento, qui Yui si sdraiò di fronte al figlio e lì iniziò a guardargli gli occhi chiusi, voleva dirgli un sacco di cose, ma sapeva che i suoi intenti erano altri, allora non gli restò altro che accarezzare i capelli del children mormorandogli:

“Scusami se ti ho abbandonato… scusami.”

Le ultime parole furono molto difficili da pronunciare per la dottoressa, visti i singhiozzi che faceva piangendo, per lei quella era la sera del suo addio definitivo ai propri figli, figli che non ha potuto crescere.
Dopo qualche minuto, Yui si rialzò ed uscì dalla camera chiuse la porta e si trovò nel corridoio, con di fronte a Misato e Rei, le quali con aria interrogativa aspettavano qualche parola da parte della Ikari, dopo qualche attimo quelle parole arrivarono con tono molto malinconico e triste, nonostante il loro contenuto:

“Ora sono felice, li ho rivisti per l’ultima volta….. Rei, Misato grazie.”

Le tre scesero in soggiorno e si sedettero sul divano, Misato e Rei non sapevano cosa dire vedendo l’espressione della dottoressa che a sguardo fisso davanti a se, sembrava osservare luoghi lontani, luoghi che andavo aldilà dell’umana comprensione, oppure la dottoressa stava veramente osservano l’Aldilà, ovvero la sua prossima dimora, la First questo lo sapeva, però non aveva la forza di interrompere quel silenzio, che fu rotto dalla stessa Yui rivolgendosi molto seriamente al maggiore:

“Misato… Te li affido, non commettere i miei stessi errori, loro dipendono da te.”

Alla donna dai capelli purpurei non restò altro che annuire, ne aveva ricevuti di ordini in vita sua, ma stavolta era diverso, non solo era un ordine che gli veniva conferito da altri, ma era come se se lo stesse conferendo lei a sé stessa.
Un’altra cortina di silenzio calò, però stavolta a romperla fu il rombo del tuono con il successivo tintinnio delle gocce che si abbattevano a terra, era iniziato a piovere, Misato guardò il soffitto e mormorò:

“Yui, nasconditi, Nadia è in arrivo.”

I fatti diedero ragione alla donna, la ragazzina, senza dare neanche il tempo a Yui di alzarsi, con una folle corsa era scesa per le scale per poi catapultarsi tra le braccia del maggiore. Quest’ultimo la accolse molto volentieri, sia per cullarla, sia per nascondergli dalla vista la dottoressa Ikari  portando la testolina della Sisth al suo petto, per poi rassicurarla dolcemente:

“Bechy, su dai ci sono qui io…shhh… non avere paura…shhhh… cosa ti ha detto Asuka, i fulmini sono solo tanto rumore.”

Piagnucolando Nadia:

“Ma a me fanno lo stesso paura.”

“Non fare la stupidina.”

Durante quel discorso Yui e Rei avevano potuto alzarsi e spostarsi per poter andare a nascondersi, però la dottoressa era impacciata nel muoversi, visto che continuava ad osservare Misato con quel pulcino spaventato tra le braccia, vedendo ciò, sul volto della Ikari il rammarico si faceva sempre più strada ed allo stesso tempo si diceva tra se e sé per farsi un po’ di coraggio:

>Ora ho la certezza che Misato li crescerà come non ho potuto fare io.<

La dottoressa fu ridestata dalla stessa ragazzina che domandava al maggiore:

“Mamma, ma come mai c’è qui anche mamma Yui?”

Un pesante velo di imbarazzo cadde tra di loro, però fu nuovamente la Sisth a romperlo, infatti alzò e andò di fronte a Yui, la quale, paralizzata dalla presenza della castana, fu abbracciata da quest’ultima che gli diceva:

“Mamma Yui, sei venuta qui a trovarmi, ma non mi avevi detto che non ci saremmo più riviste?”

Solo allora la Ikari trovò la forza di rispondere:

“Si, è vero, sono passata solo a vedere che tu facessi la brava con tua madre.”

Stringendo la presa la Sisth contraccambiò:

“Certo che faccio la brava, con la mamma, col papà, con mia sorella e con mio fratello.”

Misato non resistette a non puntualizzare una cosa:

“Forse con tuo fratello un po’ meno.”

“Si, ma gli voglio tanto bene.”

Un altro fulmine ruppe quella strana tranquillità e senza che il rumore del tuono fu finito, Nadia si ritrovava nuovamente avvinghiata al maggiore, il quale aveva ripreso ad accarezzare quei capelli lunghi, vedendo ciò Yui parlò a Misato:

“Vedi, l’imprinting a funzionato, sia con lei che con te.”

Una Misato compiaciuta rispose:

“Lo so, è tutto merito tuo.”

Nadia:

“Mamma Yui, posso andare a svegliare Shinji così gli parli assieme?”

La dottoressa rispose con un rigido:

“NO!”

Poi addolcendosi:

“Con lui sono già a posto, mi raccomando, questo nostro incontro deve rimanere un segreto.”

“Ok, come tutti gli altri.”

“Forse di più degli altri… adesso io e Rei andiamo di là, tu vai a letto.”

La Sisth domandò intristendosi sul volto:

“Allora non ci vedremo più?”

“NO, purtroppo no.”

“Sapevo che doveva finire così.”

“Si, lo sapevamo entrambe….. ora su a nanna.”

Nadia rispose con un bellissimo sorriso:

“Ok, tanto la mamma mi accompagna e mi terrà compagnia.”

Si divisero lì, Rei e Yui tornarono a casa, mentre Misato risistemò nel letto la figlia e gli si sedette accanto e dopo qualche altro tuono la castana domandò:

“Ma Shinji ed Asuka non hanno paura dei fulmini?”

“No, loro sono più grandi di te, poi hanno entrambi il sonno pesante.”

Quello che aveva detto Misato non era proprio la realtà, infatti la Second si era messa dei tappi nelle orecchie e Igor sulla testa, mentre il Third li sentiva quei suoni, era in una sorta di dormiveglia, ed alla fine riuscì ad aprire gli occhi, però non sapeva se era un sogno o la realtà, infatti non si ritrovò nella sua cameretta, ma in uno strano ambiente, allora ebbe la certezza di essere ancora dormiente, sta di fatto che era in uno strano luogo, in mezzo a dei bui corridoi, sembrava di essere in un cantiere. Il Third ne aveva fatti di sogni strani, si era già sognato di essere nell’Entry-Plug, oppure di starsene seduto in una carrozza della metropolitana ad osservare il se stesso bambino, però stavolta quegli ambienti avevano poco del sogno, si guardò in giro, ma nulla sembrava fargli capire dove potesse essere, poi altri forti rumori, talmente forti che il ragazzo si strinse la testa tra le mani cercando ti tapparsi le orecchie dicendosi a sé stesso:

“Non devo fuggire, sono solo dei tuoni, niente di più.”

 Poi si rese conto che quelli non erano ciò che credeva:

“… Un attimo, ma questi sono dei colpi di pistola.”

La curiosità si fece strada nell’animo del ragazzo ed iniziò a dirigersi verso quei rumori, vedeva scorrere di fronte a sé quei corridoi, però non sentiva il suono dei suoi passi, abbassò lo sguardo e vide che era come appeso a mezz’aria con le punte dei piedi staccate dal suolo di qualche centimetro, il ragazzo stranamente non si intimorì più di tanto, anzi, notò anche che la sua figura era circondata da una sorta di aura luminosa la quale gli conferiva una sorta di luminescenza. I suoi pensieri su ciò furono interrotti quando udì delle voci, una la riconobbe subito affermando:

“Papà…?”

Dopo qualche attimo  riconobbe anche la seconda:

“Mamma!”

Qui accelerò il suo ‘passo’, sentiva le voci, ma non capiva cosa stessero dicendosi, una volta svoltato un angolo si ritrovò di fronte i propri genitori nelle sue medesime condizioni, ovvero stavano levitando uno di fronte all’altra con la medesima luminescenza che gli usciva dal corpo, per il Third la cosa era sconcertante, ma un po’ era felice, finalmente li poteva rivedere insieme, inoltre ora poteva udire cosa quello di cui stavano, infatti Gendo abbastanza agitato stava dicendo alla moglie:

“….. quello smidollato di tuo figlio è diventato una ragazza e da quel che ho potuto appurare se ne vanta anche, più di una volta mi ha ridicolizzato di fronte a tutti, io ho cercato di abbattergli il morale, sgridarlo, farlo piangere rivolgendomi nel modo più rozzo possibile, ma lui invece ha alzato la testa e mi ha guardato dritto negli occhi, quei tuoi stessi occhi, l’unica cosa che lui ha di te e che ha mantenuto. No, di te ora ha anche il tuo seno e la tua figura snella, poi anche molti lineamenti e quelle paffute guance che io ti pizzicavo ogni tanto, inoltre quelle movenze e quel modo di parlare, anche i capelli del tuo stesso colore, solo che sono lunghi… quanto mi piaceva passare le dita tra la tua chioma.
Neanche Rei ti assomiglia così, quell’espressione di decisione la usavi quando sapevi cosa stavi facendo. Perché non sei qui con me? Perché hai fatto quello che hai fatto, con te potevamo crescere Shinji e di sicuro non si sarebbe inventato la storia del cambio di sesso, sai che nome ha scelto, Nadia… quello che mi avevi proposto all’inizio della gravidanza… Da ciò ho capito che c’entravi ancora tu, ora solo tu permetti a nostro figlio di pilotare lo 01, ma non capirò mai come gli hai permesso di diventare donna, per te è facile creare un corpo dal nucleo dell’Eva, ma perché femmina, cosa vuoi fare, fargli provare la bellezza di diventare madre? Oppure fare in modo che sia più aperto con gli altri nei panni di una ragazzina molto carina? Oppure è stato nostro figlio a voler diventare donna? Evidentemente stare a contatto con altre femmine gli ha scombussolato la sua identità. Nadia ha troppe cose che mi ricordano te e del tuo folle gesto, se guardo i suoi capelli penso ai tuoi, guardo i suoi occhi vedo te, anche il suo sedere è simile al tuo, anche come cammina mi ricorda te, se hai voluto punirmi stavolta ci sei riuscita, Nadia mi ricorda te ogni volta che la osservo o la penso.”

Yui se ne stava a sguardo basso, poi dopo un attimo di silenzio iniziò la sua arringa difensiva:

“Possibile che tu sia così cieco? Non hai capito niente…. Guarda come tratti i tuoi figli, invece dovresti volergli bene nonostante tutto.”

“Io gli voglio bene, solo che non so come affrontarlo, ero sempre a disagio quando stavo con lui, non so mai cosa dirgli? Come comportarmi? Inoltre adesso nella sua condizione.”

“Provare a comportarti come padre…. Questo non hai mai tentato di farlo…. invece Nadia adesso si sta comportando come una figlia con te.”

La dottoressa girò lo sguardo verso una direzione precisa e fu seguita da Gendo e Shinji, tutti e tre poterono vedere in fondo al corridoio Nadia e Rei piegate sul corpo dello stesso Gendo mentre stava compiendosi il trapasso di quest’ultimo, Shinji si spaventò vedendo quella doppia figura e con voce flebile si rivolse ai genitori che fino ad allora non si erano accorti della presenza del ragazzo:

“Mamma… Papà. Cosa succede?”

Il Third aveva dipinto in volto la pura angoscia, ma l’espressione che Gendo ebbe quando vide il figlio era di vera e propria sorpresa e si rivolse stupito verso il ragazzo:

“Shinji… possibile, tu sei accanto a me a piangere, non puoi essere qui.”

Yui con tono serio:

“Invece è possibile, ma non riesci ancora a capirlo?”

Gendo si voltò verso la moglie e sospirò:

“Non è possibile, ciò vuol dire che l’anima di Nadia era all’interno dello 01 già da prima dell’assimilazione di Shinji, ma come ci è entrata?… Un attimo, la prima ad essere assimilata sei stata tu e poi nessun altro… allora Nadia c’è l’hai messa te, ciò vuol dire che lei è…..”

La frase fu terminata dalla dottoressa:

“… è nostra figlia minore, la sorellina di Shinji… me la sono portata con me nell’Eva quando era ancora nel mio grembo e nell’Eva l’ho cresciuta, poi quando Shinji è stato assimilato ho potuto creargli un corpo grazie allo status di dio che ho guadagnato acquisendo l’elemento S^2.”

Poi la dottoressa si girò verso il figlio e gli disse:

“Shinji, tuo padre sta morendo, se vuoi dirgli qualcosa fallo ora.”

Il ragazzo strinse i pugni e si pronunciò molto solennemente e con una freddezza inaudita:

“Ti odio.”

Gendo sembrò incassare il colpo rispondendo altrettanto freddamente:

“Capisco…. Dopotutto io non ho mai fatto il padre con te.”

Poi si rivolse verso la moglie:

“Senza di te ho rovinato tutto, invece dovevo fare come volevi fare tu, occuparmi della famiglia.”

Qui la voce del comandante si fece spezzata, inoltre oltre a provenire dall’anima dell’uomo, proveniva anche da quel corpo vegliato dalla Sisth e dalla First:

“Yui, perdonami ti supplico…. Non sono riuscito ad amare Shinji come avresti voluto tu…. Se solo gli avessi detto tutta la verità….. che cosa vuoi dirmi? ….Shinji…. Nadia…..Yui…. perché non me lo hai detto…. perché…..perché?”

L’anima di Gendo sparì nel vuoto e Yui si avvicinò a Shinji, gli mise la mani sulle spalle e guardandolo negli occhi gli disse:

“Papà ora non c’è più.”

Il ragazzo si svegliò di soprassalto e l’ultima cosa che si ricordava era l’urlo dello 01 dopo la scomparsa del padre, guardò intimorito l’orologio e poté appurare che erano le 6 del mattino, con aria alquanto assonnata e soprattutto sconvolta si alzò dal letto ed andò in bagno, come uscì da quest’ultimo, si fermò un attimo di fronte alla porta socchiusa della camera di Misato e Rioji. Dopo qualche attimo rimasto a fissarsi i piedi, il Third fu distratto dalla voce della donna dai capelli purpurei, la quale dopo essersi accorta della presenza del ragazzo in corridoio lo chiamò:

“Shinji… Sei tu, vero? Entra pure.”

La porta di aprì del tutto mostrando la figura del Children e come il maggiore vide l’espressione angosciata e spaventata del ragazzo gli domandò preoccupato:

“Shinji, cosa c’è, non stai bene? … Sveglio Rioji e ti portiamo all’infermeria della base.”

Dopo aver detto questo iniziò a scuotere il compagno che si svegliò bofonchiando:

“Che c’è amore?”

“Shinji non sta bene, dobbiamo portarlo alla base.”

L’uomo uscendo dal letto:

“Ok, preparatevi.”

Invece il ragazzo interruppe tutto dicendo a bassa voce:

“Non serve….”

Misato e Rioji si bloccarono di colpo, lasciando continuare il Third con tono flebile:

“…mi … mi sono ricordato tutto.”

Misato, seduta sul letto, fece un piccolo e composto sorriso e poi con delle pacche sul materasso invitò il ragazzo a sedersi accanto a lei, Shinji obbedì e quando fu accanto alla donna non riuscì più a proferire parola. Resasi conto di ciò, Misato si staccò un po’ dal ragazzo, prese le spalle di quest’ultimo e molto delicatamente gli fece appoggiare la testa sulle sue gambe ed infine gli ordinò di sdraiarsi completamente sul letto, come il Children fu in posizione la donna iniziò ad accarezzargli la testa dicendogli dolcemente:

“Va bene, adesso però riposati.”

Anche Rioji commentò:

“Fai come dice la mamma, credo che tu abbia le idee molto confuse.”

Shinji, con la testa rivolta verso l’alto, rimase incantato ad osservare i corvini occhi di Misato e ad ascoltare quelle parole così sincere verso di lui, senza che se ne potesse accorgere iniziò a piangere. Questo suo sfogo fu notato dalla donna che iniziò a canticchiare una ninna nanna, però invece di calmarsi il ragazzo iniziò a lagnarsi:

“C’è l’ho sempre avuta lì vicino…. era sempre stata lì a proteggermi…. non mi ha abbandonato…. Perché mio padre non me lo ha mai detto …. Lo odio per questo...lo odio…”

Un groppo in gola azzittì Shinji che ansimava, allora Misato se lo strinse più forte a sé rassicurandolo:

“Shhh… non dire così…, tua madre è sempre stata lì vicino ma tu non potevi saperlo… shhh, ora è tutto finito… Perdonala se ti ha dovuto abbandonare.”

“Lo so perché lo ha fatto, ho passato gli ultimi quattro mesi con lei. Io l’ho perdonata, sia per me che per Bechy.”

“Vedo che ti ricordi tutto.”

Smettendo un po’ di piangere il ragazzo continuò:

“Si, mia mamma mi ha spiegato per filo e per segno ogni cosa, inoltre mi ricordo tutto, io ero dentro l’Eva, so dell’attacco degli angeli e dello scontro con la Seele. Ho conosciuto Nadia e gli ho raccontato come era la vita fuori dall’Eva…. Inoltre so che Rei e Kaworu sono degli angeli.”

“Spero che per te non sia un problema.”

“Il problema non sono loro, ma è mio padre, mi ha mentito per anni ed usato, inoltre ha fatto del male a Nadia ed Asuka, stava per uccidere mia sorella, mi ricordo come teneva la pistola dritta verso mia sorella che stava scappando, a quel punto la mamma si è dimenata ed ha urlato di fermarsi, poi quando eravate al sicuro si è liberata per cercare mio padre, non riusciva a trovarlo, nonostante i suoi sforzi…. Poi abbiamo visto i vostri volti spaventati e si è calmata.”

Un po’ stupefatta la donna:

“Vorresti dirmi che quella volta era tua madre a pilotare l’Eva?”

“Si, mi ha detto che lo ha fatto altre volte e che voi chiamate ciò Berserk.”

“Allora anche quando lo 01 ha salvato lo 02 dell’unità 13.”

“No, quella volta è stato diverso, mi ricordo solo le urla di Asuka e poi una sensazione di potere pervadere il mio corpo, ho preso la testa di quell’Eva e l’ho lanciato lontano, volevo a tutti i costi distruggerlo ed alla fine ci sono riuscito, ma mi importava riportare a casa Asuka cosicché la presi in braccio visto che era svenuta.”

Rioji:

“Shinji, ma questo l’ha fatto lo 01, non tu.”

“No, l’ho fatto io.”

“Allora quella volta lo stavi pilotando tu l’Eva dall’interno?”

“Credo di si, ma io volevo salvare Asuka e basta.”

“Bravo il mio ragazzo.”

“Poi mi ricordo anche di mia sorella che voleva farsi riassimilare, io e la mamma gli abbiamo dato una sgridata.”

Misato:

“E di questo ve ne sono grata… mi raccomando, non dire niente agli altri su quello che ti sei ricordato, è ancora presto per dirglielo…. Ora chiudi gli occhioni e dormi ancora un po’… io e papà siamo qui.”

Il ragazzo chiuse le palpebre e si addormentò cullato dalle carezze e dalla ninna nanna di Misato, si risvegliò dopo un paio d’ore e senza aprire gli occhi voleva gustarsi ancora il calore provenire dalle gambe e dal ventre della sua nuova mamma, com’era bello starsene lì, sentire solo il cinguettio degli uccellini provenire dalla finestra, percepire quella mano che lisciava i capelli ed infine assaporare nelle orecchie una dolce canzoncina in tedesco, Shinji sapeva che Misato lo parlava, ma si stupì molto di quella parlantina così fluida ed allora volle complimentarsi:

“Certo che lo parli bene il tedesco… mamma.”

Una dolce risposta non si fece attendere:

“Grazie mille, dopotutto è la mia lingua madre…. comunque sono Asuka.”

Di scatto il Third aprì gli occhi e poté trovarsi sopra di lui il volto raggiante della Second con alcune ciocche di capelli che cadevano andando a sfiorare il proprio volto. Una parte di Shinji avrebbe voluto alzarsi di scatto e chiedere scusa alla sorella, invece un’altra parte voleva starsene lì ancora un po’ e fu quest’ultima a prevalere, sta di fatto che il ragazzo non si mosse e domandò alla Rossa:

“La mamma dov’è?”

“E’ andata al lavoro con papà, ha detto a me di badare a te ed a Bechy.”

“Capisco, come mai sei qui?”

“Vedi la mamma voleva metterti un cuscino sotto la testa, però gli ho detto che avrei preso io il suo posto ed eccomi qua.”

“Grazie, e nostra sorella?”

“Sta ancora dormendo, è stata sveglia tutta la notte per via del temporale.”

“Allora lasciamola dormire, mi sa che è meglio che mi alzi anche io.”

Il ragazzo fece un movimento, ma fu fermato dalla voce della Second un po’ agitata:

“No, fermati….”

Poi calmandosi e addolcendosi:

“Resta ancora così per un po’, voglio accarezzarti ancora.”

Il ragazzo protestò:

“Ma Asuka…”

La rossa lo azzittì mettendogli l’indice sulle labbra e dicendogli:

“Shhh, zitto, per una volta che siamo così vicini senza seccatori.”

Facendo un piccolo sorriso il Third:

“Hai ragione….”

Per poi continuare con un tono malinconico:

“…. Mi sei mancata molto, le tue sgridate poi.”

“Mi sei mancato molto anche tu, però non dirmi così mi fai sentire un mostro….. Che dici, proviamo a cambiare registro nel nostro rapporto.”

“Si, direi di si…”

Sospirando Shinji:

“Asuka….”

Con un filo di fiato la Second:

“Si, Shinji.”

I due si poterono scambiare finalmente un bacio, stavolta era stato Shinji a prendere l’iniziativa, e sempre lui infilò a lingua della bocca di Asuka e lì iniziò a massaggiare la sua, quelle due lingue iniziarono un lento, ma complesso gioco, entrambi sentivano i loro cuori palpitare.
I due si credevano al sicuro, ma venivano spiati, infatti Bechy era in piedi e dallo spiraglio della porta socchiusa osservava il Thrid e la Second pensando allegramente:

>Era ora, finalmente si sono dichiarati, ora è meglio che li lascio da soli.<

La castana se ne ritornò nel suo lettino, si ributtò sotto le coperte stringendo Spike riaddormentandosi con un gran sorriso stampato in volto.
  
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