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Autore: Fiery    15/10/2007    9 recensioni
Alla East High School, in New Mexico, era ovvio distinguere le persone secondo la loro importanza e le loro attitudini naturali. Tra quelle più importanti spiccavano certamente giovani di differenti caratteri e di differenti opinioni. Per non dire del gruppo di cui facevano parte: tanti, troppi. E la loro vita veniva spiattellata per ogni corridoio, per ogni aula, per ogni ripostiglio delle scope! Si sa, i pettegolezzi piacciono a tutti.[...]
Nuova long-ficcy, buona lettura ^^
Genere: Romantico, Science-fiction, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Gli occhi non mentono mai

Capitolo 4: Gli occhi non mentono mai

-AAAHHHHHH!-

-PRENDILO! CHE DIAVOLO TI URLI, GABRIELLA?-

-ANCHE TU STAI URLANDO!! AAAAHHHH, CHE SCHIFO!!!-

-PRESO!-

Gabriella rilasciò il fiato lentamente, portandosi una mano al cuore che batteva troppo velocemente.

-Vuoi scendere dalla cattedra o hai intenzione di rimanere lì tutto il pomeriggio?- domandò sarcasticamente Troy.

-Scenderò solo dopo che avrai rinchiuso quel topo nella sua gabbia!- ribatté Gabriella.

Troy ghignò, appoggiando il topo a terra. Questo cominciò a correre, provocando ancora più terrore negli occhi della ragazza.

-MA SEI SCEMO?- gridò saltando sulla cattedra.

Lui alzò gli occhi al cielo, -Forza, scendi da quella maledetta cattedra.-

-No.- scosse la testa orripilata, -Io non scendo finché non catturi di nuovo quel topo!-

-Scendi.-

-No!-

-Maledizione, scendi!- le prese una mano e la fece cadere dalla cattedra bianca.

Gabriella chiuse gli occhi, sperando di atterrare in piedi e non di sedere. Si accorse solo in un secondo momento che due braccia le avvolgevano il corpo. Aprì gli occhi, incontrando quelli di Troy. Gabriella fece per dire qualcosa, quando sentì qualcosa strisciarle accanto al piede.

-AAAHHH!- urlò aggrappandosi a Troy.

Troy la prese in braccio scioccato, -Ma sei matta?- la fece sedere su un banco. Afferrò il topo bianco e lo mise nella propria gabbia, -Contenta?-

Gabriella gli lanciò un’occhiataccia e scese dal banco. Si avvicinò al bancone dove c’era Troy, -Che schifo.- mormorò con un’espressione disgustata, -La prossima volta cerca di stare più attento.-

-Ha parlato quella che prima ha rotto tre bunsen in un due secondi! Un record.- la schernì avviandosi verso la composizione chimica che dovevano studiare.

-Non ce la faremo mai.- brontolò lei seguendolo con lo sguardo, -Siamo due frane in chimica.-

-C’è solo un modo per capire come funzionano questi composti.- i due si guardarono un attimo, trasmettendosi l’idea con gli occhi.

*°*°*°*°*°*

Se c’era una cosa che Sharpay Evans odiava era che qualcuno pretendesse di sapere cosa le passasse per la mente. Sharpay non era come le altre ragazze, era forte e autonoma. Non aveva bisogno di qualcuno che cercasse di pensare come lei.

Fece scorrere la barra della storia. Si era ripromessa di non andare nel sito, ma la tentazione era stata troppa.

E lì, su quella fredda panchina, iniziai a piangere. E anche lì mi scesero moltissime lacrime amare che mi rigarono le guance. Piansi per molto tempo.

Lui se ne è andato, non lo riavrai più. Pensavo solo a questo e piangevo.

Piangevo perché sapevo che non sarebbe stato facile farlo ritornare.

Piangevo perché ero stata una stupida a dirgli quella frase.

Piangevo perché avrei voluto qualcosa più di un piccolo bacio a fior di labbra.

Piangevo perché volevo di nuovo essere abbracciata a lui e sentirmi sia libera che protetta.

Piangevo perché già mi mancava.

Piangevo perché sapevo che non mi ero presa una semplice cotta per lui.

Piangevo perché sapevo che mi ero innamorata di lui e del suo sorriso.

Piangevo perché avevo finalmente capito che Sharpay Evans si era innamorata di lui, Zeke Baylor.

La mia sfida. Scritta da kikka93. Capitolo n°1

 

-Io stare con Zeke? Ma siamo pazzi?- borbottò spegnendo il computer.

-Posso entrare?-

-Sì, non sono nuda.- rise alzandosi.

Un ragazzo entrò nella stanza, -Non sapevo ti piacesse andare in giro per la tua camera nuda.- rise chiudendosi la porta alle spalle.

-Facevo del sarcasmo, Baylor.-

Zeke fece finta di rabbrividire, -Brr… è orribile quando mi chiami per cognome. Non farlo mai più.- la minacciò prendendo un cuscino da una poltrona rosa.

-Lo sai che vincerei io alla battaglia di cuscinate.- lo avvertì prendendo un libro, -Grazie per avermelo prestato.-

-Di niente, mia sorella non si è nemmeno accorta che mancava dalla sua libreria personale.- Zeke prese il libro azzurro e lo ripose nel suo Eastpack nero, -Ma è vero che hai fatto pace con tuo fratello?- le domandò abbandonando lo zaino sul letto della ragazza. Si sedette a terra, appoggiando la schiena contro il letto.

-Non è così semplice, Zeke.- si sedette accanto a lui afferrando un peluche a forma di coniglietto, -Io e Ryan abbiamo litigato per una sciocchezza. Non mi andava bene che lui avesse lasciato la compagnia teatrale, per unirsi a quella di danza.-

Zeke inarcò un sopraciglio, prendendo il peluche, -Tu che dici Mr York? Riusciamo a far sorridere questa ragazza così bella?-

Sharpay sorrise divertita, -E come avresti intenzione di fare, sentiamo.-

-Un modo ci sarebbe.- appoggiò il peluche accanto a lui, alzando poi le mani, -Tu soffri il solletico, vero?-

Sharpay fece per scappare, ma lui non glielo permise. Incominciò a farle il solletico, fino a quando lei non si ritrovò sopra di lui. Distesi sul pavimento. Zeke sorrise. Sharpay ripensò alle frasi della storia che aveva letto. E trovò assolutamente splendido quel sorriso.

-Meno male che siete migliori amici, altrimenti penserei che avete una tresca.-

I due si voltarono in contemporanea verso la porta della stanza, -Ciao, Ryan.- lo salutò Zeke alzandosi.

Lei si alzò a sua volta, -Non si usa più bussare?-

-Ah, non ho voglia di litigare oggi.- alzò le sopraciglia il fratello, -Volevo solo dirti che c’è Tracy al telefono.-

-Scusami un attimo, Zeke.- Sharpay uscì dalla camera, per poi scendere le scale velocemente diretta verso il salotto.

Ryan sorrise, -Quando glielo dirai?-

-Dirle cosa?- Zeke evitò il suo sguardo.

-Che sei innamorato di lei.- Ryan incrociò le braccia al petto, -Si vede un lontano un miglio che ti piace mia sorella.-

-Ci conosciamo dai tempi dell’asilo, Ryan.- lo rimproverò arrossendo, -Mi considera il suo migliore amico.-

-Ma per te non è più solo un’amica.-

Zeke inarcò un sopraciglio, -Come per te con qualcuno di nostra conoscenza o sbaglio?-

Ryan arrossì a sua volta, -Non vorrai…-

-Ryan, stai tranquillo. Ti ho promesso che non avrei detto niente a nessuno.-

-Cosa non avresti detto a nessuno?- Sharpay entrò nella stanza con il telefono in mano.

-Niente, discorsi tra uomini.-

Ryan lo guardò riconoscente. Se avessero saputo di lei, come minimo i suoi genitori lo avrebbero fucilato. Non è all’altezza, avrebbero detto. Ma non era vero. Guardò un attimo Sharpay, che rideva a una battuta di Zeke. Sperò che lei si accorgesse di cosa provasse l’amico nei suoi confronti.

*°*°*°*°*°*

E’ quindi dovete solo riscrivere la formula del Ph.” finì Taylor chiudendo con uno scatto il libro.

“Tay, non sai quanto ti sono grata!” Gabriella rise chiudendo anche lei il suo quaderno.

“Ehi, anche io ho collaborato!” si indispettì Chad.

“Eh, i geni incompresi.” alzò gli occhi al cielo Troy.

“Grazie, ragazzi. Ora chiudiamo, così finiamo di mettere a posto. Gabriella tolse il viva-voce e chiuse la telefonata.

Taylor tolse a sua volta il viva-voce e sorrise riponendo il cellulare nella borsa, -Dove eravamo rimasti?-

Chad si alzò dal divano, -Scusa, Taylor. Ho gli allenamenti di baseball ora.- ritirò i suoi libri guardando l’orologio, -E sono anche in ritardo. Mio padre mi ammazzerà.-

Taylor alzò gli occhi al cielo, -Mi ero quasi dimenticata che avessi quello sport così stupido.-

-Il baseball non è stupido.- ribatté Chad.

-Si, ok. Faccio finta di crederci.- scherzò alzandosi a sua volta dal divano bianco, -Ti accompagno alla porta.-

-Venire a casa tua non è stata una buona idea.-

-Perché?- si accigliò lei.

-Perché adesso ho alle calcagna tua sorella.-

Taylor rise, -Ah, non ti libererai tanto facilmente di Eveline.-

-CHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAD!!-

Taylor si tappò le orecchie, sentendo quell’urlo disumano. Quando le tolse e riaprì gli occhi vide la sorella in braccio ad un imbarazzato Chad, -A quando le nozze?- scherzò guadagnandosi un’occhiataccia.

-Chad, volevi andare via senza salutarmi?- si imbronciò la bambina.

Chad scosse la testa, -Certo che no, piccola. Ti avrei salutato.- sorrise mettendola a terra.

-Ok.- Eveline chiuse gli occhi e strinse le labbra. Chad alzò un sopraciglio. Si mise in ginocchio e le baciò la fronte, -Ma io non volevo un bacio sulla fronte.- brontolò Eveline.

-Per adesso accontentati.- le scompigliò i capelli castani, -Quando sarai più grande ne riparleremo.-

-Ok. Ciao, Chad.- salutò con una manina correndo poi su per le scale.

-E’ precoce quella ragazzina.- giudicò.

Taylor rise, -E ha solo sei anni.-

Chad rise a sua volta alzandosi, -Beh, ci vediamo domani a scuola.- disse facendo per aprire la porta.

-Chad…- lui si voltò, -Sei stato molto dolce con mia sorella.- disse con un sorriso.

Chad sorrise a sua volta, -Ciao, Taylor.-

-Ciao.- Taylor socchiuse la porta. Ci appoggiò la fronte un attimo, quando poi la sentì riaprire. Stava per cadere, se qualcuno non l’avesse afferrata in tempo.

-Ho… dimenticato il borsone…- deglutì Chad.

Taylor lo guardò negli occhi. I visi troppo vicini.

-AAAAAHHHH!!!- fecero un passo indietro ciascuno.

-Che succede, Eveline?- domandò ad alta voce Taylor guardando Chad fisso negli occhi.

-NON TROVO IL MIO ORSETTO!-

Chad sorrise, -Ci vediamo a scuola.- disse prima di agguantare il borsone e uscire di casa.

Taylor chiuse definitivamente la porta, voltandosi verso le scale, -EVELINE, IO TI STROZZO!- urlò correndo su per le scale.

Eveline strabuzzò gli occhi, -Cosa ho fatto?- mormorò indietreggiando.

Taylor sorrise diabolica, -Hai solo rovinato il momento più bello della mia vita!- la prese in braccio e la fece girare in aria. Eveline rise, sapeva che la sorella stava solo scherzando. Taylor infatti la ripose a terra, per poi sedersi sul letto della sorella.

Eveline la guardò corrucciata, -C’è qualcosa che non va, sorellona?- le domandò avanzando verso di lei.

Lei sorrise, -Mi sono presa una cotta bestiale per Chad.-

Eveline strabuzzò gli occhi, -Vuoi fregarmi il ragazzo?- le domandò mettendo il broncio.

Taylor rise, -Tranquilla, lui non si accorgerà mai di me.-

-Scherzi? Ti guardava come se fossi un bigné al cioccolato.- la sorella si sedette accanto a lei, -Non dimenticare la regola numero 2: gli occhi non mentono mai.-

Taylor alzò gli occhi al cielo. Per un momento si era dimenticata delle 10 regole di sua sorella sui ragazzi. Ed aveva sei anni. Invece di pensare a disegnare alberi e unicorni, passava la giornata a studiare il comportamento dei maschi.

Ripensò poi agli occhi di Chad.

Fantastici

 

************

Neanche questo chappy riesco a fare dei ringraziamenti come si deve. Vado troppo di fretta, scusateeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!! ç.ç

Continuate a seguirmi e a sperare che dal prossimo chappy riesca a ringraziare come si deve tutti!!

Baci a volontà (e grazie per sopportarmi)

By Titty90 ^^

  
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