Convivenza Recupero Debiti 3
–Passato, Presente, Futuro –
Capitolo 1: Riabbracciarsi,
dividersi
Gabriella poggiò l’ultimo scatolone sul letto singolo.
Osservò soddisfatta la sua camera, che ovviamente condivideva con un’altra
ragazza. Era abbastanza grande, con due letti singoli posti ciascuno ai lati
del muro. Vicino c’erano due scrivanie, una finestra che dava sul cortile del college, due armadi e cassettoni vari e una porta che dava
al bagno che condividevano con la stanza accanto.
Il College… sospirò felice.
Aprì la prima valigia azzurra, quando un bussare alla
porta aperta la destò. Un sorriso le nacque spontaneo nel vedere la persona che
era appena entrata nella stanza.
-Sharpay!- corse ad abbracciare l’amica, che subito
ricambiò con foga, -Accidenti, è da Giugno che non ti fai sentire,
disgraziata!- scherzò staccandosi.
-Oh, tesoro. Mi dispiace.- Sharpay assunse un’espressione
sarcastica, -Dai la colpa alla professoressa Racket,
che mi ha assegnato una classe di Seattle.- appoggiò il suo trolley rosa sul
letto a destra, -A te com’è andata a Sacramento?-
-Bene, abbiamo fatto bene a scegliere il tirocinio di insegnante.- ci pensò un attimo, -Pensavo che avresti
abitato nell’appartamento che ti hanno comprato i tuoi.-
-E perdermi l’ultimo anno in un
college come questo? Nemmeno per scherzo!- ribatté Sharpay
mentre posava la borsa sulla scrivania.
-Ryan?- domandò la mora mentre
procedeva a sistemare i vestiti in uno degli armadi.
-L’ho sentito ieri. Tornava questa
mattina da Londra.- scrollò le spalle la bionda.
-Non posso ancora credere che abbia deciso di andare a San
Francisco.- Gabriella si sedette sul letto, -Aveva quasi finito a Londra.-
-Lo sai che è andato a Londra per non pensare a Jakie.- si
sedette accanto a lei Sharpay, -Non era il suo
destino, a San Francisco potrà riunirsi con Chad e Troy. E
anche Zac.-
-Ah, già. Il tuo fidanzato strizza-cervelli.-
le prese una mano, dove un anello con una semplice pietra azzurra faceva la sua
comparsa, -Sicura di volerti sposare con uno che studia psicologia?- rise
ammirando quel gioiello.
-Certo.- rise a sua volta l’amica, -Zac è
tutto ciò che ho sempre cercato. E se tutto andrà bene alla fine del college ci sposeremo.-
Gabriella sorrise felice per lei, -Chissà se Kelsi è già
arrivata.-
-A quanto ne so doveva arrivare
stamattina. Ha passato le vacanze alle Hawaii.-
-Beata lei. Sarebbe piaciuto anche a me.- ammise Gabriella
pensando a quelle spiagge tanto belle.
-Ha parlato quella che ha passato le vacanze sulle spiagge
del Mediterraneo!-
Le due ragazze osservarono decisamente
stranite la ragazza che era appena apparsa dalla porta del bagno. Teneva dei
capelli castani, con ciocche dorate, in morbidi ricci fino alle spalle,
schiacciati da un basco e aveva degli occhiali da sole calati sul naso
all’insù. La pelle abbronzata.
-Kelsi!- Gabriella e Sharpay corsero
dall’amica ad abbracciarla.
-Mi aspettavo un’entrata in scena un po’ più spettacolare,
invece sono uscita dal bagno.- scherzò Kelsi separandosi dalle amiche, -Vi ho
sentito parlare mentre mettevo a posto la mia roba e
non ho resistito alla tentazione di salutarvi.-
-Questo vuol dire che sei nella
stanza accanto?- domandò Gabriella infilandosi le mani in tasca.
-Esatto.- confermò Kelsi togliendosi il
basco verde chiaro, -La condivido ancora con Victoria. Vi saluta, è
andata a cercare il suo ragazzo.-
-A proposito di ragazzi. E Jason?- domandò Sharpay mentre si chiudevano la porta alle spalle e andavano
verso la caffetteria.
-Beh, è a
New York.- Kelsi aprì la porta verde della caffetteria.
-Sì, questo lo sappiamo.-
Gabriella si avvicinò al bancone del bar, -Ma non l’hai visto quest’estate?-
-Avrei dovuto?- presero i loro caffé e si diressero verso
un tavolino circolare accanto ad un Jukebox colorato,
-Ci siamo lasciati all’inizio del college. La pensiamo allo stesso modo sulle
relazioni a distanza.-
-Ma eravate innamorati…- Sharpay la guardò accigliata,
-Questo non conta?-
-Certo che conta, Sharpay. Il punto è che lui è a New York, a studiare medicina, e io sono qui a studiare
musica.- spiegò Kelsi sorseggiando il bicchiere di carta marrone, -Ci dividono
non so quanti chilometri e noi non vogliamo soffrire per amore pensando al
fatto che non ci possiamo vedere quanto vogliamo.- abbassò lo sguardo, -Ma ora
basta parlare di me, parliamo di voi. Che mi dite di
Troy e Zac?- domandò alle due amiche che sorrisero capendo che non ne voleva
parlare.
-Beh, con Troy tutto bene. Anche se abbiamo avuto qualche
problema quest’estate.- sospirò Gabriella, -Niente di
importante, comunque. I soliti battibecchi.-
-Anche con Zac va bene e da quanto i miei
genitori hanno scoperto che deriva da una famiglia molto importante, hanno
voluto a tutti i costi preparare loro gli inviti del matrimonio.- scosse la
testa.
-Avete già deciso la data?- Kelsi
si portò un
boccolo castano dietro all’orecchio.
-Forse a Luglio.- Sharpay ci pensò un
attimo, -Vogliamo prima finire l’università. Comunque,
non preoccupatevi. Voi sarete le mie damigelle d’onore.- le
rassicurò ridendo.
-E Taylor?-
Gabriella smise di ridere, -Certo, lo chiederò
anche a lei.- sorrise Sharpay, -A proposito, come va con lei?- si voltò verso
l’amica mora.
-Non ci siamo più sentite, abbiamo
perso tutti i contatti.- rispose incrociando le braccia al petto.
-Di nuovo quella storia?- sospirò Kelsi, -Andiamo, sono
passati quattro anni.-
-Non cambia niente.- scosse la
testa energicamente.
-Siete migliori amiche da quando
eravate bambine.- le ricordò Sharpay, -Non puoi avercela ancora con lei.-
Gabriella la osservò uscire e poi prese velocemente il
cellulare nuovo di zecca. Digitò
“Pronto?” fece una voce dall’altra parte del telefono.
Gabriella non rispose, chiuse la
telefonata subito. Si portò una mano tra i capelli, mentre una lacrima
solitaria le rigava la guancia. La scacciò subito, si alzò ed uscì dalla
caffetteria.
Per quanto quella convivenza forzata l’aveva segnata, per
quanto volesse bene a Taylor non riusciva a parlarle. Si sentiva
una vigliacca, si sentiva stupida. Accidenti, era la sua migliore amica!
E allora perché si era arrabbiata così tanto?
Ormai i loro desideri si stavano
avverando, i loro sogni stavano prendendo corpo. Ma l’amicizia era ormai
scomparsa e sia Gabriella che Taylor sapevano che New
York non c’entrava.
*°*°*°*°*
-Taylor!-
La ragazza con questo nome si voltò e sorrise abbandonando
uno scatolone.
-Jason!- disse raggiungendolo sul marciapiede e
abbracciandolo.
Jason ricambiò subito, -Come è andato
il tirocinio di medicina a Chicago?- le domandò aiutandola a scaricare le
valige dal taxi.
-Bene, ero solo una praticante, ma ho dimostrato quello
che valgo.- pagò il tassista, -E a te com’è andata a
Boston? Sei andato con Lane, vero?-
-Già.- annuì l’amico prendendo alcuni
borsoni dell’amica, -Il nostro capo-reparto era un’idiota. Diciamo che il nostro tirocinio non è andato bene come a
te.- rise entrando in una stanza sulla sinistra del corridoio.
-Taylor!- un ragazza dai lunghi
capelli rossi, un paio di occhi azzurri e la carnagione chiarissima le buttò le
braccia al collo, -Accidenti, non ti sei fatta proprio sentire quest’estate!-
la rimproverò ridendo.
-Scusa, Lane.- Taylor abbracciò la compagna di stanza, nonché la sua migliore amica da quattro anni, -Ho avuto
molto da fare a Chicago.- le due si separarono, una suoneria riempì la stanza,
-Scusate.- Taylor prese il cellulare, -Pronto?- Lane e Jason la guardarono
accigliati, -Pronto?- ripeté per poi riattaccare interdetta, -Hanno
riattaccato.- scrollò le spalle.
-Robert dov’è?- domandò Lane a
Jason.
Taylor si ricordò quando a Lane
piaceva Jason, aveva passato giornate intere a raccontargli la sua cotta. Poi
aveva finalmente scoperto che esisteva Robert, il compagno di stanza
dell’amico. Buon per lei, perché si vedeva lontano un miglio che Jason era
ancora innamorato di Kelsi.
-E’ in camera, stava installando la
console dei videogiochi.-
-Gli uomini.- alzarono gli occhi al cielo le due ragazze,
scoppiando poi a ridere.
-Gli dico di passare dopo, ok?-
-Grazie, Jason.- Lane andò verso una delle sue valige,
Jason chiuse la porta lasciandole sole, -Allora, ti sei divertita a Chicago?-
-Lane, ho lavorato. Non c’era tempo per
divertirsi.- la ammonì Taylor aprendo l’anta dell’armadio.
-Avanti, avrai fatto conquiste.- ridacchiò decisamente curiosa, come lo era da sempre.
-Lane.- Taylor le rivolse un’occhiata significativa.
-Ah, già.- Lane ricordò improvvisamente, stampandosi in
faccia un sorriso sarcastico, -Chad.- alzò le mani al cielo. L’amica le rivolse
un’occhiataccia, -Non fare quella faccia, Taylor. Lo sai come la penso.-
-Sì, che lo so. Quando si chiude una porta, se ne aprono due.- la scimmiottò ridendo.
-Brava.- Lane applaudì, -La porta
con il nome Chad si è chiusa, che ne
dici di aprirne un’altra?-
Taylor abbassò lo sguardo, -Non è così semplice.-
-Tesoro…- Lane le si avvicinò
prendendole le mani, -Tu e Chad vi siete lasciati due anni fa.- si fece
pensierosa, -Ora che ci penso non mi hai mai mostrato una sua foto.- rise, ma
si riscosse subito, -Comunque ci sono due possibilità: o ti trasferisci a San
Francisco e ti rimetti con lui oppure rimani qui e continui la tua vita.- alzò
le sopraciglia, -La scelta spetta a te.- si allontanò verso l’altro armadio, -A
proposito…- sorrise voltandosi, -Forse è ora di chiamarla Gabriella.-
Taylor sorrise riconoscente all’amica, per poi sospirare
silenziosamente. Già, Chad e Gabriella. Le due porte che aveva
chiuso tempo prima: una relazione che non poteva continuare per via della
lontananza e un’amicizia che era stata segnata profondamente da qualcosa che
non doveva fare. Pensò immediatamente a Sharpay e a Kelsi,
con loro era rimasta in contatto. Pensò a Zac e Jason, uno lontano, ma comunque vicino con l’amicizia e uno vicino a lei. Pensò poi
a Troy e Ryan. Il primo sapeva cos’avevano provato
quattro anni prima. Quei due meravigliosi e sofferti anni nella villetta di Albuquerque. Il secondo che stava
tornando da Londra, dove si era rifugiato per non pensare a Jakie. Calde
lacrime cominciarono a rigarle il viso non appena ricordò quella ragazza.
Lane se ne accorse,
raggiungendola preoccupata. Taylor sorrise lievemente, -Pensavo
a Jakie…- sussurrò, l’amica la strinse a sé. Taylor le aveva raccontato di Jakie, l’aveva vista l’ultima volta a
Luglio. Una breve visita ai genitori e poi da lei, a
stringerle la mano. Rimasero lì abbracciate, Taylor
pensò alla sua nuova porta: Lane Lorent. La sua nuova migliore amica.
*°*°*°*°*°*
Una radio trasmesse un’altra canzone. Una canzone
italiana. Mango. Non dormire più.
L’amore
è fatto da noi con il respiro
Con un
abbraccio che poi ci lascia il segno
E come il mare che non sa dormire
E ci rigira così
Ora tu
non dormire più
Non
farlo più
Un lieve venticello scosse le tende bianche della
finestra. Su un letto una ragazza strinse il lenzuolo con una mano.
Tocchiamo
tutto perché e con le mani
Che un cuore grande così si può toccare
L’amore come non sai più dire come
E maneggiare così
Ora tu
non dormire più
Non
farlo più
La ragazza si alzò a sedere dal letto, per poi scendere
dal materasso con i piedi scalzi. Si avvicinò alla radio.
Sciamano
in noi
Api
pungenti
Schiudono
in noi
Spense la radio, le note di Dormire così si dissolsero nell’aria. Aveva
mal di testa, per qualche strano motivo. Nonostante
adorasse la musica e nonostante la canzone fosse a basso volume. Si
allontanò verso la finestra, squadrando incuriosita il giardino ben curato.
-Jakie!- un timbro ansioso, preoccupato.
La giovane si voltò, -Mamma, dove sono?-
le domandò squadrando il suo viso pieno di lacrime.
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Siccome ho aggiornato in ritardo tutte
le ficcy, ho deciso di postare subito CRD 3. Contenti? ^^
Fatemi sapere! Ah, la canzone è “Non dormire più” di
Mango. ^^
Baci a
volontà
Titty90
^^