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Autore: mikilily    28/03/2013    10 recensioni
Eccoci qua ancora una volta e come al solito vi propongo una Dramione, io le amo come avrete capito tutte/i!
Questo è il mio regalo di Pasqua in anticipo; L' idea è nata grazie a un'immagine vista sul web, che credo sia vietata ai minori quindi non la posso mettere -.- .
Comunque veniamo al succo della storia in cui la protagonista è Hermione che ci racconta del suo tormentato amore per un uomo sposato, ma badate non è il solo...
Spero che la O.S. vi piaccia nonostante tutto, poiché, il finale è diverso dai miei soliti quindi un po sono tesa, lo ammetto.
Colgo l'occasione per augurarvi una buona Pasqua, con affetto Miki.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da Epilogo alternativo, Contesto generale/vago
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Tutto nacque per caso: uno sguardo più intenso del solito, un sorriso lieve, lo sfiorarsi impercettibile delle dita, delle mani, delle braccia.
Un brivido e tutto nacque, sbocciò, come una primula in un prato.
Fu una coincidenza, una fortuita e appagante coincidenza se iniziammo a conoscerci.
Oddio! Noi ci conoscevamo da anni, da ben diciannove anni, anche se, in quel periodo ci limitavamo a odiarci. Ora invece il ricordo del passato è sbiadito nella mente di entrambi, sostituito dalle innumerevoli sensazioni che pian piano sono nate frequentandoci e lavorando fianco a fianco.
Il disprezzo, le liti, l’odio e il rancore di un tempo sono stati spazzati via, sotterrato da una delicata amicizia mutata in un’incontrollabile attrazione.
Nasconderla al nostro cuore costò fatica ma quando questa divenne irrefrenabile, resisterle fu vano. Provammo con ogni mezzo a stare lontani, fallimmo più volte, timorosi di far del male a chi, ignaro, ci stava accanto da anni.
Il sentimento oramai si era già insinuato nei nostri cuori e per due come noi, quello fu il primo passo verso la rovina, la nostra. Non avremmo mai dovuto superare quella linea invisibile che ora ci rende dannati agli occhi del mondo. Mai avremmo dovuto guardarci, parlarci, sfiorarci, soprattutto mai avremmo dovuto abbandonarci all'amore, alla passione, alla lussuria.
Quel sentimento tra noi non avrebbe dovuto attecchire.
Un tempo eravamo due esseri dissimili: due poli opposti, il fuoco e il ghiaccio, il bianco e il nero, il bene e il male. Invece siamo sempre stati più simili di quanto non credevamo possibile: schivi, orgogliosi, puntigliosi, amanti dell’arte e della natura, dediti al lavoro e alla carriera.
Condividere lo stesso studio, lavorare e collaborare ogni giorno è stata la nostra fortuna e in un certo senso la nostra disgrazia. Il tempo passato fianco a fianco ha accresciuto la stima, ha affiatato gli animi, ha addolcito lo spirito, ha insinuato il tarlo, quel tarlo che non è stato allontanato. Questo è cresciuto in noi diventando giorno dopo giorno più insistente, sempre più difficile da scacciare. Abbandonarsi alla passione fu l’unica cosa possibile, il fine ultimo per continuare a sopravvivere.
Tradire fu la cosa più naturale perché all'amore, benché sbagliato, non ci si può opporre.
La passione, la base del nostro rapporto, fu l’unica cosa che ci tenne a galla in questa vita infelice fatta di menzogne e inganni. Vivemmo ogni respiro, ogni bacio, ogni amplesso come fosse l’ultimo, conservandolo all'interno del nostro cuore. Lo celammo a sguardi indiscreti, preservandolo da ogni attacco, timorosi che qualcuno potesse distruggerlo, sminuirlo, infangarlo.
Fallimmo miseramente e perdemmo tutto, perfino noi stessi.
La notte infausta in cui mio marito Ron scoprì il mio tradimento la pioggia cadeva lenta, ma io quasi non me accorsi poiché in quel momento morivo. Le urla, le minacce di tua moglie echeggiavano nell'aria trasportate dal vento gelido del Nord, i suoi occhi erano lamine taglienti che ferivano più di un coltello. Mi avrebbe ucciso con le sue stesse mani se questo non avesse comportato toccare una lurida mezzosangue come me.
Si limitò a minacciarti e quelle sue parole scalfirono il tuo cuore. Ti avrebbe tolto tutto: i tuoi soldi, i possedimenti, ma soprattutto tuo figlio Scorpius, la tua unica ragione di vita.
Fu lì che capii di averti perduto per sempre. Lì che capii che mi ero bruciata con il fuoco.
L’acqua bagnava la mia pelle, inzuppava i miei abiti, afflosciava i miei capelli appiccicandoli al viso, ma non mi importava: io perdevo te e con te una parte di me.
 
   
 
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