Tradimento e fedeltà

Regulus puntò la bacchetta contro la porta in legno scuro, che si spalancò con uno scricchiolio sinistro.
Era tardi, lo sapeva, lui se n’era già andato da un pezzo. Ma poco importava quello che avrebbe pensato, purché non venisse a conoscenza delle sue intenzioni, del suo tradimento. Era troppo fedele per capirlo, troppo devoto alla causa per perdonarlo.
Gli stivali facevano scricchiolare le assi rovinate del pavimento di quella vecchia casa, gli spifferi gli provocavano fastidiosi brividi lungo la schiena.
Percorso il corridoio, entrò nell’ultima stanza, quella dove s’incontravano sempre, quella dove probabilmente lo aveva aspettato per un’ora, forse più. Sicuramente alla fine lo aveva mandato al diavolo e se n’era andato. Sicuramente. Allora perché una parte di lui sperava di trovarlo lì, seduto sulla sua sedia ad ammirare il Marchio Nero? Perché una piccola parte di lui continuava a illuderlo?
Lanciò uno sguardo alla sedia a dondolo. Vuota.
Non sapeva se esserne sollevato o no, ma un sorriso deluso gli si dipinse sul volto.
Si avvicinò alla sedia e vi si sedette. Gli pareva quasi di sentire la sua voce riecheggiare nella stanza, riusciva quasi a sentire il suo odore e, se chiudeva gli occhi, anche a sfiorare il suo volto…
«Pensavo avessi capito che quello è il mio posto.»
Regulus si alzò di scatto, allarmato dalla voce, dalla sua voce.
Si guardò intorno e una figura uscì dalla penombra nell’angolo della stanza. Un ragazzo magro, dai capelli color paglia e con un sorriso strafottente dipinto sul volto, lo guardava, le braccia incrociate sul petto.
A Regulus si mozzò il fiato per la sorpresa, tanto che impiegò qualche minuto per dire: «Barty… Sei ancora qui…»
Il Mangiamorte si passò la lingua sulle labbra.
«Certo. Non manco mai agli appuntamenti.»
Si avvicinò con sguardo di sfida, come invitandolo a opporre resistenza. Regulus provò a intimargli di fermarsi, di smetterla, ma le parole rimasero bloccate in gola quando le labbra del ragazzo si posarono sulle sue.
«Aspetta…» riuscì a mormorare Regulus, facendo quasi una violenza a se stesso. Barty continuò a mordicchiargli il labbro, per poi allontanarsi di un solo centimetro. Non sembrava interessato a quello che voleva dirgli il ragazzo.
«Noi… non possiamo più… vederci…» sussurrò Regulus, cercando di far leva sul petto dell’altro per allontanarlo. Quello oppose resistenza e lo coinvolse in un bacio più profondo, senza rispondere.
Regulus non riuscì a opporsi. Quando erano insieme, entrambi perdevano il controllo della situazione, erano in balia di istinti e sentimenti. Tuttavia, quella volta Regulus doveva recuperare il controllo.
«Basta… Basta!» disse con quanta più convinzione riuscì.
Barty lo guardò alzando il sopracciglio, scocciato da quel comportamento.
«Che hai?» domandò.
«Dobbiamo smetterla! Non posso… non possiamo…»
Regulus si sentiva molto stupido, ma non poteva spiegargli cosa stava per fare, Barty era uno dei servi più fedeli di Voldemort, non l’avrebbe mai appoggiato o coperto.
«Io ho sbagliato e… devo… devo rimediare.» tentò di spiegare «Spero… che anche tu un giorno capisca.»
Si voltò, pensando che se l’avesse visto ancora una volta in faccia non sarebbe riuscito ad andarsene.
Sentì il richiamo rabbioso di Barty alle sue spalle, ma estrasse la bacchetta e si smaterializzò nel primo luogo che gli venne in mente, lasciandosi alle spalle l’ultimo legame che gli impediva di tradire Voldemort.
 
Due giorni dopo, Barty Crouch Jr teneva fra le mani un giornale che annunciava la morte di Regulus Black, un’espressione di pura rabbia dipinta sul viso.
Lord Voldemort aveva annunciato loro il tradimento di Regulus, sbattendogli in faccia la cruda verità, facendogli capire di aver condiviso tutto con un Mangiamorte pentito.
In uno scatto rabbioso scagliò il giornale dall’altra parte della stanza, rannicchiandosi con le mani tra i capelli. Afferrò la chioma bionda e tirò, sperando che il dolore fisico riuscisse a superare quello dell’anima. Niente.
Si alzò in piedi, gli occhi accessi di follia e ira repressa. Tirò un calcio al tavolo che si trovava lì di fianco, sbottando: «Schifoso traditore!»
Afferrò il giornale accartocciato a terra e strappò la pagina che parlava di Regulus, per poi gettarla nel fuoco e osservare il volto tanto amato svanire tra le fiamme.
Nessun amore superava quello per la causa dell’Oscuro Signore, nessun tradimento doveva intaccare la sua devozione.
Perché lui era il servo più fedele di Lord Voldemort e lo sarebbe stato fino alla fine.
 
 
 
 
Angolo Autrice
 
Che bello, la mia prima slash! *---* E si vede -.-
Ehm…
Ok, allora, questa schifezzuola fanfic decente (spero) mi è uscita per caso, l’ho scritta di getto. Era da un po’ che volevo cimentarmi in una coppia slash, ma mi rendo perfettamente conto che come inizio possa fare un po’ pena quindi, visto che voi ne saprete sicuramente più di me, non fatevi problemi a lasciare critiche costruttive, i vostri consigli mi aiutano moltissimo a migliorare :)
Comunque, la fanfic è ambientata pochi giorni prima il sacrificio di Regulus, ma lui si considera già traditore perché ha già escogitato tutto il piano e preparato tutto quanto. Il nostro caro Reg ha una relazione segreta con Barty (segreta perché ho sempre avuto l’impressione che Voldemort non apprezzasse storie d’amore nelle sue file, non so perché).
Ora, i due si danno appuntamento sempre nello stesso posto alla stessa ora e Regulus, sperando di far capire all’amante di voler troncare tutto, si presenta con due o tre ore di ritardo, pensando che se ne fosse già andato. Invece se lo ritrova lì e succede quello che avete letto.
Il finale… Allora, ho cercato di concludere la storia nella maniera più IC possibile, insomma, non ce lo vedo Barty che piange la morte di Reg bagnando il giornale di lacrime, dai!
Spero che nonostante la mia inesperienza nel campo la storia vi sia piaciuta, fatemi sapere cosa ne pensate!

PS: L'ho riletto solo tre volte, se ci fosse qualche errore non fatevi problemi a farmelo notare.