Don’t cry.
Lei lo amava.
Lo amava, davvero.
E lo sapeva.
Lo sapeva che forse lui non la considerava proprio..
Che i loro destini non si sarebbero mai incrociati [tranne che nei sogni].
Che erano tanti, tantissimi castelli in aria.
Sporche illusioni.
Che però le addolcivano la vita.
La facevano star bene.
Vedere solo il suo volto o sentir pronunciare il suo nome le ridavano la vita.
E non importava quanto la insultasse.
Quanto la odiasse.
Quanti insulti si erano rivolti.
Perché si sa, la differenza tra amore e odio
spesso è molto sottile.
Poi successe.
Come se lo era sempre immaginato.
Non seppe nemmeno se stava ancora sognando.
Se era uno dei suoi soliti film mentali.
“Ti am…”
“Shhh… non dirlo.”
“Perché?”
“Non farlo solo per
compiacermi. Dillo quando di sentirai davvero sicuro. Devono essere parole vere.
Ti prego. Altrimenti lascia stare.”
“Non lo
farò.”
“E’ importante per me.
Lo sai.”
“E’ per questo che ho
intenzione di dirlo adesso.”
“Non mi devi niente
Draco, io…”
“Ti
amo.”
“Lo
so.”
Le sembrava di vivere veramente.
Le era sembrato, per quei mesi.
Era se stessa.
Per la
prima volta si era sentita Hermione Jane Granger.
Non sapeva cosa c’era nell’aria quel giorno.
Era un giorno diverso.
Lo sentì quando aprì gli occhi nel suo letto a baldacchino.
E quando non lo vide a colazione in Sala Grande.
E quando una mano fredda la spinse al muro di pietra dei sotterranei.
Si baciarono.
Ma era diverso dalle altre volte.
Oltre al semplice bisogno di un contatto fisico c’era qualcos’altro.
Passione.
Desiderio.
Fecero l’amore quella notte.
Lo fecero davvero.
Per la prima volta.
E fu l’ultima.
“Draco… devo dirti una cosa importante.”
“Non mi sembra il
momento più adatto per parlare Mezzosangue.”
“Si che lo è.”
“Allora parla.
Muoviti.”
“Draco io… vedi… non l’ho mai fatto.”
“Non sarà un problema.
Non ho intenzione di smettere. Potevi parlare prima.”
Le scivolò una lacrima sulla guancia.
Rotolò giù.
Giù, proseguendo sulla pelle arrossata.
E si fermò sul labbro.
“Promettimi di non
piangere.”
“Va
bene”
Lui la catturò con il dito.
“Farò piano.
Promesso.”
“Ho
paura.”
“Non devi
averne.”
Gli
baciò dolcemente il polso. Là, dove vi era il marchio.
Quel marchio che lo avrebbe segnato per
sempre.
Poi tutto finì.
Così, velocemente, come quando era iniziato.
Bastò un attimo.
E un fascio di Luce verde.
Su quel campo di battaglia.
Dove non ci sarebbero stati ne vincitori ne vinti.
Ma solo vite spezzate.
"La morte scioglie ogni cosa."
Giustiniano (483-565),
imperatore romano d'Oriente
Ogni tanto però
Hermione andava in quel piccolo
cimitero.
Si fermava sempre
davanti alla stessa lapide bianca, così semplice.
E tratteneva le
lacrime sempre davanti allo stesso nome, inciso in lettere
d’argento.
Posava un fiore
fresco su quella tomba.
Ma non
piangeva.
Glielo aveva
promesso.
E lei aveva sempre
mantenuto le sue promesse.
Sempre.