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Autore: Seele    28/03/2013    3 recensioni
La mia migliore amica guarda sempre Glee.
La mia migliore amica adora Demi Lovato.
La mia migliore amica si taglia.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia migliore amica.



La mia migliore amica si chiama Valeria.

La mia migliore amica ha quindici anni.

La mia migliore amica frequenta il liceo classico.

La mia migliore amica sa suonare la chitarra e il pianoforte.

La mia migliore amica ha paura dei piccioni.

La mia migliore amica guarda sempre Glee.

La mia migliore amica adora Demi Lovato.

La mia migliore amica si taglia.


La mia migliore amica sorride e dice un sacco di cazzate, quando è con me. La mia migliore amica ride per un sacco di cose, sa ballare e cantare, è sempre presente quando ho bisogno di lei.Valeria è una ragazza forte, io l'ho sempre considerata così; nelle mie storie, è sempre quella più coraggiosa e decisa, è quella mano che ti risolleva quando cadi e ti sprona a riprendere a vivere. È quella parola che ti incita a reagire, quell'insulto che ti fa combattere, quella barzelletta che ti fa ridere.

La mia migliore amica adora Heart Attack di Demi Lovato, la sente al massimo volume nelle cuffie mentre va a scuola. La mia migliore amica ha sempre caldo, ma non può indossare magliette a maniche corte, perché scoprirebbe le braccia.

La mia migliore amica è un'autolesionista.

La mia migliore amica compra dei rasoi a cui toglie la lama, cerca dei cerotti che poi non indossa. Io credo che lo faccia per ammirare il suo dolore, lì sulla pelle, dove ha inciso le sue ferite. Che le tenga scoperte per ricordarsi che la sua sofferenza è lì, che non ne è ancora libera. Perché, forse, pensa che i suoi tagli siano bellissimi, perché magari ama ogni sfumatura di rosso sulla sua pelle bianca.

La mia migliore amica danza, danza perché è ciò che la fa sentire libera. Ma lei non è libera, non vuole esserlo, non sa liberarsi dal metallo freddo sulla pelle calda.

La mia migliore amica chiama la mia gatta "obesa", dice che fa due passi e poi si accascia. Però poi si rialza, la mia gatta, fa altri due passi e poi si accascia di nuovo. Lei fa lo stesso; passano due gioni, poi si taglia di nuovo. E cambia le lamette ancora una volta. E di nuovo posa sul braccio un cerotto che non terrà a lungo.

La mia migliore amica, qualche giorno fa, si è nascosta dietro una tenda e mi ha detto di fare la guardia. Poi si è levata la felpa, perché aveva caldo, ma io l'ho intesa come una liberazione. Poteva mostrare le braccia a un pubblico che non la stava guardando, ma che c'era, c'era e non dovrà mai vedere, però c'era. I tagli erano lì, rossi e profondi sulle sue braccia, a nascondere le vene verdi sottopelle, e lei era libera di mostrarli. Non credevo fossero così tanti. Non credevo lei riuscisse a guardarli ogni giorno, a contarli, ad aggiungerne altri. A continuare in questo modo.

So così tante cose di lei, cose che non ha mai detto a nessuno, segreti che custodisco in me stessa senza parlarne con nessuno. A volte ne sento il peso, ma lascio che mi appesantisca senza fretta. È una cosa automatica, indolore. Probabilmente, ormai è così anche per lei quando affonda, di nuovo, la lama nella pelle.

Non so però perché soffre, non lo sa nemmeno lei. Forse un motivo c'è, solo che non vuole trovarlo; si stanca a pensarci, a cercarlo magari. Ma non si stanca a guardare il sangue scorrere.

La mia migliore amica ha paura solo dei luoghi bui, delle altezze. Ma non ha paura nel vedere troppo liquido rosso bagnarle il braccio, non si scompone, non reagisce. L'ho sempre immaginata così, la lametta del rasoio in mano e il sangue sulla pelle, il viso concentrato come quello di un artista nel comporre la sua opera. Ogni taglio, una soddisfazione. Ogni goccia di sangue, un sollievo. Ogni mia preghiera di smetterla, una richiesta inacettabile.

A volte penso che sia anche colpa mia, mi chiedo se potrei fare di più, e cosa. Le chiedo se è felice, cosa posso fare? Certe volte ho paura che non sappia più rialzarsi. E se io non ci fossi, a tenderle una mano per aiutarla a risollevarsi? Se io non fossi lì mentre lei cade?

Quando lei ha bisogno di stare con qualcuno, io invece ho bisogno di stare sola. Non si può vivere in questo modo, io non riesco a starle vicino come vorrei, ma cerco di esserlo il più possibile. Ma ho il terrore che la lametta diventi la sua migliore amica.

Valeria ha lanciato una di quelle sue lame fra l'erba, lontano, dove sarebbe impossibile ritrovarla. Penso che la lama abbia scintillato nel buio, nella promessa che avrebbe dimenticato quel periodo, che avrebbe smesso di tagliarsi. Cos'è stato di quel giuramento?

Non posso nascondere o distruggere tutti gli oggetti taglienti di questo mondo, ma lo farei nel vedere la sua espressione quando sente quel bisogno, il bisogno irrefrenabile di tagliarsi. Non so cosa fare, posso solo abbracciarla, dirle che passa tutto presto. Passa tutto presto, Vale. Passa tutto presto.

La verità è che la gente non capisce gli sforzi che si fanno per raggiungerli, vede solo i risultati delle azioni che compiamo. Io vedo quelle ferite, so che è stata una lama a provocarli, che il sangue è scivolato sul braccio. Conosco gli sforzi compiuti per evitarlo, vanificati nel premere il metallo le vene.

Una volta scrissi una storia, una bambina mostro le morse il braccio e uscì tanto, tantissimo sangue. Buffo come abbia quasi previsto tutto, più di due anni fa. Scrissi che Valeria svenne, che provai a guarire le sue ferite, che trovammo una cura, ma non per mano mia. Non posso essere io a salvarla.

Valeria deve guarire da sola, e può. Nella mia storia, impersonava la forza. Perché io l'ho sempre ritenuta forte, fortissima, più forte di me e di chiuque altro.

Non credo che questa mia opinione possa cambiare; nonostante i tagli che si accumulano sulle sue braccia, nonostante la sofferenza che diventa metallica, nonostante tutte le volte che non riuscirà a resistere al richiamo del dolore, per me resterà sempre fortissima. Ho pensato questo per tutta la vita, ho scoperto i suoi punti deboli e i suoi complessi, perché dovrei smettere adesso? È solo sangue. È il metallo, il problema.

Deve ancora trovare il disinfettante giusto -anche se lei non lo usa mai.

E sono sicura che ce la può fare, ce la deve fare, ce la farà.


La mia migliore amica si chiama Valeria.

La mia migliore amica ha quindici anni.

La mia migliore amica frequenta il liceo classico.

La mia migliore amica sa suonare la chitarra e il pianoforte.

La mia migliore amica ha paura dei piccioni.

La mia migliore amica guarda sempre Glee.

La mia migliore amica adora Demi Lovato.

La mia migliore amica si taglia.

La mia migliore amica, vince.

  
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