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Autore: Atlantislux    16/10/2007    9 recensioni
[Mai HiME/Mai Otome]
L’hanno trascinata via da casa. Ora Natsuki Kruger è in un mondo sconvolto da una guerra fratricida. Perché hanno un così disperato bisogno di lei?
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Earth'
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Epilogo



“Ancora non capisco perché Mashiro abbia insistito così tanto perché tu mi accompagnassi.”

“Probabilmente sperava che il nostro elicottero fosse abbattuto.”

Natsuki si voltò irata verso Nagi. “Spero tu stia scherzando. La notte scorsa la Coalizione Est ha acconsentito a firmare una tregua.”

Lui scosse le spalle, visibilmente compiaciuto. “Lo so, c'ero anch'io quando hai parlato con quella Mai Tokiha. Però è sempre divertente stuzzicarti.”

“Sei infantile. E mi stai trattando con troppa familiarità. Dopotutto ci conosciamo solo da due giorni” Natsuki gli rispose, soffocando un'imprecazione.

'Tra le tante cose che il mio mondo ha di meglio del tuo, è che là volendo potrei ancora sculacciarti.'

Cercando di non fare caso alla presenza di Nagi preferì rivolgere lo sguardo all'enorme cava dove l'avevano riportata.

L'antro non era più buio, ma avvolto nella luce emessa da alte lampade allo xeno. Finalmente Natsuki poteva vedere i pilastri, dodici, che circondavano una piattaforma coperta di strani simboli. Il materiale di cui erano fatti era decisamente particolare, a prima vista le era sembrata malachite, ma più si avvicinava più la pietra appariva differente.

E ha strani bagliori al suo interno, come se vi si agitasse qualcosa di vivo.'

Rabbrividì, senza sapere perché. Era certa di avere già visto qualcosa del genere, ma non riusciva a ricordare dove. Guardò la sua scorta, ma nessuno sembrava condividere le sue sensazioni.

Puntò il dito verso la struttura. “Cos'è?” chiese a nessuno in particolare.

Fu Nina a risponderle. “Nessuno lo sa, anche se ci sono altri posti come questo, sparsi un po' su tutta Earth. Adesso che la guerra è finita, forse avremo il tempo e le risorse per studiarli meglio.”

Natsuki sorrise. Nina le sembrava felice ora, come se un grande peso fosse stato tolto dalle sue spalle.

“Spero che la gente di questo pianeta abbia da ora in avanti speranza in un futuro di pace e cooperazione” le augurò sinceramente Natsuki.

L'altra sembrò per un attimo incerta, come se sorpresa da tanto calore. Alla fine annuì. “Anch'io... e ti auguro buon viaggio, Natsuki di Earl.”

La Direttrice prese un profondo respiro, poi si incamminò lentamente verso il centro della piattaforma. Aveva aspettato così tanto quel momento e ora si sentiva tesa e nervosa e, sorprendentemente, anche leggermente triste.

'Me ne sto andando per sempre, e non ho neppure avuto tempo di assistere al loro funerale. Spero che Haruka si ricordi di deporre un fiore sulla tomba, come le ho chiesto.'

Si morse il labbro inferiore, girandosi a dare un ultimo sguardo alla sua scorta.

“Nagi, credo... di doverti ringraziare” ammise riluttante. “So che l'hai fatto solo per salvare te stesso, ma se non mi avessi parlato l'altra notte avrei fatto il più grosso sbaglio della mia vita.”

Lui sorrise. “Non avrei mai pensato di sentirti dire una cosa del genere, Direttrice.”

“Dovrei farti conoscere la tua controparte su Earl. É fastidioso come te ma almeno tu hai un'oncia di buon senso in testa.”

Il sorriso dell'albino si intensificò. “Non essere così crudele con lui. È ancora un bambino dopotutto. Continuate a dimenticarvi che ha solo quindici anni.” Poi mise un braccio attorno alle spalle di Nina, stringendola a sé. La ragazza arrossì visibilmente. “Ma stai certa che Nagi De Artai ha imparato la lezione nel modo più duro, e non farà mai più lo stesso sbaglio.”

“Cosa?” urlò Natsuki, sorpresa dalle parole di Nagi e dall'aria di esultante raggiro apparsa sul suo volto da ragazzino. Ma non ebbe tempo di dire nulla, perché in quel momento un lampo di luce bianca la accecò, mentre il passaggio si apriva per portarla via da Earth.

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Un istante più tardi Natsuki si trovò accartocciata al suolo. Infastidita dal contatto del marmo gelido contro la sua guancia cercò di alzare la testa, premendosi una mano contro la bocca per combattere la nausea.

“Direttrice!” le urlò qualcuno.

Riconoscendo la voce, Natsuki sorrise, malgrado le vertigini. ‘Non mi hanno mentito, sono a casa.’

“Yohko, cos’è successo?” chiese lentamente.

Il medico del Garderobe l’aiutò ad alzarsi, lanciandole una strana occhiata.

“Onestamente non ne ho idea. Stavamo parlando quando c’è stata una potentissima esplosione di luce e, per un nanosecondo, potrei giurare che tu ti sia come smaterializzata nel bagliore.”

“Quand’è successo?”

“Solo pochi istanti fa. Come ti senti?”

Natsuki si leccò le labbra, considerando per un momento l’opportunità di dire la verità, ma subito dopo decidendo che era meglio soprassedere.

Non ora. Non abbiamo tempo di studiare questo fenomeno.’

“Sto bene, questo potrebbe fare parte della stessa catena di eventi che stanno imperversando per Earl” mentì, sentendosi vagamente colpevole. Poi scosse la testa per schiarirsi la mente mentre la sensazione di stordimento recedeva gradualmente.

“Mi porteresti al laboratorio, Yohko? Meglio accertarsi che tutto vada bene, laggiù.”

“Meglio passare prima dall’infermeria.”

“No” Natsuki quasi gridò. “Le nostre Otome sono più importanti.”

Poi, appoggiandosi leggermente a Yohko, marciò risolutamente verso il laboratorio.

Poté rilassarsi solo quando fu certa che la forma cristallizzata di Shizuru era ancora intatta, lì dove l’aveva lasciata. Collassò su una sedia, sostenendosi il capo con una mano, mentre i suoi occhi guardarono con distacco il palmo dell’altra, marchiato dalle lunette lasciate dalle sue stesse unghie. Si costrinse a chiudere gli occhi.

È finita.’

Proprio in quel momento il telefono posato sul tavolo vicino a lei squillò, sorprendendola. Meccanicamente sollevò la cornetta, mormorando il suo nome.

Quello che dall’altra parte le dissero le fece raddrizzare la schiena, e torcere le labbra in una cruda smorfia.

Strinse gli occhi, prendendosi qualche secondo di tempo prima di rispondere.

“Richiedete truppe di terra da Aries e Windbloom per setacciare i dintorni, e fatemi rapporto tra un’ora” ordinò prima di riagganciare, anche se il suo stesso tono le suonò incerto.

Una gelida sensazione di déjà-vu cominciò a farsi strada in lei, mentre i pezzi del puzzle prendevano finalmente posto.

“Che succede?” le chiese Yohko accigliata.

Natsuki la guardò ugualmente cupa. “Era il direttore della prigione di Desperate. Nagi è scomparso dalla sua cella.”

Distolse immediatamente lo sguardo dal medico per fissarlo su Shizuru. Non poteva sopportare lo shock apparso sul volto della sempre controllata Yohko.

“Tutto ha senso adesso” sussurrò.

Quell’ultima frecciata che mi ha lanciato, il fatto che conoscesse perfettamente Earl, il sistema delle Otome e soprattutto quale fosse la situazione qui al momento. Un po’ troppo approfondito per quel tipo di ricerche che mi dissero di avere compiuto. Oltretutto, Shizuru sosteneva che i piani temporali tra Earth e Earl erano sfalsati di dieci anni e, giustamente, Nagi ha circa quindici anni qui mentre ne dimostrava più o meno venticinque dall’altra parte.’

Si passò una mano tra i capelli. ‘È perché l’Arciduca De Artai e il Colonnello De Artai sono la stessa persona. Semplice e chiaro come il sole.’

“Stai pensando di mandare là uno dei Pilastri?”

L’attenzione di Natsuki ritornò su Yohko. “No, non possiamo permetterci di disperdere le nostre migliori guerriere in questo momento. Abbiamo troppi problemi da affrontare.”

“Ma Nagi è di sicuro uno di loro. O lo diventerà presto.”

Alzandosi Natsuki scosse la testa, sospirando.

“Non credo, sai. Io… penso invece che abbia imparato la lezione. Sono certa che si troverà una ragazza e ci lascerà finalmente in pace” disse in tono talmente definitivo che Yohko non insistette ulteriormente.

Perfetto. Vattene a giocare da un’altra parte, Nagi. Sicuramente Earth è un pianeta che ti si addice di più.’

La Direttrice si sentì rasserenata, quasi felice. In pochi passi fu davanti a Shizuru.

Qualunque cosa avesse colpito l’Ametista della Bellezza, aveva fissato i suoi lineamenti in un’espressione di eterna sorpresa.

Natsuki alzò una mano per accarezzarle la guancia gelida.

Anche una cosa così semplice a loro era negata. Non lo darò mai più per scontato.’

Tirò qualcosa fuori dalla tasca, la prova che aveva davvero viaggiato in un altro universo. Sentendosi sopraffare dall’emozione chiese dolcemente a Yohko di lasciarla sola. Il medico andandosene le mormorò qualcosa che lei non sentì. In quel momento niente avrebbe potuto distrarla.

Aprì il cellulare.

“Ho qualcosa da leggerti. Ascoltami, mia Shizuru.”

Natsuki la guardò e, per un momento, la luce sul volto dell’amata sembrò imitare il suo distintivo sorriso serafico.

Natsuki le sorrise di rimando.

Fine

  
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