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Autore: Nanae    29/03/2013    0 recensioni
Questa storia narra di come io e Michele ci siamo conosciuti e innamorati, di tutte le avventure che abbiamo vissuto e di tutte le emozioni che abbiamo provato, fino a diventare le star che siamo adesso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6^ capitolo UNA SERATA SPECIALE Andai di corsa dai miei genitori, che avevano finito di mangiare e gli dissi, tutta eccitata: “Mamma, papà non potete immaginare quello che mi è successo! Ho conosciuto Michele! Mi sento la persona più felice del mondo!”, loro, come risposta, mi dissero: “Noi abbiamo conosciuto i suoi genitori, sono molto gentili, educati e socievoli”, “Si va bene, sono felice per voi, ora però andiamo! Devo decidere cosa mettermi per stasera!” gli dissi, senza dare troppo conto a quello che avevano detto. Quando fummo davanti alla porta della camera, mentre i miei aprivano la porta, vidi Gabriele, con giacca e cravatta, sistemato e ordinato per la serata. Quando mi vide, mi disse, sorridendo: “Ciao, a stasera”, “Ok, ciao” gli risposi, educatamente. Entrammo in camera, le valigie erano mezze vuote, cercai dappertutto per trovare un vestito decente e abbastanza elegante, l’unica cosa che trovai, fu un vestitino, con la parte superiore tutta blu scura (comprese le bretelline sottili), la parte inferiore, lunga, con uno sfondo bianco e disegni a fantasia, di tutti i colori e la parte centrale, una specie di cinta, di paiette, cucita alla vita, azzurra e blu, con qualche piccola sfumatura d’oro. Avevamo deciso di andarcene alle 8:45 (“stranamente”, ci avevano detto che ci avevano riservato dei posti, quindi il problema di arrivare presto, per trovare i posti migliori non sussisteva), erano le 3:30, fino alle 8:30, per cercare di distrarmi, da quell’attesa che mi stava uccidendo, stetti su Facebook a chattare con i miei amici tutto il tempo, tutti mi posero un sacco di domande su quello che mi era successo: come è stato, come mi sentivo, dove sono andata, chi ho incontrato, cosa gli ho detto, se siamo diventati amici e tante altre domande e questo non mi aiutava molto… Mentre, ascoltavo canzoni di Michael Jackson, ma non c’era niente da fare, più chattavo con i miei amici e più mi sentivo agitata, più ascoltavo musica e più pensavo a Michele e che lo avrei visto tra poche ore dal vivo, non riuscivo a staccare gli occhi dall’orologio, non ce la facevo più, quell’attesa mi stava bruciando come un fuoco ardente, non vedevo l’ora che arrivasse il momento di andarsene, così mi toglievo questo peso, ma nello stesso tempo avevo sempre più paura mano a mano che si avvicinava questo momento. Finalmente erano le 8:30, mia madre mi chiamò e mi disse: “Mavììì!!! vestiti che ce ne dobbiamo andare!!!”, io allora salutai i miei amici (i quali, ovviamente, mi chiesero di salutargli a quello, salutargli all’altro) e mi misi il vestito, mi sistemai i capelli e mi truccai con un leggero velo di fard, lucidalabbra e ombretto blu chiaro, quanto alle scarpe, mi misi dei sandali neri, con un tacchetto basso e riguardo agli accessori, non ne misi molti, solo una catenina argentata, con un piccolo ciondolo blu, a forma di brillantino e un paio di orecchini ad anello, anch’essi argentati. Dopo 15 minuti, ero pronta, vestita e truccata alla perfezione, era la prima volta che ero così tirata a lucido, neanche io sapevo come avessi fatto, davanti allo specchio, mi stupivo da sola (attenzione, tutto questo non lo sto dicendo per vantarmi o per fare la vanitosa). Dopo che furono pronti anche i miei, scendemmo giù alla reception, lì c’erano il ragazzo e la ragazza che ci aspettavano e ci accompagnarono allo studio di Tluc, non durò molto il viaggio, circa una mezz’oretta, l’hotel non era molto lontano dallo studio. Appena arrivammo, ci fecero entrare da un’entrata meno affollata, ero emozionatissima, appena entrammo nello studio, rimasi a bocca aperta, non per la sua grandezza (già l’avevo visto l’altra volta, quando ho fatto l’audizione), ma per la gente che c’era dentro, era affollatissimo, non avevo mai visto tanta gente! Ci fecero sedere tra i primi posti, visto che mancava ancora qualche minuto all’inizio, mi feci coraggio e decisi di andare un po’ in giro, dietro le quinte, “Mamma, io vado un po’ dietro le quinte” avvisai mia madre, “Mi raccomando, stai attenta” mi raccomandò lei, “Si, tranquilla” la assicurai, mi portai carta e penna, non si sa mai, possono sempre tornare utili. Dopo che percorsi il corridoio laterale, mi trovai nella stanza principale, con due corridoi, dove c’erano un tavolino e due divani, la parete era pitturata di azzurro, con sopra disegnato un pentagramma bianco, con delle note di diversi colori. Vidi passare alcuni ragazzi di Tluc, i quali mi salutavano tutti e io, ovviamente, gli ricambiavo il saluto, poi ad un tratto, vidi lui, Michele, appena lui vide me, fece uno dei suoi incantevoli sorrisi, mi venne incontro e felice di rivedermi, mi disse: “Ehi, ciao! Come stai?”, “Bene, grazie” gli risposi, con un po’ di emozione, “Sono felice che tu sia venuta” mi disse, l’emozione aumentava sempre di più, soprattutto quando mi disse questa frase, “Beh… non potevo certo perdermi una tua esibizione…” gli ricambiai, con timidezza (e, lo ammetto, anche un po’ per fare la ruffiana), lui fece un altro sorriso, come segno di felicità per aver sentito quelle parole. All’improvviso, si sentì una voce, all’altoparlante, che disse: “Attenzione, lo spettacolo sta per iniziare, si prega i signori spettatori di prendere posto, grazie e buona visione”, “Meglio che me ne vado, altrimenti mia madre si preoccupa” gli dissi, con un po’ di fretta, anche se avrei preferito, che quel momento non finisse mai, “Già, è meglio che me ne vado anch’io” mi rispose lui, con altrettanta fretta, “Buona fortuna” gli augurai, con tutto il cuore, “Grazie” mi rispose e entrambi, ce ne andammo in direzioni diverse. Quando tornai a sedermi, mia madre mi chiese: “Come è andata? Ti sei fatta fare qualche autografo?”, in quel momento mi battei la mano sulla fronte, in segno di dimenticanza e pensai “NO! Mi sono dimenticata di chiedere l’autografo a Michele! Accidenti!”, ero così emozionata, che mi ero dimenticata di chiederglielo. Mia madre, vedendomi fare questo gesto, mi chiese: “Che c’è? Non dirmi che te lo sei dimenticata?”, io, mortificata, le risposi: “Mi dispiace, non ci ho pensato…” e lei, tutta nervosa, mi gridò: “Come non ci hai pensato!? Mamma mia, persino queste cose ti dimentichi!? Sei veramente impossibile!”, avrei voluto vedere lei al mio posto. Lo spettacolo iniziò con la sigla, come al solito, stupenda, all’inizio, ci sono solo 4 ragazzi, 2 maschi e 2 femmine, che cantano una canzone, molto dolce, poi c’è la parte più movimentata ed energica ed è quella che preferisco, indovinate un po’ perché? Esatto, in questa parte, la telecamera, fa un primo piano a Michele, quando lo vedevo dalla televisione, tra tutte le voci dei ragazzi, riuscivo a distinguere quella sua, si sentiva, ma anche dal vivo sono riuscita a distinguere la sua voce. Dopo le presentazioni, la prima a cantare, fu Caterina Zampieri che cantò La musica è finita di Ornella Vanoni, poi, cantò Giovanni, che si esibì nella canzone For once in my life di Stevie Wonder, dopo, fu il turno di Matteo, che cantò Se io se lei di Biagio Antonacci, poi, si esibì Gabriele, in L’amore è una cosa meravigliosa di Massimo Ranieri e finalmente toccò a Michele, che cantò Man in the mirror, non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, appena iniziò a cantare, presi subito il cellulare e inviai un’ondata di voti, per fortuna, mio padre, mi fece la ricarica venerdì, era stupendo, l’emozione che provavo, era enorme, vedere la persona che ammiravo e che ammiro tuttora, di più al mondo, dal vivo, sentire a pieno la sua voce, era meraviglioso. Dietro di lui, c’era un coro gospel, la quale partecipazione, rendeva la canzone ancora più bella, Michele la terminò magicamente, entrando nei cuori di tutti gli spettatori (soprattutto nel mio). Dopo, si esibirono tutti gli altri: Stella Grillo con Almeno tu nell’universo di Mia Martini, Carlo con Il rock di Capitan Uncino di Carlo Bennato, Alfio e Roberta in Se (colonna sonora del film Nuovo cinema paradiso), poi cantò Noemi, ospite a Tluc, Gaia Lipani in I will always love you di Whitney Houston, poi un gruppetto di 3 ragazzi di circa 10 anni, che si chiamava Benvenuti al sud, ha cantato Barbera e champagne di Giorgio Gaber, Camille Cabaltera in Tra te e il mare di Laura Pausini e in fine Emanuele Bertelli in E’ la mia vita di Albano. Dopo aver fatto rivedere una piccola parte, di ogni esibizione, era il momento di eleggere il vincitore, che avrebbe sfidato uno dei tre sfidanti, per sostituirlo sul podio. Come voto della giuria, al primo posto, c’erano Gabriele, Gaia e Michele, questi poi, sono stati mescolati con i voti del pubblico a casa e alla fine il vincitore era… MICHELE PERNIOLA!… io ero felicissima, mi alzai in piedi, per applaudirlo, avevo un sorriso enorme, stampato sulla faccia. Dopo, prima che iniziasse la sfida sul podio, Antonella disse: “Bene, bene Michele, veramente bravo, complimenti… prima di iniziare la sfida volevo dire una cosa… mi è stato detto, che, circa una settimana fa, è venuta, qui, una ragazza, che ha fatto un provino, vero maestro?”, in quel momento, mi accorsi subito che stava parlando di me e iniziai ad agitarmi, “Si si, è vero, circa una settimana fa, è venuta qui una ragazza e ha fatto un’audizione e non è stata male, ha una buona voce e soprattutto una cosa di cui mi sono accorto e che mi rende felice, è che canta con il cuore, con sentimento” affermò il maestro, quando sentii quelle parole, feci un sorriso di imbarazzo, ma anche di felicità e pensai “Almeno sono andata bene…”, “Ho capito, meglio così e come si chiama questa ragazza?” chiese Antonella e all’improvviso, il mio sorriso, scomparve di colpo, “Mmh… non mi ricordo… aveva un nome strano… francese…” rispose il maestro, cercando di ricordarsi il mio nome, Antonella, per aiutarlo, gli chiese: “Si trova qui, in questo momento, questa ragazza?”, “Si si, le ho mandato un invito, per questa serata” rispose il maestro, “E riesce ad individuarla? Sempre se sia venuta, ma credo di si” gli chiese di nuovo Antonella, “Beh… non so… vediamo…” disse, cercando di individuarmi. La mia agitazione, aumentava sempre di più, non potevo crederci che parlavano proprio di me! Michele, già, mi aveva vista, ma non disse niente, perché aveva già capito, che non avevo molta intenzione di farmi vedere. All’improvviso, il silenzio, fu rotto dalle parole del maestro: “Ah! Eccola! Quella ragazza con i capelli biondi e il vestito blu e bianco!”, in quel momento, pensai “Oddio, mi ha visto…”, il cuore, mi batteva a mille, a un certo punto, Pupo (uno dei giudici di Tluc), si alzò e venne verso di me, “Oh mamma…” pensai, sempre più agitata, quando arrivò, mi prese la mano e mi accompagnò sul palco, il pubblico applaudì. Mamma mia, mi sentivo così agitata, che potevo svenire da un momento all’altro, Michele, si girò verso di me e mi sorrise, “Ciao cara, che bel vestitino che hai! Come ti chiami?” mi chiese Antonella, “Angela…” risposi, molto timidamente, “Che bel nome! da dove vieni?” mi richiese, “Da Trapani, in Sicilia…” risposi altrettanto, “E quanti anni hai?” mi richiese, “14…” risposi, riprendendo il discorso di prima, disse: “Bene… quindi, come ho detto prima, circa un settimana fa, sei venuta, qui, a fare un provino, giusto?”, avendo capito di non avere più scampo, cercai di calmarmi e risposi con più scioltezza e tranquillità: “Si, è vero, un signore, mi chiese se volevo cantare, davanti al maestro e io accettai”, dopo aver detto questo, lei disse una cosa, che non me la sarei, veramente, mai aspettata: “Ho capito… beh, devi essergli piaciuta davvero molto, perché, appunto, ti vuole chiedere… anzi… ti VOGLIAMO chiedere, se vuoi far parte del cast di Tluc”. In quel momento, sullo studio, calò il silenzio totale, non potevo credere alle mie orecchie, aveva detto proprio “CAST DI TLUC”, per qualche secondo, rimasi bloccata, per comprendere il messaggio e verificare se stavo sognando o no, poi, mi misi a ridere e dopo un po’ a piangere, ero così felice, che non riuscivo a trattenere le lacrime, non ce l’ho fatta, è stato più forte di me, Antonella, con un bel sorriso, mi disse: “Non te lo aspettavi eh? Ahahahah… allora, cosa hai deciso? Ti va?”, io risposi, tra le lacrime: “Beh… come hai detto tu, Antonella, non me lo aspettavo, veramente, è stata un’enorme sorpresa per me… mi sento la persona più felice del mondo, partecipare a Tluc, sarebbe un sogno che si avvera…”, lì, il pubblico applaudì. “Bene! Abbiamo un nuovo membro in famiglia!” esclamò Antonella, “Ora, scusa tesoro, ma dobbiamo continuare la sfida, ci siamo soffermati anche troppo, poi, il maestro, ti dirà tutto, va bene? Vai, puoi tornare a sederti” mi disse, frettolosamente. La sfida tra Michele e Stefan, continuò, quest’ultimo, cantò Profeta non sarò, non ricordo, molto bene, di chi è questa canzone. Alla fine, vinse Michele, ero felicissima! Ho provato un’emozione bellissima, vedendo Michele sul podio! Quando la puntata terminò, decisi di andare dietro le quinte, per fare i complimenti a Michele (e anche per sapere, dal maestro, quando dovevo venire, per le prove). Quando arrivai al corridoio principale, vidi tutti quanti, che si complimentavano con Michele, c’erano anche Antonella, il maestro e i tre giudici, tutti i ragazzi, mi sorridevano, si presentavano e mi dicevano: “Complimenti!... Benvenuta!... Benvenuta tra di noi!...” ecc, anche i giudici si presentarono: “Ciao! Piacere, io sono Pupo!”, “Ciao, io sono Cecilia Gasdia”, “Io sono Massimiliano Pani, piacere”, “Piacere, Angela…” ricambiai, dopo, si avvicinò il maestro e mi disse: “Allora… intanto, complimenti, sono felice che tu faccia parte del nostro cast”, “Grazie…” risposi, un po’ emozionata, “Bene… allora, devi venire ogni venerdì, all’hotel, come fanno tutti, ok?”, “Ok…” risposi. Quando, quasi tutti, se ne andarono, vidi Michele, avvicinarsi verso di me e con un altro dei suoi incantevoli sorrisi, mi disse: “Ciao”, “Ciao” ripetei, “Complimenti, sono contento che tu abbia realizzato il tuo sogno, te lo avevo detto che ci saresti riuscita” mi disse, sorridendo, “Ahahah grazie… comunque, complimenti anche a te, sei stato bravissimo, anzi, fantastico…” ricambiai, “Ahahah grazie!” mi ringraziò, ridendo, “Ora, scusa, ma devo andare, altrimenti, mia madre, si innervosisce” dissi, “Ok! Ci vediamo venerdì!” mi disse, “Ok, a venerdì, ciao” risposi, “Ciao” mi salutò e mi diede un bacio, sulla guancia, io, arrossii, come una fragola e me ne andai. Quando tornai da mia madre, lei, mi chiese: “Allora? Ti sei fatta dire quando devi venire?”, io, le risposi: “Si, ogni venerdì”. Ce ne ritornammo all’hotel, avevamo, già, tutto ponto, per tornare a casa l’indomani. Per tutta la notte, pensai a quella sera, è stato indimenticabile, mi ricorderò per sempre, di questo sabato, da qui, inizia la mia avventura.
  
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