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Autore: SciokkyFania    29/03/2013    4 recensioni
"Non sei l'uomo che credevo fossi"
Queste erano state le sue ultime parole prima che lui se ne andasse, prima che lui la lasciasse sola assieme alle sue lacrime, alle sue paure, al suo mondo che si stava sgretolando sotto i suoi piedi...
E così, il freddo di gennaio si stava impossessando di lei… si era impadronito del suo cuore congelandolo e rendendolo inaccessibile.
Genere: Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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L'uomo che sei

 

Nel capitolo precedente:


“ ... ti prego non andare” ma la sentì tremare, sfilare violentemente la mano sciogliendo quella presa delicata

“E perchè? Non ti lascio solo no?” rispose gelida buttando tutto nella valigia.

Un disordine logico che in realtà aveva l’unico scopo di metterle fretta allontanandola da lui, già, lui, un uomo paralizzato nel niente ad osservare la sua donna scappare mentre la stessa frase carica di ironia gli rieccheggiava nel cervello, una stupida frase a mostrargli quanto in realtà poteva ferire l’amore.
 

Capitolo 3-L'uomo che sei-



"Avevi detto che avremmo parlato che..." 

"credo che ci sia poco da dire quando i fatti dimostrano il contrario!" gli rispose gelida lei dandogli le spalle

"...i fatti non hanno un'unica spiegazione e tu dovresti saperlo bene DETECTIVE!" enfatizzò l'ultima parola lo scrittore.

Gli dava le spalle non poteva sostenere il suo sguardo, non poteva voltarsi, guardarlo in quegli occhi che oramai la conoscevano a memoria, avrebbe capito... Avrebbe capito che tutto quello che avrebbe voluto fare era abbracciarlo forte, ma ancora la paura, l'orgoglio e la gelosia la presero per mano e la allontanarono da lui. Si fermò su quel pianerottolo ad un passo da lui e senza rendersene conto le parole le scivolarono via dalla bocca:

"sai Castle… non sei l'uomo credevo fossi!"

Eccole, le parole che avevano fatto crollare tutto. Tutto quello che assieme avevano costruito. Quelle parole che spaccarono in mille pezzi i loro cuori lasciandoli immobili a sprofondare in un oblio sempre più profondo.

Era la fine, questo Rick Castle lo sentiva, se lo sentiva nel cuore. Kate e la sua muraglia, Kate che con la sua accecante gelosia aveva fatto crollare i loro sogni… Non c'era nulla da dire a pugni stretti e in maniera del tutto inaspettata, le parole iniziarono ad uscire, senza sosta, senza controllo...

"Sai… si dice che si prenderanno tante cantonate, ci imbatteremo in tanti amori sbagliati prima di arrivare alla persona giusta perché quando arriva lo sai dentro di te che lo è. Accidenti se lo sai, il cuore ti scoppia in petto, i brividi ti travolgono solo se l'amore ti sfiora, saresti disposto anche a cose impossibili per salvaguardarlo… mi sono rispecchiato in tutto questo solo leggendolo nei tuoi occhi ma forse una punta di oscurità era nascosta in mezzo a tanto splendore e io ne sono rimasto accecato senza riuscirla a trovare. La stessa punta di oscurità che si è materializzata ora davanti a me, racchiusa nel tuo sguardo che mai prima di ora mi ha guardato con tanto disprezzo, nelle tue parole che con tanta semplicità mi hanno letteralmente spezzato il cuore… e sai la cosa buffa di tutta questa situazione cos'è?! Che continuo ad amarti nonostante tutto. Ti sono stato fedele come un cagnolino per tutti questi anni e questo non è bastato a farmi amare da te… Forse avevi ragione tempo fa quando dicevi che ci stiamo solo prendendo in giro o forse sei tu che hai semplicemente mentito a te stessa credendo in questo sentimento che ti scaldava e non ti faceva sentire sola, scambiandolo per qualcosa che in realtà non è… -a quelle parole non poté far a meno di voltarsi e lo vide, lì in piedi avanti a lei completamente disarmato con il cuore in mano e in lei i sensi di colpa che facevano visita al suo cuore facendolo tremare - …non cercarmi Kate, ti auguro di trovare quello che fa per te… non riesci a fidarti di me e non parlo solo di adesso, non hai capito che qualsiasi paura, insicurezza tu abbia, per me viene messa in primo piano a discapito anche della mia di felicità e sono stato uno stupido, ti amo ora come ti amerò domani e dopo ancora… Always, perché tu sul mio vocabolario sei il significato puro della parola amore...” sorrise amaramente sfiorandole la guancia, asciugandole una lacrima che lentamente scendeva dal suo viso.

"…non piangere Kate ho sbagliato io, mi sono illuso, credendo che saresti stata disposta a fare qualsiasi cosa per me, per noi, come lo sarei stato io. Ho creduto fossi la mia principessa in questa favola ormai senza il lieto fine"
Un bacio leggero su quella guancia bagnata da lacrime che senza sosta avevano preso a correrle lungo il viso. É durato un solo istante alla fine del quale tutti i suoi sogni si erano volatilizzati seguendo quell'uomo ferito che di spalle a pugni serrati si stava allontanando, lasciandola sola con le sue lacrime e un pugno di meravigliosi ricordi.


"Ti prego dimmi che gli sei corsa dietro e lo hai fermato!?!" le parole di Lanie arrivarono come una doccia fredda alle orecchie di Kate...
Alzò lo sguardo e con faccia incredula guardò l'amica, "andiamo tesoro non penserai davvero che Castle si sia dato da fare con la sua ex?!...vivete sotto lo stesso tetto da una settimana, state tutto il giorno assieme, quando avrebbe avuto il tempo di farlo?!”
"Come mi spieghi lei in mutande in cucina vicina a lui, che solo il pensiero le sparerei in bocca cancellandole quel sorrisetto compiaciuto che aveva quando entrando mi sono paralizzata davanti all'immagine di lei con le mani attorno al collo di Castle"
Era arrabbiata, accecata dalla gelosia, quella gelosia mista ad orgoglio che la disarmavano e alzavano quella barriera protettiva che dopo anni era riuscita a far crollare solo con l'amore di Castle.
Lanie capiva quel risentimento ma non riusciva a comprendere questa diffidenza nei confronti dello scrittore che fino a qualche mese prima aveva difeso con i denti, senza il minimo dubbio, nonostante avesse prove inconfutabili tra le mani!.. Cosa era cambiato?!
"Dimmi un po’, lui come ha reagito quando sei arrivata?.."
"Come doveva reagire sembrava uno stoccafisso… non si è mosso di un millimetro, mi guardava come se avesse visto un fantasma"
E lei?"
"Lei..." disse arrabbiata socchiudendo gli occhi"...lei mi ha salutato con quel fare da civetta poi si è avvicinata a Rick e gli ha detto ‘se cambi idea mi trovi di sopra’ ” camminava in modo agitato avanti ed indietro per la sala delle autopsie gesticolando animatamente imitando Meredith con tono di voce stridolo...
"Woo wooo frena ragazza e siediti" disse la dottoressa afferrandola per un braccio, indirizzandola verso lo sgabello, ordinandole con lo sguardo di sedersi.
"Scusa Lanie, ma solo al pensiero di tanta sfacciataggine, mi verrebbe voglia di romperle tutti quei denti perfetti "
Lanie sorrise.
Sorrideva, perché sorrideva?
Kate rimase un po' stranita dal comportamento dell'amica
"Mi fa piacere che almeno tu trovi tutta questa storia divertente" disse in tono frustrato, appoggiandosi con il gomito al tavolo, mordicchiandosi nervosamente l'unghia del pollice.
"Non rido perché lo trovo divertente ma perché non riesco a capacitarmi che riesci a risolvere casi irrisolvibili trovando dettagli introvabili e poi quando si tratta di ciò che ti riguarda sei così cieca"
La detective si voltò verso il medico legale guardandola con fare interrogativo.
"Sveglia ragazza! Castle non è proprio andato a letto con nessuno!!"
"e dimmi un po' tu come lo sai??" sembrava che Laine stesse parlando una lingua a lei sconosciuta ma quell'ultima frase le aveva dato un senso di sollievo.
"Kate sveglia!! Cosa gli ha detto Maredith prima di andarsene?"
"te l'ho detto!!!..si è avvicinata a lui e..." sgranò gli occhi, il panico si impossessò di lei, stava sudando, si voltò verso l'amica che le sorrise.
"Dio che cosa ho fatto??!!!" si porto le mani alla testa, che bisogno aveva Maredith di dirgli "se cambiassi idea.."
"Se avessero fatto sesso non ne avrebbe avuto motivo." concluse tremando la detective.

Decisioni, scelte, ognuno di noi ne fa giornalmente ma quando una di queste ci potrebbe cambiare la tua vita saremmo pronti ad affrontarle?... a pagarne le conseguenze?... a volte la paura ti impedisce di agire, di prendere decisioni e rimani lì fermo a guardare la vita che ti passa avanti, lasciandoti solo con un pugno di rimpianti nella mano. Era esattamente così che si sentiva Kate Beckett, la ragazza che ora, in quel pugno, stringeva solo i ricordi di un amore che improvvisamente le era sfuggito dalle mani. Come poteva essere stata così stupida? Come aveva potuto dubitare? ma soprattutto come aveva potuto fare questo a Castle?
Era paralizzata, un lacrima, una stupida lacrima, dove era racchiusa tutta la sua vulnerabilità, le rigò il volto.
Si alzò decisa dallo sgabello facendo sobbalzare Lanie, la guardò decisa e la dottoressa le sorrise annuendo con la testa, Kate aveva capito!
Aveva capito che quei ricordi stretti erano pronti a volare per racchiuderne altri. Amava Castle non si era sbagliata, non aveva frainteso quello che provava, quello era amore ne era certa… Castle si sbagliava. Non poteva accettare che tutto finisse così.
Afferrò la giacca,salutò l'amica e iniziò a correre, a correre più veloce che poteva. Le parole di Castle le rimbombavano in testa, eco di frasi che senza sosta risuonavano nella sua mente. Lui l’amava, l'aveva sempre amata e ora ferito le aveva chiesto di sparire, di non farsi più vedere. L’avrebbe fatto se era quello che realmente voleva ma prima doveva sapere, doveva sapere quanto fosse dispiaciuta, quanto lui fosse importante per lei.


Era arrivata al Loft di Rick in meno di venti minuti, saliva le scale a quattro a quattro, voleva arrivare, piazzarsi davanti a lui guardandolo negli occhi e dirgli tutto quello che fino ad ora aveva omesso dandolo per scontato
-C'erano ancora quasi due piani-
Perché se ci pensate è così che accade, così presi a vivere le cose senza dare l'importanza giusta alle parole.
Ultimo piano,
respiro affannato,
cuore che batte all'impazzata.
Ultimo gradino,
gambe che tremano,
gambe che passo dopo passo avanzavano fino alla porta, l'unica cosa materiale che la separava da lui. Era lì ferma davanti a quella "barriera" con le gambe ancora tremanti, soffermandosi a guardare quel campanello. Tutta la determinazione, le paure la stavano trascinando via. Alzò il braccio chiudendo la mano indirizzandola alla porta ma questa si aprì da sola.

Kate?”
C-ciao Martha…stavo...”
Se cercavi Richard non è in casa è uscito stamattina presto ad accompagnare Maredith in aeroporto, pensavo ti avesse raggiunto per aiutarti nelle indagini sullo strangolatore” le spiegò la donna leggermente allarmata.
Accompagnarla?!” Kate non capiva.
..ma scusa non te lo ha detto?!..ieri sera quando sono tornata a casa li ho trovati a discutere animatamente in soggiorno, non ho sentito granché solo che lui le chiedeva di andarsene...”
Capisco...” certo che aveva capito, aveva capito quanto fosse stata stupida.
...scusa cara ma devo scappare a scuola, ho una lezione che inizia tra esattamente -guardando l'orologio- oddio 10 minuti!!!..a stasera tesoro” disse accarezzandole la guancia sparendo giù per la scalinata…
..a questa sera..”
le parole della donna continuavano a girarle nella testa.
Era ovvio che Martha non sapeva nulla di come Castle e Beckett si fossero lasciati la sera prima… Castle!...dove diavolo era finito?...
Prese il cellulare e cercò il suo numero tra le chiamate rapide…

uno squillo…

due squilli…

tre squilli…

quattro squilli…

cinque squilli…

sei squilli…

Nulla Castle non rispondeva.

Passò l'intera mattinata a cercare di rintraccialo, provò al distretto, a casa sua nella vana speranza di vederlo fuori ad aspettarla (presuntuosamente illusorio), alla casa editrice... Provò a chiamarlo ma ora il cellulare risultava staccato, era ovvio che non aveva nessuna voglia di parlarle. Vagò senza metà per buona parte della giornata. Quando, senza nemmeno accorgersene, si trovò davanti a quelle due altalene culla di tanti ricordi, decisioni, vi si sedette e iniziò a dondolarsi… il vento che soffiava leggero la stava rilassando, sembrava che quella brezza potesse portare via un po’ della sua angoscia...


Credo che dovremmo battezzarle queste due altalene se pensiamo entrambi di venirci per pensare!”
Quella voce... quella voce che arrivava dalle sue spalle le aveva fatto riprendere il cuore a battere e un sorriso le comparve appena percettibile sulle labbra.
C-Cast...”
ma non riuscì a finire la frase.
Ti ho vista, da lontano, ci ho pensato una, due, tre, quattro volte prima di decidere se avvicinami o meno ma poi ho pensato al motivo per cui mi ritrovo qui ed ho pensato che fosse lo stesso anche per te, così ho deciso di avvicinarmi”

si sedette sull'altalena a lato a quella di lei e iniziò a dondolarsi. Passarono un'eternità di secondi, secondi spesi ad ascoltare le loro voci interne che combattevano con l'orgoglio sull'uscire o meno.
Lui alzò lo sguardo al cielo ed un sorriso comparve sul suo volto, fissò il cielo come se i ricordi lo riportassero in qualche altro mondo parallelo, lontano da quel parco, lontano da quell'altalena, lontano da lei.
Quel silenzio la stava angosciando indecisa sul cosa dire o meno. Era venuto il momento di aprire il cuore come qualche mese prima aveva fatto sempre seduta su quell'altalena.
Non ci sono parole esatte per scusarmi e non sono qui a pensare a come farlo”
La guardò spaesato, non riusciva a capire, trattenne il respiro per qualche secondo ascoltando le sue parole come una melodia nuova.
"..Credo che ognuno di noi faccia degli errori Castle, errori di cui ci pentiamo dal primo momento in cui commettiamo un passo sbagliato che ci conduce sulla via sbagliata, quella che tutti chiamano oblio... io ho seguito l'oblio per 13 anni circondata da mura che io stessa avevo innalzato per paura di essere nuovamente ferita, terrorizzata all'idea di soffrire, di piangere, di disperarmi come successe all'ora. Ma dietro quelle mura c'erano una miriade di emozioni da rincorrere, emozioni da assaporare, emozioni senza le quali non sarei la persona che sono ora. Sei arrivato a stravolgere la mia vita come un uragano, abbattendo quella muraglia con una facilità inaspettata, talmente inaspettata che ho dovuto rinchiudermi in un'armatura per paura che tu riuscissi a scaldare nuovamente il mio cuore. Avevo paura e ho tutt'ora paura di quello che provo per te, è talmente grande che a volte mi manca il respiro -sorrise levando il suo sguardo al cielo-...ma come ben sai, alcune cose è impossibile ignorarle. Credo che non sarei la persona che sono, se tu non fossi l'uomo che sei. Ti ringrazio per avermi fatto arrabbiare, piangere, sorridere, esasperare, per avermi sopportato, avermi aspettato, per avermi fatto innamorare di te.."
La guardava come se fosse un quadro meraviglioso, incapace di proferire parola. Si sorprese a sorridere come un ebete ammaliato da tanta dolcezza, da tanta franchezza, era lì seduta al suo fianco che si faceva cullare da quell'altalena, disarmata da qualsiasi armatura con il suo intero cuore in mano.
"..Grazie per avermi reso viva Castle" disse abbassando lo sguardo imbarazzata trovando i sui piedi decisamente più interessanti e si sorprese quando vide comparire davanti a lei due scarpe che conosceva oramai a memoria. Alzò lo sguardo e come se fosse un gesto meccanico i loro occhi si incatenarono. Lui le tese la mano e lei la strinse forte a sua volta, si sorrisero e in quel momento ebbero la consapevolezza che tutti i loro sogni, le emozioni, i ricordi erano ancora custoditi gelosamente in quelle due mani così perfettamente unite. L'attiró a se stringendola forte. Rimasero stretti in quell'abbraccio per non so quanto tempo. Il sole stava già tramontando. Presero a camminare abbracciati, accompagnati dalla brezza pungente della sera che li avvolgeva.

Arrivarono al loft con le mani ancora unite, presi a sorridersi come non avevano mai fatto, avanzarono alla porta quando Castle si soffermò a fissare la maniglia.
Quello che hai vissuto ha fatto di te quello che sei, le cicatrici che porti dentro, con le quali ti svegli ogni mattina e nelle quali ti specchi ogni giorno sono il riflesso di quello che sei. Tu hai fatto di me una persona diversa, tu mi hai completato, mi hai insegnato cosa vuol dire essere felici delle piccole cose, nessuna sarà mai come te perché nessuna è te, Kate, ed è questo che fa di te ogni giorno che passa, la persona più straordinaria che io conosca.”
Si voltò a sorriderle e lei annullò quel poco di distanza che c'era tra loro, per impossessarsi delle sue labbra, così calde, così morbide.Si sentiva disarmata ed era una sensazione meravigliosa.
Si allontanarono facendo incontrare le loro fronte, non appena il bisogno di aria fu necessario.
Wow uscì dalle labbra di Castle ancora ansante. Sorrisero ancora assorti da quel turbinio di emozioni, lei gli prese la mano ed entrarono in casa.

Papà sei tu??” la voce di Alexis riecheggiò da sopra le scale.
Si Al!”
scendooo”
vide correre la figlia giù per le scale.
ehi... A quanto vedo qualcuno qui si sente meglio!!!!” esclamò guardando sorridente Kate, che intanto si era diretta in cucina a preparare del caffè.
La ragazza si tuffò letteralmente tra le braccia del padre lasciandolo sorpreso.
Potrei abituarmi a tanto affetto… di cosa hai bisogno Alexis?”
Una figlia non può essere felice di vedere il padre?” ma non finì la frese che Castle la fissò a mo di: ”non mentirmi e dimmi cosa vuoi”
ok ok... pensavo…visto che la febbre oramai non la ho più, non è che potrei...”
Assolutamente no!!!”
Ma papà..Max mi ha...”
Alexis tu non uscirai da questa casa per ...”
Ma non finì la frase che Martha fece il suo ingresso teatrale in casa.
Sono a casaaaaaaaa... Oh Richard meno male che sei qui, ho incontrato per le scale una persona, una tua conoscenza.” Si allontanò dalla porta facendo entrare.
G-gina?! E tu che ci fai qui?!” domandò imbarazzato voltandosi ad incontrare lo sguardo di Kate.
Ciao Richard avrei bisogno di un favore enorme... non è che potresti ospitarmi?...”
E mh no no no… Gina mi di spiace ma al momento il mio appartamento non è disponibile, poi Alexis è pure malata ma se vuoi posso pagarti una bellissima stanza al Four season…- si avvicinò alla donna appoggiandole le mani sulle spalle, accompagnandola poco delicatamente verso la porta- sai c'è anche la vasca idromassaggio e se vuoi poi chiedere anche fragole e cham..”
Castle aveva detto le tre paroline magiche vasca idromassaggio, fragole e champagne… Quale modo migliore festeggiare?!.. sorrise maliziosa e lo interruppe:
Ma Castle fai il gentil uomo non puoi spedirla in un albergo...”
Tutti si voltarono verso Kate con fare interrogativo.
Sorrise sorniona e avanzò verso Castle, prendendo i cappotti.
Andremo noi in albergo...”
Passò davanti all'uomo ammiccando e fermandosi sull'uscio della porta, si voltò a guardarlo. Era ancora impietrito davanti alla scena.
Non vieni Castle?!”
S-sì” disse raggiungendola alla porta
Ma Kate...”
shh Castle abbiamo una Iacuzzi tutta per noi che ci aspetta!” gli sussurrò sensualmente, quasi fosse un soffio ad un orecchio. Sorrise con la lingua tra i denti e si voltò ancheggiando sinuosamente verso l'ascensore.
Castle riprese a respirare e voltandosi verso Gina disse

Fai come se fossi a casa tua!!” si chiuse la porta alle spalle, non prima di aver urlato un “non se ne parla Alexis”.

 

 

 

 

 

 



  
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