Stay Strong
Capitolo 8
Pronta per il grande passo?
A. xx
La vibrazione del telefono mi impose di svegliarmi alle sette del mattino. Che giorno era? Martedì? No forse sabato. Mi alzai a malavoglia dal letto dopo aver letto il messaggio di Ally, pronta ad urlarle contro di lei non appena sarei andata a casa sua. Guardai il calendario e la scritta sotto il numero del giorno mi apparì un po' sfuocata. Strofinai gli occhi ancora rintronata dalla sveglia brusca e vidi in grassetto la scritta Domenica.
Ora ne ero certa, altro che urlare contro la mia migliore amica. Avrei dovuto picchiarla. Presi il telefono in mano e velocemente le risposi, intenzionata poi a tornare a letto.
Basta con questi messaggi di prima mattina.
Hai messo l'invio automatico?
E :)
Gettai il telefono malamente in terra, tanto si sa che i telefoni vecchi e compatti durano per sempre. E mia mamma naturalmente dopo che io avevo rotto lo smartphone costato forse più di tutta la mia paghetta di un anno intero.
“Emily tesoro io esco” sentii dire dal piano sottostante. Grugnii in segno di assenso prima di sprofondare nuovamente tra i cuscini.
Non essere stupida,
ormai non puoi tirarti indietro.
A. :*
Perché avevo risposto ad Allison? Mi sarei dovuta aspettare che mi avrebbe risposto, sono così autolesionista di prima mattina? Il messaggio che lei mi aveva inviato sembrava una citazione di un film dell'horrore, non puoi lasciar perdere, devi combattere fino alla fine oppure vai in contro alla morte non puoi fuggire. Anche se però la mia vita non era un set cinematografico, non avrebbe senso impressionarsi per così poco. Sbuffai nell'esatto momento in cui la vibrazione del telefono che ormai odiavo da dieci minuti, riprese.
Ah dimenticavo,
poi raccontami ogni cosa!
A.
Il campanello si mise a suonare e non mi lasciò nemmeno il tempo di ritornare tra il tepore delle mie coperte. Tanto meglio, non ce l'avrei fatta ad alzarmi nuovamente. Scesi lentamente, in stile slow motion, le scale. Ero un Emily in versione bradipo-zombi, insomma ero un incroci tra i due, ed anche venuto davvero male.
“Mamma cosa hai dimenticato?” chiesi aprendo la porta con voce funebre. Mia mamma, anzi no, la persona davanti a me scoppiò a ridermi in faccia.
“Emy? Ti sei svegliata ora?” mi chiese Cody tra una risata e l'altra.
“Sai com'è – dissi ironica – solitamente la domenica mi sveglio alle cinque!”
“Scusa ma potevi dirmelo! Così venivo prima” disse lui facendo il finto mortificato e scuotendo la testa.
“non mi aspettavo che venissi” mi giustificai subito.
“ma se Ally mi ha detto che mi dovevi parlare” mi disse.
Ally? Oddio no! Erano passati un paio di giorni dalla nostra ultima conversazione ed ancora non avevo più tirato fuori il discorso su Cody. Ero una codarda ormai convivevo con questo aggettivo che mi descriveva bene.
“Ecco cosa intendeva con il, non puoi più tirarti indietro” citai facendo segno delle virgolette con le mani, sovrappensiero.
“cosa intendeva?”
“intendeva che oggi ti avrebbe mandato qui ed io avrei dovuto dirti...” mi bloccai improvvisamente, capendo che altrimenti avrei svuotato il sacco. Ma ancora non potevo. Non così perlomeno.
“sai che puoi dirmi tutto Amy” mi disse aggrottando le sopracciglia. Sapevo che quando faceva così, cercava di leggermi l'anima attraverso gli occhi, ma non potevo permetterglielo.
“non posso Cody” dissi più a me stessa che a lui.
“Amy, noi siamo amici giusto? - amici, amici, amici – e gli amici ci saranno sempre, qualunque cosa succeda” disse lui spezzandomi il cuore.
Amici, noi non siamo amici Cody.
Amici, noi non potremo mai essere amici.
Amici, perché dici questo?
Amici, siamo amici davvero? No
Amici, non voglio e non posso esserti solo amica.
“Non sei mio amico, non lo sei mai stato e non lo potrai mai essere Cody” gli dissi chiudendogli la porta in faccia. Mi accasciai contro la porta iniziando a piangere. Non sapevo cosa mi era preso. Lo avevo ferito. Maltrattato. Non volevo dire quelle cose, ma le pensavo. Certo che le pensavo.
“Scusa” sentii dire da dietro la porta, e poi dei passi, sempre più leggeri, lontani. Se ne stava andando ed io me ne stavo seduta, senza fermarlo. Me ne stavo seduta lasciandolo andare via da me. Che avrei potuto fare? Correre da lui come nei vari telefilm, chiedergli scusa e saltargli al collo per baciarlo? Mi avrebbe preso per pazza, per psicopatica. Non potevo farlo.
Sei una stupida Em,
gli hai spezzato il cuore
A.
I singhiozzi si attenuavano, il cuore decelerava, il respiro si regolarizzava.
Vieni
scrissi soltanto e dopo qualche minuto la figura di Allison comparve seria alla porta. Così mi gettai tra le sue braccia scoppiando nuovamente a piangere, finché non mi addormentai. Cadendo in un sogno nel quale mi dimenticai di tutte le preoccupazione della giornata appena iniziata.
Solo una cosa... SCUSATE!
cercherò di aggiornare nuovamente in queste vacanza, ora che ho un po' di tempo libero. ho avuto un po' di problemi negli scorsi mesi e mi è dispiaciuto davvero non aver potuto aggiornare. Grazie a chiunque continui a leggere questa storia.
Lulu_Tommo22
cercherò di aggiornare nuovamente in queste vacanza, ora che ho un po' di tempo libero. ho avuto un po' di problemi negli scorsi mesi e mi è dispiaciuto davvero non aver potuto aggiornare. Grazie a chiunque continui a leggere questa storia.
Lulu_Tommo22