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Autore: crushdizzies    29/03/2013    1 recensioni
“Il tuo segreto è al sicuro con me”, assicurò riportando la mia mano lungo il fianco.
Mi sorrise e si incamminò verso la mensa, i capelli biondi che le ondeggiavano attorno al viso come la criniera degli unicorni che aveva sulla copertina del quaderno di spagnolo.
Forse Brittany non era un granché in matematica, ma era davvero un genio a capire le persone.
Fan fiction incentrata sul personaggio di Santana. E' facilmente comprensibile anche da chi non segue Glee.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO SETTE FF Quando arrivammo al ruscello il sole stava ormai per tramontare.
“Possiamo dormire qua stanotte”, proposi. Eravamo al centro di un piccolo cerchio di alberi, poco lontano dal corso d’acqua.
Puck si trascinò verso il ruscello e ci si buttò letteralmente dentro, cominciando a bere. Tutti lo imitammo subito.
“Dobbiamo sciacquare la ferita di Sam”, ricordai. Mi voltai verso di lui. Il biondo era seduto su un masso e guardava abbastanza preoccupato la sua gamba.
“Non preoccuparti”, disse Quinn con voce spenta. Era la prima cosa che le sentivo dire da quando ci eravamo messi in marcia.  
Non che nessuno avesse parlato molto.
“Dobbiamo fasciarla…”, constatò Quinn concentrata sulla gamba di Sam.
Puck si tolse prontamente la maglia e ne strappò un pezzo, porgendolo a Quinn. Lei lo prese con un sorriso stanco e medicò la gamba di Sam.
Tornai indietro verso il cerchio di alberi e appallottolai la mia giacca come un cuscino.
“Hei…”, mormorò Brittany dietro di me. Mi voltai e trattenni il respiro per un attimo, restando semplicemente a guardarla.
Avevo davvero avuto paura di perderla.
Non sapevo dove sarei finita senza di lei.
“Hei”, le risposi con un sorriso debole.
“Come… stai?”, chiese dopo qualche secondo di esitazione. Abbassai lo sguardo, fissandolo sulla punta delle mie scarpe.
“Meno ci penso meglio è…”, risposi con la voce che tremava leggermente.
“C’erano tutte le persone a cui… volevo bene su quell’aereo”. Non mi importava di essere stata sdolcinata o cose del genere.
Ormai non contava più nulla.
“Già…”, fece lei. Mi prese per mano e i miei occhi scattarono nei suoi. Era impressionante come riuscisse sempre a lasciarmi senza fiato.
“Santana… voglio che tu sappia che, senza di te, saremmo morti anche noi su quell’aereo…”, disse fissandomi intensamente negli occhi.
Mi morsi il labbro per fermare tutti i pensieri che cercavano di prendere forma nella mia mente. Tutto il senso di colpa, il senso di perdita, il dolore, la disperazione… Non potevo crollare.
“San…”, continuò Brittany dato che non rispondevo. “Grazie per essermi venuta a cercare…”.
Il mio cuore si riempì così tanto in quel momento che mi sembrò quasi assurdo e sbagliato in una situazione del genere. Non potei fare altro che gettarle le braccia al collo e stringerla forte. Brittany faceva sembrare tutto così facile.
“Non ce l’avrei mai fatta senza di te, Britt”, ammisi con la testa affondata tra i suoi capelli. Lei mi strinse a sua volta e la sentii sorridere.
Non disse niente, ma quell’abbraccio valeva più di qualsiasi discorso.

“Allora… quale sarà il prossimo passo?”, chiese Quinn sedendosi accanto a me sulla riva del ruscelletto. Era già calata la notte e tutti gli altri stavano dormendo. Io non ero riuscita a prendere sonno, per questo ero andata al ruscello.
Feci spallucce in risposta alla domanda di Quinn.
“Non ne ho idea. Credo che dovremmo trovare un modo per andarcene da qui…”, dissi.
“Ma non so come”, aggiunsi. Presi un sasso incastrato nella terra e lo lanciai nell’acqua placida del ruscello.
“Che ci fai sveglia Q?”, le domandai. Lei sospirò.
“Potrei farti la stessa domanda…”, notò la bionda con un sorriso.
Aprii la bocca, pronta a dire qualcuna delle mie solite cavolate, quando, d’improvviso, le emozioni che cercavo di reprimere da quella mattina mi colpirono come un pugno allo stomaco, lasciandomi senza fiato.
“Non riesco a smettere di pensare a loro… Di dirmi che forse avrei potuto fare qualcosa, avrei potuto salvare anche loro o rimanere lì con loro… Perché io mi sono salvata e loro no? Sono sempre stata una stronza con ognuno di loro, non meritavo di salvarmi, loro se lo meritavano… E perché l’aereo è esploso, perché non potevamo andare tutti insieme felici e contenti in Spagna a farci la nostra gita, perché quando le cose cominciano finalmente ad andare bene, deve esserci sempre qualcosa che va storto… E perché…”, iniziai a farfugliare agitando le mani.
“Santana, calmati!”, esclamò Quinn afferrandomi per i polsi.
“Non c’è niente che tu potessi fare, se non quello che hai fatto. Non sei Wonder Woman. Hai salvato noi, stiamo bene e questo basta… Non potevi fare altro…”, mormorò con dolcezza.
Non avevo mai assistito prima ad una Quinn Fabray dolce.
Senza nemmeno rendermene conto iniziai a piangere e lei mi abbracciò.
“E’ tutto ok…”, mormorò carezzandomi i capelli.
“Mi manca Rachel, è tutto così silenzioso senza di lei… E Artie… mi faceva copiare sempre i compiti di storia sai? E Finn… oddio mi manca anche Finn…”, singhiozzai.
Quinn non disse niente e continuò ad accarezzarmi i capelli finché non mi calmai.
Mi asciugai gli occhi con il dorso della mano.
“Io non ho mai pianto”, l’avvertii puntandole il dito contro.
“Non si sa mai che qualcuno possa credere che tu abbia un cuore…”, scherzò Quinn.
Io abbassai lo sguardo sull’acqua.
“Ma credo che qualcuno abbia già intuito una cosa del genere…”, disse con aria ammiccante la bionda.
“Una cosa del genere cosa?”, chiesi tutto d’un fiato.
“Che tu hai un cuore”, rispose Quinn lasciandomi senza parole.
“Oh… Io… non so di che parli”, dissi mentre il mio pensiero correva a Brittany.
“Che mi dici di Brittany?”, domandò maliziosa.
“Brittany?”.
“Andiamo Santana… Appena hai aperto gli occhi hai chiesto di lei… E saresti andata a cercarla anche senza una gamba”, spiegò Quinn.
“E questo che vuol dire? Le voglio bene… E’ mia amica…”, mi giustificai arrossendo. Per fortuna lei non era in grado di notarlo a causa del buio.
“Santana, siamo amiche da più di dieci anni e in tutto questo tempo non mi hai mai detto ‘Ti voglio bene’, poi arriva lei, e in nemmeno tre mesi si guadagna la tua fiducia…”. Quinn s’interruppe aspettando che dicessi o facessi qualcosa. Ma io non ero intenzionata ad aprire bocca. Ero troppo terrorizzata. Cosa aveva scoperto Quinn?
“Ti conosco Santana. So quando… quando ti piace qualcuno”, concluse.
Le sue parole mi lasciarono a bocca aperta. Cosa dovevo dire? Avrei dovuto mentire? Minacciarla?
Tentai di replicare in un qualche modo, ma lei mi interruppe.
“So che sei spaventata e probabilmente confusa. Ma con me il tuo segreto è al sicuro. Non che possa dirlo a chissà chi ora come ora… Ma puoi fidarti di me San”, assicurò guardandomi dritta negli occhi.
“Brittany… è davvero speciale per me…”, dissi semplicemente. Quinn sorrise.
“Lo so. Per questo appoggerò qualsiasi decisione prenderai. Solo… non rovinare la vostra amicizia… non prendere decisioni affrettate, anche se, in una situazione come questa è difficile dire se domani saremo ancora vivi o no…”. Le parole di Quinn erano terribilmente vere.
“Già…”, mormorai spostando lo sguardo sull’immenso cielo nero trapuntato di puntini luminosi sopra di noi.
“Sono fantastiche, non è vero?”, notò Quinn persa anche lei nel mare di stelle.
“Secondo te sono lassù?”. Capii immediatamente a chi la bionda si stesse riferendo.
“Non lo so… Berry era parecchio rumorosa…”, scherzai. Quinn si lasciò scappare un risolino, seguito da un sospiro.
Sarebbe stato davvero impossibile sopravvivere da quel momento in poi.
“Meglio se ci mettiamo a dormire. Domani dobbiamo tirare fuori un’idea funzionante per scappare da qua…”, consigliò Quinn alzandosi. Tornammo al cerchio di alberi dove gli altri dormivano già un pezzo. Mi sdraia accanto a Brittany che era appoggiata a uno dei tronchi usando la mia felpa come cuscino.
“Buonanotte San”, sentii Quinn dire.
“Notte Q”.
  
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