Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: MorwenGwen    29/03/2013    22 recensioni
Dopo avermi riferito le sue ultime parole si portò la sigaretta alla bocca,ne assaporò ogni minima parte come se quella fosse la sua unica consolazione al momento;poi tossì,tossì così forte come se stesse per vomitare l'anima.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Chaz , Justin Bieber, Ryan Butler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cigarette'
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Chiusi gli occhi respirando profondamente: oramai il danno era fatto,sentì la presenza di Justin alle mie spalle sebbene la sua mano non avesse più contatti con nessun'altra parte del mio corpo < Stai scherzando, vero? > domandò con voce roca facendomi rabbrividire, ingoiai difficilmente la saliva:
< No > risposi cercando di rimanere ferma e di limitare il tremolio del mio corpo; sentì i suoi passi rieccheggiare nella camera,
< Non dovevo dirtelo > farfugliò ansioso prima di avvicinarsi al muro e scaraventarci sopra un forte muro, sobbalzai quando udì il rumore sordo delle sue nocche scontrarsi contro il freddo e durissimo muro, che si fosse fatto male? Vidi le sue nocche diventare immediatamente rosse ed ipotizzo anche doloranti
< Me lo avresti dovuto dire prima o poi, Justin >
< Ed invece no! Potevo starmi zitto! >
< Si e nascondermi una cosa così grave!? Ma che hai al posto del cervello?! >
domandai sorprendendomi del fatto che mi avrebbe facilmente nascosto una cosa talmente seria e pericolosa < Se era l'unico modo si! > mi guardò con gli occhi scuri, impossessati dal sentimento di rabbia < Unico modo per cosa?? > , oramai la nostra conversazione si era stabilizzata su quel tono incazzato e privo di pazienza < L'unico modo per tenerti! > urlò buttandosi a peso morto sulla panca come se quella frase lo avesse distrutto anche fisicamente e si portò il viso tra le mani.
Mi avvicinai titubante alla sua figura curva, poggiando le mani tremanti sulle sue guance ed alzando il suo viso verso il mio: vidi le sue iridi scintillare, probabilmente umide e mi chiesi da dove provenisse quel potere che avevo su di lui tanto da farlo quasi... piangere? Gli baciai la nuca, sentendo i suoi capelli solleticarmi il viso; le sue braccia circondarono la mia vita ed affondò il viso nel mio addome sfregandoci il viso e provocandomi il solletico, cominciai ad accarezzare i suoi capelli morbidi e notai quanto gli piacessero certe attenzioni; mi resi conto di non essere in grado di lasciarlo stare, di abbandonarlo, di staccarmi da lui, perchè fino a qualche minuto prima quei pochi metri che ci separavano mi erano sembrati così tanti ed incolmabili, quindi come avrei potuto abbandonarlo se io era la prima ad avere un così disperato bisogno di lui? Sapevo bene, tuttavia, che assecondandolo sarei finita nei guai, come minimo.
Mi abbassai al suo livello ed i suoi occhi incontrarono i miei: < Resto. > dissi semplicemente senza staccare il mio sguardo dal suo, osservai le sue pupille dilatarsi leggermente al suono della mia voce e la sua espressione rimanere invariata < Cosa? > bisbigliò quasi incredulo, mi leccai le labbra: < Resto, ho detto che resto Justin. > spiegai ancora meglio e le sue labbra si fiondarono sulle mie; le sue mani si posarono sulle mie guance impedendomi di spostare la testa e mi riempì di veloci disperati baci < Si ok > ridacchiai tra un bacio e l'altro ritirando le labbra verso l'interno della mia bocca cercando di fermarlo < Basta! > conclusi poggiando una mano sul suo petto ed allontanandolo; Justin mi guardò con uno sguardo diverso dal precedente: sembrava quello di un bambino che, dopo essersi perso, aveva finalmente ritrovato una persona a lui cara, si leccò le labbra leggermente gonfie: < Potrei continuare per ore, baby > , quando udì quel nomignolo arrossì nascondendomi il viso con i capelli, imbarazzo, imbarazzo totale.
Mi alzai spazzolandomi i pantaloni: < Voglio solo che tu non ti metta nei guai. E' una cosa pericolosa... > sospirai cercando di fargli capire che la cosa mi risultava faticosa da accettare, io ancora non ci potevo credere, si leccò le labbra guardandosi un attimo intorno:
< Elysabeth il rischio fa parte di queste cose- >
< Appunto! Vedi? >
chiesi indicandolo sconvolta < Ne sei consapevole! Eppure lo sai, ma per cosa!? A quale scopo?!- > < Per i soldi Elysabeth, è più che ovvio! Per il rispetto! > marcò con maggiore importanza la parola"rispetto", corrugai la fronte < Non ti capisco. > dissi senmplicemente, scrollò le spalle alzandosi: < Non è un problema mio allora > tutta questa acidità? Era lunatico. Quando tentò di superarmi lo bloccai per il braccio
< Il fatto che io non ti capisca non ti autorizza automaticamente a congedarti. Quindiu ora con calma e pazienza mi spieghi > alzai le sopracciglia invitandolo indirettamente a riaccomodarsi e sperai seguisse il mio consiglio in modo da evitare un'altra futile discussione; Justin sbuffò e si riaccomodò < Solo perchè non voglio litigare, sia chiaro > chiarì, era possibile che gli risultasse così difficile ammettere di star eseguendo degli ordini? Sbuffai, passandoci sopra. Justin assunse una posizione annoiata, non più preoccupata o attenza e la cosa mi infastidì parecchio, tuttavia sorvolai - a furia di sorvolare certi dettagli stavo diventando un piccione - < La verità > cominciò scuotendo la testa per ravvivare i suoi capelli,
< E' che mi infastidisce essere passato in secondo piano > non capivo la sua storia, sebbene fosse solo agli inizi nel suo racconto io sapevo bene che Justin era sempre stato, fin dal principio, un tipo calmo o almeno fuori dai pettegolezzi < Ciò mi ha portato a capire che, a parere di alcune teste di cazzo - ecco la sempre "presente" finezza di Justin - io non sia più lo stesso e sia diventato un rammollito > si leccò le labbra oramai secche a causa dei suoi continui gesti < Evidentemente non hanno capito di aver commesso un grave erroren sottovalutandomi. Stando in quel giro, El - e quando disse il mio nome, nonostante lo stessi già seguendo, sobbalzai - non hai idea del potere che acquisti sulla gente... davvero. E' assurdo, la gente ti nominerebbe papa pur di ottenere della buona droga all'interno dell'istituto >
< Non possono procurarsela fuori? >
sorrise e scosse la testa
< No, è molto molto più scomodo e pericoloso- >
< Più pericoloso di così? >
domandai inarcando un sopracciglio, annuì divertito < Si, all'esterno trovi persone mai viste prima o, comunque, nettamente più grandi. Qui puoi trovare individui loschi, è vero, ma che puoi fronteggiare se sai come funziona. E poi è scomodo dover imboscarsi in zone sperdute della città e se non hai la macchina sei nella merda. > cominciai a capire il complesso meccanismo di quel giro.
La cosa vista dall'esterno e senza l'accurata spiegazione di "un esperto" sembrava solo una cazzata, priva di razionalità eppure tutte le spiegazioni che Justin mi aveva rifilato combaciavano perfettamente con la situazione: tutto ciò permetteva ai ragazzi all'interno dell'istituto di vendere ad una grande e poco raccomandabile clientela. Picchiettai pensierosa un piede sul pavimento, Justin mi guardò dall'alto al basso: < Abbiamo finito con l'interrogatorio? > domandò alzando le sopracciglia, gli rivolsi una smorfia < Non ancora. Un'ultima cosa >
< Dimmi >
< E se vi scoprono? Qualcuno è mai stato scoperto? Come fate ad evitare gli infami o le spie? >
rise, a mio parere senza motivo,
< Perchè ridi idiota? >
< Perchè questa non è solo una cosa, ne sono altre 3 >
< Ti diverti con poco vedo >
sbuffai portando le braccia al petto in attesa, la cosa mi interessava sul serio eppure lui non lo capiva: se dovevo accettare quella situazione volevo almeno rendermi conto di cosa avevo davanti; Justin tornò serio, ricomponendosi: < Il rischio che ci scoprano c'è sempre, polizia ed istituto. Ma, se devo essere sincero, in questo istituto il problema non persiste con gravi conseguenze: qui sono molto buoni escluso il fatto di non poter fumare, lo trovo assurdo, ti mandano quasi all'ergastolo. Di solito ti sospendono, o comunicano a casa l'accaduto e quindi ti tengono sottocontrollo imponendoti fasce d'oraro prestabilite per girovagare nei corridoi ma di rado chiamano la polizia. Gli sbirri intervengono solo quando la scuola capisce che sei un soggetto estremamente pericoloso e che va allontanato senza indugi. Nessuno ha mai fatto la spia, c'è una sorta di patto: tu non sputtani me ed io non sputtano te. La reputazione non la perde solo chi spaccia ma anche chi compra e che quindi, è a conoscienza di tutto questo giro. E poi nessuno amerebbe ritrovarsi un ammasso di spacciatori dietro l'angolo pronti a picchiarti a sangue- >
< Questo è bullismo, avrebbero un motivo in più per denunciarvi. >
< Non credo avrebbero abbastanza denti per esprimersi con parole chiare davanti al preside o alla polizia >
ridacchiò su una cosa che,invece a me faceva venire la pelle d'oca < Tutto chiaro adesso? > chiese con un filo di irritazione nella voce, mugugnai qualcosa come un "mhmh" prima di vederlo alzarsi - di nuovo -. Justin prese il mio mento tra le sue dita tirandolo su e permettendomi di guardarlo negli occhi: < Non farei certe cosa con così tanta disinvoltura se non sapessi quanto sono bravo nel campo, piccola > avampai sentendo le sue mani calde accarezzare la mia pelle per poi sfiorare il mio labbro inferiore oramai dischiuso, mentre pendevo dalle sue parole.
Mi baciò, mordendomi il labbro e permettendosi così un accesso più ampio alla mia bocca; portai le mie mani tra i suoi capelli stringendoli e lui strinse la presa intorno ai miei fianchi < Da quanto non facciamo sesso? > domandò di botto, sgranai gli occhi presa dal panico di una tale domanda, rise divertito dalla mia reazione e cercai di allontanarlo portando le mani sul suo petto e spingendolo via, con scarsi risultati; il biondo mi posò un bacio sul naso prima di stringermi a lui
< Scherzavo El > bisbigliò con un tono più dolce e meno sexy del precedente < Ti aspetterò quanto tempo vorrai. So quanto sia stato difficile tutto questo > continuò giocherellando con le lunghe punte dei miei capelli che scendevano lungo la mia schiena;
< Ora andiamo e passiamo quest'ora insieme, oggi pomeriggio sono impegnato > disse sciogliendo l'abbraccio e tirandomi verso la porta degli spogliatoi, puntai i piedi per terra, frenando, < Perchè? Che fai? > domandai, Elysabeth e la sua passione per la privacy altrui mode: off
< Questioni di lavoro > mi disse fissandomi intensamente ed intendendo quel tipo di lavoro
< Oh. > dissi semplicemente evitando che altre lamentele uscissero dalla mia bocca. Decisi di godermi quelle ore con lui, come mi aveva consigliato.



*Justin*

nei giorni seguenti ebbi davvero poco tempo da dedicare ad Elysabeth; riuscivo malapena ad incontrarla tra un ora e l'altra o all'ora di pranzo, mentre i pomeriggi li passavo da Mark per parlare del nuovo carico di roba. La cosa stava diventando opprimente. < Biebs mi stai ascoltando? > mi domandò sbuffando Seller notando la mia distrazione, scossi la testa < Certo > < Si, come no. Con chi stai messaggiando? > domandò allungando lo sguardo verso il mio telefono poggiato sulla scrivania e al quale rifilavo ogni 3 secondi uno sguardo ansioso < Elysabeth. > dissi semplicemente, perchè ci metteva così tanto a rispondere ogni volta che le scrivevo? Costa stava facendo? Con chi era? In quell'esatto momento lo schermo del cellulare si illuminò mostrandomi un nuovo messaggio ,
lo afferrai più tranquillo di aver ricevuto finalmente una sua risposta alla nostra superficiale conversazione, ma a mio parere essenziale.
Mark mi sfilò via dalle mani il telefono un secondo dopo averle inviato un messaggio, ringhiai: < Ridammelo! >
< Ahah -
portò l'indice davanti al suo viso, in segno di rifiuto - a cuccia, ora pensa al lavoro. > mi ammutolì, sbuffai e mi concentrai di nuovo sul piccolo ed infantile schemino che Mark si era costruito su un foglio: < Allora la scorta dovrebbe arrivare da uno spacciatore che lavora vicino al Babum >
< La discoteca in periferia? >
< Esattamente, è una mia vecchia conoscienza ma mi ha chiesto un favore... non può rimanere là la nottata per problemi suoi e mi ha chiesto se uno di noi poteva andare a concludere i suoi affari al posto suo- > < Non può annullare gli "appuntamenti"? >
Seller inarcò un sopracciglio:
< Spero tu stia scherzando. Justin non stiamo parlando di una visita medica. Ti pare che può annullare lo spaccio di droga con un cliente? Come minimo gli sbroccano in faccia o si rifiutano di tornare da lui. >
< Si ma noi cosa dovremmo fare, quindi? >
< Ho bisogno che tu vada a concludere gli affari al posto suo. Ovviamente lui ti farà un buonissimo prezzo sul tuo rifornimento >
< Cosa!? >
domandia strisciando la sedia per terra ed allontanandomi dalla scrivania: < Io dovrei andare in quelle zone buie vicino al Babum tra persone che non conosco, a spacciare come se niente fosse? Che cazzo ti fumi Seller?? > domandi shockato - che poi che cosa si fumasse io lo sapevo bene -, portò le mani al cielo: < Andiamo nanetto, hai paura!? Dov'è Justin Bieber?  Quello che ai più grandi faceva il culo?? Puoi portarti la pistola, ok?. non farti perdere uno sconto sulla roba solo per questa cazzata Biebs >, mi morsi il labbro inferiore fissando lo schermo dell'iphone che si illuminò un minuto dopo mostrandomi un altro messaggio proveniente da Elysabeth; fissai confuso lo sfondo: Elysabeth che reggeva il mio telefono in mano e si scattava una foto, mostrando la lingua ed assotigliando gli occhi mostrando più intensamente i suoi occhi azzurri. Non potevo deluderla così, si sarebbe preoccupata tantissimo ed io le avevo promesso di non fare casini, o almeno non colossali.
Il telefono di Mark squillò e lui lo afferrò immediatamente: < Pronto? > , in risposta sentì una voce maschile indistinta dall'altro capo
< Oh ciao Jack. > mi guardò leggermente preoccupato ed ansioso < Si sto risolvendo, sto cercando qualcuno disponibile per stasera > < Si. Ho capito. Posso capire la tua fretta, dammi solo un attimo. > il biondo spostò la cornetta dal suo orecchio coprendo con la mano il microfono:
< Biebs ho bisogno urgentemente della tua risposta cazzo, vedi di non fare cazzate e pensa con il cervello e non con  il cuore. In queste storie non c'è posto per i sentimentalismi > mi bisbigliò, cosa fare? Mi sembrava così rischioso immischiarmi con gente esterna all'istituto, per giunta dalle parti di una discoteca frequentata da fasce d'età solitamente più alte della mia e non potevo permettermi di tornare alla Quoter con qualche livido, Elysabeth mi avrebbe squartato vivo... o ancora meglio, non potevo rischiare di non tornare proprio alla Quoter.
< Justin. Adesso. > mi mise fretta Mark, affondai maggiormente i denti nel labbro fino a sentire il sapore ferreo del sangue, il lavoro, il rispetto, la protezione di Elysabeth erano tutto ciò che volevo e per ottenerle dovevo tenere alto il nome di Justin Bieber: < Accetto. > dissi.

Segnai la via della discoteca su un post it blu per poi ricopiarla su un post virtuale sul mio telefono. Preparai lo zaino, svuotandolo di tutti i residui ed accertandomi che non ci fosse nient'altro sparso nella mia camera; nascosi l'arma all'interno della pesante giacca, in modo che non si notasse se non in caso di bisogno e mi caricai la leggerissima sacca in spalla. Afferrai le chiavi della macchina di Seller, che mi aveva gentilmente prestato per quella sera;
ricordavo ancora le sue bestemmie quando lo avevo praticamente obbligato a prestarmela:


*flashback*
-quel pomeriggio-

< Bene, sono felice che tu abbia accettato Bro > mi fece Mark dandomi una pacca sulla spalla, abbozzai un sorriso prima di prendere il telefono dalla scrivania sbloccando involontariamente lo schermo e mostrandomi ancora quegli occhioni azzurri che mi fissavano pieni di felicità e fiducia; lo nascosi immediatamente nella tasca scuotendo la testa: oramai avevo deciso, non sarebbe andato niente storto, dovevo semplicemente consegnare la droga, tutto qua.
Mi bloccai nel bel mezzo della camera ponendomi un problema: come ci arrivavo al Babum? Se pensava che avrei preso la metro al rientro, carico di droga nello zainetto era proprio pazzo; < Seller sai che mi devi un piccolo favore, vero? > domandai leccandomi velocemente le labbra e sorridendo, si sorprese di trovarmi ancora in camera sua ed alzò lo sguardo dai suoi appunti: < Come? >
< Hai capito bene >
sogghignai, assottigliò gli occhi:
< Tu non me la racconti giusta. >
< Beh si, mi chiedevo se mi potevi prestare la tua macchina per stasera- >
< NON SE NE PARLA. >
Mi ammutolì immediatamente dandomi le spalle e facendo altro, convinto che mi arrendessi dopo un solo tentativo, evidentemente non mi conosceva bene, < Seller, andiamo! Come cazzo ci arrivo al Babum? >
< A piedi Justin. Come tutti gli adolescenti. Oppure con la metro, ancora più swag non trovi? >
domandò ironico alzando entrambe le sopracciglia
< Certo, perchè tuuutti gli adolescenti vanno al Babum pronti a spacciare, in metro. Vero? > Bingo, colpito ed affondato; Mark mi fissò spiazzato, senza un'effettiva risposta, allargai le braccia: < Andiamo! Hai detto tu stesso che vuoi la mia sicurezza! Rischierei di rimanere coinvolto in qualche rapina o qualche omicidio se cercassero di fottermi la droga in metro, a quell'ora per giunta, visto che è deserta! > cercai di buttarla sul vittimismo, alludendo a possibili ed orribili situazioni, < Non hai la patente Justin, non sai guidare e se ti beccano?- > < Oh andiamo Mark da quando ti preoccupi della polizia e delle multe? Credo che il mio problema sia ben più grosso di quello di guidare senza patente! E sai bene quanto sia bravo nel gestire i motori, anche senza uno stupido corso o uno stupido foglio. Ho guidato tantissime volte all'esterno dell'istituto e tu eri presente! Chi vuoi che controlli la patente di un diciottenne a quell'ora?>. Scosse i capelli sospirando profondamente poi allungò la mano in uno dei suoi cassetti tirandoci fuori un mazzo di chiavi rosse, me lo lanciò e l'afferrai al volo: < Trattamela bene. > disse semplicemente, sorrisi vittorioso stringendo in un pugno le chiavi < Grazie bro >
< Sparisci prima che cambi idea, bastardo >
mi liquidò velocemente.

*fine flashback*

Conclusi anche gli oltri controlli, accertandomi di non aver dimenticato niente decisi che era tempo di incamminarmi -per modo di dire- verso la periferia della città, sfigato com'ero avrei sicuramente trovato traffico. Chiusi a chiave la porta della mia camera e la lasciai sotto lo zerbino che avevo messo proprio per nasconderci sotto le chiavi. Era alquanto squallido avere uno zerbino di benvenuto davanti ad una porta del dormitorio ma gli altri che avevo trovato non erano stati meglio: alcuni avevano persino i cagnolini, e poi ad Elysabeth quella cosa faceva ridere, diceva che la riteneva una cosa molto alla "telefilm" e se questo poteva farla ridere, avrei lasciato quello zerbino per sempre.







Okay scusate il ritardo belli OuO
Anyway(ad inizio angolo autrice,proprio l'entrata ad effetto(??) )
Io... davvero,non so più cosa dire; sapete bene quanto io vi sia grata ed ho paura di diventare monotona, sul serio,
ho paura che alla fine i miei ringraziamenti non abbiano più valore ma sono sincera se vi dico GRAZIE DI CUORE,
anche sotto ogni capitolo ma per favore credeteci e ricordatevelo anche quando non lo scrivo per paura,appunto, di rompervi le palle.
Grazie per le recensioni,le meravigliose parole,i consigli, gli incitamenti(e le bestemmie) a continuare.
A proposito vorrei dire una cosa,lollino: vedo persone che nelle recensioni si scusano se usano la parola"troia"
"bastardo" "vaffanculo ti odio sei una stronza" ecc.... ragazzi io sono un vocabolario di parlacce,non dovete scusarvi con me AHAHAHAHAH
Quindi sentitevi liberi di esprimere quanti pensieri volete sui personaggi, anche di bestemmiarli(?) almeno saprò che vi siete immedesimati nella storia lol.
Per quanto riguarda il concerto non mi dilungerò:
ero in parterre, grazie grazie grazie a tutti per l'interessamento, siete state dolcissime e forse è anche grazie alla fortuna che mi avete portato voi
attraverso le vostre belle parole e gli auguri prima della partenza che sono riuscita ad arrivare in seconda fila;
esattamente sotto la passerella dove passava la maggior parte del tempo.
Io non ci credo ancora,non avevo il diamonds,assolutamente; non ho scavalcato,spinto,strattonato nessuno ma la fortuna mi ha assistito e con lei voi,
sia per quel giorno,immagino, che con la fan fiction.
Lui dal vivo è bellissimo e da quando ho il suo viso così ben impresso nella mia mente, scrivere Cigarette è un qualcosa di assurdo, mi piace, mi fa sentire il doppio più vicina a lui.
Non ho altro da aggiungere,mi fanno male le dita(?)
Su twittah sono @_Morwen
se vi interessa,ogni tanto qualcuno infatti me lo chiede,la canzone del trailer è You found me-The Fray-
mh,vediamo,poi vabbè, continuerò dopo 18 recensioni(nel prossimo capitolo colpo di scena lalala)
E.... niente,quando mi paragonate a Danger(Dio mio la amo quella ff) mi sento male,perchè so di non essere nemmeno un quarto di lei eppure voi amate così tanto questi personaggi da farmi star bene con cosa scrivo,da farmi stare,spesso,bene come"scrittrice"di ff e vi ringrazio tantissimo.
Scrivetemi quanto volete qui su efp, o nelle recensioni o su twitter,io sono sempre qui per voi.
Love.

 

   
 
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