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Autore: Artemisia89    17/10/2007    7 recensioni
[Ed era proprio qui che ti sbagliavi, Sasuke-kun].
Sakura non alzò nemmeno lo sguardo.
Ma sorrideva.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io sono diverso da voi.

Le nostre strade non si incrociano.

Ed era proprio qui che ti sbagliavi, Sasuke-kun.

 

 

The outsider [a perfect circle]

 

 

 

 

<< Come fa ad essere così tranquilla? >>

I poco sommessi bisbigli confusi che le arrivavano alle orecchie, si mescolavano ai suoni dell’acqua, per poi soccombere al rumore sfrigolante del chakra. Una luce bianchissima arrivava nell’ampia sala di esercitazione, filtrata dalle nuvole: si rifletteva sugli specchi e sull’acqua pura che vorticava attorno alle gambe di Sakura, creando giochi di ombre sul fondo di pietra dalla tinta glauca.

[D o v ’ è   i l   s a n g u e ?]

Sul suo sguardo, un tenue sorriso congelato, come l’ultimo fiore autunnale sorpreso, una mattina, da un inverno precoce e severo che lo aveva cristallizzato nel suo aspetto candido. I ciuffi di capelli che non erano trattenuti da coprifronte, le incorniciavano il viso con gentilezza, dandole un aspetto più maturo.

D’altronde, Sakura era cresciuta.

Tsunade, oltre la scrivania, a volte alzava uno sguardo serio e preoccupato verso la sua allieva sempre china sulle pergamene aperte sul tavolo vicino: era passato un anno da quando il ragazzo degli Uchiha era andato via. Un anno da quel grazie, da quella mattina in cui avevano trovato Sakura su una panchina, con il viso sfatto dal pianto e dagli incubi.

Ne era davvero passato di tempo: e quei bambini erano cresciuti. Un po’ senza controllo, certo. Con la consapevolezza di non avere poi molta scelta sulla strada da percorrere. E questo forse, li dilaniava non poco.

Il pesce che prima giaceva immobile sul tavolo, tornò di sorpresa a respirare e a dimenarsi. Un altro successo, registrò l’hokage. Un altro passo.

<< Tsunade-hime! >> la ragazza si volse verso la sua maestra. Il volto congestionato dallo sforzo, gli occhi verdi lucidi quasi di febbre.

[e Sakura sorrideva sempre sempre sempre]

Le ragazze che svolgevano alacremente i loro compiti nella saletta, si voltarono verso di lei. Diedero prima un’occhiata veloce al suo sorriso trionfante, e poi al pesce che con un salto più poderoso degli altri, si era tuffato nella vasca, sollevando un alto spruzzo d’acqua, mentre ormai il cielo si tingeva di un rosso davvero molto cupo.

[D o v ‘ è  i l s a n g u e ?]

Le ore di lezione di Sakura, volgevano ormai al termine. La pelle della ragazza, nella notte, rifulgeva di un candore quasi spettrale a causa dell’eccessivo consumo di chakra. Sakura sentiva che avrebbe avuto a malapena la forza di arrivare a casa e sprofondare nel suo letto. Ed era bellissimo ogni notte sentire arrivare il sonno, quasi vederlo arrivare nel buio della stanza e cadere su di lei, e dentro lei, per poi non riuscire più a distinguere tra realtà e dormiveglia, per poi dormire. [Ed annullarsi Sakura, e non vedere, e non sapere, e non vivere, e non sorridere]

Abbassò lo sguardo sull’acqua, infrangendo la sua immagine riflessa con un movimento fluido del piede, i pesci che aveva ucciso e poi riportato in vita si muovevano tranquilli. Quando risalivano in superficie, sfiorando con il dorso o le pinne la superficie dell’acqua, formavano delle onde concentriche. Sakura si sedeva sul bordo della vasca, le gambe ancora immerse nell’acqua fresca, a guardarle espandersi, e poi dissolversi.

Tsunade, riponendo gli ultimi registri negli schedari, aveva indossato il solito soprabito e si era avviata alla porta mentre Sakura invece, sembrava non volersi muovere da lì. Rimase a guardarla per qualche attimo, gli occhi sempre fissi sull’acqua.

<< Non vieni? >>

Sakura non alzò nemmeno lo sguardo.

<< Oh, più tardi Onee-san. Un attimo e andrò via anche io. >>

Ma sorrideva.

[Ma insomma Sakura cos’hai da guardare cos’hai visto in quell’acqua cosa diavolo c’è non c’è più sangue]

 

[D o v ‘ è i l s a n g u e ?]

 

La porta si era chiusa con un suono leggero, che aveva vagato un po’ pigro per la stanza, per poi tacere del tutto.

[Cos’hai visto, Sakura?]

Dalle aperture circolari del soffitto, filtrava la luce della luna, bianca come quella del sole, notò Sakura divertita. Poi si corresse, pensando che in fin dei conti era la luce del sole quella che disegnava dei cerchi sull’acqua trasparente delle vasche. Andò a bucarne uno con le dita della mano destra: la fermò sulla superficie [la nivea mano sull’opalescente globo azzurro].

Con un salto si tuffò nella vasca, entrando nel cerchio di luce: la veste, si gonfiò, e si aprì a ventaglio attorno a lei. E Sakura, ancora sorrideva.

[Ma a cosa Sakura cosa?]

La vasca era circolare, come anche le finestre del soffitto. Come anche tutto il loro tempo, tutta la loro vita.

Era strano a dirsi, e a volte, Sakura stessa si derideva. Ma quello che pensava, non lo aveva detto a nessuno.

Non aveva detto nulla a Sasuke, perché quella notte, non gliene aveva dato il tempo, niente a Naruto perché non lo avrebbe accettato, niente a Lee perché non avrebbe creduto a lei, ma all’amore che provava per lei, niente ad Ino perché non avrebbe saputo cosa risponderle, e niente a Shikamaru perché solo a sentirla si sarebbe annoiato e niente a Neji perché nelle sue orecchie quella frase si sarebbe trasformata in suoni di ferro, di gabbia e ancora niente ad Hinata perché l’avrebbe guardata con occhi vacui e tristi e niente, niente, niente a Kakashi-sensei perché anche lui, come e più di tutti gli altri avrebbe dato la vita per uscirci.

 

Per uscire da quel cerchio

[di acqua, di luce, di vita]

Oltre cui non c’era assolutamente niente.

 

Sakura guardava in alto, e sorrideva. Possibile che l’avesse capito solo lei?

[La luce benediva l’ancella della luna]

M a d o v e h a i n a s c o s t o i l s a n g u e S a k u r a ?

[mentre lavava via tutto il sangue con le sue lacrime e i suoi sorrisi]

 

Si affannavano tutti quanti: chi a ripetersi e ad urlarsi che percorrevano una strada che solo loro avevano deciso e accuratamente scelto, chi invece a disperarsi di vivere un viaggio su una strada che altri avevano scelto per loro. Ma benedetti, tra tutti questi, gli ingenui che non vedevano nulla.

Benedetti coloro che, pur cercando, non trovano, perché capiranno e sorrideranno.

E sorrideranno sempre.

 

La verità, Sasuke-kun è che non c’è nessuna strada.

C’è solo un grande, possente, infinito cerchio

In cui ci perdiamo e ci ritroviamo.

 

 

 

E sorrideremo, Sasuke-kun, sorrideremo sempre e per sempre.

 

 

 

 

***

 

 

Forse avrei fatto meglio a cestinare questa con tutte le altre che ho abbozzato, terminato e poi disconosciuto. Oh, è stato difficile, considerato che al momento sto rileggendo Ulisse: è strano, lo leggo e non sono più capace di mettere su qualche pagina decente. Joyce mi annichilisce. Credo che lo porterò agli esami. So che è una vera schifezza, ma si è scritta da sola U.U Ultimo appunto: il titolo. A perfect circle - The outsider è una canzone. Bellissima per di più.

 

Artemisia

 

  
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