Phantom
Il
grande orologio della stazione segnava le nove della mattina, i
pendolari si
dirigevano al loro treno, pronti ad affrontare una nuova giornata di
lavoro
dentro i loro uffici, c’era chi correva, chi parlava al
telefono, chi si
metteva in coda per salire sul treno. Di ragazzi giovani ce
n’erano pochi, già
tutti nel cortile della scuola con gli amici. Dublino era
già nel pieno
dell’attività giornaliera sebbene gli abitanti si
fossero svegliati solo un
paio d’ore prima. Tutti avevano già iniziato la
propria routine, ma lei no.
C’era una ragazza in quella stazione affollata, che aspettava
che il tabellone
segnasse che il treno delle 9.27 era arrivato. Aspettava questo momento
da
settimane, mesi, in cui non aveva fatto altro che aspettare che
arrivasse quel
giorno. La gente
sembra non vederla, se
per sbaglio la colpivano, non si scusavano nemmeno. Helen rimane di
fronte al
tabellone, lo sguardo un po’ corrucciato mentre aspetta che i
numeri si
avvicinino sempre di più alle 9.27, mentre aspetta che il
nome del treno
raggiunga la cima degli arrivi.
9,10
Mancavano
17 minuti, Helen fece partire la riproduzione casuale del suo telefono,
sapendo
che la musica sarebbe stata la compagnia perfetta per aspettare il
ritorno di
Niall,
e subito le note della canzone la trasportavano in un mondo parallelo,
dove tutto sembrava essere più semplice.
9,14
Mancava
ancora troppo.
Helen andò all’edicola della stazione, sperando di
trovare un
giornale che la tenesse occupata mentre ripassava il discorso che si
era
preparata per Niall, per quando si sarebbero rivisti dopo tutti quei
mesi di
distanza. Lui gliel’aveva promesso. Sarebbe tornato appena
poteva da Londra per
andarla a trovare, in modo che nulla andasse perduto.
Helen si rifiutava di
ammetterlo, ma un po’ di paura ce l’aveva. Dal
giorno in qui si erano salutati
al binario 3, sapeva che le cose sarebbero cambiate, almeno un
po’.
Non si
sarebbero più visti ogni giorno, non avrebbero
più suonato insieme la chitarra,
non avrebbero più riso insieme.
Sperava con tutto il cuore che le cose
sarebbero andate bene, come lui le aveva promesso. Sperava davvero che
lui non
si dimenticasse di lei. Ma a distanza di mesi, lui aveva mantenuto la
promessa,
e stava tornando. Per lei.
9.25
Due
minuti. Helen si diresse al binario 3, lo stesso dove si salutarono
quando
Niall partì, pronta ad aspettare l’arrivo del
treno.
Già s’immaginava la scena,
il treno sarebbe arrivato, le porte si sarebbero aperte e dal fondo del
binario
lo avrebbe riconosciuto.
Si sarebbero corsi in contro e salutati, come
nel migliore dei film.
Sapeva che
le cose non sarebbero andate così, nel corso dei mesi non si
erano più sentiti
tanto spesso come all’inizio, entrambi troppo impegnati per
curarsi di qualcuno
che viveva così distante. Era naturale, se lo aspettavano
entrambi.
9.27
La
voce metallica annuncia l’arrivo del treno in stazione. I
pendolari si alzano
dalle panchine e si preparano per prendere il treno, i visi
senz’espressione,
con la poca voglia di affrontare quella nuova giornata fanno contrasto
al viso
felice di Helen, che aspetta da mesi che quel treno arrivi. Le porte si
aprono,
la gente scende dal treno, altra gente sale e prende posto.
Helen è in fondo al
binario, di fianco le scale.
Ora il binario della stazione sta iniziando a svuotarsi.
Helen guarda in fondo, dove sa che troverà i capelli biondi
di Niall, che regge
la chitarra con la mano sinistra e si sistema i capelli con la mano
destra.
Helen
ha ragione, lui è li, in fondo al binario, ha davvero la
chitarra in mano,
mentre si sistema il ciuffo sorridendo.
Poi lui gira lo sguardo e sorride, sorride come piaceva a lei. Dio,
erano mesi
che si aspettava di rivedere quel sorriso.
Gli occhi azzurri di Niall la
trapassano, come se volessero leggerla dentro. Helen inizia a muoversi
verso di
lui. A piccoli passi ma veloci.
Ed ha quasi paura di cadere, quando inizia a
correre davvero veloce verso di lui.
Il suo sorriso si allarga e diventa ancora più radioso,
contagiando anche Helen
che inizia a sorridere anche lei.
Manca poco, ormai, all’abbraccio tanto sperato,
Niall appoggia la chitarra e la valigia a terra, inizia a correre anche
lui, a
braccia aperte, mentre il binario diventa vuoto
e il mondo sembra quasi
fermarsi.
Helen
riesce già a sentire il suo profumo, apre la bocca per
salutarlo, ma non c’è più.
Niall non è più di fronte a lei.
Niall sta correndo, continua a correre verso le scale mentre una
ragazza mora
gli va incontro e si stringono in un abbraccio.
Niall l’ha trapassata.
Niall non l’ha mai vista, non le ha mai sorriso, non
l’ha mai chiamata per
dirle che stava per tornare a casa, Niall non le è mai corso
incontro.
Helen
non esiste, o almeno, non più. Helen è morta
nell’estate del 2006.
E questo è stato solo un suo desiderio, l’ultimo.
Forse perché voleva vederlo
un ultima volta prima che Dio la chiamasse davvero a se e che non le
impedisse
più di tornare sulla terra.
Helen non lo abbracciò mai.
Helen non venne mai baciata da Niall come lui stava facendo con la
ragazza mora
in fondo al binario.
Helen
è un fantasma, ma prima di esserlo è stata la
ragazza che per 3 anni è stata
innamorata del suo amico di infanzia, Niall Horan.
Helen venne investita nell’estate del 2006, mentre stava
andando in stazione
per aspettare il treno di ritorno che le avrebbe riportato Niall.
E
mentre Lui raccoglieva la chitarra da terra e tendeva una mano alla
ragazza,
Helen si guardò le mani, per l’ultima volta,
mentre una lacrima le scivolò
dall’occhio.
«Niall!»
urlò mentre stava per scomparire, ma scomparire per davvero.
E
vi posso giurare che fu in quel momento che Niall la vide per
l’ultima volta,
mentre piangeva e se ne andava dalla terra, questa volta per sempre.
9.50
cimitero di Dublino.
il viso sorridente di Helen su una lastra bianca con inciso il suo nome
sopra
«mi manchi, Hel»
ciao chiunque tu sia, e grazie se sei arrivato alla fine di questa.. cosa che non credo di poter definire OS -lol-
E' la prima volta che provo a scrivere qualcosa di questo genere, se fa schifo scusatemi e
se vi ho annoiati, beh, non era mia intenzione farlo.
Laura :)
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