Questa è una One- Shot molto triste... l'ho scritta di getto anche perchè le tematiche mi sono in un certo senso vicine... Se volete lasciarmi qualsiasi tipo di commento mi farebbe piacere!le vostre impressioni oltre che a migliorare mi daranno la spinta in più per continuare!...Per quanto riguarda la storia...le parti in corsivo sono ovviamente i ricordi^^
Ringrazio marco, lisepotter e Apple90 per l'aiuto!
Mai più sola
Soli. Quasi imposssibile…
Eppure lei si sentiva così…Sola nonostante fosse in mezzo a tantissime persone…
Sentiva parole sconnesse…risate lontane….ed era lì…immobile , senza nessuna espressione.
Volse lo sguardo intorno a sè e vide solo macchine sfrecciare veloci… alti palazzi illuminati…sentì rumorose sirene…
Pensò…e adesso?che succede dopo?...Vuoto.Immenso vuoto.
In quei momenti l’unica cosa che riusciva a fare era cominciare a camminare…camminare…camminare verso quel luogo, mentre i ricordi le invadevano la mente.
- La mia
piccola
dov’è? -
L’aveva
vista…
Hermione stirò le labbra in un sorriso accennato mentre con
un sopracciglio
alzato si sistemava i lunghi boccoli ,davanti lo specchio della sua
camera.
Con tutta
calma,
cercando di ignorare il panico crescente… si
avvicinò allo stipite della porta
aperta e si appoggiò lì. Guardava al piano di
sotto dove sua madre ignorava
quella domanda e con un sorriso continuava le sue faccende.
Suo padre
leggeva il
giornale ,seduto su un piccolo divanetto vicino, con un sorriso assorto
come
quello della moglie.
- Oh andiamo!l’ho
cercata ovunque…e non c’è la
faccio più…un aiutino no vero? –
Hermione
stavolta
sorrideva apertamente mentre si stringeva il labbro inferiore fra i
denti. Quel
pomeriggio era venuto a trovarla dato che non si vedevano dal giorno
prima….un
eternità per loro di conseguenza.
Era di casa
ormai, lo
adoravano tutti . D’altronde un ragazzo così non
si poteva che amare.
Si dia il
caso
però…che questa sua assenza sia stata dovuta a
causa di un impegno
improrogabile(come lo aveva definito lui) ,ovvero una partita di
Quiddicht.
Avete
sentito bene.
Una maledetta partita.
Per
carità poteva
fare ciò che voleva, a maggior ragione
il Quiddith dato che per lui era molto importante, ma questa volta si
era
sentita esclusa…sarà stato magari il fatto che
una certa Eveline fosse la nuova
componente della squadra….o forse magari perché
lui le aveva detto che si
dovevano incontrare prima ,per studiare gli schemi, dato che lei aveva
un ruolo
abbastanza strategico…o magari chi lo sà
…il fatto che era terribilmente bella
e ci provava spudoratamente con lui?.
Bè
in ogni caso , il
risultato non cambiava.
Hermione
Granger era
offesa…profondamente offesa.
Tuttavia non
poteva
resistergli più di tanto e sebbene la sua gelosia non avesse
limiti, si sentì
sciogliere il cuore quando di
colpo…inaspettatamente… Harry alzò
lentamente gli
occhi su di lei con un sorriso sornione…
Sapeva che
l’aveva
notata e che stava solo fingendo di cercarla…ma
quell’improvviso contatto fra i
loro occhi la scosse.
Si riprese
velocemente
eliminando l’espressione sorpresa con una indispettita.
Alzando buffamente il
viso in un espressione dolcemente autoritaria, rientrò nella
sua stanza
socchiudendo la porta.
Poco dopo si
ritrovò
stretta nell’abbraccio del fidanzato. Le aveva avvolto le
braccia intorno alla
vita, da dietro e respirava profondamente con il viso appoggiato al suo
collo.
Hermione
poteva
sentire il suo fiato darle i brividi, così alzando gli occhi
al cielo per
richiamare tutto il suo autocontrollo , che stava pericolosamente
andando in
fumo, cercò di staccarsi dall’abbraccio senza
però molto successo.
- Ehi…che fai?
–
- Harry
dai…lasciami!sono arrabbiata…ma come
fai a non renderti conto di certe cose…sei terribilmente
insensibile lo sai? –
Harry
rilasciò un po’
le braccia e lei si divincolò lentamente, girandosi a
fronteggiarlo.
Nonostante
ci provasse
in tutti i modi ad essere seria , in quel momento dovette scoppiare a
ridere
sedendosi sul letto vicino.
Harry aveva
un
espressione da cane bastonato, con gli occhi supplicanti che
mutò in un
espressione dolce non appena sentì la sua risata argentina.
Stettero un po’ a
guardarsi dolcemente e con complicità, fin a quando il moro
la tirò di nuovo in
piedi con una mano.
Parlarono a
lungo…ed Hermione
finalmente riuscì a confessargli di essere gelosa di quella
ragazza. La
reazione di Harry fu inaspettata , invece di mettersi a ridere come
pensava le
si avvicinò e la baciò, sussurrandole poco dopo
in un orecchio che non ne aveva
motivo e che l’amava profondamente.
Stettero per
molto
tempo abbracciati mentre Harry le dava continui e piccoli baci sul
viso, sulle
labbra ,sul collo, facendola ridere.
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Hermione camminò ancora mentre un dolore lancinante la torturava dentro…attraversò la strada senza neppure guardare. Sentì a mala pena qualche clacson suonare all’improvviso ma continuò fino a raggiungere l’altra parte del marciapiede.
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- Harry ma
dov’eri?...ti
ho cercato ovunque, mi stavo quasi per preoccupare –
Avrebbero
dovuto
vedersi vicino al solito pub quella sera, ma lui era stranamente in
ritardo.
Poteva essere qualsiasi impedimento ma la sua mente cominciò
a volare senza un
apparente motivo verso le peggiori disgrazie. Non sapeva il
perché ma sentiva
che c’era qualcosa di strano. Tuttavia quando vide Harry in
lontananza
avvicinarsi sempre più a lei, tirò un sospiro di
sollievo portandosi una mano
sul cuore.
Stava
esagerando come
sempre!l’importante era che lui fosse lì adesso,
insieme a lei.
Aveva un
espressione
stanca ma i suoi occhi sprizzavano gioia quando la vide.
Coprì
gli ultimi metri
che li separavano in una piccola corsa e la prese in braccio al
volo.Quando la
mise giù, Hermione mostrò la solita espressione
mesta e imbronciata. Lui
sorrise appena dandole un piccolo colpetto sul naso.
- Non dirmi che sono in
ritardo… -. Alzò gli
occhi al cielo con sguardo colpevole e a lei non rimase altro che
sorridere
scotendo il capo e abbracciarlo stretto.
- ma no…
– disse con falsa ironia.
Lui la
strinse forte a
sua volta e poco dopo cominciarono a camminare ancora abbracciati. Lei
si
ostinava a non volersi staccare da lui ,con un espressione birichina
sul volto,
ed Harry la lasciò fare anche se le faceva notare ,con finta
indifferenza, che
rischiavano di cadere entrambi ad ogni passo.
Inutile.
Fortuna che
il pub non era lontano e il pericolo di cadere a terra fù
presto scampato.
Parlarono di
tutto e
di niente, come sempre e quella sera Harry aveva insistito
perché lei salisse a
casa sua.
Lei con il
cuore a
mille, dato che non aveva mai dormito a casa sola con lui,
accettò con un
sorriso teso.
Lui le
sorrise
incoraggiante e dopo qualche ora passata davanti al fuoco consumarono
la loro
prima e stupenda notte insieme.
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Per la prima volta l’ombra di un sorriso si dipinse sul suo volto. Poteva ancora percepire le mani calde di Harry su di lei, e i suoi splendidi occhi guardarla con passione e dolcezza insieme.
Diverse lacrime le offuscavano la vista e camminava come un automa riuscendo a seguire la strada giusta solo perchè ormai la percorreva tutti i giorni e in qualsiasi momento , anche di notte.
Scansò a volte qualche ostacolo sul suo cammino e per miracolo rimase in piedi, tranne quando scivolò a terra vicino ad una cabina telefonica.
Un signore la aiutò ad alzarsi e lei con il cuore in gola e con il respiro affannoso si liberò debolmente dalla sua presa e continuò la sua strada senza ringraziare.
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C’era
una strana
atmosfera da quando erano tornati dal loro corso per diventare Auror.
Erano le
ultime loro lezioni e tutto andava più che bene,
perciò non capiva quei momenti
in cui Harry sembrava chiudersi in sè stesso.
Lo
trovò a Grimmald
Place seduto sul davanzale della finestra. La luce del tardo pomeriggio
illuminava scarsamente il suo profilo, serio e teso in quel momento.
Aveva una
mano poggiata su un ginocchio e l’altra appoggiata mollemente
al vetro.
Più
di una volta aveva
cercato di comprendere i suoi silenzi. Sapeva che in qualche modo
c’era
qualcosa che lo turbava. Cercava spesso di capire qualcosa dalle sue
parole o
dai suoi atteggiamenti ma Harry sapeva bene che lei avrebbe compreso
tutto al
minimo accenno e nascondeva tutto dietro un sorriso o una battuta.
In
quell’ultimo
periodo non aveva quasi più pace. C’erano momenti
in cui quasi lo pregava di
parlarle ma lui la guardava in modo confuso e diceva che lei scambiava
stanchezza e tensione, per via degli ultimi esami al Ministero, con
qualcos’altro.
Seppur non
convinta
faceva finta di lasciare cadere l’argomento ,anche se stava
male al pensiero
che Harry le tenesse nascosto qualcosa.
In questi
momenti
finiva con il convincersi che doveva essere una cosa di poco conto,
dato che lui
le aveva sempre detto tutto, specialmente se queste erano importanti.
Tuttavia
l’espressione
che gli vedeva dipinta sul volto, in quel momento, non presagiva nulla
di
buono. Si avvicinò lentamente e gli mise una mano sulla
spalla.
Lui
sussultò, non
avendola notata e con un profondo sospirò tornò a
girarsi verso la finestra ,
non degnandola neanche di un sorriso ma stringendole forte la mano.
Si sedette
anche lei
sul davanzale della finestra, anche se stavano abbastanza stretti per
via delle
misure ridotte della finestra, così lui senza una parola e
con lo sguardo
ancora rivolto fuori le fece scorrere un braccio intorno alla vita e la
portò
più vicina a sé, fino a farla sedere sulle sue
gambe.
Hermione
poggiò la
testa al vetro e
nonostante i loro visi
fossero a millimetri di distanza lui non si muoveva minimamente.
- Harry cos’hai?
–
Nessuna
risposta. Lo
scosse leggermente e lui finalmente si decise a posare il suo magnetico
ma, in
quel momento spento, sguardo verde cristallino su di lei.
- Ti ho già detto
di non preoccuparti - la
sua voce non era calma ma nervosa.
- Dalla tua voce non si
direbbe –
Harry
continuò a
fissarla stavolta.
- Hermione… se ti
dico di lasciar perdere… ci
sono dei motivi.Non stare in pena per me, voglio poter vivere questi
momenti
insieme senza pensare a nulla –
Hermione
corrucciò la
fronte alzando un po’ la testa, avvicinandosi così
maggiormente a lui. Stava
per dire qualcosa ma non le diede il tempo che le catturò le
labbra in un bacio
mozzafiato. Più volte lei cercò di fermarlo e
parlare ma Harry esercitava una
discreta forza per non farla muovere e staccarsi da lui.
Sentiva
chiaramente la
sua agitazione mentre la stringeva, lo conosceva fin troppo bene. La
stringeva
sempre di più fino a farle mancare il respiro. Quando si
staccarono ,dopo molti
minuti, lui le sorrise per la prima volta.
- Hermione manterrai sempre
nel cuore e nella
mente questi momenti non è vero? –
Hermione si
commosse
anche se un sentore ,da qualche parte, le diceva che qualcosa le stava
sfuggendo
di mano.
- Ma certo, che domande
sono?…ti amo
Harry…tantissimo ...e voglio dividere la mia vita con te per
sempre –
Lo
abbracciò e lui
rimase stranamente rigido per qualche attimo, fino a quando la strinse
a sua
volta baciandole una tempia.
- Ti amo
anch’io cucciola
–
Hermione
sorrise con
il capo poggiato sulla sua spalla mentre dei lunghi boccoli color miele
ricadevano sul braccio di Harry, che la stringeva sé.
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Cominciò a piovere, ma nemmeno in quel momento riuscì a fermarsi. Il volto bagnato di lacrime e pioggia, mentre i vestiti ormai pregni d’acqua la appesantivano ancora di più.Non scostò le ciocche bagnate di capelli dal viso.
Alzò lo sguardo verso le nuvole nere ,dove i fulmini squarciavano il cielo.
Sola. Ancora immensamente sola. Il groppo in gola ormai le impediva di respirare. Si appoggiò alla vetrina di un negozio mentre la disperazione la torturava.
No…non poteva essere successo a lei..a loro. No… chiunque l’avesse deciso doveva essere stato crudele…molto crudele. La vita l’aveva privata della sua unica gioia.
Niente avrebbe più avuto senso adesso. Niente.
Camminò riuscendo miracolosamente a tenere l’equilibrio, fino a raggiungere un ampio cancello nero chiuso davanti a lei.
La pioggia aveva aumentato l’intensità e allungando lo sguardo vide una distesa verde, dove capeggiavano migliaia di lapidi in marmo.
Ebbe l’impulso di scappare da quel posto. Non poteva davvero credere che il corpo del suo Harry fosse davvero lì. Con il cuore che accelerava di colpo i battiti appoggiò le mani sul cancello, cercando inutilmente di aprirlo.
Prese la bacchetta dalla tasca del giubbotto che indossava e ,senza neppure curarsi di non avere gente intorno, la punto versò il cancello il cui lucchetto si aprì all’istante, lasciando cadere le catene a terra con un macabro tintinnio metallico.
Con mani tremanti per il freddo e la paura spinse una parte del cancello, che si aprì cigolando anch’esso sinistramente. Un gufo planò sopra la sua testa, fino ad arrivare ad un alto albero all’interno del cimitero.
Mentre con le braccia conserte cercava di stringersi di più all’interno del giubbotto, avanzava lentamente. Camminò tra quelle lapidi, come se avesse paura di rompere qualcosa.
Dopo qualche minuto si fermò davanti a una lapide , la sua… Harry James Potter.
Restò per qualche secondo immobile, fin a quando non si lasciò cadere a terra , stringendo l’erba tra le mani.
Immaginò che sotto di lei , sotto quella distesa verde ci fosse il suo corpo. Non era passato nemmeno un mese da quando era morto. Il segreto che voleva nasconderle a tutti i costi era proprio quello. Era stato Lupin a dirglielo…l’unico che sapeva la verità. Durante la loro battaglia finale Harry era stato colpito da una maledizione da Voldemort ,proprio nel momento in cui lui gli lanciava la stessa maledizione che aveva ucciso i suoi genitori.Invece che difendersi , il Signore oscuro aveva solo risposto con quell’incantesimo che nessuno conosceva. Apparentemente non gli aveva fatto alcun danno terribile ,dato che era solo svenuto. Dopo pochi istanti ,dove aveva temuto il peggio, si era risvegliato dicendo che stava bene. I controlli al San Mungo avevano confermato che si trattava di una strana maledizione e che dovevano studiarci sopra prima di capire di che si trattasse.
Nei giorni a seguire Harry le assicurava che non c’era nulla di cui preoccuparsi e che gli avevano assicurato che non sarebbe accaduto nulla.
Un giorno aveva ricevuto un gufo in cui era stato convocato al San Mungo. Hermione ricordava quel giorno, purtroppo aveva un impegno con il Ministro ma stava per mandare a monte tutto perché voleva andare con lui a tutti i costi.
Ma Harry insistette che poteva andare da solo e quando sarebbe tornato le avrebbe detto tutto.
All’inizio rifiutò ma poi cedette. Quando si rividero di nuovo il ragazzo aveva una strana espressione e lei temette il peggio. Infine le disse che era scocciato per aver perso tempo inutile, dato che si trattava di una sciocchezza. Con un sorriso le assicurò che era tutto a posto, che non correva alcun pericolo.
Già…come aveva fatto a cascarci?...Lupin disse che si erano incontrati per caso all’ospedale dei maghi ,in quanto a lui servivano le sue solite pozioni…e fu soltanto per questo motivo che venne a sapere tutto.
Le raccontò ,con le lacrime a gli occhi, che Harry non era affatto agitato prima di entrare. Era davvero sicuro che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi. Ricordava ancora quando il suo sorriso si spense lentamente quando il medimago, cercando di trovare le parole adatte, gli disse che si trattava di una maledizione antichissima che nessuno ormai usava più e che purtroppo non esistevano contro incantesimi. All’apparenza il corpo non avvertiva nulla anche se consumava lentamente tutte le sue energie.
Non c’era un tempo stabilito. Potevano passare giorni, come mesi o addirittura anni.
Avrebbe capito che si trattava della fine solo quando avrebbe risentito gli stessi effetti che la maledizione gli aveva dato quando era stata scagliata.
Lupin terminò il suo breve racconto con le lacrime che scendevano libere sul suo volto e si allontanò da lei con una scusa.
Hermione non riusciva più nemmeno a ragionare…l’aveva tenuta all’oscuro di tutto questo, solo per non rovinare i loro ultimi momenti insieme. Era stato davvero un attore perfetto.
Non aveva voluto dividere la sua sofferenza con lei…e le aveva regalato amore ….amore incondizionato.
Cominciò a piangere sempre più rumorosamente ,ancora inginocchiata davanti alla lapide, non potendo non ricordare i loro ultimissimi giorni insieme.
Se avesse saputo….
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- Ehi Herm….ti
disturbo? –
Lei era
distesa sul
divano del suo appartamento a ripassare ,per l’ennesima
volta, il suo libro per
l’addestramento.
Non si
accorse che lui
si era appena smaterializzato.
- Harry no…certo
che no – disse alzandosi in
piedi.
- Scusa
l’orario…ma avevo voglia di vederti
- lei gli sorrise
- Vieni
sediamoci…allora dimmi…hai –
- Si Herm…ho
studiato tranquilla – le rispose
lui con voce atona.
- Harry cosa
c’è?…scusa hai ragione ho sta
fissazione purtroppo –
Lui sorrise
appena
sporgendosi per darle un bacio sulla guancia.
- Hermione
senti…volevo solo dirti che sei la
persona più straordinaria che io abbia mai incontrato, lo so
che probabilmente
non capisci bene il motivo per cui io alle undici e mezza di sera venga
qui a
dirti queste cose – disse con una mezza risata ,spostandosi
la lunga frangia corvina
dagli occhi. Hermione sorrise semplicemente avvicinandosi di
più e appoggiando
il viso sulla sua spalla e alzando gli occhi per guardarlo.
Era una
posizione un
po’ buffa e la faceva sembrare più una bambina
piccola, che ascolta qualcosa di
importante da un genitore.
Lui rise
piano per
qualche secondo, passando leggermente le dita sulla sua guancia,
guardandola
dolcemente. Appoggiò poi il mento sui suoi capelli e
ricominciò a parlare.
- Sai che ti amo
più di qualunque altra cosa al
mondo e nonostante questa vita mi abbia fatto soffrire molto, rifarei
tutto
daccapo solo per incontrare te. Forse ci saremmo conosciuti comunque ma
non so se
sarei riuscito ad apprezzarti allo stesso modo, perché non
sei solo bella ma…
mi hai sorretto in tutti questi anni come nessuno. Hai sopportato in
silenzio
tutte le mie tensioni, mi hai aiutato anche nei momenti in cui avresti
voluto tirarti
indietro per paura e mi hai amato nonostante fosse un pericolo costante
per te.
–
Hermione
fece per
parlare ma lui le mise un dito sulle labbra, così rimase ad
ascoltare.
- Non so se esiste un modo
per ringraziarti di
tutto questo,so solo che non avrei saputo come fare senza di te.
–
Hermione si
strinse
ancora di più a lui. Sentiva la sua voce rimbombare nel suo
petto e il suo
calore invaderla. Chiuse gli occhi, sentendosi protetta. Non capiva
perché
Harry avesse avuto il bisogno di dirgli tutte quelle parole adesso, ma
non le
importava e si sentiva felice come non lo era mai stata nel sentirlo
pronunciarle.
- Mi dispiace solo di aver
passato molti anni,
prima di accorgermi di essere veramente innamorato di te. Da quando hai
accettato di essere la mia ragazza quel giorno di Marzo, al nostro
ultimo anno
ad Hogwarts la mia vita è cambiata…e di questo
posso solo ringraziare te. Mi
hai regalato quattro anni splendidi amore mio… mi sveglio la
mattina pensando
al tuo sorriso e mi addormento la sera con la voglia di rivederti al
più
presto.Quando penso che tutto questo non avrebbe potuto accadere, mi
sento
morire….davvero Hermione grazie di tutto ciò che
mi hai dato e continui a
regalarmi- si fermò un attimo per guardarla. Lo vide
corrucciare lo sguardo e
passarle un dito sotto a gli occhi per cancellarle una lacrima. Non si
accorse
neppure che le si erano inumiditi gli occhi. Harry le stava dicendo
delle
parole bellissime, che qualsiasi ragazza avrebbe voluto sentirsi dire.
Il tono
con cui le pronunciava era deciso e forte.
Si
alzò un po’,
passando un braccio attorno al collo di Harry, avvicinandosi di
più.
-
Harry…non so che
dire…anch’io provo tutto questo per te. Credo di
amarti da sempre…sono sempre
stata a guardare in silenzio, accontentandomi di essere anche solo tua
amica,
pur di starti accanto…sapere che anche tu provi tutto questo
per me mi riempe
di gioia. –
Lo
abbracciò stretto e
poco dopo sentì le lacrime di Harry bagnarle il collo. Si
scostò preoccupata e
gli prese il viso tra le mani. Harry aveva qualche lacrima sul viso
mentre
cercava di sorriderle.
- S-scusami…ma
vorrei che questo momento non
finisse mai –
- Ne avremmo tanti altri
insieme -
Lo vide
abbassare lo
sguardo e stringere gli occhi. Poco dopo le mise una mano dietro la
nuca e
l’avvicinò a sé per guardarla bene
negli occhi.
- Amore… io
sarò sempre con te,in qualsiasi
momento….in qualsiasi modo…non sarai mai da
sola…anche nei momenti in cui non
ci sarò o non mi vedrai, io sarò con
te...promettimi che non lo scorderai mai –
*********************************************
E invece sono sola. Maledettamente sola Harry. Quelle parole volevano dirmi proprio questo. Sarei stata senza di te molto presto.
- Avevi promesso… - Harry…non hai mantenuto la parola – disse piangendo.
Con un dito tremante tracciò quelle parole incise sul marmo e infine sulla piccola foto vicina, coperta da un piccolo vetro ,dove le gocce di pioggia avevano appannato il suo viso sorridente.
Cercò di asciugare l’acqua sulla superficie ,con la manica del giubbotto mentre continuava a tremare. In fine con rabbia sbattè un pugno sul marmo appoggiando il capo su di essa. Era scossa dai singhiozzi e non riusciva a trattenersi.
Ricordò l’ultima volta che lo vide… solo due giorni dopo averle detto quelle parole. Mancava solo una settimana al loro esame finale per diventare Auror ed Hermione studiava di continuo ,non lasciando molto tempo ad Harry.
Quell’ultimo giorno prima della sua morte si videro nel pomeriggio e stettero insieme per le vie di Diagon Alley … lo ricordava alla perfezione…
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Passeggiavano
per le
vie del paese, guardando distrattamente le vetrine.Si fecero scattare
qualche
foto magica da Colin Canon che avevano incontrato per strada. Harry era
particolarmente pallido quel giorno , ma si ostinava a ripeterle che si
trattava solo di stanchezza.
Insistette
per fare
scattare da Colin un altra fotografia solo a lei con la scusa di non
voler
rovinare la foto….il suo solito modo di spezzare la
tensione. Poco dopo ignara
di tutto ciò che stava per accadere, si lasciarono
ripromettendosi di rivedersi
l’indomani mattina al Ministero.
Lei avrebbe
voluto
andare con lui ma Harry, come al solito, le disse di non preoccuparsi e
di
andare a casa a riposare. Non convinta, una volta ritornata a casa, si
smaterializzò a
casa del ragazzo perché
voleva stare con lui e non si fidava a lasciarlo solo.
Si
smaterializzò
nell’ingresso di Grimmald Place e dopo qualche secondo lo
trovò seduto sul
divano del salone, vicino al fuoco.
Non appena
la vide si soprese
ma con un sorriso indulgente le fece cenno di sedersi accanto a lui.
Hermione
obbedì subito e gli passò una mano tra i capelli.
Si vedeva
che era
davvero molto stanco.
- Harry sei sicuro di star
bene?vuoi che vada
al San Mungo per vedere se c’è qualcosa che ti
possa aiutare a stare meglio? –
Harry le
prese la mano
ancora tra i suoi capelli e le baciò il palmo.
- Sta tranquilla
…non ho bisogno di nulla
adesso che ho te vicino –
Hermione gli
carezzò
il viso e lo baciò dolcemente. Quando si divisero lui le
prese il mento fra due
dita.
- Pochi attimi con te,
valgono per me un intera
vita…Hermione –
**********************************************
Queste erano state le sue ultime parole. Ricordò che si addormentarono entrambi abbracciati. La mattina quando si svegliò si ritrovò interamente sdraiata sul divano ,con la testa appoggiata al bracciolo e una coperta l’avvolgeva.
Era ancora presto e il camino era ancora acceso. Vide Harry seduto su una poltrona vicino a lei, una mano poggiata sulla sua che era accanto al viso sul bracciolo e l’altra stringeva una fotografia.
Si alzò scostando la mano cercando di non svegliarlo. Si avvicinò e prese dalle sue mani la fotografia, era la stessa che avevano scattato il giorno prima, che raffiguarava solo lei avvolta dal pesante mantello.
Scosse il capo sorridendo e si inginocchiò davanti a lui. Gli toccò il viso che era umido di lacrime. Preoccupata lo scosse leggermente, lo chiamò senza ottenere risposta. Cominciò a respirare sempre più pesantemente mentre i brividi cominciavano a percorrerla, quando prese la sua mano tra le sue e sentiva che diventava fredda velocemente. Febbrilmente gli tastò il polso…e fù come morire.
Inesistente.
Si alzò scotendolo con più vigore e chiamandolo con tono sempre più incalzante e disperato, fino a piangere senza controllo.
Lo abbracciò stretto urlando di dolore , non riuscendo a ragionare.
Poi tremante gli prese un polso e si smaterializzò con lui nell’ospedale dei maghi.
Subito i medimaghi accorsero da loro ,strappandoglielo dalle braccia.
Hermione scalciava e urlava senza ritegno e dovettero tenerla saldamente due maghi lì presenti pur di farla stare ferma.
Voleva andare da lui…da Harry. Ora avrebbero fatto qualcosa…sarebbero riusciti a risolvere tutto…questo diceva la sua mente confusa.
Ma non dovette aspettare molto, infatti un medimago uscì dopo qualche secondo dalla stanza in cui l’avevano portato, dicendole che purtroppo se l’aspettavano…e che non c’era più nulla da fare.
Si bloccò di colpo, come se qualcuno avesse pressato il tasto “stop” sul telecomando. Con le lacrime che le scendevano senza interruzzione sulle guancie e i singhiozzi che la scuotevano, rimase immobile a guardare un punto indefinito. Disperazione, sofferenza e dolore….si mischiavano in un turbinio senza fine.
Si accasciò a terra ,dimenticandosi come si faceva a respirare e cominciando a tremare senza controllo.
Harry era morto…Harry non c’era più…
Voleva morire anche lei, raggiungerlo subito.
Mai più il suo dolce sorriso, la sua voce calda e forte,i suoi abbracci rassicuranti… mai più…
In poche ore tutti i loro amici erano lì…in quel luogo maledetto.
Cercavano di avvicinarsi a lei…ma prontamente alzava una mano per farli stare lontani.
Nessuno doveva toccarla…parlarle…voleva stare sola…la sua vita era finita per sempre…
Dopo quelle che gli parvero anni, tornò a casa sua. Rivide i libri sui quali aveva studiato e che le avevano strappato tempo presioso da Harry. Si avvicinò e strappò ogni pagina, gettandola nel fuoco.
Non seppe per quanto tempo rimase a stringere un maglione rimasto lì di Harry, chiamandolo continuamente.
Il giorno del suo funerale si presentò con un un lungo abito nero e un lungo velo dello stesso colore a nasconderle il viso. Camminava a braccia conserte con in mano una rosa bianca.
Dopo la funzione ,quando stavano ormai ricoprendo di terra la sua bara, lei allungò inconsapevolmente una mano tremante come a volerli fermare.
Quel gesto fu comunque notato e lei potè avvicinarsi e abbassarsi per lasciare la rosa su di essa. Fece qualche passo indietro, chiudendo gli occhi e allontanandosi velocemente.
Non riusciva a vedere più nient’altro. Lasciò che tutti se ne andassero e ritornò di nuovo lì ,dove l’erba ricopriva ogni cosa. Si accasciò ,come stava facendo adesso, rimanendo molte ora con lo sguardo fisso a quella piccola foto accanto alla lapide.
E adesso…a distanza di un mese non riusciva darsi pace. Era ancora troppo poco il tempo che li aveva divisi ma sapeva che non si sarebbe mai abituata alla mancanza di Harry.
Alzò gli occhi verso il cielo intriso di nuvole nere.
Non aveva ancora smesso di piovere. Chiuse gli occhi e si accasciò ancor di più.Una stanchezza improvvisa la colse.
Non si rese conto di quanto tempo era passato, ma ad un certo punto sentì delle braccia avvolgerla e stringerla.
Istintivamente si aggrappò mollemente a quelle braccia. Non sapeva chi era…non lo vedeva…ma si sentiva protetta.
Non riusciva ad aprire gli occhi… non ne aveva voglia.
Pensava ad Harry e avrebbe voluto che fosse con lei in quel momento…intensamente.
Dopo pochi minuti…o forse secondi…o magari ore, non sentì né capì più nulla…
Potevano essere passati anche interi giorni.
Il buio che la circondava fù squarciato da una luce…un intensa luce… non riuscì a vedere nulla finchè non scorse una figura sfocata.
Man mano che si abituava a questa luce, scorse quel dolcissimo sguardo che adesso le mancava come l’aria.
Voleva andare da lui...in qualsiasi modo, cercò di avvicinarsi ma vide Harry fermarla con un gesto della mano.
- Devi vivere… vivi per me Hermione….anche se non mi vedi io sono con te…ti seguirò ovunque e quando avrai bisogno di me io ci sarò –
- voglio lasciare tutto Harry… non posso vivere senza di te –
- non sarai senza di me… devi imparare ad avermi in maniera diversa…cercami nel tuo cuore… e mi troverai –
- no io non ci riesco, ho bisogno di averti accanto….voglio raggiungerti Harry…non voglio più rimanere qui… -
- Ascoltami Hermione…. Il mio amore per te non finirà mai…saremo di nuovo insieme …ma non adesso…hai ancora tanto da vivere. Io starò ad osservarti e a proteggerti fino a quando non tornerai da me. … -
Hermione allungò nuovamente una mano verso di lui ma Harry rimase immobile.
- Devo andare adesso… ma ricorda… quando sentirai una sensazione di intensa pace e gioia… vorrà dire che ti starò abbracciando…. Starò lì accanto a te amore mio… sempre –
Le sorrise e poco dopo la luce l’abbagliò nuovamente, nascondendolo alla sua vista.
Quando la luce cominciò ad affievolirsi sempre di più ,lei riaprì lentamente gli occhi e cercando di mettere a fuoco riconobbe la sua stanza.
Si alzò leggermente, il suo sguardo cadde su un portafotografie che conservava la foto che la ritraeva con i suoi genitori. Harry aveva ragione…doveva ancora vivere. Non sarebbe stato facile ,senza di lui, ma infondo non era davvero sola… lui c’era sempre anche se non lo vedeva.
Aveva l’amore dei suoi genitori e molte cose ancora per vivere.
Si alzò con difficoltà dal suo letto barcollando, quando la porta della sua camera si aprì. Nemmeno si volse ma quando entrambi i genitori l’abbracciarono lei si lasciò andare piangendo nuove lacrime. Riconobbe lo stesso abbraccio che l’aveva portata via dal cimitero.
Dopo molti minuti la lasciarono e lei andò a scostare le tende dalla sua finestra per guardare fuori.
Finalmente aveva smesso di piovere. Aprì la finestra e respirò l’aria ancora densa di umidità, chiudendo gli occhi. Li riaprì solo quando sentì un raggio di sole colpirle piacevolmente il viso, come una carezza.
Sorrise e guardò il cielo che si andava pian piano schiarendo. Si portò una mano al cuore sentendo gioia e amore contemporaneamente invaderla.
Riuscì a sorridere tra le lacrime… Harry sarebbe rimasto lì con lei… non l’avrebbe mai lasciata sola.