Marzo era appena iniziato,le giornate iniziavano ad allungarsi e cominciava a fare un po’ meno freddo.
GAIA
Quella era una mattina come tutte le altre.
Spensi la sveglia del mio cellulare,mi alzai contro voglia,mi lavai il viso velocemente,indossai i vestiti che avevo preparato sul letto la sera prima e corsi fuori di casa mandando un bacio a mia mamma per salutarla e darle il buongiorno.
Come al solito ero in ritardo,e nonostante questo sembrava che mi piacesse correre ogni santa mattina.
Mannaggia a me e alle mie stupidi abitudini.
Ero a pochi metri dalle strisce pedonali e mi vidi passare davanti il 1° bus..fiùùù..ero in tempo.
Attraversai la strada ringraziando quel bravo cristiano che si fermò per farmi passare.
Salutai velocemente i miei amici e subito dopo arrivò il mio pullman.
Come ogni mattina andai a sedermi vicino a un ragazzo che,anche se sconosciuto,mi stava simpatico.
Presi il mio cellulare e attaccai le cuffiette,andai sul lettore MP3 e feci partire Free Fallin.
Buttai la testa all’indietro sul poggiatesta e iniziai a pensare e pensare e pensare..e mi venne da ridere!: ogni giorno mi sedevo di fianco a questo ragazzo con i capelli ricci,carino,tenero,che sembrava quasi tenermi il posto.
Di lui sapevo poche cose:andava in una scuola vicino alla mia,ultimo anno,aveva una ragazza molto carina e una sorella che non gli assomigliava per niente (la quale pensavamo,io e le mie amiche,fosse la sua ragazza dal modo in cui erano sempre vicini la mattina e non solo,haha).
Ci avevo parlato solo una volta,sempre sul bus e da stupida non avevo continuato la discussione perché avendo le cuffiette non avevo capito bene cosa avesse detto e l’unica cosa che riuscii a fare fu mettermi a ridere come una cretina.
Poi spostai lo sguardo sui miei amici,che rimanevano in piedi circa a metà autobus, e facevano sempre casino e sorrisi,come tutte le mattine.
Era bello vederli tutti lì,sorridenti,uniti. Io facevo parte di tutto quel bene, e ogni giorno non facevo altro che ringraziare Dio per questo.
Infine riuscii a incrociare lo sguardo della mia migliore amica,Marta, che mi salutò felice!
La musica continuava ad andare e le canzoni cambiavano.
Solitamente mi fermavo con Marta o con gli altri a parlare,ma alla prima ora avevo la verifica di storia,il mio incubo,e dovevo ripassare assolutamente.
La mattinata continuò tranquillamente.
Dopo 5 ore di lezione,come al solito,presi il bus e mi avviai verso casa mia da dove mi aveva lasciato il pullman.
Con la musica nelle orecchie tutto sembrava più bello,anche la provinciale affollata di auto e camion.
Mi piaceva mettere il volume al massimo e non sentire più nulla lì fuori.
Guardarmi in giro e vivere col sottofondo di una canzone mi faceva vedere il mio piccolo mondo sotto un altro punto di vista.
Spostai lo sguardo sulla strada e vidi, su una macchina nera (credo un suv o qualcosa di simile),un ragazzo riccio e molto carino. Stava dalla parte del passeggero,mentre una bella donna era al volante e una ragazza cantava e rideva sul sedile posteriore. Non erano italiani,l’auto aveva la guida al contrario.
In quel momento partì una canzone che mi metteva allegria:Want U Back!
Mi misi a ballare senza pensare di essere su un marciapiede su una strada sempre affollata,mi rigirai e vidi quel ragazzo sorridermi divertito,e io non potei fare altro che arrossire come un peperone.
GAIA
Quella era una mattina come tutte le altre.
Spensi la sveglia del mio cellulare,mi alzai contro voglia,mi lavai il viso velocemente,indossai i vestiti che avevo preparato sul letto la sera prima e corsi fuori di casa mandando un bacio a mia mamma per salutarla e darle il buongiorno.
Come al solito ero in ritardo,e nonostante questo sembrava che mi piacesse correre ogni santa mattina.
Mannaggia a me e alle mie stupidi abitudini.
Ero a pochi metri dalle strisce pedonali e mi vidi passare davanti il 1° bus..fiùùù..ero in tempo.
Attraversai la strada ringraziando quel bravo cristiano che si fermò per farmi passare.
Salutai velocemente i miei amici e subito dopo arrivò il mio pullman.
Come ogni mattina andai a sedermi vicino a un ragazzo che,anche se sconosciuto,mi stava simpatico.
Presi il mio cellulare e attaccai le cuffiette,andai sul lettore MP3 e feci partire Free Fallin.
Buttai la testa all’indietro sul poggiatesta e iniziai a pensare e pensare e pensare..e mi venne da ridere!: ogni giorno mi sedevo di fianco a questo ragazzo con i capelli ricci,carino,tenero,che sembrava quasi tenermi il posto.
Di lui sapevo poche cose:andava in una scuola vicino alla mia,ultimo anno,aveva una ragazza molto carina e una sorella che non gli assomigliava per niente (la quale pensavamo,io e le mie amiche,fosse la sua ragazza dal modo in cui erano sempre vicini la mattina e non solo,haha).
Ci avevo parlato solo una volta,sempre sul bus e da stupida non avevo continuato la discussione perché avendo le cuffiette non avevo capito bene cosa avesse detto e l’unica cosa che riuscii a fare fu mettermi a ridere come una cretina.
Poi spostai lo sguardo sui miei amici,che rimanevano in piedi circa a metà autobus, e facevano sempre casino e sorrisi,come tutte le mattine.
Era bello vederli tutti lì,sorridenti,uniti. Io facevo parte di tutto quel bene, e ogni giorno non facevo altro che ringraziare Dio per questo.
Infine riuscii a incrociare lo sguardo della mia migliore amica,Marta, che mi salutò felice!
La musica continuava ad andare e le canzoni cambiavano.
Solitamente mi fermavo con Marta o con gli altri a parlare,ma alla prima ora avevo la verifica di storia,il mio incubo,e dovevo ripassare assolutamente.
La mattinata continuò tranquillamente.
Dopo 5 ore di lezione,come al solito,presi il bus e mi avviai verso casa mia da dove mi aveva lasciato il pullman.
Con la musica nelle orecchie tutto sembrava più bello,anche la provinciale affollata di auto e camion.
Mi piaceva mettere il volume al massimo e non sentire più nulla lì fuori.
Guardarmi in giro e vivere col sottofondo di una canzone mi faceva vedere il mio piccolo mondo sotto un altro punto di vista.
Spostai lo sguardo sulla strada e vidi, su una macchina nera (credo un suv o qualcosa di simile),un ragazzo riccio e molto carino. Stava dalla parte del passeggero,mentre una bella donna era al volante e una ragazza cantava e rideva sul sedile posteriore. Non erano italiani,l’auto aveva la guida al contrario.
In quel momento partì una canzone che mi metteva allegria:Want U Back!
Mi misi a ballare senza pensare di essere su un marciapiede su una strada sempre affollata,mi rigirai e vidi quel ragazzo sorridermi divertito,e io non potei fare altro che arrossire come un peperone.