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Autore: Sennar1927    30/03/2013    0 recensioni
E' una di quelle storie comuni, che tutti raccontano. Ma davvero tutti dicono QUESTE cose? Il vero amore è il dolore che si prova nell'amare... e quando i ricordi rimangono l'unica cosa, il dolore diventa il tuo amico del cuore.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La casa sulla scogliera. Il fuoco acceso. Il vento che batteva sulle vecchie finestre. Il mare che infuriava sotto la roccia.
E poi, lei. Era questa per me la vera felicità.
Fissai il mio bicchiere di Moonshine. Quello schifo di whisky distillato illegalmente. Bevvi, e ancora, e ancora.
Perché mi era stata tolta, la capacità di sentire il dolore? Non era così...
Noi, creature maledette, sappiamo meglio di voi cos'è il dolore. Quello che strazia l'anima, quello che travolge ogni tuo pensiero.
Buttai giù l'ennesimo bicchiere. La testa non mi doleva, affatto. Perché non potevo lasciarmi trascinare dall'alcool come quando...
No, io ero ancora umano. E la sofferenza, il vero dolore, ne era la prova. Abbandonai completamente il mio io a quel vuoto in petto.
Era così simile a lei... al mio amore per lei.
Eccola, davanti a me, nuovamente. Sapevo che era un miraggio, come il cielo, sembra di toccarlo, ma riesci sempre e solo a sfiorarlo.
Sapevo che dopo sarei stato male per ciò, ma volevo abbandonarmi al buio, per risentire quella sensazione, per rivederla anche solo una volta.
La sua pelle bianca, i capelli castani leggermente mossi, e gli occhi vispi, vivi. Le labbra, da contorno a quel sorriso simpatico, che metteva allegria all'istante, quelle labbra sempre screpolate.
Era sdraiata sul divano, illuminata dal camino.
-Ciao.- dissi sedendomi accanto a lei.
Lei si spostò di qualche centimetro, facendomi posto sotto al plaid rosso. -Ciao.- rispose con la sua voce roca, quella post-pianto.
La presi e la strinsi tra le braccia. Il dolore al petto aumentava, e ancora, e ancora. Stare vicino a lei non mi faceva bene.
Con lei non era amore carnale, sentivo solo il bisogno di stringerla, baciarla, sentirla vicina. Non avevo bisogno della sua nudità.
Non avevo bisogno di lei un momento. La volevo sempre accanto, come un faro.
L'illusione era ormai un tutt'uno con la realtà. Il cuore cominciava a battermi più forte, sentivo un vero dolore, ora.
I suoi occhi penetrano nei miei, mi guarda stupita, e ride.
-Perché ridi?- gli chiedo. Ma la mia mente non è veramente interessata. Vorrebbe solo far durare quell'istante all'infinito. La serenità di cui è stata privata. Lei e l'ormai freddo cuore.
Apre la bocca, lentamente. Sta per rispondere. Ma mi sento oppresso, non resisto. La bacio. Vedo i suoi occhi presi alla sprovvista e chiudersi lentamente. Il respiro accelerare, lentamente, dietro il suo seno.
Ma la testa comincia a pigiarmi, il cuore è straziato. Mi stringo il petto all'altezza del cuore, afferrando oltre alla maglietta anche la carne. La fronte si imperla di sudore, casco a terra e mi muovo spasmaticamente, con le fitte che aumentano di intensità, e io urlo a squarciagola.
Apro gli occhi e vedo davanti a me lei piegata innanzi a me, poi, il buio.

  
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