Note: E’ ufficiale.
Sono un’idiota =_=. Dico questo perché – sorpresa
sorpresa – non ho idea del perché abbia scritto una cosa del
genere. Il problema, però, è che adesso non mi ricordo nemmeno QUANDO l’ho scritta =_=. L’altro giorno.
Ok. Ma quando?
…bah…
Comunque, questa
è la fic più strana e incasinata che io
abbia mai scritto. Assurda. Sono confusa quanto voi ò.o. Vi consiglio di
rileggerla un paio di volte prima di commentare, perché è strana
forte. (perché voi commenterete é_è leggerete in 50 e commenterete in 50. so
che non è una sezione molto visitata quella di D.Gray-man, ma non
è il massimo vedere 75 letture
e solo 2 recensioni
(statistica del secondo chappy di questa raccolta)). E poi, scusate se lo dico,
ma che mettete a fare la fic tra le preferite se poi non commentate neanche?
Non è esattamente antisgamo, non credete?
Detto questo, buona
lettura v_v (comunque so che, se non i soliti, nessuno commenterà, era
un piccolo sfogo v_v) E ringrazio i soliti per le recensioni ^^
Serie: D.Gray-man
Rating: Verde
Pairing: TykixRabi
Tripla Drabble: 309
parole
(gli spazi mi fregano ancora é_è)
† Choosing no Choose †
[Clap Clap Clap]
-
Complimenti. -
Batte le
mani.
- Davvero
commovente –
E fa un
passo avanti.
- Un
ipocrita come pochi. –
Lui non
risponde.
Come
potrebbe?
- Oss, Rabi. -
Lui non
risponde.
Perché
dovrebbe?
[Clap Clap Clap]
E poi
smette.
Fa un
passo avanti.
Uno indietro.
Sorride.
- Non devi
scegliere per forza. -
Lui lo
guarda.
- Io non
l’ho fatto -
- Io non
sono come te. -
-
Perché, cosa sono, io? -
Il cattivo?
Un assassino?
Un folle?
Cosa sono, Esorcista?
- Sei solo diverso. –
- Guarda -
Si fruga
in tasca.
Non gli
interessa la risposta.
Gli mostra
qualcosa.
Una carta.
Una cella.
E un omino
fastidioso.
- Prima o
poi verrò a prenderlo. -
Lui
stringe i pugni.
Fa un
passo avanti.
Uno indietro.
- Da che
parte starai, Bookman? -
E il muro
lo blocca.
- E’
solo un gioco. -
Tende una
mano, il Noah.
E
l’Esorcista attende.
- Non
è un gioco. -
- E’
solo una vita. -
- Questa
non è vita. -
E il mondo
divenne solo suono.
Un
po’ di calore, attraverso quel guanto bianco.
Poggiato
piano sull’occhio sano.
E il mondo
divenne solo suono.
- Prima o
poi verrò a prenderlo. -
- …smettila.
–
Ma non
tenta nemmeno di allontanarlo.
- Un
po’ tardi per le lamentele, ti pare? –
E si
spinge, il portoghese, più vicino.
A
sussurrare.
- Prima o
poi verrò a prenderlo. Quel Bambino Bianco e Nero. -
Poi lo
guarda.
Povero.
Piccolo.
Il suo
respiro così vicino da far male.
- Rabi…
-
Incerto.
Spaventato
ma incurante.
Assolutamente…
- …non devi
scegliere per forza. -
...delizioso.
- Resta
fermo e guarda. -
Più
vicino.
Ancora.
- Da bravo
Bambino. -
Lo sfiora
appena.
Avrebbe
potuto essere anche un soffio di vento.
- Da bravo
Bookman. –
Ma non lo
era.