Nel buio la luce
 
Il palazzo era vecchio.  Forse antico…
Mura spesse e polverose, anfratti e antri scuri ovunque.
Quel suono… quel suono nelle orecchie…
Troppe volte era stato un falso allarme… E questa volta?
Avevo imparato a scappare veloce, a seguire il rumore dei passi degli altri, sentirli attraverso le pareti… il vociare spaventato, a volte divertito…
E poi giù per cunicoli bui in cui l’aria era poca e malsana…
Il cuore batteva veloce, più veloce della corsa…
Chissà se l’avrei trovata di nuovo, là sotto nel rifugio…
Aspettai all’imboccatura del cunicolo, annusai i profumi…
Tabacco e sudore… il Prefetto.
Rose e talco… la moglie.
Poi cipolle, cuoio, carta, lavanda della brillantina… gli impiegati in branco.
E lì, in fondo alla stanza, accucciata, quella piccola nuvola di miele e mughetto…
La bionda Daniela, figlia del Prefetto.
Era il momento.
Tutti gli occhi erano rivolti alla chiusura della porta di protezione.
Giù dalla parete, al buio dalle torce elettriche…
Ed ecco la mano di Daniela, mi ha sentito… mi guarda e sorride…
Sono sul palmo, sono in grembo…
Le sue carezze sul mio pelo folto calmano il cuore, i baffi smettono di tremare…
Posso chiudere gli occhi e aspettare………….
 
Nelle paure di un rifugio antiaereo un topo e una bambina sono solo un essere e un essere…
 
La guerra diventa così un tempo amaro per la vita, ma dolce per l’anima….