“Ecco
l’esito del suo esame signora Brief.”
La voce distaccata di
un uomo, i chiarimenti che condannano ad una lunga
cura, ma non danno la certezza di una guarigione.
Un senso di nausea mi
assale, precipito in un baratro profondo.
Occhi femminili, i
miei, i tuoi, si cercano, si incontrano.
Tu sei forte, lo
dimostra il tuo modo di reagire, il tuo coraggio.
Io sono fragile, lo
dimostrano le lacrime che non riesco a
trattenere.
“Mamma non
mi lasciare” ti dico e me ne pento, che egoista sono, dovrei
sostenerti, invece non ci riesco.
Mi abbracci stretta
stretta, sospiro e mi rendo conto di quanto ti voglio
bene.
Sto pensando, ricordi
affiorano e certi vorrei scacciarli.
Infinite volte
abbiamo litigato, sono testarda, permalosa e ribelle,
proprio come te, per questo ti somiglio così tanto.
Ci sono stati momenti
in cui ho creduto di odiarti: quando mi proibivi di
uscire la sera, o di andare ad un appuntamento con un ragazzo.
Momenti in cui ho
pensato solo a me stessa, quasi mi infastidiva la tua
presenza, passavo ore al telefono a parlare di futilità con
le amiche.
Mi cercavi e io
seccata ti rispondevo: ho da fare mamma...senza darti
altre spiegazioni.
Perdonami se ho
sprecato tanto tempo, se non ti ho mai detto quanto sei
importante, se a volte ti ho deluso.
Scusami mamma.
Tu sei forte, mi
consoli, mi prometti di guarire.
Io sono fragile,
troppi dubbi mi tormentano e mi fanno soffrire.
“Usciamo
insieme” ti propongo, subito accetti, ti prendo per mano.
E così
calda la tua mano, così piena d’amore, non voglio
pensarla fredda
e immobile, non ci riesco, mi rifiuto.
Piango di nascosto,
lacrime silenziose, quelle che fanno più male e non
ti fanno sfogare.
“Bra,
andiamo verso il parco, c’è un bel sole, ho voglia
di passeggiare,
di parlarti, di raccontarti la mia vita” dici.
Queste parole sono
pesanti, quasi un’accusa inconscia, forse è vero
non
ti mai ascoltato prima d’ora.
“Ti prego
parlami...”
Ho bisogno di starti
accanto, di sentire la tua voce, dei tuoi consigli,
dei tuoi rimproveri, ho bisogno di te!
Racconti, non smetti
un secondo, sorrido, quanti ricordi, quante
avventure, quante emozioni...
Ti ammiro.
Il tuo viso si
illumina:
“Sai, non
dimenticherò mai quando tuo padre mi ha baciata per la prima
volta...”
Vi immagino,
avvinghiati sotto la luna.
E’
piacevole starti a sentire, solo adesso me ne accorgo, non smettere ti
prego.
E’ quasi
buio, il tramonto ci colora di riflessi, siamo vicine, ora
silenziose...
Poche parole
arrivano, importanti, decise e accendono la speranza nel mio
cuore.
“Guarirò
tesoro, credi davvero che Bulma Brief si faccia intimorire da
una stupida malattia? Non mi strapperà da te, Trunks e da
papà, te lo prometto”
Ora mi sembri mio
padre, così determinata, così fiera.
Sono orgogliosa, tu
sei forte mamma.
Ti abbraccio,
avvicino le labbra ad un orecchio, sussurrò dolcemente:
“Vincerai
ne sono sicura, io ti starò vicina, lotteremo insieme.
Fine.