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Autore: Lady Po    30/03/2013    4 recensioni
Cloe è una ragazza brillante e creativa, schiacciata dal peso di un cognome importante e contrastata dalla passione per il giovane professsor Bexter. Fin quando a lungo è possibile soffocare i sentimenti? fin quando è possibile nascondere una relazione? Infine, riuscirà l'amore a battere gli schemi sociali? Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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                                      The TNT secret

Il profumo di lavanda mi invade le narici, profondendomi un forte senso di pace e tranquillità. Respiro a pieni polmoni quella dolce fragranza e inevitabilmente mi ritrovo a bramare il suo ritorno. Adam è uscito da pochi minuti per partecipare ad una riunione con il comitato dei docenti di Princeton; quei poveretti dovranno stare diverse ore a decidere il nuovo calendario lezioni, quello che entrerà in vigore con l’anno nuovo.
Casa sua è così accogliente che mi dispiacerà da morire lasciarla per far rientro ad Hamilton, alla tenuta Downey. D’altronde, Natale è alle porte e i miei genitori mi reclamano. Passerò la vigilia con mio padre e il giorno di Natale vero e proprio con mia madre. E’ sempre stato così, da che ne ho memoria. Feste divise, compleanni da concordare e tanta nostalgia di una famiglia unita.
Lascio galoppare i pensieri nella mia testa e ne esce fuori un vero pasticcio, caspita devo proprio fare ordine nella mia vita. Irrimediabilmente la mia mente vola a Bexter, lui è l’unico punto fermo che ho in questo momento. Devo partire proprio da lui.
E’ da giorni che condividiamo tutto, dal letto ai sogni ad occhi aperti. E’ bello fare progetti insieme come se avessimo davvero una chance di farcela. Allo stesso tempo e’ frustrante pensare che per realizzare ogni singolo progetto potremmo dovere aspettare parecchio tempo. Devo prima laurearmi per non avere nessun problema con la legge che ci impedisce di stare assieme.
Istintivamente un brivido percorre la mia pelle, ripensando alle parole di Kevin..“non è del tutto sincero con te”. Cosa avrà voluto dirmi con quelle parole? Perché improvvisamente anche lui non trova adatta la mia relazione con Adam? Troppi punti interrogativi e poche risposte. Dovrei mandargli un messaggio, dovrei chiedergli di vederci e farmi capire. Ma poi ci rinuncio, magari ha ragione Adam, si sarà preso una piccola cotta per la sottoscritta.
Scuoto leggermente la testa, quasi a volermi scrollare tutti quei pensieri che l'affollano e riprendo a studiare. Il tempo sembra essere volato e quasi non mi accorgo che Adam è rientrato e sta appoggiando il cappotto sulla sedia vicino alla mia.
"hey.." esordisce, posando un lieve bacio sulla mia testa.
"hey, bentornato" ribatto, abbozzando un sorriso.
"Hai studiato?". Ecco che ricomincia con la paternale, che strazio.
"Si, Adam. Vuoi che te ne dia prova?" dico, alquanto stizzita. In questo periodo lo studio mi rende isterica.
"Signorina, veda di calmarsi o sarò costretta a punirla. Ho già in mente qualcosa.." sussurra lui al mio orecchio. Oh, è difficile resistere quando mi provoca sfoderando la sua voce calda e vibrante.
Mi alzo come un automa dalla sedia e intreccio la mia mano alla sua. Devo distrarlo o finiremo di nuovo a letto insieme. Siamo come due calamite, ci attraiamo in modo magnetico. E' difficile stargli lontana, non desiderare ogni secondo la sua pelle profumata ma dobbiamo cercare di avere un equilibrio, lo dice sempre lui. Silenziosamente ci avviamo in cucina. In questi giorni ho familiarizzato molto con questo ambiente moderno ma accogliente.
"Stasera ho voglia di mangiare schifezze. Che ne dici se prepariamo dei cheeseburger? Ti va?" chiedo, titubante. Dall'espressione del viso non mi sembra molto presente, sembra stia pensando a qualcos'altro. Ma cosa? Lo so, comincio ad essere paranoica ma quelle fottute parole di Kevin non fanno che assillarmi.
"Adam, tutto ok?" domando, scuotendo leggermente la sua mano.
"Si, piccola. Sono solo un po’ stanco. Oggi non è stato facile far conciliare tutti gli orari delle lezioni.
Alcune delle mie per esempio, combaceranno con quelle di Lucille, ma non abbiamo potuto fare altrimenti" sospira.
"Eri seduto accanto a quella rossa malefica?" indago. Lo ammetto, provo dell'astio nei confronti della professoressa Smith. La cosa è sempre stata reciproca. Continuo a pensare che abbia una cotta per Adam e che voglia farmela pagare perché lui non ricambia i suoi sentimenti. Naturalmente non sospetta minimamente che io e Adam stiamo insieme, altrimenti farebbe carte false per dividerci. Ha solo carpito un certo interesse da entrambe le parti.
"Si, ero seduto accanto a Lucille. Perché?" chiede ingenuamente.
"Andiamo Adam, quella che è cotta di te e tu la illudi. Sei troppo gentile e accondiscendente nei suoi confronti" sputo, un pò velenosa.
"Piccola gelosona, io e Lucille siamo solo amici e colleghi. Te l'ho sempre detto. E poi, io sono impegnato" conclude, sornione. Eccolo là, quel sorrisetto che manda ko ogni mia velleità bellica.
"Sai" riprende "quando hai detto che volevi preparare dei cheeseburger, mi è venuto in mente la prima volta che ci siamo baciati. Quella volta eravamo fuori da quel locale, non ricordo il nome.."
"Ed's dinner" lo interrompo, non lasciandogli il tempo di continuare, perché le mie labbra sono già poggiate sulle sue.
**
Mi alzo di scatto, sono tutta sudata e il mio respiro è irregolare. Accidenti, ho avuto un terribile incubo. Da quel poco che riesco a ricordare, il protagonista era Bexter. Continuava a scappare da me, nascondendosi tramite un cappuccio. Oddio, credo di non avere mai provato tanto ansia in vita mia.
Mi giro verso la sua metà del letto e mi do della stupida anche solo per averlo fatto, aver cercato la conferma che lui fosse qui, accanto a me. L'osservo sonnecchiare tranquillo, sembra un bambino imbronciato talmente sono pronunciate le sue labbra color ciliegia. Gli accarezzo lievemente la guancia e traccio il profilo del suo naso. Oh, è proprio bello il mio professore. In facoltà continuano tutte a sbavargli dietro. Molte continuano ad inventarsi fantomatiche domande per attirare la sua attenzione, altre si prodigano in svenevoli complimenti sul suo modo di spiegare per cercare di conquistare la sua stima. Ma quelle che non proprio non digerisco sono coloro che si presentano ai suoi ricevimenti con abiti degni di una serata in discoteca e a mio avviso molto volgari. Adam dice che va oltre il loro modo di presentarsi. E' abituato al fatto che le donne caschino ai suoi piedi come pere cotte.
Meglio dormire, domani sarà l'ultimo giorno che potrò trascorrere insieme ad Adam. L'indomani partirò con Ben e Joy, alla volta della tenuta Downey per i grandi festeggiamenti di Natale.
Un timido sole solletica l'aria con le sua polvere magica, mi incanto sempre a guardare quelle striscioline di luce. Immagino perfino che compongano delle immagini astratte. Ne seguo il percorso e cerco di acciuffarne un po’. Lo so, non sono più una bambina. Arrivati ad una certa età la vita ci da il passe-partout per il mondo dei grandi, un viaggio nuovo, carico di responsabilità. Ma non è detto che in valigia, non puoi portare un po’ di sana spensieratezza.
Adam deve essersi già alzato, non dorme mai fino a tardi. Lo ammiro, è sempre così determinato nel suo lavoro mentre io adduco sempre improbabili scuse per rimandare i miei doveri. Dovrei studiare ma non ne ho alcuna voglia, tutto mi sembra così noioso e ripetitivo. A volte credo di avere solo assecondato le aspettative di mio padre, scegliendo di frequentare Princeton. Io avrei voluto frequentare l'accademia delle belle arti o una scuola di moda. Una volta da piccolina, gli chiesi di poter frequentare il conservatorio. La musica? un'altra delle mie passioni. Ricordo ancora il suo sguardo allibito e severo che mi diceva di trovare sciocco perdere tempo dietro a quelle fandonie. Secondo la sua visione, mi avrebbe sottratto parecchio tempo allo studio 'vero'. Incassai l'ennesimo rifiuto con tutto il rispetto e la subordinazione che mi erano stati insegnati, o inculcati se preferite. A distanza di tempo, mi ritrovo a rimpiangere di non aver avuto la forza di ribellarmi ma ormai è tardi. Infondo in quel piano organizzato che è la mia vita, è saltato fuori un dolce imprevisto..Adam. Sorrido impercettibilmente quando entrando in cucina lo trovo intento a correggere alcune prove in itinere di un altro corso. E' cosi concentrato da non accorgersi della mia presenza. Accanto a lui, una tazza fumante che dall'odore riconosco essere caffè.
Mi ritrovo a pochi passi e lo chiamo flebilmente per non spaventarlo.
"Adam.."
"Dormigliona, finalmente ti sei svegliata!" esordisce lui invitandomi a sedere sulle sue gambe.
"Professore non siamo tutti irreprensibili come lei" scherzo.
"Sempre indisciplinata lei, signorina Downey.." ribatte, sorridendo.
"Ti serve tutta la mattinata per correggere quei compiti?" chiedo, cercando di non fargli carpire la mia delusione in caso di risposta affermativa.
"Temo di si. Avevi in mente di fare qualcosa?" risponde, sinceramente dispiaciuto.
"No, figurati. E' molto più importante il tuo lavoro" mormoro.
"Cloe, niente è più importante di noi. I compiti posso aspettare, proposte?" sussurra ad un palmo dal mio viso.
"Che ne dici se andiamo al lago? Oggi c'è una bella giornata ma non penso ci sarà molta confusione. Potremmo stare tranquilli" propongo su due piedi.
"Mi sembra un'ottima idea, piccola" risponde lui entusiasta.
All'improvviso la suoneria del mio cellulare ci fa sobbalzare. Dovrò abbassarne il volume prima o poi, è un vero e proprio frastuono.  Sul display scorgo il nome di Ben, meglio non avrei sopportato che qualcun altro avesse interrotto la mia conversazione con Adam.
“Ciao amico”
“Buongiorno docile fanciulla innamorata, hai due minuti di tempo per il tuo vecchio amico?” risponde lui al mio saluto, palesemente divertito.
“Che scemo. Certo, dimmi pure”
“Che programmi avete oggi tu e il professore?” chiede.
Oddio , cosa avrà in mente? Le sue idee strampalate mi mettono un’ansia incredibile.
“Beh, pensavamo di andare al lago e fare un piccolo picnic. Perché?”
“Bene, vi dispiace se io e Joy ci uniamo?” chiede a bruciapelo.
Panico. Tra Ben e Adam non c’è quello che si può definire un rapporto idilliaco. L’ultima volta in cui si sono visti, Ben ha minacciato il mio professore accusandolo di essere la causa delle mie sbornie. Quella volta eravamo al Pind e c’era la festa di inizio semestre.
Adam deve avere ascoltato la conversazione perché in un batter d’occhio si appropria del mio telefono e risponde al mio posto.
“Signor Whiston, ci vediamo tra un’ora davanti al parco comunale. Ci occupiamo noi di portare il pranzo. Voi occupatevi delle bibite. A dopo” e riattacca, porgendomi il telefono.
“Adam, non devi sentirti in dovere di farlo..” mormoro, alquanto confusa dal suo comportamento.
“Piccola, mi fa piacere, tranquilla. Ora mettiamoci al lavoro, ci aspettano diversi sandwich da preparare” termina, strizzandomi l’occhio.
Un’ora dopo siamo davanti al parco comunale, anche se ci teniamo a debita distanza. Siamo pur sempre in un luogo pubblico e qualcuno potrebbe vederci. Dopo dieci minuti arrivano Ben e Joy sulla jeep nera del mio amico.
“Saltate su” grida Ben con tutto il fiato che ha nei polmoni. Raggiungiamo la macchina di Ben e salutati i miei due migliori amici, partiamo alla volta del lago.
L’abitacolo è invaso dalle note di what’s my age again dei Blink 182. Tipico comportamento da Ben, non approva altro genere di musica se non quello strettamente legato al suo gusto personale.
Sorrido impercettibilmente, forse anche a causa della strana situazione in cui ci troviamo.
Quando arriviamo, nascosto tra alberi spogli e rinsecchiti si scopre un lago dalle incredibili acque di un verde cangiante, sembra uno di quei paradisi di quiete e pace che trovi raffigurato nelle cartoline.
Continuiamo la nostra passeggiata silenziosa lungo le sponde del lago dove il sentiero va restringendosi sempre più, così siamo costretti ad attraversarlo uno alla volta. Non posso non bearmi del paesaggio mozzafiato che questo posto continua ad offrirmi. Di tanto in tanto mi volgo indietro quasi a voler confermare che Adam mi stia seguendo e stia bene. Trovo sempre il suo sorriso affascinante capace di distrarmi perfino dal bellissimo lago.
Dopo diversi minuti giungiamo ad un’area picnic, con panchine e tavoli in legno. Sembra il posto perfetto per poter consumare il nostro pranzo, così decidiamo di fermarci.
“Oggi il tempo è stato decisamente clemente nei nostri confronti” esordisce Ben, guardandosi in giro.
Un tiepido sole infatti rende piacevole stare all’aperto. Per fortuna non c’è molta confusione, solo qualche turista sparso qua e là tra i tavoli.
Adam sembra rilassato anche se distante. Immagino non deve essere facile per lui trovarsi in questa situazione. Lui è un adulto e noi tre ragazzi. Lui è un professore ed io una sua alunna. Oh, al diavolo le etichette, io amo quest’uomo e non lascerò che si senta fuori luogo.
Mi avvicino lentamente a lui e intreccio le mie dita alle sue. Lui si gira e mi sorride con trasporto prima di sfiorarmi la testa con un lieve bacio.
“Sei in imbarazzo?” mormoro al suo orecchio.
“No, amore” risponde telegraficamente.
Ci pensa Ben a rompere il ghiaccio tirando fuori una bottiglia di vodka e della limonata.
“Professor Bexter, spero si unisca a noi” dice indicando la vodka.
“Sono un professore mica un  astemio moralista” ribatte Adam, afferrando il bicchiere con l’intruglio alcolico che Ben ha preparato. Lo vedo tracannare il bicchiere in pochi secondi e quasi mi preoccupo per l’esito di questa piccola gita fuori porta improvvisata.
“Bene, tirate fuori la roba. Ho una fame tremenda” interviene Joy.
Passiamo l’ora successiva a trangugiare cibo e ad alternare l’intruglio alcolico a della semplice acqua naturale.
“Mi piacerebbe giocare ad obbligo o verità. Che ne dice professore?” inizia a dire Ben, decisamente su di giri. Per un attimo sembra regnare il silenzio assoluto, poi una risata fragorosa di Adam mi tranquillizza.
“D’accordo, Ben. Posso chiamarti così no?” ribatte Bexter.
“Ovvio. Prof!” .
“Inizio io, Ben obbligo o verità?” interviene Joy, allegramente.
“Verità” risponde il mio amicone.
“ Hai avuto altre storie da quando, beh ecco..da quando ci vediamo?” chiede Joy, visibilmente in imbarazzo.
Sgrano gli occhi per la sorprendente audacia della domanda appena posta. Conosco Ben, spero però che la sua risposta sia negativa.
“No” afferma, quasi scocciato dal dover rispondere a quel quesito. Tiro un sospiro di sollievo e allo stesso tempo sono stupita. Deve tenere tanto a Joy. Ben non è proprio il prototipo di fedeltà ecco.
“Ora tocca a me” esulta il mio amico, felice come un bambino a cui hanno portato le caramelle.
“Professor Bexter, obbligo o verità?” chiede.
“Verità” mormora Bexter.
“Ha mai fatto sesso con Cloe in facoltà?”  domanda senza alcun pudore.
La situazione sta diventando incandescente e le mie guancie non sono da meno. Penso di aver acceso tutte le gradazioni di rosso possibili.
“Si” sussurra infine Adam. Ora si che sprofondo e non riemergo più.
“WOW” esclamano all’unisono i miei due migliori amici.
“Cloe, obbligo o verità?” interviene Adam prontamente, salvandomi da  morte certa per imbarazzo.
“Obbligo” affermo sicura. Non ho alcuna intenzione di rispondere a domande imbarazzanti.
“Baciami” ordina lui, guardandomi con quegli occhi di un azzurro profondo e prepotente.
Non esito minimamente ad avvicinare le mie labbra alle sue. Sa di vodka e limone, sa di uomo, sa di buono. Quasi perdo la cognizione del tempo e non mi accorgo che Joy e Ben si sono allontanati, lasciandoci soli.
“Hey, ma dove sono finiti?” chiedo perplessa.
“Ci hanno lasciato da soli e si sono cercati un angolino appartato” afferma Bexter rituffandosi sulle mie labbra.
**
“Allora ti sei divertita?” mi chiede Adam quando arriviamo a casa sua.
“Imbarazzante ma bello” rispondo, fiondandomi dritta in bagno. Ho bisogno di un bagno caldo.
Lui mi raggiunge e si spoglia immergendosi con me nella vasca. –Oh no, non farlo- grida la mia coscienza buona prima di essere messa a tacere definitivamente quando lui, inizia a sfiorarmi.
Un’ora dopo siamo già a letto. L’ultima notte che passeremo insieme, penso tristemente. O almeno prima dell’anno nuovo. Domani come risaputo torno a casa.
**
La tenuta Downey è sempre perfetta e ben curata.
Al nostro arrivo Camille ci corre incontro, abbracciandoci e saltellando per la gioia di vederci. Quanto mi è mancata, la mia dolce tata.
“Ragazzi, vi ho preparato un pranzetto con i fiocchi” cinguetta allegra. “ Cloe tuo padre mi ha detto di non aspettarlo, ha un appuntamento importante e non ce la fa a raggiungervi per pranzo” conclude.
“Immaginavo” ribatto. Mio padre è il re degli impegni all’ultimo minuto, c’era da aspettarselo.
Io e Joy poggiamo le valigie nella mia stanza (in questi giorni la ospito io) mentre Ben si accomoda nella stanza degli ospiti.
“Allora quando rivedrai il tuo bel professore?” sussurra Joy, sprofondando nel mio lettone.
“Mi ha detto che mi raggiunge per capodanno, naturalmente ci vedremo fuori. Non posso mica correre di nuovo il rischio che qualcuno ci veda come è successo per il mio compleanno..ricordo ancora lo sguardo sbalordito di Carlos e il destro che gli ha tirato Adam” ribatto, rabbrividendo al pensiero di quella sera.
“Sai se ci saranno Carlos o Kevin?”  continua Joy.
“Carlos è partito per le vacanze e Kevin non l’ho più sentito, né visto da quando ci siamo incontrati a Princeton”
“Pensi ancora a quello che ti ha detto a proposito di Bexter?"
"Si, quella frase era un chiaro avvertimento ma ti prego, cambiamo argomento. Hai sentito Ben? Non è stato con nessuna da quando vi vedete" trillo entusiasta,
"Già, a quanto pare. Cloe io temo di provare qualcosa per lui.." confessa la mia amica.
"Diglielo no? Anche lui mi sembra parecchio coinvolto.."
"Ho paura che possa ridere di me"
"Conosco bene quel ragazzone. Fidati, ci tiene a te. Vai da lui, io vado a prepararmi un the prima di pranzare" concludo, abbracciandola. In realtà non ho alcuna voglia di the, voglio solamente lasciare i due piccioncini da soli.
A grandi falcate mi dirigo verso la sala dove mio padre intrattiene gli ospiti. All'interno vi è posto un maxi schermo che non ha nulla da invidiare allo schermo gigante di un qualsiasi cinema. Adoro guardare film e cartoni animati di ogni genere lì dentro, sembra di vivere all'interno della pellicola stessa.
Sto per aprire la grande porta bianca, quando delle voci provenienti dal suo studio attirano la mia attenzione. A primo acchito riconosco subito quella di mio padre. Strano, Camille mi aveva detto che era impegnato fino a tardi per un appuntamento. Non pensavo che il suddetto appuntamento si svolgesse proprio a casa nostra. Mi avvicino lentamente, la porta è socchiusa ma riesco a intravedere la figura di mio padre che gesticola e un'altra figura di spalle. Mi sembra di riconoscere quest'ultima. Spalle larghe, capelli dal taglio medio-lungo biondo cenere. Un momento, quello è..
Oddio credo di avere le allucinazioni. Non può essere lui. Cosa ci fa a casa mia? E soprattutto come fa a conoscere mio padre?
Mi avvicino di più allo stipite della porta e cerco di origliare mentre brividi di freddo percorrono il mio corpo.
"Dunque lei mi assicura che mia figlia non si è cacciata in nessun guaio e frequenta persone degne del suo rango?" chiede mio padre.
"Sissignore, posso assicurarglielo. Sua figlia è un'ottima alunna e segue i corsi attentamente. Frequenta persone rispettabili e non si è mai cacciata nei guai"
"Professor Bexter, devo riconoscere che ha fatto un ottimo lavoro. Per parlare dei dettagli dell'anno nuovo mi permetta di invitarla a pranzo in un ristorante poco distante da qui"
"Sarà un piacere deliziarmi della sua compagnia per pranzo,Mr.Downey".
Non riesco a credere alle mie orecchie. E' come se il mio incoscio si rifiutasse di accettare quello che ho appena visto. Adam e mio padre hanno un accordo. Che genere di accordo? Mi tremano le gambe e comincia a mancarmi il respiro. Chi è in realtà Adam Bexter? Di chi mi sono innamorata? Mi ritrovo a pensare con orrore che Kevin aveva ragione, non dovevo fidarmi di lui.
Prima che scoprano la mia presenza corro a perdi fiato lungo il corridoio e mi chiudo nella mia stanza. Per fortuna Joy è ancora con Ben. Non ho voglia di vedere nessuno. Sprofondo nel letto e lascio che lacrime amare e pungenti righino il mio viso.
Dopo interminabili minuti di un pianto straziante decido di chiamare Kevin, ho bisogno di sapere tutto di questa storia.
Afferro il cellulare e compongo alla svelta il suo numero. Nessuna risposta, ma non mi arrendo. Continuo a riprovare fin quando la sua voce scocciata mi arriva dritto all'orecchio.
"Che vuoi?"
"Kevin, ti prego ho bisogno del tuo aiuto. Ho scoperto una cosa scandalosa e..
"So di cosa parli..l'ho scoperto una settimana fa"
"Ti prego dimmi tutto quello che sai"
"Cloe ti avevo avvertita di stare alla larga da quello. Ho saputo che ha un accordo con tuo padre da prima che tu partissi per Princeton. Lui avrebbe dovuto vegliare su di te, conoscere le persone che frequentavi, verificare che stessi bene e che non ti cacciassi nei guai. Tuo padre l'ha assoldato per questo"
"Quindi non è un vero insegnante?come puo' essere?
"
"No, è veramente un professore di letteratura. Solo che percepiva una parcella in più per l'accordo stipulato con tuo padre. Sai come sono i tuoi, a volte sanno essere troppo protettivi"
Sono talmente allibita che quasi mi viene da vomitare. Finalmente collego tutto, dal primo incontro sotto quell'albero, al fatto che mi avesse scelta per il libro su Dante, che ovunque ci fossi io c'era lui pronto a salvarmi dalle sbornie. In realtà non gliene fregava niente di me, svolgeva solo il lavoro per cui era stato assoldato. Solo ora mi spiego come mai sapesse tutte quelle cose di me. Logico, mio padre gli forniva tutte le spiegazioni del caso. Che squallore. Odio me stessa per essermi fidata di lui ed essere caduta nella sua trappola subdola e meschina.
"Kevin devo riattaccare, grazie mille"dico sinceramente dispiaciuta di non avergli creduto sin dal primo momento.
"Prego Cloe. Un giorno di questi ti va di uscire? Senza finzioni, patti e giochetti vari"
"Si, da morire"  e riattacco.
Sono emotivamente a pezzi ma non posso arrendermi proprio adesso. Decido di mandare un messaggio a Bexter.
"Ho troppa voglia di vederti. Mi manchi già..mi manca il sapore delle tue labbra sulla mia pelle..perché non vieni pomeriggio'? Potremmo usufruire della dépendance, al momento è vuota".
Gioco la carta dell'attrazione perché è quella che ci ha spinto sempre l'uno tra le braccia dell'altro. O almeno credevo fosse quello. Ormai non lo so più. Dopo pochi minuti, arriva la sua risposta:
"Sapessi quanto mi manchi tu. Dopo pranzo sarò lì, attendimi alla dépendance".
Perfetto. Non mi resta che aspettarlo..
**
La dépendance è vuota ma carica di ricordi. Che scema, ricordo ancora quando per il mio compleanno abbiamo fatto l'amore in piscina e poi mi ha dato i regali e ci siamo fatti quella foto insieme. La stessa che tiene conservata dentro il cassetto del comodino.
Il rumore della porta e in seguito dei passi leggeri mi distolgono dai miei pensieri angoscianti. Lentamente mi giro e me lo trovo davanti in tutta la sua folgorante bellezza. Oh, come fa ad attrarmi nonostante abbia scoperto il suo segreto? Lui non sospetta nulla di ciò che sto per dire e si avventa sulle mie labbra, rivendicandone il possesso, divorandole. Io a malincuore mi distacco e gli tiro un sonoro ceffone. Sembra allibito e sgrana gli occhi mentre massaggia con una mano la parte lesa.
"Mi fai schifo. Sei solo un bugiardo.." sputo li' velenosa.
Un guizzo di consapevolezza sembra attraversare i suoi occhi che si fanno tristi e spenti.
"Mi diapiace. Ho provato tante volte a dirtelo ma spesso mi è mancato il coraggio. Avevo paura di perderti"
"Mi hai perso Adam. Mi hai preso in giro tutto questo tempo e sei stato con me solo per soldi. Che schifo"
"Cloe, lascia che ti spieghi. Tuo padre conosce il mio e saputo che avrei insegnato a Princeton non ha esitato a chiamarmi e a offrirmi questo accordo. Diceva di essere preoccupato per te, di non averti vista entusiasta di Princeton. Temeva potessi commettere qualche sciocchezza. Sapeva che in passato spesso gli hai mentito ma non se ne preoccupava perché eri solo un'adolescente che stava crescendo. Ma Princeton è grande ed avresti vissuto da sola e le sue paure si sono moltiplicate. Dopo che ho accettato, mi ha fornito la tua foto e tutte le informazioni necessarie affinché conoscessi i tuoi gusti. Poi quando ti ho vista avvicinare per prenderti il foglio sotto il mio albero qualcosa è cambiato. Ho sentito qualcosa di forte e da lì ho capito che non sarebbe stato facile starti dietro ma soprattutto esserti indifferente. Non ho preso neache un soldo da tuo padre. Lui ha insistito più volte ma io gli ho suggerito di dare la mia ricompensa in beneficienza. E così che fa ogni mese"
Comincio a sentire le prime lacrime scendere lentamente. Oh, Adam perché deve essere tutto così complicato?
"Non piangere amore mio" continua lui, cercando di asciugare le mie lacrime con le nocche delle sue dita.
"Non mi toccare" sbraito, allontanando bruscamente la sua mano.
"Tutte le volte che ci siamo baciati, che abbiamo fatto l'amore, tutti quei progetti che sognavamo di fare assieme, era tutta una farsa?" continuo, la voce rotta dalle lacrime.
"No. E' stato tutto vero. Cloe ti ho desiderata sin dal primo momento e sono andato contro la legge e contro tuo padre pur di averti accanto. Non te l'ho detto prima e non so quanto possa valere ora ma ti amo, Cloe Downey io sono fottutamente perso di te" confessa lui con voce incrinata.
Non credevo che le sue parole potessero farmi effetto dopo tutto quello che ho scoperto ma al cuor non si comanda giusto? Ecco il mio è in corsa, battito dopo battito mi rendo conto che amare è dolce e amaro.
"Non poteva assoldare qualcuno del mestiere, un detective per esempio?" riesco solamente a dire, vinta dalla stanchezza fisica ed emotiva. In realtà voglio evitare di rispondere alla sua dichiarazione, finirei per cedere, perché nonostante tutto lo amo anch'io.
"No, voleva qualcuno che non desse nell'occhio. Qualcuno dall'interno, insomma" spiega febbrilmente come se gli importasse solo di questo, come se dirmi tutto, fosse ora il suo unico scopo.
Mugugno un suono indistinto per fargli capire che ho compreso. Sono stanca e delusa, sia da lui che da mio padre. Faccio per andarmene ma la sua mano corre ad afferrare il mio braccio. Mi giro, lo guardo. Quegli occhi, sui miei. Attimi che vivo a rallentatore, centinaia di immagini che si ripetono a rotazione come flashback di un dannato film d'amore.
Le sue labbra, due ciliegie fresche e profumate  sulle mie, ancora bagnate dalle lacrime.
Lo respingo, lui fa forza. Pochi secondi. Non resisto, afferro famelica la sua nuca e ricambio con una veemenza inaudita il bacio. Lo sto letteralmente divorando. Tutta la rabbia, la frustrazione sono riversate in quel bacio. Le sue mani scottano, mentre percorrono avide la mia schiena da sopra i vestiti. Un continuo sali e scendi che immagino come un preludio di quello che sta per accadere. Avvinghiata del tutto a lui, sono dolorosamente consapevole di non fare la cosa giusta ma tutto di Adam grida il mio nome. La pelle è imperlata da goccioline di sudore che scendono come fossero lacrime di addio. Tutto il caos di emozioni vissute fino ad ora, all'improvviso diventa troppo forte da contenere. Afferro i lembi del suo maglione e li tiro verso l'alto, sfilandoglielo. In tutta risposta lui mi solleva ed io di rimando allaccio le gambe alla sua vita. Riprende a baciarmi appassionatamente e senza accorgermene mi ritrovo sdraiata sul letto della prima stanza. Lui si stende sopra di me, iniziando a liberarmi dei vestiti che ho addosso. Sono completamente alla sua merce e dopo essersi sfilato i Jeans, si fa strada in me senza mai distogliere gli occhi dai miei. Affogo più e più volte in quegli occhi liquidi, vogliosi ma tristi. Sono esattamente il riflesso dei miei. Un'alternanza ritmica e incessante che mi porta alle porte del paradiso, lasciandomi subito dopo nel mio inferno personale.
"Ti amo" sussurra al mio orecchio mentre ritorniamo lentamente alla normalità, riprendendo fiato. Proprio come avevo fatto una volta io.
"Vattene" dico, risvegliandomi dal torpore che il suo corpo mi ha donato.
"No, non posso" afferma lui.
"Non mi fido più di te" mormoro, flebile. Il suo sguardo ora è una maschera di paura, la stessa che io di perderlo. Allo stesso tempo però sono consapevole che un rapporto senza fiducia è come una casa senza fondamenta.
"Parlerò con tuo padre, gli dirò di noi" inizia a farneticare, in evidente stato confusionale.
"Sei impazzito? ti farà licenziare e avresti seri rischi di incorrere in qualche processo" cerco di riportarlo alla cruda realtà, qui non siamo nel mondo delle favole.
"Dammi un'altra chance allora. Ti chiedo solo un'ultima chance" sbotta palesemente nervoso.
"Non lo so Adam, sono così confusa. Dammi un po' di tempo per riflettere. Ci vediamo quando le acqua si saranno calmate" termino, consapevole che forse non si calmeranno mai più.
 
SPAZIO AUTRICE: Buongiorno e Buona Pasqua a tutte (anche se in anticipo, ma non prevedo di
collegarmi  domani J  ). Eccoci arrivati al capitolo bomba..tutte le carte sono scoperte. Cosa ne pensate di Bexter? Lo perdonate o lo condannate? Eheh
Gli ultimi due capitoli saranno dedicati a chiarire un po’ tutte le situazioni in sospeso nella storia..beh non mi resta che salutarvi..un bacio grande a chi recensisce e a chi silenziosamente segue questa folle storia d’amore e segreti..
 
   
 
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