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Autore: Notperfect    30/03/2013    11 recensioni
Un errore: una ragazza registrata come un ragazzo ad un'accademia a Los Angeles.
La ragazza: Jennifer Parker.
Il coinquilino irritante: Justin Bieber.
***
-Adesso l'accompagnerò nella sua stanza Parker-. Inizia a camminare ed io la seguo. -Il suo coinquilino è più grande di lei, spero non sia un problema-.
-No, certo che no!-.
Spero solamente che non sia brutto, che non puzzi, che non guardi porno, che non abbia poster di Megan Fox e che non scorreggi o russi durante la notte.
-Bene. È qui già da tre anni. Ci ha procurato un bel po' di problemi in questi anni, ma tutto sommato è un buon alunno. Si chiama Justin Bieber, le piacerà-.
Oh, lo spero.
***
Questo ragazzo mi manda nel pallone, davvero. Nel senso che mi riempie i coglioni e poi li fa scoppiare, per poi rigonfiarli come palloncini.
-Sei così irritante!-. Sbotto.
-Sei così sexy!-. Ribatte.
-Sei così...-. Cosa?
Ha detto che sono sexy? Io?
Jenny dal New Jersey? Davvero?
***
-...l'amore è per i deboli-.
-Allora io voglio essere un debole, Justin-.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Lost 
 
-Stasera c'è una festa a due isolati da qui organizzata dalla signora Anderson per tutti i ragazzi dell'accademia, tu vieni?-. Chiede Allison mentre insieme ci incamminiamo dall'aula di chitarra al dormitorio femminile. 
-Ehm, non lo so-. 
-Cosa c'è? Devi chiederlo a Justin?-. Domanda con un pizzico di acidità.
-No, Allison. Non so se mi va di venire, tutto qua-. 
-Oh, andiamo! Da quando frequenti il tuo ex coinquilino montato e odioso non fai altro che stare con lui. È dal tuo compleanno che non usciamo insieme! E sono passate più di quattro settimane dal tuo compleanno, Jenny-. 
-Lo so, ma...-. 
-Ma?!-.
-...ma non lo so! Non so cosa dirti-.
-Be' io invece so che Justin si prende tutto il tuo tempo. State sempre insieme. Sto iniziando ad odiare anche te!-. 
-Allison!-. La rimprovero. 
-Ma è la verità. Io odio lui e di conseguenza inizio a non sopportare anche chi gli sta a fianco-. 
Sbuffo, strattonandola. 
-E poi io non mi fiderei di lui. Sappiamo entrambe com'era prima e cosa faceva ogni notte. L'hai dimenticato?-.
-No, ma non ricordarmelo-. 
-Ora sei anche gelosa di lui? Santo cielo, questa è una cosa seria!-. Esclama con fare melodrammatico. 
-Allison!-. Trattengo una risata. -Smettila di dire cose senza senso per favore-. 
-Allora promettimi che stasera verrai alla festa con me, Emily, Ashley e Rosalie!-. 
-Allison io...-. 
-Bene, pronta per le otto! Buon proseguimento di giornata!-. Mi manda un bacio e scappa in camera sua. 
Rimango immobile per qualche secondo, rendendomi conto solo adesso che ha accettato da parte mia l'invito che lei stessa mi ha fatto! 
Sbuffo, avviandomi verso la mia camera, trovando Justin sul mio letto. 
-Cosa stai facendo?-. Domando confusa, appoggiando la borsa e gli spartiti sulla scrivania. 
-Sono sdraiato su un letto, Jenny-. 
-Non sono ritardata. Intendo cosa ci fai qui? Fino a prova contraria è la mia stanza e...aspetta, come hai fatto ad entrare?-.
-Ho chiesto la copia delle chiavi alla signora Anderson-. 
-E lei te le ha date?-. 
-Si. Cosa c'é di strano?-. 
-Che é la mia camera!-. 
-Non infuriarti, bimba-. 
-Non chiamarmi bimba-. Gli intimo, sibilando. 
-Sai che non cambierò mai idea su questo argomento, bimba-. 
Alzo un sopracciglio. -Sei odioso. Sul serio-. 
-Me l'hai giá detto-. 
-Mi fa piacere che tu lo ricorda-. Sospira, rizzandosi a mezzo busto. -Allora...so che non sarai mai una ragazza normale e sottolineo mai...ma almeno potresti salutarmi come si deve?-. 
Trattengo un sorriso. -Oh, si. Certo, Justin-. Rispondo in modo teatrale, avvicinandomi al letto. 
Mi accascio su di lui, stampandogli un bacio sulle labbra e poi un morso sulla guancia.
-Ahia!-. Esclama, afferrando i miei fianchi.
Anziché allontanarmi, mi avvicino ancora di più fino a sdraiarmi completamente su di lui.
Gli stampo svariati baci sul viso mentre lui pian piano appoggia le mani sulla mia schiena, strofinandole verso l'alto e il basso lentamente e delicatamente. 
È bello come in qualche giorno sia riuscita ad essere piú sicura di me stessa. 
Ora riesco ad abbracciarlo, a baciarlo e a morderlo senza alcun problema.
-Cosa ti dice il cervello, Jenny?-. Sussurra, ricambiando i miei baci. 
-Che sei un idiota e che dovevo darti un morso-. 
-Tu non vuoi solo darmi un morso, vuoi di più, non è cosí?-. 
-No, non è cosí. Voglio solo stare accanto a te, nient'altro-. 
Detto questo gli lascio un ultimo bacio per poi sdraiarmi accanto a lui. 
Sospira, chiudendo e aprendo gli occhi in uno scatto veloce. 
-Justin...-. Mi giro verso di lui con il corpo e con il viso, mettendo un braccio sul suo petto. 
-Mh?-. 
-Andiamo alla festa della scuola stasera?-. 
-Tu vuoi andarci?-. 
-Be', si-. 
-Con me?-. 
-Si, anche se Allison mi ha detto che...-. 
-Vuoi andare con le tue amiche?-. Domanda torvo. 
-No, cioè...Allison mi ha detto che alle otto sarebbe passata da me e saremmo andate insieme ma...-. 
-Quindi andrai con lei?!-. 
-In teoria si, ma...-. 
-Bene-. Mi interrompe, alzandosi e recuperando le sue cose. 
-Justin che ti prende?-. 
-Niente. Divertiti questa sera con le tue amiche oche. Sai, inizio a pensare che anche tu sia come loro-. 
-Cosa?-. 
-Esatto, hai sentito bene-. 
-Non ho detto né fatto nulla di male, perchè mi stai dicendo queste cose?-. 
-Non lo so. Adesso vado. Ci vediamo-. 
Va verso la porta ed esce, sbattendola prepotentemente. 
Cosa diamine succede?
Non è normale il suo comportamento.
Ho già visto un lato burbero, scontroso e irascibile del suo carattere e me ne sono meravigliata, per non parlare del suo lato protettivo e geloso. 
Ma questa è una reazione troppo esagerata dovuta ad una sciocchezza. 
Per di piú non mi ha fatto mai parlare, ha continuato ad interrompermi.
Mi chiudo in bagno per farmi una doccia e liberare la mente dai brutti pensieri. 
Non che Justin sia un brutto pensiero, ma voglio solo non averlo nella mia mente per un po'. Sembra quasi che abbia preso l'abbonamento per risiedervi dentro. 
-...but something in the way you move makes me feel like I can't like without you...-. 
Canticchio mentre strofino prepotentemente le mani sul cuoio capelluto ricoperto di shampoo al cocco. 
-...It takes me all the way, I want you to stay-. Prolungo l'ultima parola proprio come la cantante esegue l'acuto nella canzone.
Naturalmente la mia voce è imparagonabile alla cantante in questione. 
Mentre canto, sento le parole della canzone che rimbombano nella mia mente e, riflettendoci, le sento mie. 
Io non so come mi sento quando sto con Justin perchè alcune volte è come se ci odiassimo, ma c'é qualcosa che mi lascia pensare che voglia che lui resti con me, perché senza lui non riuscirei ad andare avanti col sorriso stampato in volto. 
Esco dalla doccia e, avvolta in un asciugamano rosa, vado in stanza. 
Sento i lunghi capelli pizzicarmi sulle spalle e sulla schiena, procurandomi fastidio. 
Mentre asciugo i capelli il cellulare vibra. 
Spengo l'asciugacapelli e visualizzo il messaggio che mi è appena stato inviato.

'Sono un idiota, scusami. Ci vediamo direttamente questa sera alla festa. Justin xx'.
 
Resto per un po' a fissaare lo schermo del cellulare. 
Cosa gli dice il cervello?
Come ha fatto a cambiare umore e idea nella fazione di qualche minuto?
Ripeto: è strano. 
Ultimamente non mi dice più cose dolci e non mi tratta più come era suo solito fare. 
È diventato ancora più scontroso e strano di quanto non lo fosse ancora prima che ci conoscessimo. 
Eppure c'è qualcosa in me che mi spinge ad essere totalmente dipendente da lui e soprattuto mi sprona ad amarlo.
Dopo essermi vestita e aver asciugato completamente i capelli, controllo sul cellulare se ho ricevuto dei messaggi o delle chiamate perse. 
C'è un messaggio da parte di Allison. 
 
'Non fare tardi. Conto che tu venga stasera. Non vestirti troppo sexy, mi raccomando! Xx'. 
 
Sorrido leggendo le sue parole ma il mio sorriso svanisce e i miei occhi si rabbuiano quando leggo il messaggio succesivo. 
È da parte di Justin. 
 
'Bimba arriverò circa un quarto d'ora più tardi alla festa. Fai la brava xx'.
 
Come verrá più tardi?
Non mi fa imbestialire il fatto che mi lascerá sola per circa quindici minuti o che mi abbia chiamata con quello stupido nomignolo, ma che non mi abbia dato una spiegazione. 
Perchè verrà più tardi?
Provo alcuni abiti posizionandomi davanti allo specchio a figura intera che si trova alla destra dell'armadio. 
I pensieri riguardanti Justin non mi abbandonano del tutto, ma per un po' la mia attenzione e il mio interesse cadono sugli abiti che sfilo e infilo uno dopo l'altro. 
Devo indossare quello giusto. 
Forse ha ragione Allison: Justin prende davvero tutto il mio tempo. 
Persino quando non sto con lui fisicamente, i miei pensieri contengono il suo nome e non so se far in modo che questo continui o se devo darmi una regolata.
Dopo circa mezz'ora sono pronta. 
Con 'pronta' intendo che ho scelto il vestito: un abito molto semplice nero che stringe sul mio corpo, facendo intravedere le mie curve. 
Fino a qualche mese fa non avrei mai scelto un abito del genere perché non ero soddisfatta del mio corpo. 
Ora invece ho una prospettiva del tutto diversa. 
Ora vedo tutto sotto una luce diversa e il merito è di Justin. 
Ha fatto in modo che accettassi me stessa e, nonostante debba lavorare ancora su un paio di cose, inizio finalmente ad apprezzare la mia figura riflessa nello specchio. 
Quando andrò per i negozi mi fermerò solamente per guardarmi riflessa nelle vetrine. Prima le ignoravo proprio perché intravedevo la mia immagine che io odiavo profondamente.
Per truccarmi, uso del mascara e un rossetto rosso mattone. 
Mia madre lo considererebbe volgare se fosse qui. 
Ma non c'é. 
Lascio i lunghi capelli biondi ondulati sciolti fino a metà schiena. 
Mi guardo nuovamente allo specchio quando sento qualcuno bussare alla porta. 
-Iniziavo a pensare che non ti saresti preparata per stasera!-. Esclama Rosalie entrando in camera, seguita da Allison, Emily e Ashley. 
-Oh, ma fate come se foste a casa vostra!-. Sbotto sorpresa e divertita. 
-Allora...fai un giro!-. Mi ordina Allison ignorando le mie parole. -Voglio vedere come stai-. 
Eseguo l'ordine, girando su me stessa con le braccia leggermente divaricate.
-Sei una bomba!-. Esclama Rosalie, facendo ridere tutte. 
-Già...mi piace il tuo rossetto-. Aggiunge Ashley. 
-Dove l'hai comprato?-. Chiede Emily. 
Sgrano gli occhi esasperata dalle loro affermazioni e domande a raffica. 
Dopo circa dieci minuti ci avviamo verso il locale che si trova a pochi chilometri dal campus. 
-E Justin?-. Chiede ad un certo punto Ashley. 
-Uhm, ha detto che mi avrebbe raggiunta qui più tardi-. 
Apro la porta del locale, facendo entrare le quattro ragazze. 
-Strano-. Commenta Emily. 
Sorrido solamente, seguendo la scia di persone verso la pista da ballo. 
Già, strano. 
Mi giro intorno e tutte le persone che stanno ballando o che stanno bevendo fanno parte della scuola.
Sono persone i cui visi mi sono giá familiari e tra loro scorgo anche quello di Ebonee. 
Faccio una smorfia disgustata quando la vedo strusciarsi su più ragazzi contemporaneamente. 
Come fa ad essere cosí...cosí...be', la parola non posso rivelarvela perchè la censurerebbero. 
Inizio a ballare seguendo il ritmo delle varie canzoni che il dj riproduce una dopo l'altra. 
Mi sto divertendo, eppure sento un senso d'angoscia strano che mi riempie lo stomaco. 
E so perfettamente a cosa è dovuto. 
Passa circa mezz'ora e di Justin non c'é nessuna traccia. 
Aveva detto un quarto d'ora!
-Jen...-. 
Una voce sussurra il mio nome al mio orecchio e una mano si posiziona sul mio fianco destro. 
Non riesco a captare l'intensita della sua voce perché la musica è troppo alta ma subito penso che sia Justin.
Sorrido al suo tocco e sospiro pesantemente, felice che finalmente sia arrivato.
Quando mi volto peró il mio viso assume un'espressione delusa, dovuta al ragazzo che ho di fronte e che sfortunatamente non ha due stelle che fluttuano al posto degli occhi. 
-Oh, ciao Nick-. Sorrido forzatamente. 
Fa una strana smorfia. -Pensavi fossi Justin, non è cosí?-. 
-Ehm...-. 
-Non fa niente-. Mi rassicura, forse perchè nota il mio disagio. -Capisco-. 
Sorrido annuendo. 
-Dato che Justin non è ancora arrivato, posso offrirti un drink?-. Chiede speranzoso. 
-Ehm, Nick, vedi...penso non sia il caso. Justin potr...-. 
-Come amici-. Mi interrompe, appoggiando la sua mano sul mio braccio. 
Seguo con gli occhi la lunghezza del suo braccio per poi alzare lo sguardo su di lui con espressione indecifrabile. 
Sussulta imbarazzato quando i nostri occhi si incontrano mentre io sembro indifferente a tutto ciò che sta accadendo. 
-Uhm, okay. Solo un drink-. Dico alla fine avviandomi verso il bancone. 
Lui mi segue e quando ci sediamo, Nick ordina due drink. 
-Allora...-. Sospira. -Come stai?-. 
-Mh, bene-. 
-Sembri un po' giù di morale-. 
-Sono solo frastornata dalla musica troppo alta-. Sforzo un sorriso, nascondendo un'espressione annoiata. 
-Come mai Justin non è qui?-. 
-Ehm, non penso siano affari tuoi-. 
-Avete litigato?-. Continua, ignorando le mie parole. 
-Ho detto che non voglio parlare di lui con te-. Sibilo, e sembro infuriata. 
Sussulta alle mie parole. -Oh, okay. Capisco-. 
Il barista ci porta i nostri drink, appoggiandoli sul piano bar. 
Li beviamo velocemente tutti d'un sorso. 
-Sai, Jennifer...-. Alza la voce avvicinandosi al mio orecchio affinchè riesca a sentirlo. -...fa schifo quando incontri una persona che ti scalda il cuore solo con un sorriso, ma lei è giá in una relazione-. Sospira. -Ed è talmente presa da un'altra persona, che non degna di uno sguardo chi le sta intorno e a chi magari potrebbe trattarla in modo migliore-. 
Mi allontano bruscamente da lui, confusa. 
Come si permette di dirmi una cosa del genere? 
-Chi ti ha detto che Justin mi tratta male?-. Domando indispettita, aggrottando le sopracciglia. 
-Non fraintendermi. Dico solo che c'è qualcuno che farebbe di meglio con te-. 
-Tu non sai niente, non dovresti parlare-. 
-Woah-. Esclama. -Non prenderla come un'offesa o una critica-. 
-E come dovrei prenderla?-. 
-Come un suggerimento-. 
-Mi stai invogliando ad allontanarmi da Justin?-. 
-Ehm...direi di si-. Sorride sghembo, bevendo un sorso dal suo bicchiere quasi vuoto. 
Non dico nulla, mi alzo solamente e ritorno in pista, lasciandolo come un idiota. 
Ha detto l'idiozia più grande che abbia mai sentito. 
Come si puó pretendere che mi allontani da Justin?
Solo a pensarlo, rabbrividisco. 
Mentre cammino per raggiungere la pista, qualcuno mi ferma, afferrando il mio braccio. 
-Ehi-. Protesto confusa. 
-Jenny, sono io-. Justin mi volta verso di lui. 
Sorrido quando incontro i suoi occhi ma c'è qualcosa in lui che non quadra. 
Sembra distratto e sballato ed ha gli occhi lucidi e rossastri. Cosí come le guance sono lievemente colorate di rosso. 
Aggrotto le sopracciglia. -Justin? Ti senti bene?-. 
-Certo, bimba-. Si passa una mano sul volto e sembra frustrato da qualcosa. 
Sto per dire qualcosa, poi decido di stare zitta e di trascinarlo con me verso dei divanetti che si trovano in un angolo appartato del locale. 
-Perchè siamo venuti qui?-. Domanda confuso e divertito al tempo stesso. Ride senza un motivo. -Voglio andare in pista a ballare con la mia ragazza-. Protesta, posando le mani sui lati del mio bacino, facendolo ondeggiare. 
-Justin che ti prende?-.
-Niente! Voglio solo ballare. Andiamo!-. 
Prima che possa dire qualcosa, mi trascina con lui verso la pista gremita di ragazzi e ragazze sudati e sbizzarriti. 
Sembrano dei cavalli. 
-Lasciati andare-. Sussurra al mio orecchio, quando inizia a muoversi su di me con movimenti abbastanza provocatori e sensuali. 
Lui è molto più alto di me ed è come se mi schiacciasse in questo momento. 
Faccio quasi fatica a respirare. 
-Justin-. Mi lamento sul suo petto, spingendolo. 
Quando si allontana da me di qualche centimetro, allarga le braccia come per protesta ed è proprio in questo momento che, guardandolo negli occhi, noto il suo sguardo stravolto con un pizzico di malizia e perversione negli occhi. 
Cosa diavolo gli succede?
-Balla per me-. Dice. 
Non riesco a sentire bene la sua voce ma riesco a capire le parole leggendo il suo labiale. 
Continua a sorridere frastornato ed io lo guardo sempre più confusa e spaventata. 
-Balla!-. Ripete e questa volta è un ordine che lui mi impreca con autorità e rabbia. -Voglio che mi ecciti. Voglio che mi tocchi. Voglio che tutti capiscano quanto sei bella e che appartieni a me-. Aggiunge. 
Trattengo il respiro alle sue parole, intimorita e disorientata dal suo strano comportamento. 
Non mi ha mai parlato in questo modo, non mi ha mai guardata in questo modo. 
-Cosa aspetti?-. Domanda ridendo, dandomi un leggero schiaffo proprio sul glueteo destro. 
A questo punto, decido di allontanarmi da lui di qualche passo per poi scappare verso l'uscita del locale.
Mi chiama tra la folla ma io non mi giro. 
Mi faccio strada con i gomiti tra la multitudine di corpi sudati e quando arrivo alla porta del locale, Justin mi afferra un braccio e fa in modo che lo guardi negli occhi. 
Ma guardandoli provo un senso di disagio misto alla preoccupazione. 
Questo non è Justin. 
O almeno non è quello che conosco io. 
-Volevo solo che ballassi per me-. Ride sfacciatamente. -Non volevo impaurirti-.
Lo guardo seria e mi avvicino al suo viso. 
Afferro il suo viso tra le mani e mi alzo sulle punte dei piedi affinchè la mia fronte sia all'altezza della sua. 
Ancora una volta ho la conferma che quegli occhi non sono mai stati cosí vulnerabili e inquietanti.
-Cos'hai fatto in quest'ora?-. Domando rilassata ma con una certa autorità: voglio che mi risponda. 
-Niente che possa interessarti-. 
-Invece penso che a me interessi-. 
-Da quando detti ordini?-. 
-Non è un ordine. Voglio solo sapere cos'hai fatto. Ho il diritto di saperlo-.
-Tu non hai alcun diritto su di me. Nessuno ha il controllo su di me-. 
Sussulto alle sue parole forti e dolorose quanto una coltellata. 
Ma fingo che sia tutto sotto controllo.
-Non sto dicendo questo. Voglio solo sapere perchè sei arrivato cosí in ritardo-. Ribatto insicura. 
-Ed io ti ho detto che non voglio dirtelo. Cosa vuoi fare adesso? Vuoi prendermi a calci fin quando non ti dico cosa vuoi sapere?-.
Lo guardo negli occhi ancora per qualche istante. 
Dopodiché, sbuffando, ritorno a poggiare i piedi a terra, delusa dal suo comportamento. 
Lo scanso colpendo la sua spalla e proseguo verso l'uscita. 
Mi afferra un braccio ma io lo strattono, svincolandomi dalla sua presa e continuo a camminare fin quando l'aria afosa di una notte calda mi invade. 
Qui fa sempre cosí caldo e non sono abituata a questa temperatura. 
-Jennifer!-. Urla il mio nome dalla cima dei gradini. 
Io sono all'ultimo di essi e mi volto verso di lui scocciata. 
-Dove stai andando?-. Domanda curioso sempre con una strana ed indecifrabile espressione in volto. 
Noto che i suoi occhi non sono più molto lucidi e questo mi porta a riflettere su qualcosa che mi spaventa molto. 
Scuoto la testa e ritorno alla realtà quando il corpo  di Justin, più grande e possente di me, mi fa ombra. 
-Voglio prendere un po' d'aria-. Rispondo, allontanandomi da lui. -Non voglio starti vicina-. Aggiungo.
Con un movimento secco e prepotente, afferra il mio braccio. 
-Cosa?-. Vedo la rabbia nei suoi occhi e il suo respiro affannato. 
Cerco di nascondere lo stupore procuratomi dal suo gesto meschino e violento. 
-Mi fai male-. Mi lamento. 
Stringe ancora di più la presa, arrecandomi più dolore. 
-Justin, mi stai facendo male!-. Urlo. -Lasciami!-. 
Dopo alcuni secondi di esitazione, lascia il mio braccio. 
Sospiro, massaggiando cautamente il punto dove Justin ha imposto resistenza. 
-Forse ha ragione Nick...-. Sputo tra i denti, trattenendo le lacrime e non badando a ciò che dico. -...Forse c'è davvero qualcuno capace di trattarmi meglio di come fai tu-. 
Vedo i suoi occhi sgranarsi mentre tenta di metabolizzare ed elaborare le mie parole. 
-Nick ti ha detto una cosa del genere?-. 
Non rispondo. 
Continuo a massaggiare il braccio e ad avere lo sguardo basso per non incontrare i suoi occhi che non riconosco. 
-Rispondi!-. Urla infuriato. -Ti ha messo una cosa del genere in testa?!-. 
Sbuffa prepotentemente, afferrando con forza il mio mento. 
-Ti avevo detto di non avvicinarti a quel figlio di puttana-. Sibila e dai suoi occhi sembra che escano fiamme. -E tu l'hai fatto-. Conclude, lasciando il mio viso e spingendolo con forza di lato. 
Sento lo stomaco ingarbugliarsi a questa sua strana reazione e subito accarezzo la mia mascella per alleviare il dolore che mi ha procurato.
Inizio a piangere, mentre lui sembra non fregarsene del mio stato d'animo attuale. 
Emette una specie di ringhio gutturale, battendo le mani in due pugni. 
-Io lo ammazzo-. Esclama improvvisamente, andando verso l'entrata del locale. 
Subito capisco a chi si riferisce. 
-Justin, non farlo. Vieni qui!-. 
Gli corro dietro nonostante sento dolore alla mascella e un po' al braccio.
Afferro l'orlo della sua maglietta ma lui mi strattona malamente facendomi cadere.
Apre la porta prepotentemente e lo vedo scomparire. 
Mi rialzo con fatica e raggiungo l'interno del locale. 
Asciugo le lacrime e mi alzo sulle punte per vedere dove sia Justin.
Vedo un po' di gente ammucchiata  in un cerchio. 
Sgrano gli occhi e sento una strana sensazione allo stomaco, come dei crampi,mentre mi avvicino a quell'ammasso di persone. 
-Justin!-. Urlo, agitandomi per vedere se lui è all'interno del cerchio. -Justin!-. 
Riesco a farmi strada e ad arrivare in prima fila e lo spettacolo a cui mi ritrovo ad assistere mi fa accapponare la pelle. 
Justin è a cavalcioni sul corpo immobile di Nick che non tenta neanche di difendersi. 
Gli sferra diversi pugni che in alcuni punti creano la fuoriuscita di sangue mentre in altri di ematomi. 
-Justin, fermati!-. Esclamo in preda all'esasperazione. -Ti prego-. 
Una nuova ondata di lacrime invade il mio viso mentre guardo la figura di Justin scaraventare pugni velocemente. 
I suoi occhi sono concentrati sulla sua vittima e sono accessi dalla rabbia ma spenti, senza passione, senza alcun accenno di brillantezza. 
Non sono gli occhi di cui mi sono innamorata e che guarderei per ore. 
Quello non è il mio ragazzo. 
Quando la scarica di pugni diventa più violenta, un gruppo di ragazzi, notando la situazione disagiata di Nick, afferra Justin alle spalle e lo strascina al di fuori della mischia.
Alcune ragazze si accasciano sul corpo di Nick per controllare il suo stato di salute mentre io, dopo aver dato uno sguardo a Nick, raggiungo quei ragazzi che trasportano Justin fuori il locale. 
-Lui ha toccato la mia ragazza!-. Spiega Justin furibondo, sbracciandosi animatamente. -Le ha fatto il lavaggio del cervello!-.
Mi avvicino impaurita al gruppo e quando arrivo vicino a Justin, quest'ultimo fa cenno agli altri di andarsene. 
Cosí io e Justin restiamo soli. 
Lui si siede sul marciapiede strofinandosi gli occhi e il viso svariate volte mentre io rimango in piedi alla sua destra. 
Incrocio le braccia al petto e quando una leggera brezza, contrastante col clima afoso della zona, soffia su di noi, strofino delicatamente le mani sulle mie braccia nude.
Asciugo una lacrima e tento in tutti i modi di nascondere i singhiozzi. 
-Justin...-.
-Sta' zitta-. Mi interrompe brusco.
Trattengo il respiro, impaurita e meravigliata dall'espressione che ha appena usato. 
Non mi ha mai detto una cosa del genere e mai avrei pensato lo facesse. 
Ma con lui ho imparato a ricredermi più volte.
-Perchè...perchè hai fatto tutto questo?-. Domando, ignorando il suo ordine. 
Non risponde, continua a guardare le sue scarpe e a giocare con i lacci. 
-Justin, per favore, dimmelo. Io non ti capisco. Era tutto normale stamattina, cosa ti è successo?-. 
-Non è successo un bel niente!-. Ribatte convinto e abbastanza infastidito. 
-È impossibile-. Constato sicura. -Non puoi diventare da un momento all'altro cosí...cosí...-.
-Cosí come? Come mi vedi in questo momento?-. 
-V-vuoi davvero s-saperlo?-. 
-Si e voglio che me lo dica. Cosa sono ai tuoi occhi, Jenny?-. 
-Un mostro-. Sussurro mentre le lacrime scendono lente e calde sulla mia pelle.
Sembra trattenere il fiato per un secondo, la sua espressione diventa cupa e i suoi lineamenti si induriscono. Chiude la bocca in una linea sottile e la mascella si contrae. 
Fa leva sulle sue gambe e si alza di slancio, voltandosi verso di me, aggrottando le sopracciglia in un'espressione arrabbiata. 
Mi rannicchio in me stessa, socchiudendo gli occhi. 
-Non farmi male-. Articolo in un sussurro.
Sgrana lievemente gli occhi. -Pensi che possa farti del male?-.
-Mi hai fatto male prima e dopo ciò che hai fatto a Nick, non so cosa aspettarmi-.
Non dice nulla. 
Mi scruta ancora per qualche secondo fin quando si siede nuovamente a terra, massaggiandosi velocemente le tempie. 
-Non ti senti bene?-. Domando preoccupata, accasciandomi verso di lui. 
Prima che possa dirmi qualcosa, un rumore di tacchi che incontrano l'asfalto interrompe questo momento. 
-Jenny!-. Ashley mi chiama preoccupata, correndo verso di me.
Dietro di lei seguono Allison, Emily e Rosalie. 
Le guardo mentre mi raggiungono e una volta arrivate, mi abbracciano calorosamente.
-Abbiamo visto cos'è successo dentro. Tu stai bene?-. Domanda Rosalie, non dando importanza a Justin che è ancora seduto sul marciapiede con lo sguardo basso. 
-Si, sto bene-.
-Non ti abbiamo più vista e abbiamo subito pensato al peggio!-. Esclama Allison. 
-Be', sto bene-. 
-Ritorniamo al campus. Okay?-. Propone Rosalie. 
Tutte acconsentono mentre io abbasso lo sguardo su Justin e poi nuovamente sulle quattro ragazze.  
-Io...-. 
-Jen, guarda come sei ridotta!-. Mi interrompe Emily indicando l'estremità del vestito che è completamente strappato. 
Noto con la coda dell'occhio che anche Justin segue la direzione del dito di Emily, e dopo aver dato un'occhiata, ritorna a chiudersi su se stesso. 
-Abbiamo già chiamato un taxi. Ci aspetta alla fine del vicolo-. Informa Rosalie. -Su, andiamo-. 
Poggia una mano sul mio fianco e mi trascina con loro verso il punto in cui il taxi passerà. 
Mi volto ancora una volta verso Justin ma lui non accenna a fare nulla. 
Cosí proseguo il cammino, seguendo le ragazze.
 
Il giorno seguente mi sveglio con un grande mal di testa. 
Vado in bagno e guardandomi allo specchio noto il trucco sbavato e i capelli arruffati in modo eccessivo. 
Subito i ricordi della sera scorsa mi tornano in mente e subito il mio primo pensiero ritorna ad essere Justin. 
Sono ancora confusa dal suo strano comportamento. 
Non ha mai messo una mano su di me e non mi ha mai urlato contro.
Mi sfilo il pigiama e lo sguardo cade immediatamente su un livido abbastanza evidente che ricopre un punto del mio braccio. 
Lo palpo delicatamente come ho fatto molto tempo fa con il labbro sanguinante di Justin quando lo colpii per sbaglio.
Mi fa male e sembra essersi gonfiato rispetto a qualche ora fa.
Mi lavo il viso e mentre sfioro con delicatezza la mascella, chiudo gli occhi, pensando alle mani di Justin che hanno stretto violentemente su questo punto.
Rabbrividisco ancora di più quando l'immagine dei suoi occhi furibondi e lucidi mi invade la mente. 
È come se abbia appena fatto un incubo e adesso lo stia ricordando, con l'unica differenza che tutto ciò è successo davvero. 
Vestita, mi dirigo nella hall prima che le lezioni inizino per fare la solita telefonata a mia madre.
Gioco con la punta dei miei capelli mentre cammino e arrivata vicino al telefono, digito il numero di cellulare di mia madre.
Mentre le sto raccontando degli avvenimenti che mi sono successi, naturalmente omettendo la sera precedente e il rapporto che ho con Justin, la porta dell'ufficio della signora Anderson si apre e Justin esce infuriato, sbattendo prepotentemente la porta alle sue spalle. 
Mi lancia uno sguardo indecifrabile ma sembra abbastanza arrabbiato.
Si avvicina ad una poltrona e vi si siede, passandosi poi una mano tra i capelli.
Sbuffa e inizia a guardare fuori la finestra con aria esausta e infastidita al tempo stesso. 
-D'accordo mamma. Ti chiamo io domani appena posso-. Sorrido come se lei fosse di fronte a me. -Certo, ti voglio bene anche io-. 
Metto giù il telefono e abbasso lo sguardo sulle mie scarpe quando impacciatamente mi giro verso Justin. 
Lui continua a guardare fuori la finestra mentre io mi avvicino a passo lento. 
-Justin...-. Lo chiamo. 
Si volta verso di me e mi osserva impassibile mentre lo raggiungo.
Il suo sguardo è fisso nei miei occhi ed io imbarazzata cerco di sorreggerlo e di non essere tentata di guardare altrove.
Mi siedo sulla poltrona di fronte e lui segue tutti i miei movimenti senza dire una parola. 
Inizio a giocare con l'orlo della mia maglietta e mantengo lo sguardo basso sulle mie mani.  
Dopo un po' mi faccio coraggio e lo guardo negli occhi, sorprendendomi del fatto che lui mi stia già fissando. 
-Ciao-. Sussurro debole ed evidentemente imbarazzata.
-Ciao-.
-Come...come stai?-.
-Dimmi tu come stai-. Contraddice deciso e sicuro.
-Io sto...bene-. 
-Non mentirmi, Jenny-. 
Finalmente mi parla come mi ha sempre parlata. 
-È la verità. Tu piuttosto...-. Sospiro. -...penso che debba darmi delle spiegazioni-.
-Io...be', io...mi dispiace per ciò che è successo ieri. Non ero in me-.
-L'ho notato...e sinceramente ho sperato che non fossi tu quello di ieri sera-. 
-No, Jenny. Non sei innamorata di un mostro-. 
Sussulto alle sue parole. 
Sorrido fiocamente abbassando lo sguardo e iniziando a versare delle lacrime. 
-Lo so-. 
Passano alcuni istanti di silenzio alla fine dei quali mi faccio coraggio e schiarisco la voce. 
-Perchè sei uscito dall'ufficio della signora Anderson cosí arrabbiato?-. 
Sbuffa, facendosi più vicino a me con il corpo e la poltrona. 
-Perchè è venuta a conoscenza di ciò che ho fatto ieri a Nick e ha ritenuto che un naso e uno zigomo rotti fossero già abbastanza per quell'idiota..-. Scuote la testa leggermente divertito. -...e adesso sono fuori-. 
-Fuori?-. 
-Mi ha espulso dall'accademia-. Spiega calmo. 
Ingoio la saliva e un senso di tristezza mi invade. 
-In fondo mancano solo due settimane alla fine dell'estate. Non rimaneva molto tempo-. Aggiunge menfreghista. 
Si alza e si dirige verso l'uscita trascinando dietro di se una valigia. 
-Dove vai adesso?-. Domando seguendolo.
-Un taxi mi accompagnerá a casa di un mio amico-. 
Fa altri passi, uscendo dall'edificio. 
-E noi?-. Chiedo flebile.
Si ferma improvvisamente, io lo imito. 
Si volta verso di me e avvicinandosi mi stampa un bacio sulla fronte. 
-Noi ci vedremo presto-. 
Scrolla le spalle e tranquillamente si dirige verso il taxi aprendo la portiera e posiziona il suo bagaglio al lato opposto al suo. 
Resto immobile fin quando un impulso mi dice di chiamarlo. 
Si gira nuovamente verso di me e mi guarda aspettando che dica qualcosa. 
-Promettimi che tornerai-. Sussurro sul punto di piangere. 
Sorride flebilmente. -Jenny, io ho confessato d'amarti e non mi era mai successo prima d'ora. Come potrei abbadonarti?-.
Sussulto alle sue parole andandogli incontro e lo abbraccio cosí forte da non sentire più la sensibilità degli arti.
Per un attimo dimentico tutto ciò che mi ha fatto ieri sera. 
Dimentico le sue mani ferme sul mio braccio. 
Dimentico quando mi ha quasi strangolata. 
Dimentico quando mi ha spinto facendomi cadere a terra senza aiutarmi ad alzarmi. 
-Dimmi perché hai agito in quel modo ieri sera-. Sussurro sul suo petto.
-Non é il momento-. Risponde duro.
Si stacca e si siede sul sedile posteriore dell'auto. 
Avete presente la frase 'Ho costruito speranze di ferro su persone di carta'?
Ecco, è cosí che reputo la mia situazione e il mio stato d'animo non è dei migliori attualmente.
Chiude la portiera e inizio a piangere quando il motore del taxi invade le mie orecchie sentendo un forte odore di benzina e un grande vuoto al centro del mio cuore.
 
 
 
 
 
Ciao a tutte e…Buona  Pasqua in anticipo!
Allora…vorrei che non mi uccideste! Insomma ho letto le vostre
recensioni e so che forse questo capitolo vi ha un po’…confuse?
Questo è il colpo di scena moderato di cui vi parlavo ma nel prossimo capitolo
ci sarà un altro colpo di scena molto più BOOM!
Vi prego, ditemi cosa ne pensate e se questo capitolo vi ha deluse…
Pero’ non volevo che la storia risultasse banale e monotona, sempre con le stesse
conversazioni…e poi alla fine vi renderete conto che ciò che succederà nei prossimi capitoli
renderà il rapporto di Jenny e Justin ancora più saldo e passionale…almeno spero riesca a trasmettervi
ciò che voglio comunicarvi!
Aggiorno non appena questo capitolo riceverà recensioni!
Un bacio, notperfect! <3

   
 
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