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Autore: terychan    18/10/2007    1 recensioni
Questa è la storia dei genitori di Inuyasha. un amore un avventura e un pericoloso nemico.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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La devozione di un demone

Si erano risvegliati tutti un po intontiti, l’umidità della grotta non è stata molto salutare.

Izayoi era la più pallida di tutti aveva proprio una brutta cera.

Sesshomaru si stava stiracchiando prendendo i primi raggi del sole.

“tutto bene principessa?” chiese Totosay che la vedeva sbiancare e la sua strana espressione di sofferenza. Izayoi sentì che le sue labbra e il suo palato stavano seccando.

“prendi mangia qualcosa!” Taisho le passò una mela. Ma non appena lei ne sentì il profumo corse via e nascose il suo viso dietro al tronco di un albero, il suo corpo era preso da spasmi, e vomitò un liquido giallastro.

“ehi tutto bene?” chiese Taisho che andò a soccorrerla.

“si, credo di si!” il viso di Izayoi era piuttosto preoccupato, da quando avevano perso le tracce di Ryokotsusei erano passati altri due mesi, e lei non aveva ancora fatto caso se non adesso che il ciclo non era venuto per un bel po’. Non voleva che accadesse davvero, se lei fosse incinta avrebbe dovuto rinunciare a viaggiare con loro, i suoi nuovi compagni di vita.

Non sapeva cosa pensare da un lato era felice perché era il figlio del suo amato Taisho, ma dall’altro significava non vederlo per un periodo impreciso. E lei sentiva che non riusciva a stragli lontana per più di un giorno.

“sei sicura?” chiese ancora Taisho, la cosa non gli piaceva, era da tre giorni che di mattina si alzava e vomitava. Che si stesse ammalando? Infondo viaggiavano in continuazione di giorno e la notte dormivano spesso all’aperto ed era arrivato l’autunno.

“su andiamo è tutto a posto” si sforzò di mostrarsi allegra, ma non le riuscì molto bene perché dopo il secondo saltello crollò a terra, semisvenuta.

“IZAYOI!” urlò molto preoccupato Taisho, se la mise in braccio.

“sei una sciocca lo vedi che non stai bene!?”

Sesshomaru ebbe una strana sensazione, da quando è morta sua madre, lui suo padre era diventato iperprotettivo, soprattutto con lei, era quasi snervante, e un pizzico di gelosia si fece spazio nel cuore di Sesshomaru ma non soltanto per se, che essendo ancora un adolescente aveva bisogno delle sue attenzioni, ma anche per Shukumei, non lo era mai stato con lei, forse perché lei essendo stata una guerriera potente, credeva che non occorreva la sua protezione.

Sta di fatto che ogni tanto gli disgustava la tenerezza che aveva suo padre verso quella donna umana, era osceno, troppo smielato per i suoi gusti.

“BLEAH!”  esclamò per poi andare a rinfrescarsi ad un ruscello.

“andiamo da un medico!” disse Taisho.

“NO!” urlò quasi lei, “sto bene non ho niente!”

“tsk” fu la risposta del demone albino, non se ne parlava lei si sarebbe fatta visitare e basta.

“non c’è nulla di cui preoccuparsi!” il medico sorrideva soddisfatto. Taisho si avvicinò al medico con aria minacciosa, per saperne di più, “non si direbbe, dato che oggi è svenuta!”

“lei è il marito?” chiese dandogli una pacca sulle spalle “stai per diventare padre”

Taisho sgranò gli occhi “cosa?” fu in quel istante che il medico poté osservare meglio la persona che aveva d’avanti notò le sue pupille da gatto, -è un demone!!- pensò il medico, scostò la mano e il suo viso passò da un espressione cordiale ad un espressione quasi schifata, la donna aveva in grembo un mezzo demone, non avrebbe avuto vita facile.

Izayoi uscì dalla casa del medico, adesso ne aveva la certezza aspettava un figlio da lui.

Vide che Taisho era strano era rimasto immobile d’avanti al medico e boccheggiava.

Izayoi diventò triste, come poteva Taisho essere felice per il bambino? Doveva ancora compiere il suo dovere, e questa notizia inattesa gli avrebbe cambiato i piani, soprattutto a lei. Non era il momento di avere un bambino, non era proprio il momento adatto, sentiva gli occhi che le pizzicavano le lacrime spingevano prepotenti ma lei li tratteneva.

Cosa ne pensava lui? Si sarebbe sicuramente arrabbiato.

“scusami!” bisbigliò Izayoi avvicinandosi al demone, “io non… io so che non è il momento adatto ma…!” la voce tremava.

“io i.. ugh!” Izayoi si ritrovò stretta al corpo di Taisho, la stingeva a se, lei quasi non si vedeva più avvolta com’era tra le sue braccia. Lei non ce la fece più liberò le lacrime e singhiozzava aggrappata al suo torace. Taisho allentò la presa e le afferrò il viso tra le mani.

“Un bambino?” il suo viso non era cupo, stava sorridendo, sorrideva e i suoi occhi brillavano.

Poggiò le sue labbra su quelle della ragazza era un bacio pieno di felicità.

“sei contento?” chiese lei, quasi avesse timore di essersi sbagliata.

“e me lo chiedi? Certo che lo sono, è il nostro bambino Izayoi, nostro figlio!!”

“davvero non è un problema?”

“ma che dici, vieni qui cretina!” la strinse di nuovo a se, cullandola, Izayoi bagnò la sua maglia stavolta erano lacrime di felicità, lui era felice, era contento, e questo bastava e avanzava a lei, anche se si sarebbe dovuta fermare.

Un figlio il loro primo figlio.

“tsk!” fu il commento di Sesshomaru che si allontanò dal gruppo, non gli andava giù, di avere un mezzo-demone come fratello.

E questa novità, avrebbe dovuto significare che lei si sarebbe considerata la nuova madre di Sesshomaru, e a lui non piaceva, lui aveva già una madre anche se non era più in vita.

Non poteva accettarlo, anche se la principessa non lo disgustava.

Non poteva accettare che lei gli facesse da madre.

“cosa intendete fare?” chiese il piccolo Sesshomaru incrociando le braccia era quasi un tono di rimprovero, sapeva che adesso qualcosa sarebbe cambiato. Izayoi e Totosay erano dentro, e lui era uscito per prendere una boccata d’aria, per ossigenare la mente, per riflettere.

“…”

“voglio fermarmi, almeno fino a quando non partorirà!!”

“perché? Lei puo stare a casa sua mentre noi continuiamo la nostra ricerca!”

“no, perché potrebbe venire per ucciderla, e io non sarei con lei per proteggerla!”

“CHE COSA?? E ryokotsusei? Lo lasci andare?”

Taisho non rispose era palese che avrebbe rimandato la vendetta, che fosse solo una scusa?

“ti sei rammollito padre!” lo accusò fulminandolo con le sue iridi ambrate il piccolo inuyoukai.

“tsk, tu non capirai mai certe cose!”

“io andrò avanti!” rispose Sesshomaru seguendo il sentiero che aveva d’avanti.

“….” Taisho non provò neanche a fermarlo, sapevo benissimo che non avrebbe obbedito, che avrebbe anche osato combattere contro di lui piuttosto che rinunciare alla sua vendetta.

“Totosay, seguilo e fa in modo che non lo trovi!!” era un ordine che non ammetteva repliche, aveva sentito l’odore di Totosay alle spalle e non occorreva voltarsi per assicurarsi che era li dietro di se.

“ma se ne accorgerà!”

Neanche gli fece finire la frase che si voltò di scatto per fargli penzolare la sfera rossa che avevano sottratto a Ryokotsusei d’avanti agli occhi “usa questa e sarai al sicuro!”

Totosay deglutì rumorosamente poi rassegnato afferrò la sfera e se la mise al collo.

Non aveva poi così tanta voglia di proteggere quel “damerino viziato e violento!” come lo definiva lui.

Però per lui per il suo padrone a cui ha promesso di mettere al suo servizio persino la propria vita lo avrebbe fatto. Si ricordava benissimo il perché della sua devozione per lui e non lo avrebbe dimenticato mai più.

*******

Totosay si stringeva il più possibile facendosi piccolo piccolo, per non farsi vedere dentro un enorme tronco, c’era un demone che voleva ucciderlo, un demone dalla pelle giallastra, un demone serpente, che con aria selvaggia cercava con gli occhi intorno a sé.

“Totosay non potrai sfuggirmi per sempre, se non mi obbedisci ti ammazzo!” fece qualche passò lento e poi sorrise sadicamente.

Totosay cercava di non respirare e aveva paura che lo trovasse il cuore gli batteva talmente forte che se quel demone lo sentiva erano guai.

STOMP, crack il suono di albero abbattuto spaventò Totosay, strinse gli occhi e quando li aprì su di se non aveva più il legno che lo nascondeva, sbarrò gli occhi terrorizzato.

Il demone lo afferrò per la gola e lo sollevò in alto con un solo braccio, quel maledetto era davvero forte. “ti ho detto che devi costruirmi un’arma o userò le tue ossa per costruirmi dei stuzzicadenti!”

Totosay lo guardò negli occhi, gialli anche loro, uno sguardo freddo e minaccioso,

il demone si stava specchiando nei bulbi oculari sbarrati e terrorizzati del demone, godeva nel vedere la paura che suscitava.

“io..iough!” Totosay non riusciva a parlare la mano stringeva troppo al collo e gli mancava l’aria.

Il demone lo scaraventò a terra con violenza.

Totosay si massaggiava il collo e tossiva, poi si sollevò dolorante.

“io non ti costruirò mai un’arma sei già forte così come sei!!” si sorprese che nonostante le gambe tremassero riuscì a dirglielo ugualmente senza farsi prendere dal terrore, non poteva costruire un arma a quel demone, avrebbe solo portato il caos, e non poteva permettere che ciò accadesse.

Il demone assottigliò gli occhi in un espressione rabbiosa. E dopo due secondi Totosay si ritrovò sbalzato in aria, ne era certo adesso lo avrebbe ucciso.

Atterrò sbattendo con violenza sulla terra, e neanche fece in tempo a finire la caduta che un calcio potente lo fece scaraventare contro un albero spezzandolo.

“uccidimi, perché te l’ho detto non ti farò una spada!”

Il demone lo afferrò di nuovo per il collo e gli fece aderire la schiena contro il tronco di un albero, lo guardava dal basso, “come vuoi!” disse il demone e la sua mano prese la rincorsa sfoderando i suoi affilati artigli. Totosay chiuse gli occhi rassegnandosi a morte certa.

“UGH!”

Totosay si sorprese nel vedere che stava ancora bene, aprì gli occhi e dietro al suo nemico vide un uomo anzi no un demone dai lunghi capelli argentati legati in una coda da cavallo, che teneva ferma la mano giallastra. Totosay non aveva mai visto un demone così attraente come lui, di solito erano brutti con sembianze quasi animalesche.

“lascialo andare!” disse il demone albino, le sue iridi ambrate erano socchiuse minacciose, e la presa era salda, e il suo tono era freddo.

Strinse di più la presa, e il demone lasciò Totosay, e urlando si teneva il polso, si era rotto.

“chi cazzo sei? Cosa vuoi??” Taisho non rispondeva ma lo guardava con aria superiore.

Il serpentone ringhiò dalla rabbia e si avventò contro lo sconosciuto, che schivò con noncuranza l’attacco, e con una gomitata sulla schiena lo aveva battuto.

Totosay non credeva ai suoi occhi, il demone serpente era davvero potente, ma il suo salvatore sembrava 100 volte più forte.

“Tsk, dovranno passare almeno altri 100 anni prima che uno come te possa sconfiggermi!”

Il serpentone da vero vigliacco lo attaccò alle spalle, una mossa davvero stupida perché gli costò la vita.

“chi siete, perché mi avete salvato?” chiese Totosay che era ancora a terra che guardava con stupore l’uomo che aveva d’avanti.

“senti non è che hai visto in giro una bella demone dai capelli argentati, la donna più bella che tu abbia mai visto??!”

“no,mi dispiace!” rispose un po perplesso.

Poi si alzò tutto imbarazzato e si inginocchiò d’avanti a lui. “non so davvero come ringraziarla!”

“ma che fai? Alzati, non è il caso di inginocchiarti!!”

“posso sapere il suo nome?”

Taisho titubò un attimo “Taisho!”

Non aveva sentito male lui era davvero il leggendario Taisho, il guerriero più potente di cui si sia sentito parlare, adesso capiva perché aveva battuto quella feccia in due minuti.

“è un vero onore conoscerla, signore!!”

“ma figurati, ma perché quel coso lì ti minacciava?”

Incredibile lui lo aveva aiutato senza nessun interesse, non sapeva se era incredibilmente coraggioso o se era incredibilmente incosciente.

“io sono Totosay il più grande maestro di armi,quello voleva costringermi a costruirgliene una!”

“oh bhe allora ho fatto bene ad ucciderlo, odio i prepotenti!”

Fu in quel istante che Totosay prese la sua decisione lo avrebbe servito per il resto della sua vita.

Continua….

  
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