Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: saitou catcher    30/03/2013    7 recensioni
Serie di confronti fra Lady Oscar e I Miserabili, in cui i sogni e i tormenti dei personaggi della Ikeda rivivono nelle canzoni del capolavoro Lés Miserables.
Facce di fantasma alla finestra.
Ombre di fantasmi sul pavimento.
Sedie vuote a tavoli vuoti, dove i miei amici non s'incontreranno più.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter one. Empty Chairs at Empty Tables

Parigi,1794

 

Nessuno sapeva o si ricordava a cosa era servito quell'edificio squadrato, che stava là, piantato nel mezzo di Parigi, come un parente vecchio lasciato in un ospizio. Dicevano tutti che era stato una caserma, perché vi erano stati trovati dei fucili, ma era disabitato da almeno cinque anni. La si rifugiavano gli accattoni quando pioveva, e i criminali quando gli serviva un ricovero per i loro sporchi affari.

Tuttavia, quel giorno, un uomo che non sembrava ne un accattone ne un criminale, era in piedi davanti al cancello arrugginito, su cui i licheni si arrampicavano come dita insidiose, considerando l'edificio con un'attenzione straordinaria. Teneva un robusto cavallo roano per la cavezza, e non sembrava curarsi delle raffiche di vento gelido, che gli soffiavano attorno, facendo roteare in cerchio le foglie secche che ingrombavano il cortile.

Era un'uomo che mostrava un'età tra i trenta e i quarant'anni, con un viso allungato dalla mascella decisa, e lunghi capelli neri che gli cadevano scomposti fino alle spalle. Aveva attorno alla bocca le rughette tipiche di chi sorride spesso, ma in quel momento le sue labbra erano una linea dritta e i suoi occhi castani avevano un'espressione di ardente concentrazione, come se stesse cercando di decidersi a fare qualcosa di cui non era convinto fino in fondo. Alla fine, scoutendo la testa e con un “Ah!” ringhiato che rivelava una personalità decisa e risoluta, si inoltrò verso il cancello tirandosi dietro il cavallo, che legò a una delle sbarre. Questi nitrì, fissando il suo padrone con un'occhiata interrogativa.

Non guardarmi così” sbottò Alain De Sassoins “Lo so anch'io che é una sciocchezza...”

Scuotendo nuovamente la testa, diede una spintarella al cancello. Il cigolio che produsse questo aprendosi, fece accaponare la pelle all'ex soldato, il quale si chiese nuovamente se stava facendo la cosa giusta. Ma era troppo tardi per i ripensamenti.

Entrò nel cortile, prima guardandosi cautamente attorno, poi a passo spedito. Si muoveva fra i corridoi e le stanze con sicurezza, ma man mano che si avvicinava alla sua destinazione il suo viso assumeva un'espressione sempre più incerta e la sua mano destra tormentava ossessivamente i lembi della sciarpa rossa che portava al collo.

Alla fine giunse in un piccolo corridoio che terminava con una porta socchiusa. Alain si avvicinò, con l'impressione di essere lì lì per rigettare il poco che aveva mangiato e posò la mano sulla maniglia. Posso ancora tornare indietro, si disse. Posso...

Abbassò la maniglia ed entrò.

Il tanfo di muffa che lo travolse gli fece salire le lacrime agli occhi: gli ci volle qualche secondo per riprendersi. Quando i conati di vomito furono cessati, si guardò intorno. La stanza doveva essere stata un dormitorio, a giudicare dalle dimensioni e dalle numerose brandine accostate alle pareti. Bottiglie di birra e pezzi di pane ammuffito facevano capolino un pò ovunque: le lenzuola, malamente ripiegate, sembravano potersi sgretolare solo a guardarle, sigari mezzi consumati e gavette unte erano lì a testimoniare la presenza dei loro proprietari. Al centro della stanza, campeggiava un tavolino attorniato da sedie, su cui faceva mostra di sè un vecchio mazzo di carte.

Alain avanzò lentamente e dopo essersi assicurato che la sedie più vicina reggesse il suo peso, vi si lasciò cadere di schianto. Il vuoto che sentiva da cinque anni, lì tra lo stomaco e la gola, tornava a riempirsi di dolore, di ricordi... e di rimpianti.

 

There's a grief that can't be spoken.”

 

Non sarei dovuto tornare, si disse Alain. E' stato un errore tremendo.

Eppure, quando Bernard gli aveva chiesto di raggiungerlo a Parigi, per parlargli di Oscar e Andrè( “Sto scrivendo un libro sulla Rivoluzione” aveva detto “e mi piacerebbe parlare anche di loro”), non aveva saputo resistere. Si era illuso che rievocando le vecchie memorie, avrebbe sconfitto il dolore che si portava dentro, il mostro silenzioso che da cinque anni lo divorava pezzo a pezzo. Ora si rendeva conto che non avrebbe mai potuto parlare di loro, mai più. E del resto, come avrebbe potuto riuscirci? Non era mai nemmeno andato a visitarne la tomba, per fingere con se stesso che non fossero morti. Che fossero da qualche parte, felici, lontano dai clamori del mondo...

 

There's a pain goes on and on.”

 

Diane. Mamma. Oscar. André.

Notti e notti intere passate a ripetersi quei nomi come una litania e ognuno di essi era una goccia di sangue che colava incadescente dal suo cuore, era un giorno in più vissuto alla giornata tentando di soffocare i ricordi e i rimpianti, e se avesse potuto, Alain avrebbe pianto, ma erano anni ormai che non aveva più lacrime.

 

Empty chairs at empty tables...”

 

Un tempo, seduti su quelle sedie abbandonate, c'erano stati i suoi compagni. Gente come lui, rozza e semplice, che si dannavano ogni giorno per sfamare la propria famiglia, con la disperazione negli occhi e il desiderio di rivalsa nel cuore.

A ben pensarci, non erano stati veri e propri amici. Erano stati più che altro camerati, gente con cui affogare la fatica del vivere nel bruciore dell'alcool, durante le notti fredde passate ai turni di guardia.

 

Now my friends are dead and gone.”

 

L'unico vero amico che avesse mai avuto l'aveva incontrato in una taverna, durante una serata di gozzoviglie. Era stato colpito da quell'uomo seduto in disparte, e l'aveva avvicinato senza troppo pensarci. Il suo nuovo amico parlava poco ma era un buon ascoltatore e Alain gli aveva confidato le proprie difficoltà, chiedendosi dentro di sè la ragione del tormento che intravedeva nello sguardo di quell'uomo. Alla fine, l'altro se n'era andato com'era venuto, lasciandogli sul tavolo i soldi per pagarsi la birra.

André, hai fatto proprio uno sproposito a morire prima di me” disse a voce alta al vuoto “Se a questo mondo c'era qualcuno che si meritava le felicità eri tu.”

E adesso lui era morto e non c'era nemmeno una bottiglia di birra in cui buttar via il dolore...

 

Here they talked of revolution...”

 

E poi c'era stata lei.

Oscar.

Oscar, quella donna severa, gelida, intransigente, di cui Alain aveva indovinato la debolezza nascosta, che si era guadagnata il rispetto dei suoi soldati a furia di gomitate e che alla fine li aveva guidati nella battaglia per la libertà. Oscar, che aveva dato via tutta una vita per amore dell'uomo che per anni l'aveva accompagnata,prottetta, amata.

 

Here it was they lit the flame...”

 

Era stato in quella stessa stanza che il loro Comandante aveva annunciato loro di essere la compagna di André Grandier e di voler lottare con lui e per lui a fianco del popolo.Alain ricordava con chiarezza le facce stupefatte ed entusiaste dei suoi commilitoni, la fiamma d'entusiasmo che gli era sbocciata nel petto...

 

Here they sang about tomorrow...”

 

Al di là dell' eccitazione per l'imminente battaglia, c'era stata anche la felicità sincera e cameratesca nei confronti del suo amico, che aveva finalmente realizzato il suo sogno d'amore.Mentre si preparavano per andare a Parigi, Alain aveva elevato con fervore un preghiera, perché almeno a quelle due creature smarrite fosse concesso di trovare la pace...

 

And tomorrow never came.”

 

Ed era bastato un solo proiettile.

Alain non riusciva a capacitarsene. Sarebbe bastato che il proiettile colpisse Andrè alla spalla o al braccio o che lo mancasse del tutto. Sarebbe bastato che colpisse lui. Se lui fosse morto, nessuno lo avrebbe pianto troppo a lungo. Invece no, era stato colpito Andrè, e adesso Alain era solo di fronte alla sua desolata e vuota esistenza.

 

From the table in the corner,

They could see a world reborn...”

 

Davanti ai loro occhi, mentre cavalcavano verso Parigi, si era srotolato un futuro diverso, un futuro in cui gli uomini sarebbero stati tutti uguali e il mondo un posto dominato da tre sole leggi: libertà, uguaglianza, fraternità. Un mondo giusto, un mondo rinato, un mondo del popolo!

 

And they rose with voices ringing...”

 

Non m'interessa di morire. L'importante é che crediate ai miei soldati!”

Questo aveva detto Oscar, fiera e sprezzante, minacciata da quella gente che desiderava con tuttu se stessa aiutare. E alla fine le avevano creduto. Oscar avrebbe potuto far credere che la Terra era piatta, se lo avesse voluto. Cavalcava tra il sibilo dei proiettili e le imprecazioni e lo volute di fumo provocate dagli spari, accompagnata dai ruggiti del popolo, bella e terribile come una dea della guerra.

 

I can hear them now!”

 

Sì, poteva ancora sentirli, Alain ,poteva sentire le incitazioni e le urla e i gemiti, poteva sentire la voce di Oscar che li spronava e quella di André, perso nel buio, che lo implorava di portarlo via...

 

The very words they had sung,

Became their last communion

at the lonely barricade at down.”

 

Amore e libertà. Erano state queste parole a guidare Oscar e André alla scelta di servire la Rivoluzione, e ed erano morti entrambi per tener fede fino alla fine a quegli ideali. Erano morti, e Alain aveva pianto per loro fino a non aver più voce.

 

Oh my friends, my friends, forgive me...”

 

Perdonatemi, pensò Alain. Perchè avrei potuto evitare tutto questo e non l'ho fatto. Sapevo dell'occhio di André. Avrei potuto salvarlo, avrei potuto salvarvi entrambi e invece non ho fatto niente...

 

That I live and you are gone...”

 

Dovevo essere io a morire, non voi. Che importava? Io ero solo. Ma voi vi amavate, di uno di quegli amori che fanno il mondo un posto migliore... io dovevo morire e invece sono ancora qui, a piangere e chiedere perdono...

 

There's a grief that can't be spoken.”

 

Alain chiuse gli occhi e si afferrò la testa, stringendo i capelli fino a farsi male, come per farne uscire il senso di colpa che racchiudeva. Un singhiozzo gli uscì dalle labbra e si morse le nocche con disperazione, fino a farle sanguinare.

 

There's a pain goes on and on.”

 

Il dolore per la loro morte non se ne sarebbe andato mai.Negli anni, si era attenuato fino a diventare sopportabile, ma a volte gli saltava alla gola come una bestia impazzita. Allora la sua anima si spaccava in mille pezzi e Alain si feriva per raccoglierne i cocci...

 

Phantom faces at the window...”

 

Alain riaprì gli occhi e per poco non cadde dalla sedia. Erano là. Oscar, André e tutti compagni che erano morti con loro in quella folle avventura, che alla fine si era rivelata solo una gigantesca e crudele beffa...

 

Phantom shadows on the floor...”

 

Oh mio Dio...” mormorò l'ex soldato, alzandosi come in un sogno.

Siete qui. Siete davvero qui. O forse sono solo impazzito io...” Si afferò nuovamente la testa e urlò, scagliando quel grido nel vuoto che lo attorniava, ma i fantasmi rimasero lì, a guardarlo...

 

Empty chairs at empty tables...”

 

Lasciatemi in pace... andatevene...andatevene...”

SI guardò nuovamente attorno, e il suo cuore parve spaccarsi nel momento in cui si vide nuovamente solo, circondato solo da tavoli e sedie.

 

...where my friends will meet no more.”

 

Dov'erano loro, mentre lui era lì a contorcersi e urlare? Potevano vederlo? O erano ormai ombre che camminavano solo nella sua mente?

 

Oh my friends, my friends, don't ask me...”

 

Siete morti per la Rivoluzione, pensò, mentre le gambe gi cedevano e crollava di schianto a terra. E ora la Rivoluzione non esiste più, é morta insieme a chi ha combattuto per essa...

 

What your sacrifice was for...”

 

Siete morti per la libertà. Ma la libertà che agognavamo vale davvero tutto questo sangue? La Francia valeva la vostra vita?

 

Alain si tirò lentamente su. Infilò la man nella tasca della giacca e che indossava e ne tirò fuori una logora rosa di stoffa bianca. Era stata Rosalie a dargliela. Gli aveva chiesto quale fosse il colore delle rose preferito da Oscar. “Non lo so” le aveva risposto lui “ ma so che André avrebbe risposto le rose bianche.”

 

 

Empty chairs at empty tables...”

 

Alain avanzò e posò la rosa sul tavolo.

Io vivo” disse ad alta voce, rivolto ai fantasmi nella stanza “Anche per voi.”

Poi si voltò e uscì a passi lenti senza voltarsi, mentre il vento faceva fremere i petali della rosa e gli richiudeva dolcemente la porta alle spalle.

 

...where my friends will sing no more.”

 

Buongiorno a tutti voi.

Dedico questo capitolo a Margherita, a mia sorella e a Lady Francois, la più entusiasta dei miei recensori.

  
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