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Autore: Allyn    30/03/2013    0 recensioni
“Non mi lascerai mai?”
“Mai...”
“Giuralo”
“Lo giuro sulla mia esistenza”
“Ti credo”
Ma lui non esisteva.
Breve FlashFic sull'argomento vampiri.
Genere: Dark, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cosa rimane

 

"Non mi lascerai mai?"

"Mai..."

"Giuralo"

"Lo giuro sulla mia esistenza"

"Ti credo"

Ma lui non esisteva.

Lui aveva gli occhi chiari, limpidi come il cielo in primavera, morbidi e biondi ricci ribelli a incorniciargli il viso diafano, perfetto, regolare.

L’avevo conosciuto tra i banchi di scuola, con quel suo sorriso ammaliante corrotto dal profilo scuro della biro morsicata sul fondo.

Tra le tante, alte, belle, sinuose come il peccato più lascivo, tra tutte loro aveva scelto me, piccola, magra, smunta.

Mi fissava, mi sfiorava, mi sussurrava frasi senz’epoca nelle orecchie, provocandomi quel solletico che non ti fa ridere, quel solletico che ti fa bramare labbra, respiro e sudore.

Mi aveva scelta, condannandomi.

Adesso, guardandomi allo specchio mi chiedo cosa sia rimasto di ciò che ero.

Avrei preferito cenere, o polvere, anziché questo riflesso dannato.

Eppure non ho avuto scelta, mi prosciugò, lentamente, gli occhi azzurri non più azzurri, il sorriso svanito, tramutato in una maschera di dolore, di tremendo dispiacere, mentre le sue labbra morbide e carnose lambivano con violenza il mio collo sottile, pallido, integro.

I denti, affilati come rasoi tagliarono la carne, la incisero nel punto più conveniente, là dove le mie pulsazioni si facevano più forti, così veloci da sovrapporsi in un unico, ultimo infinito battito di terrore.

Mi uccise, quella notte in cui avrei voluto dormirgli vicino, poggiare la testa sul suo petto, assaporare il dolce sapore della sua lingua contro la mia.

Mi uccise e mi riportò alla vita, una vita sbagliata, dannata, maledetta.

Cancellò la mia esistenza, mi rese niente.

Mi guardò un’ultima volta, prima di andarsene, le mani, il viso, le labbra, macchiate del mio sangue, un perdonami sussurrato a mezza voce.

Cos’ero diventata?

Non lo seppi dire.

Rimasi rannicchiata sul pavimento per ore, ad ascoltare un cuore che non batteva più. Sola, avvolta nell’oscurità di quella vecchia mansarda abbandonata dove ci rifugiavamo sempre dopo la scuola, o la sera tardi, sicuri di esser lontani dal mondo, abitanti improvvisati di una desolata e cupa casa in rovina.

Chiusi gli occhi, in attesa di una fine, o di un sonno che non arrivò mai, a lenire il dolore lancinante che stavo provando, o la sete che pian piano andava prendendo possesso della mia mente.

Perché io?

Me lo chiesi più volte, mentre un’enorme sensazione di vuoto veniva a colmarmi il petto.

Non batteva più niente là dentro, non sussultava più niente.

Piansi, e lacrime sembrarono ferirmi gli occhi, piansi per ore intere, per giorni, su quel pavimento.

Non mangiai, non bevvi, non respirai, eppure non morii.

 

Buonsalve a tutti e Buona Pasqua! Questa breve fic parla della trasformazione di una ragazza, dovrebbe essere il prologo di una long Originale, spero vi piaccia, un bacio!

Allyn

   
 
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