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Autore: afruittart    30/03/2013    4 recensioni
"Possibile che non capisse quanto potesse essere importante per lei? Per sua figlia.
Possibile che non riuscisse ad immaginarsi la felicità sul volto della sua bambina ad un evento come quello?
Ma la verità non era quella; Harry sapeva benissimo quanto, fare una cosa del genere, avrebbe reso felice la sua piccina. "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo Autrice: Salve a tutte/i c: , 'sta volta ho messo il mio angolino all'inizio perché.. volevo scusarmi con il mio bellissimo e primissimo fail
Beh, avevo pubblicato una prima fic a capitoli e, come immaginavo, non sono riuscita a finirla. Diciamo proprio che non l'ho manco iniziata, ero giusto al prologo. Così ho deciso che per il momento mi dedicherò esclusivamente alle OS, almeno dovrei farcela ahahah.
Detto questo.. niente, la finisco qui. Questa OS l'ho partorita leggendo delle mini fic su tumblr e niente.. è venuta (look around) fuori. Non ci incastra niente con il periodo, 'sta cose si svolge a Natale, quindi sto proprio fuori portata ahahah! Va bene la smettoo.
Spero sul serio che vi piaccia, se vi va recensite c:
Ah, su twitter sono @afruittart , arrrrriverdoci gente. <3

* * *

truly, madly, crazy, deeply in love with you.
In love with you.



«Non voglio metterlo.» disse con lo sguardo fisso alla tv mentre faceva zapping sfrenato
«Oh andiamo Harry, non fare il bambino.» continuò la donna parandosi di fronte all’oggetto dell’interessamento del compagno cercando di farsi ascoltare.
«Non ti costa nulla..» proseguì con un tono di supplica, lasciando le braccia molleggiare giù lungo i fianchi. Il riccio alzò lo sguardo verso quella figura minuta che gli impediva di vedere lo schermo fissando i suoi occhi verdissimi in quelli di lei, del medesimo colore.
«Ho detto no, Caroline. Non metterò quello stupido costume, non insistere più.» negò nuovamente, un’espressione sul volto che non ammetteva repliche.
«Ma Harry, la renderesti davvero felice..» , Caroline sospirò avvicinandosi al giovane e sedendovi accanto. Gli occhi carichi d’amore fissi sul suo viso in cerca di qualcosa per convincerlo.
«Posso renderla felice in qualsiasi altro modo, no? Un regalo, un abbraccio, una carezza o che so io.» rispose tornando a fissare la tv.
Possibile che non capisse quanto potesse essere importante per lei? Per sua figlia.
Possibile che non riuscisse ad immaginarsi la felicità sul volto della sua bambina ad un evento come quello?
Ma la verità non era quella; Harry sapeva benissimo quanto, fare una cosa del genere, avrebbe reso felice la sua piccina. Sapeva benissimo quanto fosse importante anche per Caroline, gliel’aveva ripetuto milioni di volte durante i nove mesi di attesa di cosa avrebbe voluto fare alla sua bambina. Gli aveva parlato dei vestitini, dei giocattoli, della stanza colorata solo per lei, delle festività che piacciono tanto ai bambini, della felicità che avrebbe voluto infondere alla propria figlia durante quei momenti di gioia. Lui lo sapeva benissimo.
Eppure, la tremenda esperienza che gli era stata raccontata da Louis, il suo migliore amico, non lo aveva decisamente preparato in positivo a tutto quello che avrebbe dovuto affrontare.
Harry si era lasciato sfuggire parecchie volte il troppo entusiasmo che ti travolge quando stai per diventare padre, e i suoi amici non si era fatti scappare l’occasione per smontargli tutta la positività che aveva accumulato. Quei bastardi avevano tutti già almeno un figlio, lui era rimasto in fondo, ma si continuava a ripetere che ventisei anni erano giustissimi e aveva fatto più che bene ad aspettare. O meglio, lui e Caroline avevano fatto benissimo, diceva e ne era decisamente convinto.
I ragazzi non gli avevano dato tregua un giorno, raccontandogli di quanto tutto sarebbe stato un inferno sin dall’inizio, parlando di qualsiasi evento incluse, ovviamente, le festività. Louis, in particolare, si era lasciato andare un po’ troppo per quanto riguardasse il ramo Natale.
Il suo migliore amico gli aveva descritto nei minimi particolari di come il fantomatico vestito da Babbo Natale fosse scomodo, la barba pungente, il cappello troppo largo e i pantaloni che davano irritazione all’inguine. Harry era scoppiato in una fragorosa risata seguito subito dagli amici, e Louis gli aveva puntato un dito contro sputando un «Quando toccherà a te, riderò io.» e il ventiseienne non credeva che quel momento sarebbe arrivato poi così velocemente.
Caroline, durante una freddissima mattina di dicembre, gli aveva svelato la sua idea di farlo travestire da “Ciccione in Rosso” e a lui era andato di traverso il caffè del risveglio tanto da farlo piangere.
Eppure, la sua adorabile donna, non demordeva e anche dopo un suo secco “no” aveva continuato a chiederglielo dolcemente.
«Harry, è diverso. Non puoi sostituire un’esperienza del genere con un regalo.» spiegò corrucciata la mora  incrociando le braccia al petto e fissando il suo sguardo di ammonimento in quello del compagno. Quegli occhi facevano quasi paura, ma lui non voleva accettare. Non voleva fare la figura del coglione, farsi prendere per il culo da Louis.
Il volto di Caroline si addolcì
«Per favore Harry..» supplicò in un sussurro la ragazza poco più giovane di lui. Calò il silenzio, la donna era sicura di essere riuscita a convincerlo, doveva per forza essere così. Non stava ribattendo, non stava dicendo nulla. Harry sospirò. Ci era riuscita.
«No Caroline, non voglio dirl-» dei piccoli e sconnessi passetti e una voce cristallina lo interruppero, negli occhi di Caroline la tristezza.
«Papà!» urlò la bambina scendendo le scale e portando con sé il suo orsacchiotto giallo
«Papà! Papà!» lo chiamò più forte, e Harry non poté non alzarsi dal divano spegnendo la tv e muoversi in direzione delle scale, seguito poi da Caroline, preoccupato che la piccola potesse mettere male un piede e ruzzolare giù.
«Sono qui, Mary.» disse affacciandosi e trovandola a metà strada, due occhioni verdissimi a fissarlo divertiti, le guance leggermente arrossate e.. macchiate di pittura.
«Mary.. cosa hai combinato?» chiese Caroline con voce disperata, il riccio posò lo sguardo sulla donna che si avvicinò e si sedette sugli scalini vicino alla bambina.
«Sei tutta sporca di pittura.» sussurrò accarezzandole una guancia sporca e sorridendole
«Io e Boo ttavamo pipingendo» affermò fiera di sé alzando il braccino che teneva per “zampa” l’orsetto.
«Oh, ma che bravi! E cosa stavate dipingendo?» chiese Harry interessato marcando sull’ultima parola così che la piccola riuscisse a correggersi
«Babbo Natale» rispose la piccola voltando il visino verso l’altissima figura del padre facendo muovere qua e là le codine ormai sfatte. Caroline si voltò verso di lui, gli occhi pieni della solita silenziosa domanda, ma lui fece finta di niente.
«Sarà un disegno stupendo, lo so già!» le sorrise dolcemente lui, poggiandosi anch’egli sugli scalini vicino alla bimba e facendola sedere sulle sue gambe.
«Certo» rispose imbarazzata Mary rigirandosi tra le manine il peluche. Poi alzò il visino verso la madre rivolgendole un grande sorriso
«Mamma, tu credi che domani si farà vedere Babbo Natale?», la donna sussultò a quella domanda e sentì un groppo alla gola renderle difficile rispondere. I suoi occhi corsero dietro la bambina, in quelli di Harry che la guardava in colpa
«N-Non lo so tesoro.. ha molti impegni Babbo Natale, non credo riuscirà a farsi vedere da tutti i bambini..» cercò di dire in un sussurro Caroline e iniziò a maledire Harry e quel suo fottutissimo orgoglio, quando
«Certo che lo farà, che domande! Tu sei la bambina più bella di tutte, è ovvio che si farà vedere.» esclamò Harry tirando su la bambina tra le sue braccia, il nasino della piccola a contatto con il suo. Un sorriso enorme spuntò sulle labbra di Mary e subito circondò con le braccia minute il collo del padre stringendolo quanto più poteva.
Caroline lo guardò sconvolta, gli occhi lucidi. Era sul punto di scoppiare a piangere, Harry lo sapeva; la sua compagna si mordeva il labbro inferiore tutte le volte.
«Adesso vai sopra a darti una ripulita alla faccia, Mary. Non vorrai che Babbo Natale pensi che tu sia una bambina pasticciona, vero?» chiese Harry fingendo un’espressione dura, la bambina che spalancava gli occhi, ma subito le sorrise e la rimise sulle scale. Mary urlò un “No!” e scappò su per le scale, seguita ovviamente dalla voce preoccupata del padre
«Stai attenta.», rimase con gli occhi fissi sulla sua bambina fino a quando non sparì dietro la porta del bagno.
Il ragazzo sentì lo sguardo pungente di Caroline addosso e subito si voltò a guardarla, le sorrise divertito
«Sei un cretino!» sbottò lei, la voce incrinata, dandogli un pugno su un braccio. Avrebbe voluto picchiarlo, riempirlo di così tante botte da ucciderlo. E invece si buttò tra le sue braccia stringendolo e affondando il viso nel suo petto. Harry la circondò con le braccia e posò il mento sulla sua testa
«Sono il cretino più bello, però» disse sorridendo, un mugolio di disapprovazione fuoriuscì dalle labbra di Caroline. Lui ci pensò un attimo, poi sorrise maliziosamente e abbassò la testa vicino all’orecchio della mora
«Il cretino più bravo a letto?» chiese, ma subito gli arrivò un pugno dritto nello stomaco. La donna alzò la testa, i loro nasi a sfiorarsi, i respiri che si mischiavano.
«Non lo sono?» chiese ancora Harry guardandola dritta negli occhi, lei rimase zitta un po’, poi si lasciò sfuggire un sorriso e i suoi occhi si posarono sulle labbra rosee del ragazzo.
«Sei il padre più bello del mondo.» affermò lasciandogli un leggero bacio sulla bocca. Il sorriso di Caroline diventò malizioso come quello precedente di Harry
«..e forse anche il più bravo a scopare.» disse sempre sulle sue labbra. Una risata roca vibrò nel petto di Harry e riempì l’intera casa.
Accettare quello “sporco” lavoro era stata una faticaccia, ma non poteva reggere lo sguardo triste di Caroline e la delusione di Mary. Non poteva, non ci riusciva.
Si rese conto che per loro, si sarebbe fatto ammazzare o addirittura tagliare tutti i capelli. Perché sì, il taglio dei capelli sarebbe stato più doloroso della morte.
Per quelle due creature, avrebbe fatto di tutto. Voleva renderle felici, lo avrebbe fatto sempre e in qualsiasi modo poteva essergli possibile. Le amava, le amava più di sé stesso, non le avrebbe mai deluse.
Sospirò, immaginandosi con addosso il costume scomodo, la barba pungente, il cappello troppo largo e i pantaloni che davano irritazione all’inguine.
L’avrebbe fatto, per loro.
  
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